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Un club familiare pt.7


di tongue81
13.03.2023    |    6.070    |    1 9.9
"Apri la porta sulla sinistra ma, non fare rumore..."
Lo zio mostrò una luce strana nei occhi verdi, che raggiunsero una tonalità molto più intensa del solito.
Mi ricomposi in fretta e furia per l'eccitazione che mi regalò il suo sguardo, desiderando di scoprire al più presto cosa avesse in serbo per me, tanto da non curarmi dei residui di sperma che colavano dal mio buchetto. Non fu semplice restare seduta, lo zio alla fine mi aveva scopato il culo con forza, senza risparmiarsi e senza troppa pietà ma il fastidio fu sopportabile.

"Giogiò, avrei ancora un desiderio!"
"Dimmi pure."
"Voglio bere un po' di cremina. Mi è piaciuto sentire il tuo sperma nel culo ma..."
"Tempo al tempo! Non pensare che la mattinata sia finita. Devi fidarti di me e devi sapere che il tuo desiderio è anche il mio. Ma tempo al tempo!"

Sorrisi e gli schioccai un bacio sulla guancia al quale ricambiò accarezzandomi la gamba in modo deciso, lasciandomi capire che da lì a breve avremmo ricominciato a scopare con ancora maggiore foga e questa idea solleticò talmente tanto la mia fichetta da iniziare a farla commuovere.

Una volta a destinazione, rimasi parzialmente delusa: zio Giovanni mi condusse nuovamente in un deposito, un grosso capannone che si trovava in una zona isolata e circondata da altre strutture semi abbandonate.
"Vieni, saliamo al piano superiore dalla scala antincendio!"
"Come vuoi tu. Ma non credi che sia meglio che vada avanti io? Non avresti una visuale migliore?"
"Bell'iniziativa! Dopo di te..."

Sentivo il suo sguardo fisso sul mio culo come se lo stesse palpeggiando, avvertii un calore intenso nella fica che venne smorzato dal lugubre scenario interno.
"Non fare casino, stai zitta e fidati. Apri la porta sulla sinistra ma, non fare rumore. Intesi?" disse strizzandomi con vigore i seni.
L'ambiente successivo aveva una vista a 360 gradi sull'interno del capanno dove alcuni uomini, mezzi nudi, si stavano radunando attorno ad alcune casse di legno disposte come un palco improvvisato.

Notai anche che questo secondo ambiente era totalmente diverso dal primo in cui eravamo transitati: odorava di pulito, di fresco, era arredato con mobili nuovi e con sedie e divanetti recentemente acquistati.

Vidi una figura femminile, una bella donna sulla quarantina, fasciata in un elegante tailleur color panna mettere in rassegna tutti gli uomini presenti: ondeggiando su un paio di decolté dal tacco vertiginoso, la signora iniziò a studiare tutti i maschi presenti che in modo esplicito e diretto le evidenziavano le proprie dotazioni sessuali.

Aguzzando la vista riconobbi Aldo, il collaboratore di mio zio che vidi la settimana precedente nell’altro capanno, e Jay, un ragazzone senegalese che avevo incrociato un paio di volte a casa dei nonni, dove si era occupato di alcuni lavori pesanti.. Zio Giovanni, approfittando della situazione, iniziò a sollevarmi il maglioncino, iniziando a stimolare i miei capezzoli con leggeri pizzicotti ai quali risposi cercando di afferrare il suo bastone già turgido.

"Chi è quella donna?"
"Davvero non la riconosci? Guardala bene!"
"Come faccio a capire chi sia? Siamo lontani e poi sta sempre di spalle!"
"Devi avere pazienza. Falle terminare la selezione e poi sono certo che la riconoscerai senza alcuna esitazione. Appoggiati al vetro, tanto non ti possono vedere."

Eseguii la sua richiesta ma solo dopo aver sfilato il maglioncino e, dopo che solo quattro fortunati vennero selezionati, rimasi impietrita appena riconobbi chi fosse l'elegante sconosciuta. Venni travolta da quella rivelazione inaspettata, sconvolta e ammutolita non riuscii neppure a godere delle mani di zio Giovanni che esploravano il mio corpo con la stessa bramosia della prima volta.

