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Casa Mastroianni pt. 15


di tongue81
28.11.2022    |    10.028    |    3 9.8
""Ragazzi, fate parlare me con Stefania e assecondatemi in tutto e per tutto..."
La serata a casa di Giovanna fu uno spartiacque nei sottili equilibri che si erano instaurati tra gli abitanti di casa Mastroianni.

La domenica rientrò in casa mia cugina Stefania, sempre all'oscuro delle tresche tra i suoi coinquilini, mentre il lunedì la casa riaccolse Caterina e Angela dopo il recente evento luttuoso.

Per Angela sarebbero stati gli ultimi giorni di permanenza nell'appartamento, in quanto si sarebbe trasferita a casa della sorella del cugino defunto per starle più vicina e sostenerla nell'immenso dolore che l'aveva travolta. Con lei non ebbi più rapporti di tipo sessuale, mentre con Caterina e Antonella continuammo a concederci fugaci momenti di piacere, sempre alle spalle dell'ignara Stefania.

Trascorse un mese e, ad inizio novembre, decidemmo di affrettare i tempi. La frenesia nacque dalla volontà di Caterina di provare, finalmente, il sesso anale che risultava inconciliabile con le brevi e furiose scopate organizzate nelle brevi assenze di mia cugina.

"Ragazzi, fate parlare me con Stefania e assecondatemi in tutto e per tutto." affermò Antonella con sicurezza. E così fece: quella sera, a cena ormai conclusa, si alzò dalla sua sedia e si avvicinò a Caterina, accarezzandole premurosamente i capelli: "Allora? Ti senti pronta a farti, finalmente, sodomizzare dal bel cazzone del nostro amico?"
Cate, presa alla sprovvista, arrossì in pochi secondi ma rispose imbarazzatissima in tono affermativo.

"We... Vado via per qualche settimana e al rientro mi fate scoprire queste piccanti novità in modo così improvviso? Brava la piccolina! Gino, perchè non torni in camera e ci lasci fare quattro chiacchiere tra donne?"
"Ste, non pensare a Luigi, che tanto sa tutto ma proprio tutto!" rispose Anto con un sorriso malizioso.
"Brutte stronze! Avete raccontato tutto all'ultimo arrivato e non a me?"
Iniziarono a discutere tra di loro, in modo scherzoso e allegro mentre decisi di mantenermi inizialmente neutrale alla discussione, considerando che gli argomenti trattati mi riguardavano in prima persona ed erano riusciti a risvegliare il mio arnese dallo stato di tranquillità.

"Vabbè... Mi arrendo stronzette! Ho capito che vi siete palleggiate un ragazzo ma è possibile sapere chi sia il fortunato?"
Silenzio: in quel silenzio osservai il caleidoscopio di emozioni che si susseguirono anche quando Antonella trovò la forza di raccontare tutta la verità.

La bomba era stata innescata e la deflagrazione avrebbe lasciato solo macerie, a meno che non fossi stato un bravo artificiere: "Ste, ma che ti incazzi a fare? Siamo tutti adulti e abbiamo concordato assieme come scopare tra noi senza litigare." inspirai profondamente e continuai: "Avremmo potuto continuare a tenerti all'oscuro di tutto e, invece, abbiamo fatto emergere la verità quando abbiamo avuto la certezza di non compromettere la serenità tra di noi. Tanto, la tua permanenza in casa ormai è agli sgoccioli!"

Finalmente, dopo una discussione sempre meno accesa, mia cugina capitolò, accettando la situazione: "Va bene, mi arrendo ma, finché dividerò la stanza e il letto con Gino, farete le vostre cose nelle vostre stanze e solo nelle vostre stanze. Su questo, non accetto nessun tipo di replica."

Sancimmo la tregua con un bicchiere di vino e poi, trepidante, mi avvicinai a Caterina: "Stasera potrei dormire da te..."
"Nononono... Stasera i tre porcellini dormono assieme!" affermò mia cugina

"Ste, scusa ma perché?" rispose Anto spiazzata da quell'affermazione.
"Perché, se siete tanto affiatati e desiderosi di continuare questa storia, dovete festeggiare assieme, tutti assieme!"

Ovviamente, risposi alla provocazione con fermezza e chiedendo alle ragazze di avvicinarsi a me; iniziai ad esplorare i loro corpi davanti a mia cugina, come se fosse un gesto naturale e ovvio, le baciai entrambe a turno e poi affermai: "A me, l'idea piace e non poco!"

Caterina mi rispose accarezzandomi il petto e si diresse verso la sua stanza sculettando in modo pronunciato e invitando Antonella a seguirla. Mi congedai da Stefania con un abbraccio e corsi in camera a recuperare preservativi e lubrificante.

Entrando nella stanza di Cate vidi che le amiche non avevano perso tempo e già avevano iniziato a baciarsi e a masturbarsi a vicenda; rimasi a torso nudo e lanciai un’occhiata verso il corridoio, dove mia cugina stava assistendo alla scena: "Ste, non mi pare che tu sia stata invitata a questa festa che hai tanto criticato. Quindi, non puoi neppure assistere, a meno che..."
"A meno che? Che vuoi dire?"
"A meno che tu non accetti di farti scopare!"

