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Lui & Lei

25 - La guardia del corpo


di Membro VIP di Annunci69.it stinf
06.12.2021    |    5.395    |    14 9.6
"Mi sono tolta da quella posizione e mi sono sdraiata sul sedile con le gambe aperte, Lorenzo si è inginocchiato tra le mie gambe e mi ha nuovamente penetrata..."
CAPITOLO 25

Dopo la parentesi Wilma sono stata più di sei mesi senza sesso poi Carmen una sera tardi è venuta a trovarmi sul lavoro si è messa a piangere e mi ha chiesto perdono voleva ritornare con me, io mi sono lasciata un po’ commuovere ma mi sono rifiutata di ritornare a fare coppia fissa con lei tanto sapevo come sarebbe andata a finire, e poi anche io avevo altre voglie.

_ “E’ inutile che piangi e mi fai promesse tanto lo so che continuerai ad andare a farti scopare in giro”.
_ “Ti prego Laura ho bisogno di te, del tuo affetto”.
_ “No a te piace fare anche sesso con una donna e ti piace farlo con me e non dire più che mi ami”.

Eravamo nel salone del bar del pensionato e le luci blu come al solito erano basse e soffuse, Carmen si è tolta il vestitino che aveva addosso ed è rimasta nuda, mi si è avvicinata per stuzzicarmi, ma vedendo che io ero indifferente si è sdraiata su di un sofà a gambe aperte mettendo in mostra la figa perfettamente rasata ed ha iniziato a farsi un ditalino. Mi guardava negli occhi e le sue dita aprivano le labbra della figa poi con un dito si è massaggiata il clitoride turgido e voglioso.
_ “D’ora in avanti verrò tutte le sere che lavori a masturbarmi qui davanti a te, ti prego leccamela”.

Erano mesi che non facevo più sesso e tra di me ho pensato che farlo con Carmen poteva valere una qualsiasi, mi sono inginocchiata tra le sue gambe, lei con le dita la teneva tutta aperta e io gli ho leccato la figa fino a fargli raggiungere l’orgasmo e godere, poi siamo andate in una camera al terzo piano ed abbiamo fatto sesso per un paio di ore. Carmen si è prodigata in tutti i modi per farmi godere e devo dire che c’è riuscita la sua lingua ha percorso ogni centimetro del mio corpo, ha indugiato tantissimo sul mio sfintere e passandomela pure tra le dita dei piedi.
Quando siamo state tutte e due soddisfatte e sazie abbiamo parlato della nostra situazione ma io non ho ceduto.
_ “Abbiamo fatto sesso e se vuoi lo faremo ancora ma non tornerà più come prima”.
Carmen se ne è poi andata ribadendomi le promesse di fedeltà, non ci ho creduto e comunque io non le sarei stata fedele, oltre alla figa dopo tanto tempo con le donne sentivo il bisogno di cazzo. Il nostro rapporto è continuato per un paio di anni ma era solo sesso e tutte e due avevamo rapporti con uomini.

Andavo sempre a trovare i genitori di Ermanno che abitavano in collina, in quel periodo ero senza macchina, prendevo il pullman da Torino nel pomeriggio, mi fermavo un po’ da loro poi visto che non c’erano mezzi di trasporto andavo a lavorare e piedi facendo tre chilometri su per la collina. Questo succedeva una volta alla settimana, ero giovane e mi piaceva camminare, la stradina si inerpicava tra ville d’epoca da sogno per me era una bella passeggiata.

Era primavera inoltrata e io stavo percorrendo quella stradina il cielo era molto nuvoloso e minacciava temporale, ero circa a metà strada quando si è messo a piovere, non avendo l’ombrello ho cercato di ripararmi sotto un enorme platano che per un po’ ha trattenuto la pioggia ma poi mi stavo bagnando tutta. Il traffico era inesistente, ho cercato di fermare le due macchine che sono passate ma non si sono fermate, poi ho visto arrivare una Mercedes blu e mi sono messa quasi in mezzo alla stradina per fermarla, l’autista ha abbassato il finestrino e io gli ho chiesto se mi dava un passaggio indicandogli dove dovevo andare, lui è stato gentile e mi ha fatto salire. Il tragitto era breve ma l’acqua veniva giù a catinelle, arrivati sul piazzale vicino a dove lavoravo era ancora presto e poi se scendevo dalla macchina mi bagnavo tutta, l’autista mi ha detto di aspettare un po’ lì in macchina con lui.

