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Lui & Lei

LA ROSSA (parte sesta)


di petronius
03.08.2017    |    5.403    |    2 9.8
"Lascio passare un po’ di tempo, senza guardarla: “ E’ di nuovo asciutto..."
LA ROSSA (parte sesta)
Consiglio di leggere le parti precedenti. Il racconto si svolge nei giorni successivi a quanto narrato nelle altre parti. Ricordo che ogni riferimento a fatti e persone sono assolutamente casuali.
NB perdonate gli eventuali errori. Ho scritto di getto senza rileggere.

R:“E magari tengo anche la bocca aperta…alla fine non è così male il tuo sapore.”
A queste parole il mio cazzo che era diretto al riposo torna a rinvigorirsi.
Lei esce dal bagno, si avvicina, e: “Ah, ma allora ci tieni proprio a sborrarmi in bocca, eh?” afferrandomi il cazzo con la giusta pressione e facendo scorrere lentamente la mano su e giù. “Un po’ alla volta ci arriveremo. Ma intanto lo vuoi questo caffè?”
I: “S…sì…certamente” riprendo un po’ dell’autocontrollo che lei demolisce così facilmente, “certo, così tu ti puoi riposare un po’ prima del bis.”
R: “Sei un porco, ma mi piaci così.” Dice strizzandomelo più forte ed infilandomi la lingua in bocca.
Dopo qualche secondo si stacca e va ai fornelli dove accende il gas sotto la moka per questo benedetto caffè.
Si volta, si appoggia alla cucina e mi guarda tra il soddisfatto ed il divertito, con un sorrisetto da gatto che gioca col topo… del resto sta proprio giocando con me oggi!
Io nudo dalla cintola in giù, col cazzo teso, in piedi fermo, immobile in attesa di qualche indicazione, inebetito a guardare lei, completamente vestita…decisamente sta giocando e si sta pure divertendo!
Prima che l’imbarazzo prenda il posto dell’eccitazione, mi fa: “Siediti al tavolo, che il caffè sta venendo su.”
Io mi siedo, il legno della sedia mi da un brivido di freddo alle chiappe nude e mi viene un minimo di pelle d’oca nonostante la calura estiva.
Lei arriva quasi subito con una tazzina di caffè, niente cucchiaino e niente zucchero. Me la mette davanti e si siede di fronte a me appoggiandosi al tavolo e guardandomi fisso negli occhi. È il suo sguardo da ‘allora?! Non hai niente da dire?’.
I: “Grazie.” avvicino la tazzina alle labbra, “ Ma tu non bevi il caffè?” ed inizio a sorseggiarlo.
R: “Meglio di no.”
I: “E perché? Da quando è meglio che non bevi caffè?”
R, maliziosa e quasi offesa da una domanda dalla risposta così…ovvia: “Da quando ti ho detto che ti faccio il secondo pompino come piace a te…e visto che me lo infilerai in gola è meglio non rischiare…”
A momenti sono io che sputo il caffè che mi va quasi di traverso. C’è poco da fare, riesce a spiazzarmi come nessuna, ci siamo detti troppe cose in questi anni di amicizia e lei ha deciso di ‘utilizzarle contro di me’…se così si può dire.
I: “Vuoi dire che…”
R: “Sì voglio dire che adesso finisci il caffè, poi torniamo sul divano e ti faccio il secondo pompino…e te lo faccio come vuoi tu. Hai capito? Come…vuoi…tu… quindi chiedi ed avrai quello che vuoi! E visto che sappiamo tutti e due che cosa ti piace…e visto che quello che ti piace prevede che quel tuo bel cazzo scenda fino nella mia gola…e visto che io non sono bravissima in questo…anzi…è meglio evitare spiacevoli inconvenienti che rovinerebbero il momento.” seria, come se tutto questo discorso fosse normale amministrazione, logico e lineare.
Se è logico per lei, perché dovrei contestarlo? I: “ Sicura?”
R: “Sicura. Chiedi e ti accontenterò.”
I: “Alzati e spogliati allora. Nuda.”
R: “Va bene, come ordini, ma ti ripeto: adesso solo bocca! Dobbiamo metterci in pari. Poi vedremo.”
I: “Va…va bene…allora spero di non esagerare.”
R: “Esagera! E preoccupati solo di non soffocarmi.”
Toglie la camicetta, sotto non porta il reggipetto, del resto non le serve con quei seni minuti e sodi. Sfila gli shorts e sotto porta un perizoma che si premura di mostrarmi voltando il culo verso di me e calandolo piegandosi in avanti.
I: “Difficile resistere a quel…”
R: “Il culo forse più tardi…adesso ti ho detto solo bocca!”
I: “Ho capito, ho capito. Ma sappi che quel culo lo voglio scopare a dovere.”
R: “Cosa credi che io non voglia che me lo scopi a dovere?” Niente da fare, vince sempre lei.

