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Lui & Lei

La rossa (parte settima)


di petronius
05.08.2020    |    2.521    |    1 9.2
"“R, spostati indietro col culo e metti le mani a terra..."
Consiglio di leggere le parti precedenti. Il racconto prosegue immediatamente dopo le parti 5 e 6.
Ricordo che ogni riferimento a fatti e persone sono puramente casuali.
Prima di proseguire, chiedo scusa a chi eventualmente ha atteso tanto a lungo la stesura di questo testo.

Mi guarda, non con sfida…uno sguardo che chiede il permesso.
Annuisco…ci mancherebbe altro.
R: “Mmmmmmmmmmmmmm” mugugna e geme mentre imbocca la cappella ed inizia a succhiare con lo stesso ritmo con cui sta penetrando la sua dolcissima fighetta.
Dolce, dolcissima fighetta che ho una voglia incredibile di divorare, di leccare fino a farla supplicare che smetta, come ho già fatto nei giorni scorsi.
Dio quanto è buona. Un piccolo fiore umido che si apre, si dischiude sotto i colpi della mia lingua e cola dolcezza, eccitazione, un sapore ed un odore inebrianti che ti restano piantati in testa e non lasciano spazio alcuno ad altro.
Sento lo sciaguattare lieve delle sue dita che penetrano ritmicamente quella fighetta e la sua bocca che sale e scende sul mio cazzo. Sale e scende poco sopra e poso sotto la corona del glande, quasi tema di esagerare con la boccata. Tiene la pelle ben tesa dalla base del cazzo, a voler avere la cappella quanto più protesa possibile. Ma mi ha detto che questo pompino sarà esclusivamente come desidero io, quindi sa già cosa l’aspetta…sta solo posticipando il momento.

Non troppo.

