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Gay & Bisex

Cerco attivi (1)


di crigio
04.08.2015    |    12.340    |    5 9.5
"Gli pianta la minchia in bocca e gli scopa le fauci..."
Qualche giorno dopo aver girato la scena al bar di Andrea, Ahmed e Faruk vengono a trovarci e ci chiedono se abbiamo voglia di andare a Roma per qualche giorno. “E’ tanto tempo che non ci torniamo. Che ne dite?”. Io ed Enrico ci guardiamo e ci diciamo che, d’altra parte, è un bel po’ che non facciamo una vacanza.
“Sì, d’accordo!”, rispondo. “Vi spiace se lo diciamo anche a qualche altro amico?”, chiedo poi a mia volta. Quindi, parlando al mio boy, aggiungo: “Potremmo invitare anche Tony, Paolo, Enzo e Seby”.
“Sì, perché no!”.
“Benissimo!”, sbotta contento Faruk. “Ma solo se anch’io posso portare qualcuno!”, continua.
“Vediamo se indovino!”, mi lancio. “Luca!”. Il turco non risponde, ma sorride e si abbandona sullo schienale del divano allargando le braccia.
Dopo aver sistemato le cose al lavoro, prepariamo tutto per la partenza. Enrico ha sentito Tony, il quale gli ha detto che potranno venire con noi solo lui e Paolo, perché Enzo e Seby sono a Parigi per un master. Peccato! Si sarebbero divertiti!
A Roma alloggiamo vicino alla Stazione Termini. I due turchi hanno preso una suite, molto più grande delle nostre camere. Ma, d’altronde, loro possono. Per un paio di giorni visitiamo la città, poi i miei compagni di avventura cominciano ad avere qualche voglia. Mi offro di soddisfarli, magari insieme a Luca, e la prima volta si accontentano. Poi, dicono che vorrebbero qualche variante. Allora, usando una delle app più in voga al momento, con l’aiuto di Luca, cerco qualche bella troietta che possa appagare gli inesauribili appetiti dei nostri stalloni.
Scorrendo le varie foto, ci colpisce un trentatreenne, alto 198 cm per 95 kg di peso, muscoloso ma non troppo, la cui foto del profilo lo ritrae in tutta la sua interezza. Fisico massiccio ma non grasso, leggermente villoso e viso da gran porcone. Il messaggio di presentazione dice: “Cerco maschi attivi, decisi, porci, e ben dotati per divertimento. O magari un bel gruppo con me la centro. Sono solo ed esclusivamente passivo”. Io e Luca ci guardiamo e concordiamo che è proprio quello che fa al caso nostro.
Perciò gli scrivo, dicendo che sono a Roma in compagnia di cinque ragazzi attivi che cercano un tipo come lui da scoparsi in gruppo. Dopo pochi secondi mi risponde che non riesce a crederci. Io replico che può fidarsi e per rassicurarlo gli mando la foto di Enrico, priva della testa. Lui ribatte entusiasta che, se anche gli altri quattro sono così, è già pronto. “Dove devo venire?”, mi chiede. Gli do l’indirizzo dell’albergo e l’orario che abbiamo concordato con i ragazzi. Poi, io e Luca andiamo nella suite e diciamo loro che abbiamo trovato il tipo adatto.
“Faccelo vedere!”, mi fa Ahmed.
“Niente affatto! Sarà una sorpresa!”, rispondo.
“Sgrunt!”, sbuffa lui.
“Che c’è? Non ti fidi di me?”.
“Certo che mi fido! È che sono impaziente!”.
“Lo so! Altrimenti non saresti tu! Ma così la tua voglia aumenterà ancora insieme alla tua curiosità!”.
“Stronzo!”.
All’ora stabilità mi faccio trovare al bar di fronte all’hotel. Riconosco il ragazzo che ho contattato e lui riconosce me. Di persona è anche più bono che in foto. Quei cinque stalloni andranno in estasi! Se poi è bravo come dice, li farà godere da pazzi!
Riusciamo a passare dalla reception senza essere fermati e prendiamo l’ascensore fino alla camera dei due turchi. Viene ad aprire proprio Ahmed, che, appena vede il nostro ospite, mi fa un’espressione di stupore e di soddisfazione.
“Non avevo ragione?”, gli chiedo, e lui annuisce facendomi “ok” con le dita. Lo facciamo entrare in soggiorno dove sono accomodati tutti gli altri. Lui si presenta col nome di Roberto. Strizzato com’è nella camicia bianca attillata e nei pantaloni slim, è un concentrato di testosterone che ci fa eccitare subito tutti. Il culo, poi, prorompe dai calzoni, tanto che sembra che possano strapparsi da un momento all’altro.
