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Lui & Lei

NICOLE (parte 2)


di petronius
14.09.2012    |    5.212    |    0 9.5
"Mi siedo ad un tavolo, giusto per evitare che tutto il locale veda la mia continua erezione e lei mi si piazza in braccio, col culo giusto sul mio pacco..."
(IL SEGUITO DI NICOLE parte 1)

N. s’avvicina, mi si struscia addosso e mi da un breve ma languido bacio a fior di labbra.
Penso: “Porca vacca, che gatta…”
Il mio cazzo chiede pietà sotto i boxer, dentro i pantaloni.
Mi sta facendo impazzire e lo sa…come io so che lei è eccitata da morire.

Mi siedo ad un tavolo, giusto per evitare che tutto il locale veda la mia continua erezione e lei mi si piazza in braccio, col culo giusto sul mio pacco.
Io: “N., ma mi vuoi far morire stasera? Guarda che se continui così mi cacceranno dal locale!”
N.: “E perché dovrebbero?” con uno sguardo da lolita…che le avrei strappato di dosso quella poca stoffa che la copriva.
Io: “Perché tra un po’ ti scopo qui davanti a tutti se non mi controllo…chiaro?”
N.: “Mmmmmmh…” e muove il culetto sul mio pacco…

“Cazzo”, penso, “ora chiudiamo la serata con sorella ed amiche sue e me la porto via!”
Arriva la sorella con un paio di bottiglie di birra ghiacciata e fa sfumare immediatamente il mio proposito porcino.
Io: “Monica, ma proprio adesso dovevi arrivare?!?”
M.: “?!?”
Io: “Lascia perdere, tua sorella mi sta tirando scemo e stavo per riportarmela via!”
N.: “Andiamo!”. Mi prende la bottiglia dalle mani, si alza, saluta sorella ed amica e si muove verso l’uscita.
M.: “Valle dietro immediatamente e divertitevi!” e dicendolo mi da due baci ed appoggia la mano sul pacco…ed io resto basito.

Ad averne di tipe così!!!

Mi fiondo da Nicole che era già all’uscita che mi aspettava impaziente. La pianto contro il muro fuori del locale e le ficco la lingua in bocca…mi sento un animale, talmente tanta è la foga, ma lei gradisce e struscia una coscia contro il mio pacco.
Scendo con le mani e le afferro il culo sopra la mini…le strizzo le natiche, tanto che geme con la mia lingua infilata in bocca.

Sento un “Ehm, ehm” piuttosto forte…m’ero scordato che eravamo fuori del locale…per fortuna quel tipo ha richiamato la mia attenzione altrimenti me la sarei scopata li, in piedi sul muro…
Ci ricomponiamo un minimo e ci fondiamo in auto.
Metto in moto e lei mette una mano sulla mia patta e palpa, accarezza, struscia.

Io: “Dove andiamo? Sai che abito con i miei e non ti posso portare a casa mia, quindi dimmi tu.”
N.: “Io pure abito coi miei, quindi fatti venire in mente un posto ed andiamoci, io ora ho altro a cui pensare.” Si china su di me, mi slaccia i pantaloni e tira fuori il mio cazzo concedendogli finalmente un po’ di spazio.
N.: “Mmmmmmmh…” e lo imbocca iniziando a leccarmi la cappella tenendola tra le labbra.
Guidare mentre lei mi stava succhiando è stata una vera impresa…per fortuna ho dovuto fare pochi chilometri.
Nei rettilinei riusciva a pompare lentamente la mia asta, ad ogni curva a sinistra doveva appoggiare le mani per evitare di ficcarselo in gola, mentre ad ogni curva a destra succhiava più forte, quasi a temere che le scappasse dalla bocca.
E di nuovo lo stesso pensiero: “Chissà quante pompe avrà fatto per essere così brava…ma chi se ne frega, ora me la godo io!”

Finalmente (o no?) arriviamo in un posto molto appartato, tra stradine di campagna, in mezzo ai campi ed al granoturco maturo e ben alto. Spengo motore, luci e radio. È poco dopo mezzanotte.

Lei s’accorge che ci siamo fermati e si alza dal mio cazzo, si guarda in giro. “Bel posto.” E mi ficca la lingua in bocca.