"Stai tranquilla e goditi lo spettacolo. " mi rassicurò accarezzandomi dolcemente la testa con una mano mentre con l'altra iniziava a puntare il medio verso il mio culetto ancora sporco del suo stesso sperma.

"Ma ... Zio..."
"Non devi mai chiamarmi zio! Ricordatelo!" grugnì adirato dopo avermi inferto una sculacciata dolorosa ma necessaria per scuotermi dallo stato di imbambolamento in cui ero piombata.
"Scusami...." miagolai divaricando leggermente le gambe in modo involontario ma consentendo alle sue dita di esplorare al meglio il mio sesso.
Tornai ad osservare la scena: i quattro uomini rimasti si erano completamente denudati e avevano offerto i propri cazzi a quella donna elegante, ancora vestita del suo abito chic, che aveva il volto di zia Sara, la moglie del porco che nello stesso momento stava esplorando i miei buchetti.

"Ora conosci un nostro segreto, piccerella. Devi sapere che da quando eravamo fidanzati abbiamo sempre avuto relazioni con altre persone" affermò con voce serena e pacata, prima di abbassare i miei slip e tuffarsi sulla mia fica umida.
"Ci siamo dati una sola regola: ogni sera e quando dico ogni sera, avremmo dovuto fare l'amore, come due sposi innamorati ed eccitati" aggiunse prima di riprendere a far correre la sua lingua sulle grandi labbra.

Vidi mia zia venire fagocitata da otto mani che esplorarono ogni meandro del suo corpo nudo e percorso da tante piacevoli scariche elettriche, vidi quei cazzi di ogni misura, a turno o a coppie, violare la sua bocca dalle più disparate angolazioni.
"Quiiindiiii, ancheeee leeeei saaaaa di noiiiiii!?"
"Ci diciamo tutto, da sempre. Dovresti ringraziarla perché è grazie a lei che ho sconfitto le mie remore."

Chiusi gli occhi, sorrisi come fosse davanti a me e la vidi stesa sulle casse disposte al centro della scena, immobilizzata da Jay e da un altro ragazzo di colore che le scopavano la bocca e la fica furiosamente mentre stringeva nelle mani i cazzi degli altri due ragazzi.

Rapita dalla scena, esterrefatta dalla disinvoltura con cui quella donna di classe veniva brutalmente fottuta da tanti uomini diversi, chiesi allo zio di sfondarmi nuovamente, supplicandolo come se dovessi richiedere una grazia.

"Ti piace quello che vedi?"
"Ssssssiiiiiiiiii, Giogioooooooò!"
"Vorresti essere la posto della... signora?" domandò riuscendo a non identificarla tramite il grado di parentela.
"Noooooo..... Noooooo! "
"E allora perché ti piace quello che vedi? "
"Percheeeeeèèèè mi staaaaai scopaaaandooooo comeee un maaaaaatto!"
"E non vorresti avere più di un cazzo alla volta?"

Non espressi la mia volontà ma quella della mia fica: urlai un no pregno di desiderio sessuale, intriso di piacere dal sentire il cazzo di mio zio che dilatava le mie pareti vaginali in modo paradisiaco: vidi la zia a pecora sfarsi riempire i buchi da Aldo e da un altro ragazzo giovane e prestante mentre le due nerchie di colore si alternavano nella sua bocca, esplosi in un orgasmo violento che mi obbligò a sostenermi ad una sedia per non cadere rovinosamente a terra.

Nel frattempo, zio Giovanni non indugiò neppure un secondo e continuò a martellarmi incessantemente, senza alcuna sosta o esitazione, superando la durata dei quattro prestanti giovanotti che a turno eruttavano il proprio seme sul corpo della zia. Quell'immagine mi obbligò a raccogliere le ultime forze e a liberarmi da quel cazzo di marmo che ancora non accennava a smettere di devastarmi la fica: combattendo con il fuoco che avvampava il mio inguine, mi inginocchiai e accettai di buon grado di lasciarmi scopare brutalmente la bocca e di accogliere tutta la sborra in gola, nonostante fosse un getto incredibilmente abbondante.

Lo zio si lasciò cadere sul divano, esausto e finalmente appagato: io guardai verso il centro del capannone, cercando zia Sara ancora sporca di sperma e ancora circondata dai suoi maschioni: le feci idealmente un occhiolino di ringraziamento per avermi concesso il suo uomo.
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