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Lui & Lei

Ti Detesto (parte prima)


di petronius
26.02.2015    |    6.300    |    4 8.5
"Io: “Questo era il no?” M: “Mmh mmh..."
(Racconto di pura fantasia. Riferimenti a fatti o persone reali sono puramente casuali)


Marina, 39 anni, un metro e 65, magra, ma con le curve al posto giusto; capello castano corto, molto corto in questo periodo, un taglio quasi da maschiaccio; occhi azzurri, grandi, degli specchi in cui leggere molto, glielo dissi, anni fa quando ancora ci scambiavamo qualche parola più di un freddo “Ciao”.
Labbra piene, denti bianchi ed un espressione tra il dolce e lo scocciato…tranne quando parla con me e diventa acida e tesa.
Pelle candida che sottolinea il collo slanciato, sottile, che invita a far scendere lo sguardo sulla curva delle sue spalle e sul suo seno pieno ed a quanto pare ancora sodo.
Le sue curve proseguono lungo la vita stretta ed i fianchi pieni quanto basta per essere ben proporzionata. Un occhio curioso poi non può esimersi dal constatare che anche quel culetto sembra essere ancora ben sodo ed una giusta chiusura per due belle gambe diritte e toniche.
Quasi 40 anni e non sembra aver quasi risentito dei segni del tempo, appare ancora la ragazza che ho conosciuto ormai quasi 20 anni fa, quando io ne avevo 15, e che con quell’atteggiamento di superiorità che ho poi imparato a detestare mi disse un secco “CBCR”…Cresci bene che ripasso…

Ed è ripassata 4 anni dopo…a rompermi le palle perché stavo con la sua migliore amica, a da allora son passati più di 10 anni.

Ora siamo costretti a stare entrambi attorno allo stesso tavolo per brindare a chi ci ha recentemente lasciato.
E lei è sempre la stessa stronza che non perde occasione di cercare di dimostrarsi superiore…è questo atteggiamento che mi porta a detestarla ed a pensare che avrebbe bisogno di una gran dose di cazzo, magari si calma.

I brindisi diventano prima 2, poi 5 ed in poco l’atmosfera tesa dell’occasione si stempera ed anche chi porta il lutto inizia a rilassarsi ed a sorridere almeno un po’.

L’amica comune, la ex, G., mi fa: “Mi daresti uno strappo fino a casa? Non me la sento di andarci a piedi dopo tutti questi bicchieri.”
Io: “Certo, t’accompagno volentieri…e se serve ti rimbocco le coperte!”, risata generale degli astanti che conoscono i nostri trascorsi e sguardo truce della stronza.
M: “Visto che sei così cavaliere, daresti un passaggio anche a me?”
Io: “Ok.”, sempre stronza…

Portiamo a casa la ex, abbracci e baci e poi porto a casa la stronza.

Parcheggio, scendiamo e l’accompagno alla porta…maledetto vizio di galanteria.
Io: “Certo che non cambi mai, eh?”
M: “Che vuol dire?”, a metà tra l’innocente e l’offesa.
Io: “Vuol dire che devi sempre metterti in mezzo…”
M: “Perché? Ti ho rotto le uova nel paniere? Volevi scopartela stasera?”
Io: “E se anche fosse? Magari le avrebbe fatto bene, magari ne aveva bisogno…di sicuro ne avresti bisogno tu!”
Resta un momento stupita, non le ho mai dato una stoccata, un insulto così diretto.
Io: “E con questa me ne vado, è meglio chiuderla qui prima che mi offra di dartene io una buona dose.”
M: “E sentiamo, di che dose avrei bisogno?”, ha ripreso la sua baldanza, la sua spocchia.
Io, avvicinandomi a meno di un palmo dal suo viso: “Hai bisogno di una bella dose di cazzo! Hai bisogno di una bella scopata, anzi, di farti montare, magari ti scrolli di dosso un po’ di acidità! Hai bisogno di uno che ti prenda e ti sbatta come si deve.”
M: “Ah…e tu saresti quello che mi dovrebbe sbattere? Eri un moccioso 15 anni fa e non sei cambiato granché. Vai a farti dare un po’ di latte dalla mamma, magari poi ti passano questi pensieri da grandi.” Ed apre la porta e fa per entrare.
Quand’è troppo, è troppo!
Metto un piede in mezzo alla porta ed entro dietro a lei tirandole un sonoro schiaffo sul culo. Si volta ancora con quello sguardo di superiorità. Mi chiudo la porta alle spalle ed allungo una mano sulla sua gola afferrandola, ma senza stringere, giusto per dimostrarle che se solo volessi…
M: “Vediamo cos’hai il coraggio di fare…lo sai che se voglio ti mando in ospedale.”
Stringo un po’ e continua a guardarmi con sfida, ma non reagisce.
Io: “Bene, se è questo che vuoi. Mi fermerò solo quando mi supplicherai!”

