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Lui & Lei

NICOLE (parte 3):


di petronius
14.11.2012    |    4.404    |    0 9.6
"Sono ingrifato da morire e li sotto nessun segnale di voler cedere le armi e decidersi a venire…che nervoso! E so bene che con questi pensieri la situazione..."

(IL SEGUITO DI NICOLE parte 2)

N.: “So io cosa ti ci vuole per venire allora.” mi dice mentre continua a segarmi e continuando a cercare di riprendere fiato.
Molla la presa e si stende di nuovo sul sedile dietro obbligandomi a spostarmi.
Spalanca oscenamente le cosce e si da qualche schiaffetto sulla figa, sul clitoride: “Vieni qui e scopami ancora!” ed in quello apre la figa con due dita della mano destra e c’infila l’indice della sinistra che poi porta alla bocca per succhiarlo con avidità.

Ho una voglia di venirle addosso che neanche s’immagina. Vorrei ricoprirle la faccia di sborra e poi continuare a scoparmela. Sono ingrifato da morire e li sotto nessun segnale di voler cedere le armi e decidersi a venire…che nervoso! E so bene che con questi pensieri la situazione non migliora, ma che ci posso fare? Andrà a finire come al solito e lei si godrà il mio cazzo con tutti gli orgasmi che riuscirà a sopportare ed io resterò a palle piene con una nottata di ginnastica alle spalle. Che nervi!

Mentre questi pensieri mi passano per la testa, lei continua con quell’invito visivo: figa aperta e dita che passano dalla sua vagina alla sua bocca.

N.: “Allora…vieni?”

Mi allungo.
Mi sostengo.
Appoggio il cazzo sulla sua figa e lei lo afferra e lo indirizza.

Io: “Mmmmm…ora ho capito cosa intendevi.”

Lei mi guarda con quegli occhi da gatta ed un’espressione un tra il concentrato ed il corrucciato.
È concentrata perché sta letteralmente succhiandomi il cazzo con la sua figa calda.
Me la sto scopando e mentre lo faccio le contrae, rilassa e muove i muscoli della vagina per stimolarmi al massimo.
Ancora una volta mi trovo a pensare a quanto ne avrà presi per essere così brava.
Ma chi se ne frega! Ora ‘sta figa me la sto scopando io e guai a chi rompe!

Mi muovo lentamente per godermi questo massaggio; affondo un centimetro dopo l’altro con calma estrema fino alla base e spingo ancora e poi esco con altrettanta calma fino a lasciarle dentro solo la cappella paonazza. E sento la sua figa succhiarmi, stringermi il cazzo.

Continuo così per un po’ fino a che lei inizia ad avere qualche brivido, qualche scossa che aumenta di frequenza fino a farla tremare ed a farle uscire un gemito roco.
Sento a malapena la sua figa pulsante per l’orgasmo attorno alla mia carne.
È venuta di nuovo.

Quasi a volerla punire esco quasi totalmente e le do un paio di violenti affondi con tutto il mio peso arrivando a toccarla fino in fondo e lei grida.
Quasi mi spaventa la sua reazione e mi sfilo da lei che si accascia quasi svenuta.

Il mio cazzo pulsa.
Allungo una mano e le accarezzo le labbra gonfie e lei ha un brivido; arrivo al clitoride e lo schiaccio con il pollice e lei ha una scossa.
“Basta…” sussurra.

Cerco di calmarmi, ma non è affatto facile con il cazzo in queste condizioni, lei nuda ed inerme di fianco a me e la temperatura rovente raggiunta nell’auto.

Dopo qualche minuto cerco di scendere dalla macchina, ma lei mi blocca: “Dove vai?”
Io: “Devo fare pipì e prendere un po’ d’aria.”
N.: “Scendi nudo?”
Io: “Siamo in mezzo ai campi di granoturco, non mi può vedere nessuno.” e scendo.
N. mi segue.

Nuda, scarmigliata e con i postumi di non so quanti orgasmi, illuminata dalla luna ed in mezzo a questa scena agreste è talmente sexy che non riesco a trattenermi e la tiro a me ficcandole la lingua in bocca. Per evitare che perda l’equilibrio e cada le afferro una natica e la stringo forte e con l’indice le sfioro il buchino dietro: “Ecco cosa mi ci vorrebbe per venire!”, penso

Lei mi afferra saldamente il cazzo ed inizia una lenta sega mentre io accarezzo la sua carne e porto un po’ dei suoi umori sul suo ano cercando di forzarlo con la punta del dito. Lei sembra gradire ed io pure!

Mi devo interrompere: “Scusa, ma devo assolutamente fare pipì, non resisto più.”
N.: “Sono scesa perché scappa anche a me.”