“Proprio niente male!”, commenta Ahmed girandogli intorno e soffermandosi sul fondoschiena.
“Anche voi non siete male!”, risponde lui, sicuro di sé. “Ma si era parlato di cinque, mentre voi siete in sette!”.
“Tranquillo!”, intervengo. “Io e Luca”, aggiungo indicando il ragazzino, “ci limitiamo a guardare, se non ti dispiace”.
“Nessun problema: prendo cazzi in bocca e in culo finché ce n’è, purché io sia l’unico passivo”, ci tiene a precisare. “A me diversamente non piace. Mi disturba”.
“Allora: vogliamo scartare il regalo?”, fa Ahmed all’improvviso, continuando a fissare il culo di Roberto. Lui, senza scomporsi, appoggia gli occhiali sul tavolino e inizia a sbottonarsi la camicia. Poi si slaccia i pantaloni e, piegandosi in avanti, li tira giù. Quando si china, il turco gli si avvicina e gli accarezza le chiappe, muggendo di apprezzamento. Quindi, il nostro ospite si rialza e, rimanendo in slip, si mostra in tutta la sua possanza.
“E voi non vi spogliate?”, chiede.
“Lo sto facendo!”, risponde Ahmed.
“E loro? Io vi voglio tutti insieme!”.
“Sta’ buono!”, continua il turco levandosi maglia e jeans. Il suo palo è già duro e si allunga verso sinistra dentro le mutande. La cappella fa capolino dall’elastico, ma rimane ancora dentro gli slip. “Per il momento ci avrai uno alla volta e, se avrai ancora le forze, ti sbatteremo tutti insieme. Di certo, non uscirai di qui insoddisfatto”, aggiunge, poi, avvicinandosi al torello. Con le mani gli agguanta i pettorali e si concentra in particolare sui capezzoli. Li titilla con le dita e poi li strizza un po’. Quindi, gli si incolla addosso e le mani scendono lungo i fianchi girandogli intorno e raggiungendo il culo. Si intrufolano nelle mutande e agguantano le natiche, palpandole con esperienza. La bocca del turco si accosta a quella di Roberto: la lingua si apre un varco tra le labbra del puttanone, il quale la avvolge e comincia a succhiarla. Poi, le due bocche si avvinghiano e i due maschioni iniziano a limonare di gusto.
Roberto porta una mano alla nerchia dello stallone e, lasciandola ancora dentro le mutande, la masturba lentamente. Ahmed, invece, tira giù gli slip del nostro ospite, mostrando a tutti noi, finalmente, la sua dote migliore: il culo di Roberto, poco peloso ma perfettamente rotondo, si offre ai nostri sguardi libidinosi. I miei amici si sistemano meglio sulle sedute: quella rivelazione deve aver provocato una reazione improvvisa tra le loro gambe.
“Allora, che mi dite? È di vostro gusto?”, chiede Ahmed agli altri, e questi si affrettano a rispondere di sì. Anche lui allunga il collo oltre la spalla del torello e sbircia verso il basso. Le sue labbra sussurrano un evidente “WOW!”, mentre le sue mani prendono ad impastare le chiappe con maggior forza e un dito si infila nel solco accarezzando la rosellina e strappando un rantolo a Roberto. Questo, provocato dalla mossa del turco, si decide allora ad estrarre il cazzo dello stallone dagli slip.
“Porca puttana!”, sbotta nel vedere la nerchia saltare fuori dall’elastico e dondolare in ogni direzione già dura e pulsante. In un attimo è in ginocchio e la pompa con fare esperto, mentre il suo grosso culo, cinto dagli slip abbassati sotto le chiappe, è l’unico oggetto delle attenzioni degli altri quattro stalloni.
“Mettiamoci lì, porcone!”, dice Ahmed, e, tirandolo su, lo trascina fino al letto. Roberto ci sale gattonando, facendo così risaltare ulteriormente le sue natiche. Quindi, rimane a pecorina in attesa che il turco gli si posizioni davanti e possa continuare la pompa. E così è: poi, però, Ahmed si sputa su una mano e, allungandosi in avanti, spalma la saliva nel solco di Roberto, titillandogli il buchetto con un dito, che, a forza di spingere, affonda per intero nello sfintere del puttanone. Un altro rantolo da troglodita esce dalla gola dell’ospite, che si sta letteralmente sfondando con la mazza del turco. Col dito ancora piantato in corpo, fa una specie di twerking col bacino in modo da prendere meglio la falange.