Stringo ancora un po’ e la porto ad inginocchiarsi davanti a me e nel frattempo apro la patta e lo tiro fuori, già duro per l’eccitazione di quel momento d’ira.
“Apri quella bocca da pompini” le dico.
Esegue.
Le infilo la cappella in bocca guardandola e lei continua a guardarmi allo stesso modo.
Le afferro i capelli corti e glielo spingo fino in fondo e la tengo ferma.
“Dicevi di essere una brava pompinara, vediamo se raccontavi balle.” Tossisce per l’ingombro della mia cappella in gola, ma non demorde.
Dopo una trentina di secondi il suo sguardo cambia e da sprezzante diventa intimorito ed io aumento la forza con cui le tengo il cazzo piantato in bocca.
Cerca di allontanarsi, ma non ce la fa ed inizia a far forza sulle braccia, a spingere, a dare pugni, schiaffi e mugugna, grugnisce col mio cazzo ben fermo ed il suo naso a contatto del mio pube.
Sarà passato un minuto in tutto e smette di picchiare e vedo finalmente che ha cambiato modo di guardarmi…tra le lacrime per i conati vedo timore e…desiderio.

Le tiro i capelli e l’allontano dal mio cazzo. Tossisce e prende fiato. Sputa saliva bianca e viscida che le imbratta il mento.
Mi accuccio per guardarla in faccia sempre tenendola per i capelli: “Allora, stronza, mi supplichi di smettere o mi preghi di continuare?”
Tra fiatone e colpi di tosse sussurra: “Usami”

Mi alzo tornando ad avere il suo viso davanti al mio cazzo. Lei prova ad imboccarlo, ma la tengo per i capelli e non glie lo permetto, “Se non vuoi imbrattare quel bel vestitino è meglio che ti spogli.”
In ginocchio sfila il vestito e subito dopo il reggiseno rimanendo in autoreggenti e brasiliana.
Apre di nuovo la bocca, ma continuo a trattenerla ad un paio di centimetri dalla cappella, “Ti ho detto di spogliarti e non mi sembri nuda!” nel frattempo le pizzico un capezzolo tra pollice ed indice ed inizio a stringere sempre più forte.
M: “Sì, scusami, ma volevo…ahi.”
Io: “Lo so cosa volevi, ma non hai eseguito. Ci penserò dopo…ora mi farai vedere quando brava sei a fare pompini, perché tu sei una brava pompinara, vero?”
M: “Sì, tutti mi dicono che sono brava. E poi mi piace la crema…”

