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Lui & Lei

La Rossa (parte quarta)


di petronius
17.04.2014    |    5.079    |    2 9.5
"“Ti prego esci…basta…non ce la faccio a continuare..."
PREMESSA: Libero adattamento ad una storia vissuta, ho tralasciato i nomi e parecchi punti che vi sarebbero risultati noiosi, oltre che legati troppo strettamente alla mia sfera personale; in ogni caso i dialoghi sono reali e le battute riportate fedelmente. Spero che a qualcuno possa piacere e spero di ricevere qualche commento, anche in privato. Consiglio inoltre di leggere le parti prima, seconda e terza.

…continua
Meglio che mi fermi prima che svenga.

Il suo sesso continua a pulsare stringendomi il cazzo sempre più lentamente. Lei non reagisce, gli occhi sono semichiusi e non ne vedo l’iride, veramente sembra essere svenuta.

Esco da lei e lascio la presa sulle sue caviglie. Sono ancora tra le sue gambe, ora aperte e piegate, inerti. Vedo il suo respiro farsi un po’ più calmo e regolare. Le sue labbra prima chiudersi e poi dischiudersi. I suoi occhi tornare a guardarmi coperti da un velo di godimento.

Cerca di sollevare la testa, ma inutilmente, le è pesante e ricade immediatamente sul cuscino.

Sorrido sornione, diceva di non riuscire a raggiungere l’orgasmo con la penetrazione, ed invece ora è qui, spossata dalla goduta ed inerte a mia disposizione.

Dopo qualche minuto mi guarda e mi sorride, ancora non parla.
Mi stendo sopra di lei e la bacio a lungo; assaporo le sua labbra, la sua lingua. La sua bocca è arsa, ma subito i baci le restituiscono morbidezza e dolcezza.
Le accarezza i seni e godo del turgore dei suoi capezzoli. Ne pizzico uno e lei geme. Dolore? No, è più piacere.

“Ancora…”. Mi dice.
“Sicura che ne vuoi ancora? Mi sei quasi svenuta poco fa.” Le rispondo con un sussurro baciandole il collo vicino all’orecchio.
“Scopami. È una vita che non godo così…forse non ho mai goduto così e non voglio perdermi nemmeno un secondo. Scopami e non ti fermare…Prendimi e fammi godere.”

Un invito irrefutabile che mi eccita ancor più di quanto già non lo sia.
Il mio cazzo è duro e rosso, ed ha voglia di continuare a prenderla, toccare il fondo del suo sesso.
Ho voglia di sentire ancora il calore della sua figa attorno alla mia carne.
Ho voglia di sentirla urlare di nuovo.
Ho voglia di sentirla gemere.
E voglio sentirla pregare perché smetta, perché mi fermi e le dia tregua.

Tutti questi sono i pensieri che mi frullano in testa mentre la bacio con foga e torno sopra di lei, tra le suo cosce.
Le struscio il cazzo tra le labbra arrossate e premo la cappella sul suo clitoride e lo sento duro.
Freme.
Allunga una mano e cerca di afferrarmi il cazzo, ma glie la sposto e la porto sopra la sua testa e capisce che deve stare buona e disponibile.
La cosa la eccita. Porta anche l’altra mano sopra la testa e solleva le gambe piegandole per offrirmi meglio la sua figa.
Io lo struscio ancora lungo tutto lo spacco, dal clitoride all’ano e ritorno.
È fradicia degli umori di prima.
Appoggio la cappella e spingo senza riuscire ad entrare in lei. Scivolo, talmente è bagnata.

Appoggio di nuovo e spingo con un po’ più di decisione e sento che cede e vedo che sbarra gli occhi e spalanca la bocca: “AH…Ah…ah…”
Mi fermo con la sola cappella ben stretta nelle sue carni.
Troppo stretta.
“Mi stai inculando…”
Faccio pulsare la cappella. E lei: “AH!”, geme.
“Me ne sono accorto.” Le dico. “Vuoi che esca?”
Resto fermo e lei pure.
Un’altra pulsazione…ed un altro gemito.
Aumento un poco il peso e scivolo ancora un poco in lei. Mi fermo.

Gli occhi spalancati, la bocca aperta in un muto “AH” di piacere.

Ha un culo stretto, caldo, piacevole...e si sta adattando al mio cazzo.

Entro ancora un po’ e mi fermo di nuovo…voglio godermi questi istanti fino all’ultimo centimetro. Voglio ricordarmi il momento in cui l’ho inculata e voglio ricordarmelo bene.

Mi abbasso e le sussurro: “Vuoi che smetta?”

Mi afferra il viso tra le mani, cerca di avvicinarmi, mi fissa negli occhi: “Sei pazzo?!? Inculami! Fammelo sentire tutto! Fino in fondo!” e mi lascia andare.

Arretro un po’ e poi avanzo ancora, entrando un po’ più in lei.
Ripeto più volte fino a sentire che il mio cazzo scorre senza intoppi fino al punto in cui sono arrivato.
Arretro completamente, solo la mia cappella resta dentro: “Lo vuoi sentire tutto?”
“Sì, tutto…dammelo tutto, ancora, fino in fondo.” Presa dall’eccitazione.
Avanzo, lentamente, senza fermarmi, aumento la pressione fino a piantarle tutto il mio cazzo nel culo, fino ai coglioni e mi fermo lì, in fondo.
Arretro ed affondo.
Le tengo le gambe aperte e piegate ed aumento il ritmo iniziando finalmente a scoparmi questo culetto stretto.
“Sìììììììì, scopami il culo…INCULAMI!” dice quasi gridando.
Entro ed esco con foga.
Alterno profondi affondi con scopate più superficiali.
Il ritmo è incalzante, forsennato, ma il mio cazzo non vuole saperne di venire e concludere questa cavalcata.
Lei urla il suo godimento con la bocca spalancata. Grida i suoi “sìììì”, “Ancora”, “Di più” che mi galvanizzano.

Sono un bagno di sudore e mi rendo conto che il mio cazzo scorre sempre più facilmente: il suo culetto ha ceduto ed ora si gode ogni centimetro.
Affondo con più forza, carico tutto il mio peso ad ogni corsa quasi a volerle infilare anche le palle e lei gode di questo trattamento quasi violento.
Geme con suoni sempre meno articolati.
Cerca di dire: “Sborrami nel culo…lo voglio sentire…”
Si contrae quando le pianto il cazzo in fondo al culo.
Spalanca la bocca quando mi ritraggo pronto ad una nuova discesa.

Fino all’ennesimo affondo ed al suo urlo liberatorio. Il suo culo mi stritola il cazzo. Mi munge troppo forte, ma io resto piantato bene in fondo e mi muovo. Lo sfintere mi sta stritolando la base del cazzo.

“Ti prego esci…basta…non ce la faccio a continuare.” Mi dice tra un gemito e l’altro.

Arretro fino a sentire il suo buco stringermi la cappella quasi a succhiarla.
Ed esco da lei che crolla sfatta sul letto.

“Grazie…ma ora lasciami dormire un po’, mi hai distrutta. Dopo ti faccio una bella pompa, anzi due, ma adesso non ce la faccio nemmeno a muovermi.”


Sono graditi i commenti (e se richiesto magari scriverò la quinta parte)


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