Nonostante sembrasse parte di un piano ben preciso, risposi in quel modo istintivamente, dimenticando il rapporto di parentela diretta con Stefania: ormai gli ormoni avevano preso il controllo del mio corpo e alzai ulteriormente la posta mostrando il mio cazzo in tutta la sua erezione alla cuginona.

"Gino, stai fuori? Che cazzo dici?" ringhiò Stefania cercando di dissimulare la sua attenzione per il mio arnese.
"Vedi che ti sto facendo una cortesia. Pensi di essere stata tu la cugina delle mie fantasie erotiche adolescenziali? Sei carina ma mai quanto Francesca o Valeria."
"Stronzo!"
"Sarò anche stronzo ma tu mi stai succhiando il cazzo con gli occhi, dato che non distogli lo sguardo da lì!"

La provocazione era terminata e, inaspettatamente, mia cugina fece un passo verso di me, mi assestò un ceffone e, infine, si piegò sulle gambe per portare il mio bastone alle sue labbra.
Il gesto colse tutti di sorpresa, scatenando l'incredulità di Anto e la malcelata delusione di Cate.

Stefania si dimostrò da subito una vera professionista del pompino, profonda conoscitrice del cazzo e delle vie da percorrere per dargli piacere; riuscì a portarmi quasi al limite semplicemente alternando movimenti sapienti di labbra e lingua lungo tutto il mio bastone. Cercai di raffreddare la situazione chiedendole di spogliarsi ma fu inutile, dato che replicò a quella richiesta iniziando a pomparmi l'uccello e obbligandomi a mordermi il labbro inferiore per non venire dopo così poco tempo.

Ad ogni succhiata, mia cugina riuscì a lasciare copiosi quantitativi di calda saliva lungo tutta la mazza così da stimolare al massimo tutte le terminazioni nervose del mio arnese, prima lentamente e poi a ritmo frenetico. Le espressioni di estasi che si suggerirono sul mio viso furono la sua ricompensa, la dimostrazione di essere in grado di condurre il gioco sessuale.

"Voglio vederti il culo!" mugugnai a voce strozzata.
"Vorrei... Ti ricordi cosa ci ha insegnato la nonna?"

Stefania si alzò in piedi, si tolse la maglia e il reggiseno, mostrandomi un paio di tettine a coppa di champagne e, infine, dopo essersi voltata, fece cadere il pantalone della tuta ai suoi piedi.
Il fondoschiena della cugina finalmente mi fu mostrato in tutta la sua perfezione, nonostante venisse oltraggiato da un paio di mutandine dozzinali: alto, sodo e carnoso, quel mandolino d'autore era il risultato di quindici faticosissimi anni di danza, era la Cappella Sistina dei culi visti fin a quel punto della mia vita.

Mi immersi tra le sue natiche senza la minima esitazione leccandole famelico e lasciando alle dita il compito di stimolare clitoride e vagina, che già era incandescente e bagnata. Affondavo le dita all'interno della cavità senza incontrare alcuna resistenza ma solo peccaminosi gemiti di piacere.

Stefania iniziò a mugulare come gattina prima di venire travolta da un orgasmo lungo e intenso da cui si fece investire ma non travolgere, gestendo le contrazioni con grande maestria.

Ammutoliti dall'imbarazzo ma eccitati, ci guardammo per qualche breve istante negli occhi, cogliendo l'uno nell'altro una flebile espressione di imbarazzo non sufficiente ad arrestare il nostro desiderio. La cuginona afferrò un cappuccetto, lo srotolò sul mio bastone e, dopo aver sollevato una gamba in alto, si fece impalare in piedi sfruttando tutta la sua flessibilità.

Fu l'inizio di uno scontro sessuale nel quale entrambi cercarono di sopraffare l'altro sfruttando il piacere sessuale come un'arma di dominazione mentale. Scopammo come selvaggi, con una fame primordiale di sesso che sembrava inesauribile tanto da non avere mai bisogno di utilizzare un letto come superficie d'appoggio.

Prima in piedi, poi sulla scrivania, pompai la figa di mia cugina in modo vertiginoso, facendo risuonare oltre ai tanti gemiti emessi, non solo da lei ma anche dalle altre ragazze, anche il suono sordo delle mie palle che si scontravano con le sue natiche.

"Seeeeiiiii un poooorcoooooooo! Staaaaaaaiiiiii chiaaaaaaavaaaandooooooo tuaaaaa cugiiiiiiiinaaa!"
Non risposi ma le strizzai con vigore un seno facendola gemere ancor di più, come se le avvessi voluto rispondere che era vero ma non le stava affatto dispiacendo, anzi che stava godendo come una matta a farsi sfondare a 90°, appoggiata ad una scrivania, dal cuginetto.

Cercai Antonella con lo sguardo e la trovai immersa tra le tette gigantesche di Cate e alla deriva in un gorgo di piacere lesbico: tuttavia, ricambiò il mio sguardo, soddisfatta dalla scena a cui stava assistendo. Continuai a penetrare la fichetta di Stefania fino a quando non venne investita da un orgasmo dirompente e fragoroso, tanto da fare uscire dalla spirale di godimento le altre due ragazze, lasciandole sconvolte.

Diedi un'ultima pacca al culo della cugina, sfilai il preservativo e, con il cazzo alla massima erezione, puntai dritto verso il culetto di Caterina.

[Continua]
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