tradimenti

Evasione


di tongue81
03.10.2022    |    10.410    |    4 9.6
""Levami il preservativo e fatti sborrare in faccia!" "In faccia no..."
Non amo questo nuovo lavoro ma avevo voglia di cambiare e per questo motivo l'ho accettato. Nulla mi emoziona più di un cambiamento, di una evasione dalla routine lavoro, casa, moglie, figli, bollette e quant'altro, di una trasgressione magari sessuale, con una sconosciuta rimorchiata durante una missione di lavoro o su internet.
Eppure, per colpa del maledetto Covid, mi sono trovato a cambiare lavoro per provare l'ebbrezza di una evasione.

Sia chiaro; dal punto di vista economico ci sono andato a guadagnare non poco, da quello degli sviluppi di carriera anche ma non mi piace. Mi hanno messo in testa ad un gruppo di collaboratori, 6 per la precisione, di cui l'unica donna è mix scoppiettante tra Tina Pica e Suor Paola di "Quelli che il calcio", un cesso a cui manca solo il logo di Pozzi - Ginori.

Però, mi consente spesso di dedicarmi alla scrittura di racconti erotici che pubblico su A69 e già questo, oltre alla busta paga, mi consola in giornate come queste, quando lo stare in ufficio mi fa sentire un leone in gabbia.

Cazzo! Chi rompe le palle a quest'ora? Alessia? Che diamine vuole questa? Ci mancava solo la ex collega che ti contatta chissà per quale motivo, magari per chiederti un favore, ovvero di lavorare a gratis perché la precedente azienda non ti ha sostituito, ma farlo sarebbe una trasgressione a regole non scritte.
Le rispondo, tanto sono solo nella mia stanza e nello stanzone adiacente c'è solo quel simpatico vecchietto di Vittorio: iniziamo con i soliti convenevoli, come si va, che si dice da voi, come ti trovi nel nuovo lavoro ed altre amenità.

Le chiedo di andare al sodo e mi manda una foto su WhatsApp.
Cazzo! Porco cazzo! Come ha fatto a scoprire il mio profilo su A69? Perchè mi manda questi screenshot? Ma, soprattutto, che cazzo rispondo alla domanda di poter risalire a chi sia il misterioso scrittore?
Cazzo! Devo elaborare i pensieri e alla svelta, prima che la situazione si faccia ostica.

"Ale, vedi che sei fuoristrada!"
"Puoi smentire quanto vuoi ma sono sicura al cento per cento che questo maiale sei tu!"

Porco cazzo! Mi ha beccato con le dita sporche di marmellata. Cazzo! E ora come posso limitare i danni? Occorre elaborare rapidamente una strategia difensiva o vado a istinto? Non ho tempo, mannaggia!

"Senti, non è come pensi tu... La situazione è molto più complessa di ciò che sembra."
"L. sei una frana ad arrampicarti sugli specchi. Raggiungimi al bar di fronte al tuo ufficio che ne parliamo di persona."
"Non posso uscire sto seguendo una cosa e non ho nessuno a cui delegarla."
"Allora salgo da te, 5 minuti e arrivo."

Fisso il monitor, gioco con il mouse e penso come gestire la situazione, del resto l'avevo messo in preventivo di trovarmi prima o poi innanzi a una persona conosciuta anche nella vita reale mai e poi mai avrei pensato di essere scoperto. Mi sento bollire di rabbia e di vergogna, come quando mia madre scoprì un pacchetto di Marlboro nello zaino del liceo ma con un piccolo vantaggio da giocare.

Esco dalla stanza e sorrido perché quel piccolo vantaggio potrebbe evitare una debacle scontata, entro nella prima stanza e la trovo vuota, così come l'altra, Saremo soli, io e Alessia, e quindi il mio vantaggio si nutre e cresce di questa condizione.

"Ciao Alessia, andiamo nella mia stanza. Ti faccio strada."
Non rispondendo al saluto conferma quanto ho sempre pensato di lei: bona come poche, bionda, alta, culo certificato Amadori 10+, tette importanti e sempre valorizzate ma antipatica e spocchiosa come poche, come tutte quelle che portano un cognome importante.

