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Gay & Bisex

La nuova sauna (Giò) (3)


di crigio
16.12.2019    |    6.157    |    2 8.1
"E' sudato fradicio e paonazzo, ma instancabile..."
"Leccami il culo, porco!", dice ad Ahmed il negretto che gli sta sopra. "Leccami, ché voglio impalarmi sul tuo bel cazzo duro!". Struscia le chiappe contro la faccia del turco e un attimo dopo si porta sul suo ventre e, impugnata la verga del mio amico, se la infila in corpo senza alcun indugio.
"Guardami, papi! Guarda come lo prendo! Guarda come sono bravo!".
"Oh, tesoro! Sei una porcellina!", gli dice l'uomo, che allunga una mano per accarezzare lo scroto del turco e la rosellina del suo ragazzo. Quindi, si china verso di lui e lo limona profondamente.
"Oh, papi! Io godo col cazzo in culo, sai?".
"Lo so, troietta che non sei altro!", gli risponde l'uomo, che, contemporaneamente, afferra per i capelli l'altro negretto e lo porta a succhiare il suo compare.
Forse prima ero distratto da altro, ma solo ora mi rendo conto che quando i due ragazzi si chiamavano "fratè" non lo facevano per modo di dire ma perché sono davvero fratelli. E forse anche gemelli, perché si somigliano come due gocce d'acqua!
"Sì, tesoro. Succhialo! Fallo godere! Lo vedi che tuo fratello vuole godere? Eh?". L'uomo esorta l'altro ragazzo a lavorare il cazzo del suo gemello e quello ci si dedica con devozione, mugolando ad ogni risucchio. Nel frattempo tiene due dita infilante nello sfintere di Ahmed, il quale è ormai in preda al godimento più estremo.
Per quanto mi riguarda, l'uomo non ha smesso un attimo di scoparmi con fare cadenzato, forse per paura di farmi male. Dopo un po', però, accortosi che accolgo il suo arnese senza alcuna resistenza, comincia a muoversi più velocemente e con maggior vigore. Solleva una gamba appoggiandola sul letto ed inizia a darmi colpi di bacino contro il culo.
"Oh, che meraviglia! Sei così caldo e morbido!", mormora. Poi mi spinge il capo contro il letto, monta su con entrambi i piedi e, accovacciato alle mie terga, mi fotte di gran lena con tutto il suo peso. Il suo cazzo raggiunge anfratti mai esplorati prima ed io godo nel profondo.
Me lo sento arrivare fino in gola e non è solo un modo di dire. I colpi sono talmente ben assestati che mi provocano come un riverbero in tutto l'apparato digerente fino alla faringe.
"Che culo! Che gran culo!", si complimenta l'uomo, continuando ad infierire sulle mie viscere.
Intanto, si sente anche il suono delle chiappe del negretto che sbattono contro il ventre di Ahmed. Il ragazzo ci sta dando proprio dentro e ansima di piacere proprio come me. Quindi, si sdraia indietro, proprio come aveva fatto il turco con il suo papi, e, sollevate le gambe, si fa scopare dal mio amico. Il gemello lascia il suo cazzo e si sposta sul buco del culo, che inizia a titillare con la lingua mentre viene perforato dallo stallone.
"Fratè, sei proprio una gran troia!", lo insulta il leccaculo.
"Oh, sì! Mi ci sento proprio una gran troia, sai fratè? Dovresti provare anche tu! E' proprio bravo questo maschione! MMMMMM!", risponde quello, contorcendosi per il piacere. "Però dopo!", aggiunge. "Adesso continua a leccarmi, ché mi piace. Oh, se mi piace!", e gli prende la nuca e se lo spinge contro il culo.
"Hai visto che porci che sono i miei ragazzi?", mi chiede l'uomo, sussurrandomelo all'orecchio. "Tu però sei più troia di loro, lo sai? Non dirglielo, ma sei più vacca di loro due messi insieme!", e mi dà una serie di colpi profondi che mi dilaniano e mi sconvolgono di godimento allo stesso tempo. Il mio culo comincia a vibrare e si forma un fuoco nel mio bassoventre. Le fiamme crescono velocemente e il calore si diffonde verso l'alto fino al petto. I capezzoli si induriscono e diventano ipersensibili. Li struscio contro il lenzuolo e amplifico così il mio piacere. Papi mi strattona per i capelli, torcendomi il collo, e mi affonda la lingua in gola. "Sì, una vacca! Proprio una gran vacca!", mi insulta dopo avermi limonato.
