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Lui & Lei

LA MIA PICCOLA PIANISTA


di petronius
15.05.2012    |    6.536    |    0 8.6
"Chiudo la porta alle mie spalle per godermi da solo quest’incanto, nella penombra della poca luce arrossita che filtra dalle tende e che la illuminano..."
Adoro starmene seduto in veranda, al fresco di un tramonto di tarda primavera. Sigaretta accesa, boccate lente, da assaporare e non da trangugiare. Un bicchiere di una trappista, giusto per bagnarsi le labbra mentre mi perdo nei miei pensieri…Amo la calma, la tranquillità, amo ascoltare le melodie del silenzio ed a volte amo perdermi nei ricordi…

…quest’ora, questa brezza, questa temperatura mi portano indietro di anni, quand’ero poco più d’un ragazzino, nemmeno 18enne, quando la passione bruciava senza sosta e la ragazza che amavo mi ricambiava con tutta se stessa. Mi sembrava che il nostro amore fosse eterno, immenso ed inarrestabile…ah, che bei momenti poteva regalare l’incoscienza e la spensieratezza adolescenziale.

Io ero fortunato perché nonostante i 300 km che ci separavano, io avevo la possibilità di andare da lei ed essere ospitato dai suoi genitori che mi trattavano come un figlio ed apprezzavano il mio essere differente dai miei coetanei. Adoravo quella famiglia e la loro casa, alle pendici di un paesucolo di montagna, immerso nel verde e nella pace; un posto in cui potermi immergere nei miei pensieri e, nonostante oltre trent’anni di differenza, condividerli con Gianni nelle nostre lunghe chiacchierate.
Appunto durante un dopocena estivo, mentre stavamo bevendo un paio di birre e facendo voli pindarici su chissà quale argomento, sento nell’aria una musica di piano dolce e struggente, quasi malinconica e triste. Le parole ci scemano tra le labbra e non possiamo proseguire talmente la melodia ci rapisce.
- Ragazzo- mi dice – credo che Clara abbia bisogno di te.

Io sono incantato e mi lascio trasportare al piano di sopra, nello studio dove lei sta suonando…Dio quant’è bella.
Chiudo la porta alle mie spalle per godermi da solo quest’incanto, nella penombra della poca luce arrossita che filtra dalle tende e che la illuminano rendendo quest’immagine indelebile nei miei ricordi.
La sua figura minuta è seduta al piano, i suoi capelli lisci e biondi le scendono sino a metà schiena, il viso è coperto da una ciocca, ma vedo uno scorcio delle sue labbra, così dolci, morbide ed invitanti. Mi avvicino e noto solo allora che sopra indossa solo un reggipetto nero.
- Sei bellissima – le dico mentre mi avvicino e le accarezzo la schiena assaporando il tocco di quella pelle così liscia e candida.
Lei continua con la sua melodia…non sarà semplice farla sorridere.
Le scosto i capelli ed inizio a baciarle il collo, iniziano da sotto l’orecchio per poi scendere sino alla spalla e quindi risalire e passare dall’altro lato e poi tornare a baciarle ogni centimetro di pelle lungo la spina dorsale.
Sento che si sta illanguidendo.
So quanto le piace sentire le mie labbra ed il tocco della mia lingua sulla pelle…del resto adoro il suo sapore ed il suo odore e me lo voglio godere e stampare in testa.
Scendo lentamente, ma inesorabilmente sino alla base della schiena dove inizio a baciarle e leccarle i lombi. Nel frattempo le slaccio il reggipetto per liberare i suoi piccoli, ma perfetti seni d’adolescente.
L’accarezzo, con calma esasperante.
Le mani risalgono lentamente lungo la schiena, le dita lungo i fianchi fino a lambirle il seno. La sento percorsa da un brivido e sento un sospiro.
Sorrido ed inizio la danza.
Le mie dita si fanno più audaci e le accarezzo il perimetro dei seni, prima sotto, poi a lato ed infine nel mezzo, così che le mie mani si trovino ad afferrarli, a saggiarne la morbida consistenza in contrasto con il turgore dei capezzoli. Durante questo movimento la mia lingua risale lungo la sua schiena sottolineando ogni vertebra, così che all’arrivo nell’esatto momento in cui le afferro il seno, io sia giunto sul suo collo.
Lei stacca le mani dal piano e si volta quando finisco la mia risalita; sento immediatamente il dolce contato con le sue labbra, la decisione della sua lingua che s’insinua nella mia bocca e s’intreccia alla mia.
Avverto il reggipetto scivolare mentre mi butta le braccia al collo ed afferra la mia testa per la foga con cui mi vuole baciare.
Respiriamo all’unisono talmente tanta è la foga.
I movimenti sono confusi, mani che corrono sulla pelle nuda, che aprono bottoni, slacciano cinture, fanno scivolare a terra jeans, t-shirt, perizoma e boxer mentre baciandoci ci sdraiamo sulla moquette.
Lei è sopra di me, avvinghiata al mio corpo, le mie mani sui suoi glutei a stringerli forte.
Si stacca da questo bacio e mi guarda, i suoi occhi blu fissi nei miei, i suoi capelli d’oro ad incorniciarci il volto…- Ti amo e ti voglio.- con un filo di voce roca per l’eccitazione.