Ci siamo messi a chiacchierare e io gli ho fatto vedere dove lavoravo, lui si chiamava Lorenzo e faceva l’autista e la guardia del corpo di un industriale di Torino, abbiamo chiacchierato un bel po’, era un bell’uomo con un bel fisico, una persona simpaticissima, mi ha chiesto come mai ero a piedi su quella strada dove non passa mai nessuno e io gli ho spiegato che andavo a trovare una persona e poi salivo a piedi perché ero senza macchina, poi la pioggia è diminuita l’ho salutato dandogli un bacio sulla guancia e sono andata a lavorare.

La settimana dopo stavo percorrendo la stessa strada sento suonare mi giro e vedo la Mercedes blu, Lorenzo mi fa segno di salire e mi ha portata a lavorare ed essendo presto ci fermiamo nel piazzale a chiacchierare, mi ha chiesto il giorno che facevo la strada a piedi così mi avrebbe aspettato, io l’ho ringraziato, e poi sono andata al lavoro. Nei giorni che seguirono ho pensato sovente a lui, mi piaceva e poi era da un po’ che non scopavo a parte le lesbicate con Carmen e incominciavo a sentire il bisogno di un bel cazzo, una notte a metà del mio turno di lavoro non ce l’ho più fatta sono andata in una stanza vuota, mi sono coricata e mi sono masturbata pensando a lui che mi scopava in macchina.

La settimana dopo ero sempre dalla signora che andavo a trovare quando vedo passare la Mercedes blu e fermarsi sulla piazzetta, era presto per andare a lavorare ma con una scusa mi sono congedata e scendendo le scale mi sono tolta le mutande e l’ho raggiunto, lui ha preso una strada meno diretta e più lunga e larga, arrivati all’inizio di un parco pubblico che arriva fino in cima alla collina c’è un ampio piazzale sterrato dove andavo a scopare con Ermanno, si è fermato posteggiando la macchina in disparte e un po’ nascosta dagli alberi.
_ “Perché ti sei fermato qui” gli ho chiesto.
_ “Volevo chiacchierare un po’ con te da tranquillo tanto è molto presto”.
_ “O hai altre intenzioni”.
_ “Penso che tu abbia capito che mi piaci tanto, volevo chiederti se potevamo uscire assieme qualche volta”.

Io avevo voglia, gli ho passato le braccia intorno al collo e l’ho baciato, lui non aspettava altro, ha risposto al mio bacio con entusiasmo. Ma eravamo scomodi e Lorenzo mi ha chiesto se andavamo a sederci dietro io ho detto di sì e sono scesa dalla macchina per andare dietro, e mentre mi spostavo ho vito che dietro alla siepe c’era uno nascosto. Quello era uno dei posti dove i guardoni si appostavano e io lo conoscevo perché con il mio fidanzato ci andavamo.

Sono salita dietro con Lorenzo ignaro di essere guardato e ci siamo messi a baciarci, io gli ho appoggiato la mano sulla patta dei pantaloni e sentendo il gonfiore gli ho abbassato la zip e tirato fuori il cazzo, dietro la macchina era molto ampia, l’ho fatto appoggiare allo schienale e gli ho preso il cazzo in bocca ed ho iniziato a fargli un pompino, mentre leccavo il cazzo ho alzato gli occhi e ho visto il guardone che si menava il cazzo io mi sono messa in modo che potesse vedere bene. Lorenzo non è durato molto si è inarcato ed è partito io l’ho imboccato bene infilandomi il cazzo in gola più che potevo ed ho bevuto il suo sperma, poi con calma l’ho ripulito per bene con la lingua raccogliendo le ultime gocce che uscivano dalla cappella.

Ci siamo rilassati mentre io continuavo con la mano ad accarezzargli il cazzo a beneficio del guardone e nella speranza che tornasse duro in fretta, poi appena si è ripreso mi ha fatta mettere quasi coricata sul sedile, lui è venuto sopra di me prima a baciarmi sulla bocca e poi a succhiarmi le tette, io l’ho poi spinto verso il basso e lui è sceso con la testa tra le mie gambe accorgendosi che ero senza mutandine, prima mi ha leccata per bene e poi si è dedicato al mio clitoride, io avevo le tette fuori e mi stuzzicavo i capezzoli mettendoli bene in mostra, ero eccitatissima, fissavo il guardone che seminascosto si masturbava e poi dopo poco ha schizzato un bel gettito di sperma e subito dopo sono venuta anche io. Siamo ancora stati lì un’oretta a baciarci e a toccarci, poi mi ha portata a lavorare.
_ “Possiamo vederci una di queste sere?”
_ “Mi dispiace ma per una settimana faccio la notte e di giorno dormo”, lui è rimasto un po’ deluso.