Sempre tenendola per i capelli, m’incammino verso il divano e lei è costretta a seguirmi in ginocchio.
Mi volto e mentre mi sfilo pantaloni e boxer si avventa sul mio cazzo ed inizia a gustarselo, a succhiarlo mugugnando.
Le strizzo di nuovo un capezzolo e lei per tutta risposta pompa con più foga.
Le spingo di nuovo il cazzo in gola, a quanto pare lasciarla senza fiato è l’unico modo perché si dia una calmata... ed infatti dopo quasi un minuto di apnea forzata si calma e posso mollarle i capelli e lasciarla respirare.
M:“Perché…?” non le lascio finire la domanda ovvia e le mollo uno schiaffo, non troppo forte, che la lascia di sale.
Io: “Ti ho forse dato il permesso di succhiarmi il cazzo, stronza?”
M: “Ma…” altro schiaffo e le afferro il viso con la mano mentre le strizzo un capezzolo con l’altra.
Io: “Sono io che comando, è chiaro o devo incazzarmi sul serio? Ora levati quelle mutandine prima che te le strappi io.” Mi spoglio e mi siedo comodamente sul suo divano. “Ora inginocchiati bene tra le mie gambe e mettiti due dita in figa e con l’altra mano stuzzicati il clitoride. Poi inizia a spompinarmi e guai a te se ti scosti quando te lo ficcherò in gola, chiaro?”
Per tutta risposta d’inginocchia a gambe aperte dove le ho detto, resta inclinata un po’ indietro mentre porta la mano destra tra le cosce e vedo che s’infila medio ed anulare in figa e li tiene li senza muoverli come avevo sottointeso, poi posta anche la sinistra sulla figa ed inizia un lento movimento rotatorio di due dita sul clitoride.
A questo punto si piega in avanti ed imbocca la mia cappella iniziando di nuovo a gustarsela.
In questa posizione è costretta a muovere tutto il busto per potermi spompinare e tutto il movimento sta su gambe ed addominali…si stancherà presto e la profondità dell’affondo aumenterà man mano che farà più fatica.
Il ritmo della pompata è dettato dal ritmo con cui si sfrega il clitoride e ad ogni piegamento per imboccare il cazzo, le sue dita escono un po’ dalla sua figa per poi affondare quanto si ritrae.
“Non ti conviene aumentare il ritmo, ti stancheresti troppo presto ed io voglio godermi la tua bocca per un bel po’, è chiaro?”, mi risponde con un “Mmh, mmh.” Affermativo senza staccarsi dal cazzo e rallentando un po’.
Mi balena in mente un’ideuzza sadica…vediamo quanto riesce ad andare avanti prima di crollare.
Io: “Visto che riesci a rispondere, allora ti farò un po’ di domande, ma tu non devi in nessun caso interromperti. Per il sì, va bene il tuo mmh mmh di prima, per il no…cosa suggerisci?”
M: mugugna continuando a pompare regolare come un metronomo, dita che stuzzicano il clitoride e dita che entrano ed escono da sole dalla sua figa. È indecisa e non è convinta di nessuno dei suoni che emette finché non emette una specie di squittio ed imbocca il cazzo fino alla base strabuzzando gli occhi per poi risalire lentamente e riprendere il medesimo ritmo.
Io: “Questo era il no?”
M: “Mmh mmh.”
Io: “Bene, approvo…Te l’ha raccontato G. quanto s’impegnava a farmi pompini quando stavamo insieme?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Ti diceva che le piaceva?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Ti diceva anche quanto duravo?”
M: “Mmh mmh” con una nota ancor più lasciva se possibile.
Io: “Era tanto secondo te?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Ed oggi, dopo tutti i cazzi che ti sei succhiata, è ancora tanto?”
M: “Mmh mmh”
Io “Non mi dire che non hai mai conosciuto uno che durasse quanto ti raccontava G.”
M: affondo del cazzo in gola e lenta risalita per poi riprendere il ritmo…mi ha quasi spiazzato.
Io: “Bene. Eri incuriosita? Ti sarebbe piaciuto constatare con…bocca?”
Nessuna risposta.