Non aspettavo altro.
La ribacio e l’afferro per cambiare di posto, ore è lei ad essere stesa a terra; le afferro le mani e glie le tengo ferme sopra la testa. Con l’altra mano l’accarezzo mentre scendo a succhiarle i capezzoli.
Accarezzo il suo umido e biondo pelo…non se nemmeno resa conto d’aver aperto le cosce per permettermi di toccarla.
Con la bocca scendo lentissimamente e la sento ansimare…io adoro torturala in questo modo. Voglio arrivare al suo fiore quando la sua eccitazione è già alta, quando in pochissimi tocchi potrò portarla all’orlo dell’orgasmo e trattenerla lì a lungo per poi farla esplodere.
Ed arrivo ad assaporare la sua peluria già fradicia. Le stuzzico le labbra vaginali con la punta della lingua, per tutta la lunghezza, così che finiscano di schiudersi e mi permettano di affondare la lingua dentro di lei ed iniziare a leccare con foga quel dolce succo.
Lecco, m’insinuo, stuzzico le piccole labbra, risalgo lungo il solco e trovo il turgido bottoncino che inizio a succhiare e costringo a divenire più sensibile di quanto già non sia.
Continuo con la mia tortura picchiettandolo con rapide stilettate in punta di lingua fino all’orlo dell’orgasmo e mi sposto tornando leccarla più in basso. Sento il suo primo rantolo di delusione…ma sa già che adoro farla soffrire a lungo e sa quanto godrà quando la farò arrivare dove voglio.
So di essere quasi crudele nel continuare a portarla in alto e fermarmi un istante prima del bersaglio, una…due…cinque volte…
- Adoro leccarti, sei buona.-

Lei sospira, è sudata pur rimanendo praticamente ferma; le sfioro un capezzolo con le dita e la sento tremare…è il momento.

La lingua torna lappando al clitoride, lo stuzzica in tutta la minuta base ed inizio a succhiarlo, prima delicatamente e poi con decisione maggiore, mentre con la punta della lingua inizio un ritmico punteggiarne la cima che diviene gradatamente un energico pressarla.
Questo trattamento le piace ed io non desisto un istante. S’inarca e le afferro le natiche per non lasciarla andare e continuo il mio picchiettare di lingua, incalzante, irruento, quasi violento. E la sento contrarsi, vibrare e bagnarmi il mento. Le sue gambe sono rigide, le dita contratte, il respiro affannato e rotto e sento un urlo trattenuto quasi di rabbia, rotto dall’orgasmo che la fa crollare di nuovo stesa a terra mentre io imperterrito continuo a lappare più delicatamente i suoi umori.
Risalgo al suo clitoride e lei mi prega di fermarmi, ma poco m’importa e lo lecco ancora…pochi colpi ed un altro, più lieve, orgasmo la prende.
Risalgo con la lingua sul suo ventre piatto, sino al seno, dove mi soffermo a succhiare un capezzolo e la sento vibrare ancora.
Con la lingua percorro la sua pelle fino ad arrivare a leccarle le labbra ed a baciarla ancora.

Sento il calore del suo sesso sotto il mio pube, le sue cosce cingermi i fianchi ed una mano che mi afferra il cazzo e lo guida dove desidera.
Sento il suo umido calore avvolgermi il glande e mi rendo conto di entrare in lei come se non aspettasse altro. Sento le sue carni contrarsi attorno alla mia asta, fino a che non sono completamente in lei…che emette un sospiro strozzato dal nostro bacio.

Mi ha stretto le gambe attorno ai fianchi, una mano sulla nuca ed una sulla schiena e continua ad attirarmi a se, ad assecondare il ritmo del mio movimento, e cercare di guidarlo per quanto possibile.
La guardo negli occhi e vedo il suo desiderio di godere ancora, il suo desiderio di me.
Il mio ritmo accelera montando in un susseguirsi di affondi al suo sesso. S’inarca di nuovo ed un altro gemito strozzato accompagna le forti contrazioni che sento sul mio cazzo.