Poi, Ahmed estrae il dito e si sputa nuovamente sulla mano. Torna a spalmare la saliva nel solco e stavolta punta non uno, ma due dita al buco. Spinge e, come prima, quelle spariscono tutte d’un fiato nel budello.
“MMMMMMM… slurp!... glough!... Sìììììììììì… Slurp! Slurp!... Oh, sì, cosìììììììì!!!... Glough!... Glough!”, bofonchia il torello, mentre continua a masticare la verga dello stallone.
“Però! Sei già bello aperto!”, nota Ahmed. “Meglio! Così non proverai dolore, ma solo tanto piacere!”, e, strattonando indietro, sottrae il cazzo alle fauci affamate di Roberto. Il porcone si lecca le labbra per raccogliere il sapore che la minchia ci ha lasciato sopra e intanto lo stallone gli gira intorno. Si china sul culo e, allargandogli le chiappe con le mani, ci affonda la faccia, cominciando a grufolare.
“OH… OOOOHHHHHH… OOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!”, geme Roberto, che si infila una mano tra le cosce e si strofina forte la rosellina, mentre il turco gliela tortura con la lingua. “MMMMMM! Leccami, sì! Lì, proprio lì! Così… così… così… sìììììììììì!!!”, continua a muggire con lo stallone che gli sferza la mucosa e gli tira giù le mutande fino a togliergliele. Poi, Ahmed si tira su e gli schiaffeggia una chiappa.
“Che gran puttana!”, esclama, e sbava sull’asta lubrificandola bene. Quindi, la avvicina al solco e da un colpo secco di bacino.
“Oh… CAAAAAAAAZZOOOOOOOOOOOO!!!”, urla Roberto, preso a tradimento. Il mio amico inizia a montare il troione come un toro fa con la sua vacca e quello protesta: “Mi stai sfondando! Merda! Così mi sfondi!”.
Ahmed si china su di lui, senza smettere di scoparlo e gli dice: “Non è per questo che sei qui, eh! Per essere sfondato?”.
“S… sì… ma… AH!!!... sei grosso… AH!”, si lamenta Roberto.
“E non hai visto quelli dei miei amici!”. Il troione, a queste parole, si volta verso gli altri quattro stalloni, seduti sul divano a godersi lo spettacolo, con in faccia un’espressione tra il sofferente e l’atterrito. Starà pensando che, se quello che lo sta fottendo ha un cazzo così grosso, chissà gli altri che cosa hanno tra le gambe!
Poi, però, si riporta una mano tra le cosce e, accarezzandosi la rosellina violata, sembra trovare un po’ di sollievo. Allora, pare recuperare fiducia in se stesso: non si lamenta più e si fa sbattere da Ahmed. All’improvviso, però, il turco cambia posizione: con un colpo di reni cade di lato sul letto, facendo girare sul fianco anche Roberto. Gli prende una coscia e gliela solleva, continuando a scoparlo a cucchiaio.
“Che fai? Ti accarezzi, puttanona?”, chiede provocatoriamente il turco, il quale, con una mossa da maestro, sostituisce la mano che regge la coscia con la sua gamba, in modo da poter raggiungere con la prima il buco di Roberto, facendola passare dal davanti. Spinge via la mano del troione e con la propria comincia a torturargli la rosellina. “E’ così che ti piace, non è vero?”, chiede ancora, ma Roberto non risponde. Si limita solo a gorgogliare per il piacere che lo stallone gli sta procurando.
“Dove la vuoi, eh? Dove la vuoi?”, è l’ennesima domanda del turco. E allora Roberto sembra risvegliarsi.
“In bocca… ouch!... In bocca… Voglio bere… La voglio bere tutta!”, risponde con voce affaticata, e subito Ahmed strattona indietro riappropriandosi del suo cazzo e strappando un grido alla vacca. Il buco di Roberto rimane spalancato e violaceo. Il turco si mette in ginocchio sul letto e afferra il puttanone per i capelli per farlo girare. Gli pianta la minchia in bocca e gli scopa le fauci.
“Dai che arriva… Dai che arriva… Dai che arrivaaaaaaaaaaaaaa!!!”, sbraita infine, e la gola di Roberto viene irrorata dal caldo nettare dello stallone. Qualche schizzo salta fuori e gli sporca il viso, ma lui si affretta a raccoglierlo con la mano e con la lingua. Quindi, riprende a ciucciare il cazzo per impossessarsi di tutta la sborra. Quando i fiotti sono finiti, lo munge per prendere anche le ultime gocce.
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