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Lui & Lei

Casa Mastroianni pt. 5


di tongue81
24.06.2022    |    7.733    |    4 9.8
"La domenica mi svegliai di buon ora e, sfruttando le condizioni meteo finalmente favorevoli, decisi di scendere a fare una corsetta leggera..."
Dopo l'estenuante scontro sessuale, Anto ed io filammo dritti ognuno nel proprio letto ma solo dopo aver effettuato una doccia tonificante per ripulirci da umori e sudore.

La domenica mi svegliai di buon ora e, sfruttando le condizioni meteo finalmente favorevoli, decisi di scendere a fare una corsetta leggera.
Tornato a casa verso le 11:00, feci una doccia ristoratrice, preparai il caffè e, brandendo in una mano dei cornetti ancora tiepidi, entrai nella stanza di Antonella.

Nella penombra, vidi la sua siluette adagiata supina sul letto e con gli occhi affrontai il falsopiano delle lunghe gambe affusolate, puntando al traguardo in salita di colle chiappa.
"Dormigliona, sono le 11:00!" le sussurrai dolcemente all'orecchio sventolando i cornetti ancora tiepidi sotto al suo naso.
"Cazzo! È tardissimo! Non ti avevo chiesto di svegliarmi prima?" disse scattando come una molla e correndo a gambe levate verso il bagno.

La attesi in soggiorno, seduto al tavolo imbandito, Anto entrò nella stanza e bevendo frettolosamente un caffè latte disse:"Che ragazzino tenerone che sei! Scusami se sono stata frettolosa ma ero convinta, prima che iniziassimo a giocare, di averti avvisato che stamane devo andare in stazione a prendere la mia amica Giovanna. Poverina, si è rotta un braccio e ancora ha difficoltà a portare il trolley".

Sbottai: "Non mi avevi detto nulla né ti avevo autorizzato, dato che i miei piani per la mattinata erano leggermente diversi. Per dimostrarti la mia benevolenza, ti concedo di aiutare la tua amica, però prima vieni qui e mi sbatti le tette in faccia, dopo mi fai vedere una foto di Giovanna."

"Che ti frega di vedere Giovanna? Già ti sei stancato?"
"Curiosità antropologica, perché normalmente le ragazze bone hanno solo amiche cesse."
"Ragazzino sfacciato e linguacciuto! Stai dando del cesso alla tua cuginetta, dato che mi trovo in questa casa per averci stretto amicizia tre anni fa!"

Terminato l'ultimo morso di cornetto, Anto si abbassò le spalline del vestito, slacciò il reggiseno e lo ripose con dovizia sulla tavola, infine raccolse un residuo di crema al cioccolato da un fazzoletto che andò a spalmarsi sui capezzoli.

Appena si arrestò innanzi, mi tuffai sulle tettone, che ripuliii avidamente con grande soddisfazione certificata da una erezione immediata.
"Mmmmmhhhh. Vedo che hai gradito la mia iniziativa.... Se sarai paziente e tanto magnanimo da farmi trovare anche qualcosa di pronto per pranzo, ti prometto che sarò ancora più porcellina di ieri."
Appena ebbi soddisfatto il mio capriccio, si ricompose rapidamente e si allontanò verso la sua stanza. La attesi sull'uscio di casa e dissi "Non stai dimenticando nulla?".
"Assolutamente no, ti ho lasciato una pendrive sul letto contenente tutte le foto migliori che abbiamo fatto io e Giovanna lo scorso luglio quando ci prendemmo una giornata di relax a mare post esame." e schioccandomi un bacio sulle labbra, uscì frettolosamente.

Durante l'assenza di Anto preparai prima un sugo olive e capperi, quello che viene chiamato puttanesca, proprio per ribadire le mie intenzioni pomeridiane, mi occupai dei miei panni sporchi e risposi anche ad una lunga telefonata di mia cugina Stefania, che mi informò che sarebbe rientrata nel tardo pomeriggio con un passaggio in auto mentre Caterina e Angela sarebbero rientrate solo il giorno seguente.