Ribalto il mio sedile, ma lei mi ferma e mi dice di passare dietro che c’è più spazio. Scendiamo e lei rientra per prima stendendosi sul divano posteriore e spalancando le cosce…cazzo è senza perizoma!
Mi tuffo su quella figa depilata e fradicia ed inizio a lapparla con ingordigia.
Mi inzuppa il mento con i suoi umori appena affondo la lingua dentro a quel pertugio. Lappo premendo forte la lingua, iniziando dal perineo per arrivare fino al clitoride che schiaccio ad ogni leccata e faccio schioccare ad ogni passaggio.
Sento le scariche che l’attraversano, i singhiozzi che emette tra i gemiti ed il continuo inzupparmi col suo piacere.
Le affondo la lingua in quella filetta fradicia ed inizio a muoverla, la penetro finché posso schiacciandomi il viso sul suo sesso. Muovo la punta della lingua dentro di lei.
Un gusto agrodolce, un po’ ferroso ed intenso mi pervade la bocca spalancata ed affondata nelle sue carni. Forzo il più possibile, fino a farle male per la pressione, ma lei non si ritrae né mi ferma, anzi sento aumentare i gemiti ed i sospiri.
Mollo la presa dalle cosce e passo ad afferrarle quelle belle tette e le stringo…le strizzo, le faccio male e la sento contrarre nel bassoventre. Sento piccoli spasmi dei muscoli della sua figa sulla mia lingua ed aumento il ritmo della tortura.
Pizzico i capezzoli e strizzo ancora le sue tette, sposto l’attenzione sul suo clitoride ed inizio a martoriarlo con colpi a punta di lingua. Lo stringo tra le labbra, lo succhio forte e lo schiaffeggio ininterrottamente con la lingua per qualche minuto, lo faccio schioccare e lei trema ad ogni percussione.
So che sto facendola impazzire, se non di piacere, per lo stimolo forte ed imperterrito che le sto dando, ma lei ha perso il controllo e lascia fare; non si cura di trattenere i gemiti, anzi diventano più forti e divengono più intensi.
Cerca di stringermi la testa tra le cosce, quasi per farmi rallentare la tortura, ma non ne ho intenzione, anzi succhio più forte e sento il clitoride ingrossarsi e farsi più turgido. Aumento il ritmo delle stoccate, la forza con cui le do. Sposto le mani sui suoi glutei e li afferro per trattenerla.
Ancora colpi decisi, precisi e protratti.
Ancora contrazioni dei suoi muscoli
Ancora una succhiata.
Ancora una forte strizzata.

E s’inarca…
…e grida…
…e m’inonda la bocca coi suoi succhi…

E non mi fermo un secondo! Continuo a martoriarle il clitoride…mi deve chiedere di smettere!

E così succede.
Dopo un paio di minuti che sta continuando a tremare come una foglia, mi prega tra u n singulto ed uno spasmo di smettere di torturarla… “Basta…ti prego…non ce la faccio più…dammi tregua…”

Mi stacco e lei tira una specie di sospiro di sollievo…

Le allargo le labbra con i pollici e le do l’ultima lappata forte dall’ano al clito…e lei se ne viene di nuovo.

Mentre riprende fiato mi spoglio e getto i vestiti sui sedili davanti, le salgo sopra e le infilo il cazzo dentro senza tanti complimenti…tanto è fradicia e non ci saranno difficoltà.

La mia cappella affonda in quelle calde carni senza alcun problema, e sento le contrazioni della sua vagina, la sento stretta e piacevole. La guardo in faccia e vedo i suoi occhi spalancati, la bocca aperta in un gemito muto.
E sento una mano artigliarmi una natica e tirarmi a se, mentre l’altra piantarmi le unghie nella schiena.
Le lecco la bocca e finisco di affondare il cazzo dentro di lei.
Le succhio la lingua e mi ritraggo quasi del tutto, lasciando solo la cappella in quella accogliente figa.
Scosto il viso per guardare la sua espressione e glie lo pianto dentro fino in fondo…è incastrata contro la portiera dell’auto e subisce completamente questo affondo, senza potersi spostare indietro.
Geme.
Arretro ed affondo di nuovo…con forza, voglio aprirla, voglio entrare completamente in lei e voglio arrivare a sentirla fino in fondo.
Continuo con questo lento e pesante susseguirsi di affondi per un tempo che mi sembra interminabile…
“Scopami!” dice con voce rotta, braccia alzate e le mani appoggiate dove capita per poter assorbire l’impeto dei miei assalti profondi.
“Scopami!”
“Togli il top.” le rispondo all’affondo successivo.