"Siamo soli?"
"A quest'ora, chi vuoi che ci sia? Inoltre, da quando sono diventato il responsabile, in molti non fanno nulla in più del lavoro ordinario."
"Perfetto, non avrei osato chiedere di meglio. Così possiamo giocare a carte scoperte."

Ripasso il piano, aspetta... "Che diamine stai facendo?"
"Voglio essere scopata come una troia, come quella del tuo racconto!"
Avevo immaginato che avesse un bel seno ma ora, davanti ai miei occhi superava tutte le aspettative. Ed ora? Le dico di fermarsi? Devo ancora cercare di difendermi dai colpi o posso passare al contrattacco?
"Che zoccolona che sei!" e vaffanculo alle elucubrazioni mentali, ai piani strategici e a tutto il resto. Se è venuta per scopare, posso mai essere tanto egoista da lasciarla insoddisfatta?

"Vuoi scopare? C'era bisogno di fare tutte queste guarattelle?"
"Voglio scopare con Antonio, il protagonista dei tuoi racconti. Voglio diventare il suo nuovo giocattolo erotico, la sua nuova dipendenza!"
"Voglio, voglio, voglio! Ti riempi la bocca di chiacchiere e non di cazzo!"
Lo tiro fuori mezzo addormentato e lo conficco tra le sue labbra, meglio che si riprenda da letargo in una bocca calda che in un paio di scomodi boxer.

Mentre me lo succhia, ho la conferma ad un pensiero fatto anni addietro, ovvero che pur essendo una figa del Bengala, specie protetta dal WWF, dovrebbe andare a prendere lezioni di fellatio da alcune cultrici della materia.
La ragazza si applica ma le mancano le basi, succhia forte, anche troppo, ed è frettolosa, tanto da rispondere alle mie critiche con un laconico: "Non ho tempo e sono venuta per fottere, per farmi fottere."

Le scopro le tette e le mordo i capezzoli, grandi e pronunciati come piacciono a me mentre le sollevo la gonna, del resto mi ha esortato lei a non perdere tempo.
Inizio ad esplorare la sua fichetta già calda e umida, perfettamente depilata ma ancora una volta mi ferma, mi esorta a sfondarla di cazzo, a non perdere minuti preziosi con questi giochetti.

Indosso l'armatura di latice e la metto a 90 gradi sulla scrivania e la infilzo in un unico colpo secco, giusto per ricordarle chi comanda e poi, del resto, Antonio avrebbe fatto così!

"Più forte.... più forte, me la devi sfondare!"
"Che vacca che sei. Chi si sarebbe mai aspettato che la precisetti algida e altezzosa fosse una cagna del genere!"

La immagino sogghignare di gusto e credo che le piaccia sentirsi apostrofare con epiteti osceni e volgari, anzi ne sono convinto considerando quanto sta gemendo. Eppure l'avevo sempre vista come una perbenista, una che si fa scopare solo alla missionaria e non più di due sabati al mese.

La sculaccio e le strizzo a turno le bocce, mi abbandono al turpiloquio mentre la sua vagina rovente si contrae frenetica attorno al mio bastone.

Ancora un paio di colpi, vigorosi e ben indirizzati, e poi libero la sua caverna, giacché desidero vederla squirtare, desidero farmi inebriare le narici da quell'odore pungente e penetrante e desidero rimproverarla per aver sporcato il pavimento con i suoi succhi.

Eccolo: la gran parte degli umori si raccoglie in una pozzanghera non piccola nei pressi dei miei talloni, alcune gocce scorrono lente lungo le gambe di Alessia.
"Levami il preservativo e fatti sborrare in faccia!"
"In faccia no... Non posso se dovessi incontrare qualcuno..."
"Allora, ingoia tutto, altrimenti ti sporcherai!"

Ecco: gli l'ho appena infilato in bocca senza problemi, Ale mi sta succhiando il cazzo bramosa di assaggiare il mio sperma. Voglio resistere, devo resistere ancora un po' perchè devo essere io a decidere quando soddisfare il suo desiderio.

Al momento giusto, esplodo in modo fragoroso tanto da non consentirle di ingoiare tutto il mio nettare, che cola dalle sue labbra sul collo fino al seno.

"Ora puliscimi per bene, che devo chiamare quel cornuto di tuo marito!"
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