Mi allontano di un paio di passi e lei mi segue e mi fissa.
Io: “Vuoi guardare? Oppure preferisci tenermelo tu?”
Lei afferra il mio cazzo e lo scappella: “Te lo tengo io, così ti posso anche guardare, e poi se vuoi tu guardi me.”
Indirizza il mio cazzo senza stringerlo, senza forzarlo, solamente tenendolo scappellato mentre mi concentro per riuscire ad urinare con questo bastone incazzato tra le gambe.
È difficoltoso, ma il bisogno era tanto da non potermi trattenere oltre, quindi finalmente riesco a liberare la vescica e non mi sembra vero che lei me lo stia tenendo in mano mentre la faccio. Una volta finito mi da anche un paio di scrollatine.
Mi volto verso di lei per baciarla, ma mentre lo faccio s’accuccia e se lo mette in bocca leccandolo.
“Questa poi…sei proprio porca.” penso.
La lascio fare e finché si rialza.
N.: “Ti va di guardare?”
La prendo per mano e ci spostiamo di qualche passo. Lei s’accuccia ed io seguo l’esempio per guardarla mentre inizia ad urinare lì in mezzo ai campi.
Non mi ha mai appassionato la visione di una donna che piscia, quindi mi alzo fissandola negli occhi e le piazzo il cazzo davanti alla bocca.
Lei capisce e riprende a succhiarmi la cappella.

Continua ancora qualche minuto dopo aver finito, quindi la faccio alzare e la metto a 90° appoggiata al cofano dell’auto.
Affondo la faccia tra le sue natiche e lei inarcando la schiena mi offre ancora la sua figa gonfia ed un po’ bagnata di urina.
La lecco, le succhio il clitoride e le infilo la lingua nello spacco. Le faccio letteralmente un bidet.
Poi inizio ad ampliare un po’ l’area d’azione ed arrivo a darle qualche leccatina al culo e lei gradisce. Mi faccio più insistente e le lecco per bene il buco del culo fino a cercare di forzarlo con la lingua. Non sembra affatto un buchino morbido, anzi sembra chiuso a doppia mandata! Mi dedico con più calma e mentre lecco, lubrifico, inumidisco, forzo con la lingua, le stuzzico la figa con due dita.
Sento che si sta rilassando anche qui dietro e ci provo.
Punto l’indice e forzo l’orifizio che cede gradatamente. Ed altrettanto gradualmente infilo una e poi due falangi fermandomi appena sento una contrazione.
Si sta tendendo ed esco un po’.
Provo un lento movimento rotatorio con l’indice nel suo ano per forzare e rilassare i suoi muscoli, ma il risultato è una morsa ancora più serrata.
Si volta: “Scusa, ma lì non l’ho mai fatto, non ci sono mai riuscita.”
Io: “C’è sempre una prima volta.”
N.: “Scusa, ma non stanotte. Mi piacerebbe prendere il tuo cazzo tutto anche nel culo, ma non stanotte, proprio non ce la faccio. Sono stanca morta ormai.”
Io: “Va bene, ho capito.” mi alzo dietro di lei che è ancora a 90° appoggiata al cofano. Le appoggio una mano sulla schiena schiacciandola e con l’altra indirizzo la cappella sulla sua fighetta di nuovo fradicia.
N.: “Non ne hai ancora abbastanza?” tra l’irritato ed il voglioso.

Le infilo il cazzo in un solo colpo dentro: “Secondo te?”
La scopo così, a 90, appoggiata al cofano, tenendole una mano su un fianco e l’altra sulla schiena.
La scopo con forza, infischiandomi se le faccio male, se la sua figa è oramai stressata o se lei è spossata dalla fatica e dagli orgasmi.
La scopo con violenza, appena un briciolo in più e le spaccherei il culo.
La scopo con affondi precisi e vigore crescente, arrivando fino a sbatterla tenendola per entrambi i fianchi.
La scopo sempre più velocemente mentre sento finalmente l’orgasmo che monta della palle.
La scopo come un animale fino a che…

…una sferzata

…di acqua fredda dell’irrigazione dei campi mi blocca pochi affondi prima di riempirle la figa della mia sborra.
Lei se ne accorge, mi scansa indietro, s’accuccia ed inizia a spompinarmi con tutta la sua foga, ma ormai la frittata è fatta.

“No, cazzo!” le sento dire dopo poco.

Intanto gli irrigatori ci stanno facendo la doccia, quindi rientriamo in auto e lei mi guarda quasi incazzata: “La prossima volta mi vieni in bocca, e non accetto scuse, è chiaro?”
La guardo allibito.
N.: “E dopo mi vieni anche nel culo.”

Ci rivestiamo e mentre albeggia la riporto a casa e mi accorgo che abbiamo fatto quasi 5 ore di sesso. Lei si sta assopendo appoggiata alla mia spalla, io guido con calma e con le gambe che mi fanno male.
Arriviamo a casa dei suoi, la saluto con un lungo bacio ed una palpata alle tette. Lei mentre la bacio mi accarezza il pacco.
Prima di scendere si china e la sento dire: “La prossima volta vinco io.”

Chissà quando sarà la prossima volta…


Arrivo a casa ed apro il portaoggetti per prendere le chiavi e mentre frugo trovo un perizoma…quello che le avevo sfilato ad “inizio serata”. Cazzo, non m’ero accorto che s’era fatta tutta la sera senza perizoma…che troietta!

Prendo il cellulare e le scrivo: “Ho trovato il memento. Sai di buono!”

La sua risposta: “Portamelo al bar dove lavoro, domani sera verso l’ora di chiusura. Ho un conto in sospeso!”



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