D'un tratto, si ferma e cambiamo posizione. Si sdraia delicatamente su di me e ruotiamo verso sinistra. Finiamo entrambi sul fianco destro e, sollevandomi una gamba con la mano, comincia a fottermi a cucchiaio. Io mi porto una mano alla rosellina e mi sgrilletto come una vera baldracca. Subito dopo, però, è lui a volermi praticare questa carezza e la mano che mi teneva la gamba adesso raggiunge il mio buco e mi frulla la mucosa. Di tanto in tanto si porta le dita alle labbra perché vuole assaggiare i miei umori e poi torna a solleticarmi. Io allora mi strizzo un seno e lui, accorgendosene, si getta a capofitto sul mio capezzolo per divorarlo. Lo mastica e lo lecca ed io godo di più. Mi apro ancora e spingo il mio culo contro il suo bacino. La cosa lo eccita e mi svanga come una zolla di terra.
Cambia ancora posizione: senza uscire da me, scivola giù e si mette le mie gambe sulle spalle. Con le cosce appoggiate al letto approfitta della mia massima apertura e mi trivella come se cercasse il petrolio.
Quello che fuoriesce dal mio sfintere non sarà certamente oro nero, ma comunque deve essere altrettanto prezioso, se il negretto leccaculo abbandona il fratello e Ahmed, gira intorno al letto e si posiziona in mezzo alle gambe di papi con la bocca spalancata e la lingua penzoloni per raccogliere gli umori che schizzano fuori da me.
"MMMM, com'è buono! Slurp, quant'è buono! Slurp!", mugugna, facendomi sentire di tanto in tanto anche la sua lingua contro la mia rosellina. "Oh, papi, hai le palle proprio grosse! Devono essere belle piene, mmmmmmm! Chissà quanta sborra che farai, mmmmmm!".
"Quanto sei stronzo, fratè!", sbotta il gemello che sta cavalcando Ahmed. E non per invidia perché non può assaporami anche lui, ma perché le parole del fratello lo fanno eccitare. Tant'è che, voltando il capo a destra, lo vedo portarsi una mano tra le chiappe, inforcare l'uccello del turco e tremare tutto di godimento, mentre un lamento gutturale si diffonde per la stanza.
"Oh, tesoro! Godi, dai! Godi bene!", lo esorta l'uomo, senza peraltro risparmiarsi dall'affondare nel mio corpo. E' sudato fradicio e paonazzo, ma instancabile. Non perde un colpo e sta estraendo dalle mie viscere ogni più piccola goccia di umore, che ovviamente il leccaculo non lascia che si disperda.
"E' troppo bello! E' troppo bello! Io non resisto più!", bofonchia l'uomo che dopo qualche secondo comincia a rantolare. Il suo cazzo si gonfia e mi slabbra lo sfintere. Strattona indietro e mi svuota.
"Dove sei? Dove sei, ragazzo?", chiede.
"Qui, papi! Qui sotto! Vai, vai!". Guardo tra le mie cosce e vedo il negretto leccaculo che nel frattempo si è girato e, sempre a bocca spalancata e lingua penzoloni, attende che il suo papi si svuoti tra le sue fauci. Solo che, invece di schizzargli in bocca, l'uomo gli affonda dentro provocandogli una dilatazione della mascella tale che temo per un momento che gliel'abbia slogata. Ma, a quanto pare, il negretto deve essere abituato a tale penetrazione, perché, senza protestare, né tossire, né sbavare, accoglie tutto il nettare che l'uomo gli scarica giù per la gola.
Tutto sembra così grottesco: gli occhi del ragazzo strabuzzano, le sue guance si gonfiano a dismisura e anche il suo gozzo palpita ad ogni fiotto di seme. D'un tratto, poi, il suo corpo ha una reazione strana, perché comincia a vibrare tutto come in preda ad una convulsione, le pupille esorbitano e, a quel punto, schiuma dalla bocca, lasciando uscire un misto di bava e di sborra.
L'uomo non sembra minimamente preoccupato dalla cosa: forse fanno sempre così e il ragazzo reagisce ogni volta allo stesso modo. Probabilmente gli deve piacere molto e papi lo ha capito. E infatti, quando il negretto si riprende dallo stravolgimento, respira profondamente e con un rantolo e ringrazia l'uomo. Quindi, gli afferra il cazzo e riprende a succhiarlo per estrarre anche la più piccola goccia di sperma rimasta.
"Insaziabile come sempre, tesoro mio!".
"Sì, papi. Uff!".
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