Io: “Brava, piccola pompinara.”mi complimento.
Lei geme, tra l’eccitazione dovuta al pompino, quella causata dalle dita che scavano nella sua fica e la sferzata data dalla mia voce mentre la chiamo pompinara, sarà certamente un lago.
Io: “Allora, piccola pompinara, sei pronta?”
Non smette di fare su e giù e cerca di rispondere con la mia cappella in bocca con un: “Sci, sce’to.” E’ quasi comica come risposta.
Io: “Prima di tutto dimmi…la sotto sei un lago, o sbaglio?”
R: “Sci…mmmmm”
Io: “Bene, infila le dita bene in fondo…poi iniziamo ad infilarti il cazzo in gola, sei d’accordo piccola pompinara?”
R: “Mmmmmmm…” serra le labbra sotto la mia cappella e non sento più lo sciaguattio delle dita.
Io, le accarezzo la testolina, quella chioma rossa che mi fa impazzire da anni: “Due regole per evitare di farti male: se non ce la fai più, afferrami un polso e io ti lascerò andare. Non ho intenzione di fermarmi per nessun’altra ragione. Chiaro?”
R: “Ma…”cerca di dire staccandosi dal cazzo, ma con la mano sulla testa la spingo di nuovo ad imboccarlo infilandole la cappella in bocca. E la tengo li, non la lascio allontanare di un millimetro.
Io: “Ho detto: chiaro?”
R: “Mh, mh.”
Io: “Brava pompinara, hai capito subito. Regola numero due: fino a che non mi fermerai tu come ti ho spiegato prima, io non mi fermerò. Chiaro?” non ho mollato la presa sulla sua nuca, ha la cappella in bocca e sta roteando la lingua per quanto possibile per la sua piccola boccuccia.
R: “Mh…” sembra un po’ preoccupata.
Io: “Queste le regole se vuoi farmi un pompino al 100% come lo voglio io. Ed io voglio usare la tua bocca, la tua gola sapendo che posso farlo perché hai fiducia e sai che quando vorrai tu, io mi fermerò.” Allento la pressione della mano dalla sua testa “Sei sicura di volerlo, mia piccola svuotapalle?”
É eccitata da morire e con il fiatone: “Fammi quello che vuoi…”termina la frase apre la bocca e fa per imboccarlo, ma le spingo la testa più giù, il cazzo più in profondità…senza esagerare per ora.
Mi guarda con un briciolo di stupore, non si aspettava un inizio così immediato. Ed inizio a darle il ritmo della boccata, su e giù con cadenza regolare arrivando a metà cazzo senza allentare la presa sulla sua nuca. Una pompata lenta, sento le sue labbra scavalcare la corona ad ogni boccata.
Mugolo godendomi la sensazione di controllo che ho su di lei, anche se la sento un po’ tesa. Ha un po’ di paura ovviamente…si è infilata da sola in una situazione nuova e che non ha idea se le piacerà o meno.
Beh, l’ha chiesto lei…ed io voglio godermi ogni istante, tanto so che ben presto questo sogno erotico si scioglierà come neve al sole.
Le spingo il cazzo in bocca fin dove è arrivata sinora e la tengo li. Cerca di ritrarsi, ma non ha abbastanza forza per farlo. Non la lascio muovere di un millimetro.
Mi appoggia le mani sul ventre, sopra al cazzo e cerca di spingere per allontanarsi, ma non può, non la lascio muovere. Mi guarda e vedo che ha capito di non potersi opporre, se voglio usarla lo farò, nonostante tutti gli sforzi che potrebbe fare per opporsi. Ha un unico modo per fermarmi e per farlo deve essere abbastanza lucida da fare il semplice gesto che le ho detto. La vedo sgranare gli occhi nel ricordarselo.
Muove una mano dal mio ventre e la sposta verso la mia, dietro la sua testa…ma non da il comando, mi guarda negli occhi ed io annuisco a sottolineare che mi fermerò appena lo deciderà lei. Sospira dal naso e cambia direzione portando entrambe le mani dietro la schiena.
“Brava pompinara, ora che sai di poterti fidare, iniziamo sul serio.” Appena terminata la frase le tiro indietro la testa di poco per poi spingerla di nuovo verso la base del cazzo, lentamente, ma con decisione. Sento la cappella sbatterle in fondo alla bocca. Arriva poco oltre metà cazzo. La muovo avanti e indietro senza fretta sbattendo all’imbocco della sua gola ad ogni fine corsa. Inizia ad avere gli occhi lucidi.
“R, spostati indietro col culo e metti le mani a terra. Sì, hai capito bene: mettiti a pecora senza staccarti dal cazzo." ubbidisce. Ora deve seguire il movimento della testa con tutto il busto, si stancherà presto ma la sua gola è in asse con la bocca ed io posso spingere la cappella più a fondo finalmente, anzi in questa posizione sarà lei stessa a farlo.
E infatti al primo affondo spalanca gli occhi per la nuova intrusione. Sente la cappella forzare la sua gola così stretta e quasi mai violata.
Metto l’altra mano sotto il suo mento così da tenerlo sollevato; potrei spingerle tutto il cazzo per entrarle in gola solo spostandomi un po’ in avanti…una mano sotto il mento, l’altra dietro la nuca, il mio cazzo piantato nella sua bocca…mentre la faccio arretrare mi sposto qualche centimetro avanti, quel tanto che basta perché al suo prossimo affondo si trovi con la cappella che le forza la gola prima di arrivare a fine corsa.
Non le permetto di indietreggiare. Anzi la tiro in avanti.
Il rumore di un conato ed un colpo di tosse che mi sbava il cazzo.
La sposto indietro perché prenda fiato e la tiro di nuovo avanti con più decisione. Un altro conato ed un colpo di tosse. Due lacrime iniziano a scendere dai suo occhi arrossati per lo sforzo.
La tiro indietro e le sfilo il cazzo dalla bocca. Fili di bava partono dalle sue labbra fino alla mi asta. Ha ovviamente il fiatone. E’ arrossata, scossa e cerca di fare profondi respiri…quasi quasi sono tentato di fermarmi visto com’è già ridotta.