La settimana dopo pioveva e Lorenzo è venuto a prendermi nuovamente presto, io questa volta ero munita di ombrello, sono salita in macchina e siamo andati al solito piazzale, arrivati siamo subito andati dietro, i vetri della macchina si sono appannati io mi sono tolta la maglietta e le mutandine sono rimasta solo con la minigonna, lui si è tirato giù i pantaloni e io gli ho preso il cazzo in bocca, gli ho leccato e succhiato la cappella poi sono scesa sui testicoli e poi nuovamente sulla cappella cercando di infilarmela in gola più che potevo.

Dopo un po’ eccitatissimo Lorenzo si è messo il preservativo e io gli sono andata sopra a cavalcioni e mi sono infilata il cazzo in figa, è entrato nella mia vagina abbondantemente bagnata e la sua cappella è andata fino in fondo io mi sono sbattuta a strusciata sul cazzo mentre lui mi succhiava i capezzoli, è stata una bella e lunga scopata, io ero seduta sul cazzo e lui da sotto mi dava dei bei colpi raggiungendo con la cappella il mio utero, ho raggiunto un lunghissimo orgasmo e sono partita. Mi sono tolta da quella posizione e mi sono sdraiata sul sedile con le gambe aperte, Lorenzo si è inginocchiato tra le mie gambe e mi ha nuovamente penetrata e scopata io lo sentivo bene dentro di me e ho ripreso a godere incitandolo a sfondarmi, lui sembrava un toro da monta e la macchina oscillava alla fine ho raggiunto nuovamente l’orgasmo urlando e anche lui è venuto, peccato per il preservativo avrei voluto sentire lo sperma nella mia figa. E’ rimasto a lungo sopra di me baciandomi sulla bocca uno dentro l’altra fino a che il cazzo si è ammosciato ed è uscito.

Siamo rimasti sul sedile posteriore, io coricata e lui con le mani e con la lingua mi ha leccata tutta, poi ci siamo ricomposti e siamo passati sul sedile davanti, ho guardato verso la siepe ed ho visto due guardoni che si allontanavano, peccato che i finestrini erano appannati, poi mi ha portata al lavoro.
Arrivata al piazzale gli ho detto che per una settimana sarei stata libera ma lui si è rattristato il suo datore di lavoro aveva ospiti per un mese e lui sarebbe stato impegnato tutto il giorno fino alla sera tardi e avrebbe anche dormito in villa, ci siamo salutati e sono andata a lavorare.

I genitori di Ermanno quella settimana mi hanno regalato la 126 che da quando era morto era ferma in garage, così invece che andare a trovarli al pomeriggio prima di andare a lavorare andavo da loro al venerdì sera a cena e poi giocavamo a carte fino a mezzanotte e poi senza problemi tornavo a casa.
Con la macchina sono cambiate le mie abitudini, mi vedevo sempre con Carmen ma quando sentivo bisogno di cazzo tornando a casa il venerdì notte ho preso l’abitudine di fermarmi al Valentino dove andavo con Ermanno.
Le prime volte, essendo anche la fine dell’inverno faceva ancora freddo, rimanevo chiusa in macchina e se qualcuno si avvicinava con il cazzo in mano io non scendevo, gli facevo vedere le tette e la figa, poi mi allontanavo e andavo a casa e mi masturbavo. Essendo da sola correvo un certo rischio ma l’adrenalina era tanta, alcune volte se c’era un solo guardone mi masturbavo davanti a lui tenendo sempre le porte della macchina chiuse. Poi ho preso più coraggio e alcune volte abbassavo il finestrino e prendevo il cazzo in mano. Ho rivisto diversi guardoni che avevo conosciuto con Ermanno e quando li incontravo scendevo dalla macchina anche se c’erano diverse persone e mi facevo toccare da loro e da altri che mi giravano attorno.

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