Ho finito il caffè e mi porto sul divano, lei non si è mossa da dov’era. Passandole accanto ho solo allungato una mano per palparle bene una natica, minuta, soda e morbida. Solo un assaggio, senza afferrarla, spostarla o indugiare troppo…solo un assaggio che la stupisce. Forse credeva avrei approfittato della situazione e non mi sarei trattenuto obbligandola a ripetersi di nuovo mantenendo così il controllo della situazione. Ho ora voglio godermi tutto…soprattutto il controllo.
Mi siedo sul divano, apro le gambe e la guardo: “Presumo che ora io debba continuare a dirti quello che voglio, altrimenti tu non muoverai un muscolo. Dico bene?”
R: “Dici bene.”
I: “Va bene, allora vieni qui e inginocchiati tra le mie gambe.”
S’inginocchia ed attende. Vuole proprio essere guidata, non capisco se per cercare di mettermi in difficoltà, per vedere fino a dove mi posso spingere o perché vuole fare questo scambio visto che prima ha giocato come voleva lei.
Lasciamoci andare: “Afferrami il cazzo ed inizia a farmi una sega. Non trascurare le palle.”
La mano destra afferra il cazzo ed inizia una sega lenta, la sinistra massaggia le palle a palmo pieno. Molto gradevole. La guardo un momento: “ Non staccare gli occhi dal cazzo e continua…con molta calma.” Poi mi appoggio allo schienale del divano…svaccato, comodo. Butto indietro la testa e mi rilasso qualche momento con qualche gemito di approvazione per il trattamento.
Torno a guardarla, sta fissandomi il cazzo; “ è brava ad ubbidire”, penso.
“R, inizia ad essere secco, inumidiscilo. No, per ora non sputare. Dimmi: hai la figa bagnata?”
R: “Ma ti ho d…”
I: “Rispondi alla domanda. Ubbidisci.” perentorio.
R: “Certo che ho la figa bagnata. È ovvio, credi che questo non mi ecciti?”
I: “ Bene. Allora prendi un po’ della tua eccitazione e bagnami il cazzo…e vediamo e sei abbastanza eccitata.”
Ha un brillio negli occhi, non si aspettava questa richiesta. Stacca la mano destra e se la porta tra le cosce, seguo il movimento e quando torna spalma la cappella, poi ripete l’operazione altre 2 volte e riprende la lenta sega.
I: “Brava, ora va meglio. Lo vuoi un premio?”
Mi guarda interrogativa: “S…sì.” È curiosa…tanto.
I: “Allora come premio prima succhiami e poi leccami la cappella. Così potrai sentire il gusto della tua fighetta assieme a quello del mio cazzo.” S’illumina, il gioco le piace…e piace anche a me.
Imbocca la cappella e la succhia roteando la lingua su tutta la superficie mentre continua la lenta sega lungo l’asta.
I: “Basta succhiare. Continua con la sega.” Mi guarda un po’ delusa mentre butto di nuovo indietro la testa.
Lascio passare un po’ di tempo, senza guardarla: “ E’ di nuovo asciutto. Bagnalo come prima. Ma raccogli più umori infilandoti due dita dentro.”
Stacca la mano destra e sento un gemito soddisfatto da parte sua mentre presumo infili le dita, poi la cappella molto più bagnata di prima. “Brava. Ora continua a segare…o forse volevi di nuovo un premio?”
R: “Beh…speravo.”
I: “Va bene. Come premio allora mentre mi seghi infila di nuovo due dita nella tua fighetta.” Ora la guardo diritta in faccia. Vorrebbe disubbidire all’ordine, le piace concentrarsi su un’unica cosa alla volta, ma piuttosto che rimangiarsi quanto mi ha detto preferirebbe una bacchettata sulle dita.
Continua a segare con la destra mentre porta la sinistra sulla figa. Percepisco nettamente il momento in cui infila le dita perché il suo ritmo costante subisce una sensibile alterazione dovuta alla distrazione. Mi guarda.
I: “Continua. Anzi, più decisione con quelle dita.” Mi scocca uno guardo d’odio, ma ubbidisce e le vedo ribaltare gli occhi, mordersi il labbro e gemere.
A pensarci sembrano passate ore invece saranno trascorsi si e no 5 minuti da quando abbiamo iniziato i giochi e lei è inginocchiata tra le mie gambe, a cosce divaricate per penetrarsi meglio con le dita della mano sinistra. La schiena è inarcata in avanti e collo e testa seguono la stessa curva, il braccio destro è piegato a seguire il movimento della sega lenta ed irregolare che mi sta facendo.
I: “Bene, che ne dici se andiamo oltre?”
Alza la testa e mi guarda con una voglia che la divora e con un filo di voce: “Sìììì…”.
Apre la bocca famelica e si protende verso il mio cazzo. Sposta la mano alla base dell’asta e si avvicina alla cappella fino a che sento il suo alito sulla pelle.

Mi guarda, non con sfida…uno sguardo che chiede il permesso.
Annuisco…ci mancherebbe altro.
R: “Mmmmmmmmmmmmmm” mugugna e geme mentre imbocca la cappella ed inizia a succhiare allo steso ritmo con cui sta continuando a penetrare la sua dolcissima fighetta.




Continua?


Sono graditi i commenti (e se richiesto magari scriverò la settima parte)


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