Ora tocca a me godere.
Esco da lei continuando a baciarla, l’afferro per i fianchi e la costringo a girarsi e mettersi a pecorina appoggiando il viso sul pavimento…adoro guardarla in questa posizione…
Il su sesso è completamente aperto, disponibile per il mio piacere ed il suo culo è un vero invito a delinquere.
- Sei mia.-

Le affondo la lingua nella figa e poi le do una lappata dal clitoride al buchino posteriore, dove mi fermo a leccare e dove penetro con la lingua.
Sospira.
È sin troppo rilassata dagli orgasmi, ma è sempre meglio prendersela comoda, quindi lecco ancora e porto con la lingua i suoi umori vaginali sul suo culetto, mentre la forzo con la punta dell’indice ed entro in lei.
Continuo a lubrificarla facendo movimenti lenti e circolari per rilassarle lo sfintere ed entrare così con 2 dita.
Le sente bene e si spinge leggermente indietro.
Continuo a roteare con pazienza estrema…non tanto per lei che si sta godendo il trattamento, quanto per me…ho il cazzo che scoppia e non vede l’ora d’immergersi in quel culo tondo, sodo, morbido e stretto.
Non ce la faccio più.
Mi piazzo bene dietro di lei, appoggio la cappella sul suo sfintere e faccio una lieve pressione. Fatico ad entrare, le accarezzo la schiena e spingo di nuovo e questa volta cede e sono nel suo culo, la mia cappella è dentro. Mi fermo, deve abituarsi a questo oggetto estraneo.
È lei che vuol procedere e si sposta indietro facendomi penetrare di più.
L’assecondo…centimetro dopo centimetro arrivo a piantarglielo tutto nel culo…fino alla base.
Inizio a retrocedere lentamente per poi riaffondare altrettanto lentamente.
Continuo con ritmo moderatamente crescente.
Mi voglio godere questo culo finché posso.
Affondo totalmente e l’afferro per i seni è la sollevo in ginocchio. E’ una posizione scomoda, non permette gran movimento, ma cazzo quanto mi piace.
Le faccio girare la testa con una mano sul collo, per baciarla lingua a lingua, l’altra scende sul suo clitoride, lo pizzica, lei freme.
Poi scende ed affonda due dita nella figa…sento il mio cazzo attraverso quel sottile strato di carni.
Le mie dita escono ed accarezzo il bordo del suo ano che stringe il mio cazzo…è troppo, non resisto oltre.
La riporto a pecorina, le spingo le spalle a terra ed inizio a scoparla più velocemente.
L’afferro per i fianchi, ogni colpo la spinge più in la ed è meglio che la trattenga prima di farle male. Le sto scopando il culo con tutta la foga che ho. La sento ansimare, non so se di piacere o dolore, ma ora non capisco più nulla: mi sto godendo questa scopata di culo e non mi voglio distrarre.
Affondo ed esco, affondo ed esco, più velocemente, con più forza, più che tenerla la sto muovendo avanti ed indietro per contrastare i miei movimenti.
Finché sento montare l’orgasmo, sento le palle contrarsi ed il suo culo stringersi sul mio cazzo ingrossato.
Sento che mancano pochi colpi ed affondo con più foga.
Ancora uno.
Ancora un affondo.
Ancora un…
…con un rantolo, un verso scomposto, totalmente piantato in quel culo stretto e caldo, le vengo dentro. Scarico tutto il mio seme in quattro, cinque, sei schizzate.
Crollo su di lei che cede stendendosi a terra.
Il mio cazzo si sta ammosciando nel suo culo.
Ansimiamo assieme.
I suoi capelli biondi intrecciati nei miei sul sudore delle nostre pelli.
Mi sposto rotolando sulla schiena, la stavo schiacciando.
I nostri corpi nudi oramai al buio, ma riesco ancora a vedere lo scintillio dei suoi occhi che mi guardano.
Si solleva leggermente, si avvicina e mi bacia per crollare di nuovo, questa volta con la sua testa nell’incavo della spalla.
Mi accarezza il petto, scende con una mano fino a toccarmi il cazzo; io le afferro una natica.
Mi guarda di nuovo: - Non dirmi che hai ancora “fame”.-
- Eh, amore, che vuoi che ti dica, sei troppo bella!- le rispondo.

Sospira: - Sei insaziabile, ma ti amo anche per questo.



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