Finalmente, presi la pendrive, copiai il contenuto sul mio PC e mentre ci accingevo ad visualizzarlo, udii la porta aprirsi e la voce di Anto che mi annunciava il suo ritorno.

"Ho fatto il prima possibile. Che caldo afoso, quasi quasi mi do una rinfrescata rapida così poi pranziamo! Ti sono piaciute le foto? Mica ti sei fatto una sega senza di me?"
Aprii la porta socchiusa della sua stanza e dissi: "In tutta onestà, le foto manco le ho viste, ho cucinato, fatto una lavatrice e sono stato a telefono con Stefania, che mi ha informato che dovrebbe arrivare entro le 19:00. Dato che l'acqua bolle, vado a buttare la pasta."

Antonella si presentò in cucina indossando solo una delle mie maglie oversized; impiattai la pasta e iniziammo a pranzare in un silenzio surreale, fino a quando, a piatti ormai vuoti, dissi: "Dovresti andare a prendere le melanzane a funghetto dal frigo e il pane dalla credenza. Dato che ci sei, puoi anche iniziare a masturbarti, così dopo ti trovo già calda."
"Ragazzino porcellino!" fu la sua risposta pronunciata con tono spiritoso.

Non appena fu a tiro, le diedi una sonora pacca sul culo a cui seguì un debole e finto accenno di protesta che venne immediatamente soffocato portando l'indice alla bocca; quando arrivò davanti pensile dove c'era il pane, girai la sedia per guardarla, iniziai ad accarezzarmi il pacco e dissi: "Prendi quello di soia, quello che trovi sulla terza mensola."

"E' troppo in alto, non ci arrivo... uffa!"
"Se ti impegni e ti alzi sulle punte ce la fai, sei alta un metro e settanta non un metro e un cazzo come Angela!"
Seguendo le mie indicazioni raggiunse lo scaffale facendo sì che il movimento scoprisse il fondoschiena incorniciato in un perizoma bordeaux, confermando l'ottimo gusto nella scelta della biancheria, tornò verso il tavolo e lasciò le pietanze richieste sul tavolo, mentre la mia mano destra decise di verificare quanto fosse già bagnata.
"Hai ancora fame? Vuoi mangiare altro?"
"Non mi va nulla di ciò che si trova a tavola..." rispose maliziosamente.

Le feci cenno di accomodarsi sotto al tavolo, estrassi il cazzo e glielo puntai in faccia, ricordandole di non smettere di sditalinarsi: "Ho detto mangiare, non segare! Usa le mani per fare ciò che ti ho chiesto!".
Iniziai, con calma, a mangiare un boccone di pane con le melanzane mentre la mia mazza acquisiva maggiore vigore nella bocca di Antonella. Presi delle altre melanzane e continuai il pasto in modo apparentemente imperturbabile fino a quando, ormai con lo stomaco sazio, le diedi un colpo secco di cazzo e dissi: "Vedo che non hai appetito quindi sbarazza il tavolo e rassetta la cucina".

Era una menzogna, dato che la ragazza pompava con foga rallentando solo per emettere qualche gemito incontenibile. Mi alzai, le porsi una mano per aiutarla a rialzarsi e iniziai a penetrarla con due dita finché era intenta a raccogliere le stoviglie sporche. Appena ebbe finito, estrassi le dita dalla figa già piena di umori, la liberai, continuai a segarmi fin quando non raggiunse il lavandino e iniziò a insaponare i piatti, quindi mi sfilai completamente i pantaloni e i boxer e mi posizionai alle sue spalle.

"Fai attenzione a non rompere nulla, altrimenti divento cattivo!" dissi con freddezza dopo aver sollevato la maglia e prima di spostare la sottile striscia di stoffa del perizoma.

La penetrai con un colpo secco facendola sobbalzare, le strinsi una tetta con la mano destra e con la sinistra iniziai a sculacciarla.
"Vedo che, anche quando non faccio il ragazzino, la tua figa gradisce essere riempita dal mio cazzo!" e iniziai a sbatterla con foga animalesca, contrariamente a quanto accaduto la sera prima.