Lo sfila, mi ritraggo e la tiro verso di me accomodandola meglio perché io possa avere lo spazio per muovermi.
Le succhio un capezzolo ed inizio gradatamente ad accelerare il ritmo del mio movimento.
Sembra gradire. Succhio più forte.
Accelero ancora fino ad arrivare a scoparla velocemente come vuole lei.
Porta una gamba dietro la mia schiena e mi attira, o meglio, non mi lascia allontanare, se non quel tanto che basta per scoparla.
Ho voglia di venire, di venirle dentro, addosso…ma sento che non ce la faccio adesso.
“Piccola, lasciati andare e godi, non ti preoccupare per me…”
N.: “Ti voglio dentro…vieni!”
Accelero il ritmo, sento che è quasi al limite. Lei crede che io stia per venire e si lascia andare definitivamente quando do tre forti affondi successivi finendo col piantarmi bene in fondo alla sua figa.
Gode e trema sotto di me.
S’aggrappa alla mia schiena e s’inarca.
Le sue carni si contraggono attorno al mio cazzo…se fossi venuto mi starebbe strizzando le ultime gocce…ma purtroppo stasera non c’è verso…la stavo scopando da un’ora buona, ma le mie palle non collaborano e non vogliono farmi venire.
Resto duro e piantato in lei finché non allenta la presa e mi lascia sfilarmi e riprendere fiato.
Sono sudato fradicio e lei pure.
Mi siedo ansimante e lei cerca di tirarsi su per accoccolarsi su di me.
Allunga una mano e lo trova duro e pulsante: “Mi dispiace che non ti ho fatto venire. Ma adesso ci penso io.”
Ancora ansante abbassa la testa e va a leccarmi il cazzo, ripulendolo dai suoi umori.
Prende in bocca la cappella ed inizia a succhiarla. È paonazza, gonfia quasi dolente…ma non vuole saperne.
Inizia a muovere la testa, ma la posizione non è delle migliori per farmi un pompino.
“Mi sa che non sei granché comoda.” Le dico.
“ Allora sposta il sedile passeggero tutto avanti e fammi inginocchiare tra le tue gambe…magari sto più comoda…”
S’incastra in quel modo e non ho idea di come faccia. Appoggia le mani sulle mie cosce, apre la bocca ed imbocca la cappella.
Mi guarda con uno sguardo da troia e scende lentamente ingoiando un centimetro dopo l’altro fino ad arrivare ben oltre mezzo cazzo.
Si ritrae altrettanto lentamente e continua con questa tortura fino a quando involontariamente assecondo il suo movimento col bacino.
Si stacca col rumore di un succhiotto: “Stai fermo adesso…dopo puoi muoverti.”
Preme più forte le mani sui miei fianchi e lo riprende in bocca accelerando gradatamente il pompino fino ad arrivare ad un ritmo serrato e costante…Non so sinceramente come faccia a prendere fiato ed a mantenere questa velocità.
È pazzesca, è bravissima…dopo un po’ si stacca e continua segandomi l’asta e leccandomi e succhiandomi le palle.
“Dimmi dove vuoi venire” mi dice.
“Mmmmmmh in bocca e in faccia…se ce la fai.”

Riprende con la pompa con ancora più foga. Sento lo sforzo che fa ogni volta che se lo pianta in gola e mi godo la forza con cui mi succhia mentre tira indietro la testa.
Sospiro e gemo quando ferma la pompa per succhiarmi bene la cappella mentre mi fa una sega e gioca con le mie palle…Dio se è brava.
“Ma tu…mmmmh… non mi avevi detto…slurp… che volevi scoparmi la bocca?”

Le metto le mani sulla testa e la spingo giù, fino a farglielo arrivare in gola…la mia risposta.
Lei torna con le mani sui miei fianchi e la lascio tornare a prendere fiato un momento, poi inizio a forzarla muovendole la testa su e giù.
“Ti piace che ti scopi la bocca?”

Ovviamente non può rispondere se non con qualche mugolio e qualche sforzo per trattenere i conati…ed io proseguo con più foga ed affondandolo fino alla base.
Mi sbava sulle palle ed il mio cazzo è coperto di saliva biancastra…ed io proseguo a scoparle la bocca senza mezze misure.
Lei spalanca bene la bocca, ed io arrivo a farle toccare il mio ventre col naso. Dopo un paio di pompate così la tengo bene in fondo…sento la cappella in fondo alla bocca, in gola…e sento i suoi sforzi, ma non molla, non demorde…che pompinara, che troia…

Mi fa segno di mollare la presa solo quando ha finito l’aria per stare in apnea…torna su per respirare ed ho il cazzo completamente sbavato, lo afferra e riprende a segarlo. Mi guarda con il trucco sbavato, lacrime di rimmel le rigano il viso, ma ha sempre questo sguardo da maiala...

“Cazzo se sei lungo a venire…non ci credevo, ma cazzo!” e me lo lecca per ripulirlo dalla sua bava.
Torna a sedersi accanto a me continuando a segarmi mentre riprende fiato.

CONTINUA

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