Io: “Apri bene la bocca, troietta. Ora arriviamo fino in fondo.” Annuisce, apre bene e si protende sul mio cazzo.
Lo imbocca, solleva lo sguardo e si sposta avanti da sola. Sbatto sull’ingresso della sua gola ed ha un conato, ma non vuole fermarsi e si spinge in avanti strizzando gli occhi per lo sforzo.
Li spalanca fissandomi, non ce la fa da sola. Con entrambe le mani sulla sua nuca l’attiro a me e le forzo il cazzo in gola.
Tutto, fino alla base.
“Mmmmmmm aaaah…”gemo a dimostrarle il mio apprezzamento per il suo sforzo. Lei tossisce esento i rumori per lo sforza di trattenere i conati.
Le sposto indietro la testa e la riporto in avanti. Ancora. Fino in fondo.
E la obbligo a compiere questo movimento senza fretta. La sua bocca deve percorrete tutto il mio cazzo ad ogni pompata e a mia cappella le arriva in gola ad ogni affondo.
Sbava sulle mie palle, a terra ed ha il viso rigato di lacrime. E’ dannatamente eccitante. La tengo premuta sul mio cazzo, forse troppo.
Inizia a picchiare i pugni sulle mie gambe, sulle braccia, dove arriva. Oramai sarà senza fiato. Passa a colpi a mano aperta e finalmente mi afferra il braccio. Lascio la presa.
Si ritrae di botto, cade seduta. Una colata di saliva densa le esce dalla bocca e lei prende una boccata d’aria come avesse appena rischiato di annegare…in effetti…
Ansima e si toglie la bava che le cola dal mento. E’ inzaccherata e guarda a terra tra le sue gambe, seguo il suo sguardo e vedo una piccola pozza di umori. E vedo le sue cosce bagnate e la sua fica fradicia, rossa ed aperta. Mi allungo inginocchiandomi scendendo dal divano e le infilo senza tanti complimenti due dita in quella figa di burro. Inizia subito a tremare. Piego le dita e la premo da dentro.
“R. vuoi che ci fermiamo?” sta a lei decidere.
É sconvolta, non avrei mai immaginato di vederla così.
“Ah…alzati…in piedi…” mi dice ed io eseguo mettendomi in piedi davanti a lei, il cazzo teso e sbavato davanti alla sua bocca.
Mi prende le mani e le porta sulla sua testa, apre la bocca tirando fuori la lingua ed imbocca il cazzo infilandoselo in bocca più che può.
Ha ancora le mani sulle mie e le spinge contro la sua testolina ed appena sente che inizio a guidarla, a spingerla sul mio cazzo, le lascia andare.
Non ho idea di dove le sposti, cosa faccia, io inizio a usare la sua bocca come una fica.
Muovo a sua testolina avanti ed indietro lungo tutta l’asta. Le sue labbra sono alla base del mio cazzo e pochi attimi dopo sulla mia cappella. Il movimento che la obbligo a fare è continuo, senza soste, deve prendere il ritmo per riuscire a rifiatare quando può. Ad ogni affondo nella sua gola strettissima si sentono i rumori gutturali e gli sforzi che compie. Il suo viso è rosso e rigato di lacrime. Le cola bava dal mento e la sento fin sulle palle. Ogni tanto tossisce e schizza saliva sul mio ventre, sulle cosce. Quando lo fa solleva le mani e fa il gesto di appoggiarle sulle mie gambe per allontanarsi, ma non arriva mai fino in fondo.
Mi godrei ore questo lento soffocone, questo scoparle la bocca con tutta calma, ma ho paura che non sappia fermarmi ed ho voglia di sborrare.
Inizio ad aumentare gradualmente il ritmo, ed appoggio l’affondo ad ogni pompata con un colpo di bacino. Con i primi colpi inizia a tossire e darmi dei pugni sulle gambe, ma non mi fermo ed anzi accelero ulteriormente. Sto violando la sua gola ed il rumore che sento, i suoni gutturali, i conati, gli sforzi, i colpi di tosse mi eccitano da morire…le fotto la bocca e la gola senza mezze misure.
Colpi pesanti, la cappella che le entra in gola con forza, velocemente. Lei inspira quando può e schizza saliva quando sbuffa.
“Resisti ancora qualche momento, sto per sborrarti direttamente in gola…”le dico con una voce che non sembra nemmeno la mia, piena di eccitazione.
Sgrana gli occhi e cerca di mugolare mentre la sto letteralmente scopando in bocca tenendole la testa con entrambe le mani e muovendo il bacino avanti e indietro. Picchia a mani aperte sulle mi gambe.
Non mi fermo. Sento montare la sborra dalle palle. Ancora qualche affondo.
Ancora uno.
Ancora uno…e mi afferra entrambi i polsi. Mollo la presa e tolgo le mani, le sua ancora strette sui miei polsi.
Cerca di ritrarsi e la sensazione della cappella che esce dalla sua gola a forza è troppo ed inizio a venire.
Il primo schizzo le arriva direttamente in gola, il secondo le riempie la lingua mentre si tira indietro e gli altri le finiscono tutti in faccia.


Io ho il fiatone.
Lei sta ansimando ed è una maschera di sborra, lacrime e saliva. Rossa in viso, gli occhi arrossati e umidi. É ancora aggrappata ai miei polsi. Sembra si stia tenendo per non cadere a terra. La vedo tremare come una foglia mentre ansima a pochi centimetri dalla mia cappella che continua a pulsare a pochi centimetri dalla sua bocca aperta.
Mi accuccio davanti a lei, con la lucidità dopo essere venuto è arrivata anche un po’ di preoccupazione di avere esagerato. Mi guarda ed ansima ancora: “Ah…guarda… per terra… tra le mie” deglutisce “…gambe.” Eseguo e vedo una pozza di umori. “Ho…la figa…” ansima o deglutisce ad ogni pausa “che gocciola…ti vuole…”
Io: “R, sei stravolta…sicura di…”
R: “Ti prego…scopami, sfondami, usami…oggi voglio essere tua.”

La prendo in braccio e la porto al piano di sopra, la butto sul letto e vado a prendere un asciugamani per ripulirle il viso.
Io: “Stesse regole?”
R: “Stesse regole.”


Continua?

Commenti ed opinioni sono bene accetti.
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