Io: “M, rispondimi, tanto mi stai già succhiando il cazzo ed ho intenzione di usare il tuo corpo in ogni modo ed in ogni buco, quindi puoi anche sputtanarti, tanto sei già la mia troia adesso.”
M: ancora un minimo di attesa e poi un “Mmh mmh”.
Io: “Potevi chiedere, ti avrei messa alla prova volentieri.”
M: “Mmh mmh”
Io: “Ti raccontava altro?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Curiosa anche di questo?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Aumenta un pochino il ritmo, tra non molto ti sborro in bocca e tu ingoierai tutto.”
M accelera leggermente ed in quel mentre ha una scossa, un brivido…credo proprio che abbia iniziato a venire.
Io: “Da quanto tempo hai voglia di assaggiare la mia sborra?!”
M: “Mmmmmmhhh” languidamente
Io: “Ahahah…bene per la sincerità in premio più tardi t’inculo, ok?
M: “Mmmmmmhhh” di nuovo.
Io: “Ecco l’altra cosa di cui eri curiosa. Bene allora, iniziamo subito a prepararti. Sposta le mani dalla tua figa che oramai sarà un lago e gonfia dall’eccitazione ed allargati le chiappe aprendo bene il tuo buchino infilandoci la punta del dito medio di entrambe le mani.”
M esegue con un minimo di difficoltà per non variare ritmo ed affondo della pompata.
Io: “Ed ora direi che è il momento di sborrarti in bocca, che ne dici?”
M: “Mmmmmmhhh.” Ed aumenta la pompata e la succhiata.
Io: “Sei stanca?” chiedo ben sapendo che oramai dovrebbe essere agli sgoccioli dopo quasi mezzora di questo trattamento.
M attende un attimo prima di affondarsi il cazzo in gola…ma tra la nuova posizione e la stanchezza nelle gambe e negli addominali fatica a rialzarsi ed io la lascio li col cazzo piantato in gola aspettando la sua reazione che non tarda ad arrivare con un soffocato “Mmh mmh”.
Le afferro i capelli e sollevo la testa senza sfilarle di bocca la cappella che lei continua a succhiare: “Allora sei stanca?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Vuoi un aiuto?”
M: “Mmh mmh”
Io: “Va bene, allora adesso ti scoperò la bocca fino a venire. Prima d’ingoiare mi mostrerai quanto ti piace.”
Prima che mi risponda mi alzo, le afferro di nuovo i capelli ed inizio a muoverle la testolina sul mio cazzo.
Ora per riuscire a tenere le mani sul suo culo come le ho ordinato è costretta a stare sbilanciata in avanti, tesa per non cadermi addosso ed infilarsi il cazzo in gola, ottima posizione per scoparmi la sua bocca senza che possa fare nulla.
Le afferro meglio la testa ed inizio lentamente a far scorrere le sue labbra sul mio cazzo, dalla cappella alla base, avanti ed indietro.
Aumento il ritmo e lei risentire degli affondi in gola ed inizia a sbavare.
È nitido il rumore gutturale che emette ogni volta che le arrivo in fondo e la cosa mi eccita ancor di più.
Aumento ancora il ritmo che si fa sempre più forsennato, le lacrimano gli occhi e la sua bava mi bagna le palle e le cola sulle tette ed il gh gh gh che emette è incessante.
Dopo nemmeno un minuto a questo ritmo incalzante sento montare l’orgasmo e do gli ultimi affondi spingendole il cazzo quanto più in fondo possibile, facendole sbarrare gli occhi, per poi ritrarmi e finendo sborrandole in bocca 5-6 schizzi di calda sborra che le coprono la lingua.

Alza il viso per guardarmi, stravolta dalle lacrime che colano sulle guance ed apre la bocca per farmi vedere quanto ho sborrato.
Poi chiude ed ingoia tutto.
Strizzo il cazzo per le ultime gocce di sborra presenti nell’uretra e glie lo avvicino alle labbra, lei tira fuori la lingua e pulisce per poi succhiare la punta della cappella tremante per l’orgasmo.

Io: “Sì, devo dire che sei una brava pompinara, complimenti.”
M: “Mmh mmh”


continua (se gradite)

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