"Sssii, il tuo cazzo mi piace sempre... Non lo avevii aancooraa capitooo!"
Le morsi dolcemente l'orecchio e le sussurrai: " L'avevo capito ma non avrei mai immaginato che ti piacesse così tanto. Pensavo che fossi una ragazza profumiera e schizzinosa, una che la fa odorare e poi scopa solo alla missionaria. Ne ero fermamente convinto, almeno fino a quando non abbiamo iniziato il gioco!"
"Inveece sonoooo unaaaa vaaaacccaaa! Noooon immmaginaaavooo che il cuuugineeettooo fosssse coossìììì!"

La sculacciai forte, provocandole un arrossamento alla natica: "Non sei una vacca, sei la mia bambola!" e gliene assestai un secondo altrettanto forte.

"Ssssoooonoooo ciiiiiiò che vuuuuoiiiiiii, baaasta che miiiii scoooopiiiiiiii seeeempreeee cooosììììììììììì!"

Tanto più aumentava il suo respiro, tanto più continuavo a stantuffarla con forza, ogni volta che estraevo l'asta la vedevo sempre maggiormente lucida e bagnata dai suoi umori e questa immagine mi galvanizzò non poco.
Continuai a martellare incessantemente, lo schiocco delle mie palle contro il suo culo mi incitava a non rallentare e così feci; attesi con ansia il suo primo orgasmo che non ritardò molto e riecheggiò nelle mura di casa: "Cazzzooo.... Cazzzooo... Miiii staaaaaai sfooondaaando, lo seeentooo nellooo stomaaacoooo!"

Avendo previsto l'amplesso le avrebbe piegato le gambe, le cinsi i fianchi per tenerla ancora a novanta gradi e continuare a scoparla nella stessa posizione.
"Ti reggo io" le sussurrai affannando.
"Aaaahhhh.... Aaaaaahhhh.... Sssiiiiii.... Non tiiiii ferrmmareee!"

Non appena le forze le permisero di reggersi da sola, le sollevai la maglia che ancora indossava, feci scivolare il reggiseno verso il basso e dopo averle afferrato le bocce, ripresi a pompare la fica grondante con ancora ulteriore vigore.
Anto iniziò a emettere gemiti con toni molto più acuti, il viso era stravolto e la posizione in cui l'avevo obbligata la stava sfiancando.

Attesi il suo secondo orgasmo, decisamente più impetuoso del precedente, che venne accompagnato da urla irripetibili, quindi decisi di allentare la presa sui fianchi, la feci girare verso di me, la baciai con avidità stringendola al petto e, quando fui sicuro che avesse recuperato la stabilità, la sollevai di peso: iniziai a scoparla stando in piedi.

Si avvinghiò a me tipo koala, con le gambe strette lungo la vita e le mani che la sostenevano per le chiappe. Il suo seno era schiacciato contro il mio petto, i nostri capezzoli sembravano rincorrersi a vicenda mentre le nostre lingue roteano frenetiche tra le nostre labbra bagnate.

Ovviamente, la posizione mise a dura prova sia lei sia me e dopo poco si rese necessario cambiare posizione, magari potendo contare su di una superficie da appoggio; pertanto, senza sfilare il cazzo dalla sua figa, la adagiai sul tavolo sul fianco sinistro. Mi separai da lei, presi la sua caviglia destra e la portai sulla mia spalla;
iniziai a leccare la coscia in tutta la sua lunghezza e, infine, affondai la testa nella sua vagina per succhiare avidamente le sue secrezioni.
"Dalle qualche secondo di riposo... La stai devastando..."
"Decido io quando finire, bambola. Inoltre, le reazioni del tuo corpo ti smentiscono perché dicono che vuoi essere ancora sbattuta dal mio cazzo!"
"Hai ragione. Ragazzino, ti posso chiedere di sborrare dentro la fighetta? Se lo farai, sarò in debito con te, così posso provare se è vero sperma amplifica il piacere, come sostiene una mia amica...".

Colsi la palla al balzo e lasciandola sul fianco ripresi a penetrarla; seppur avessi iniziato con affondi lenti e delicati, la penetrazione in quella posizione le stava piacendo meno del solito.
Tuttavia, non appena il piacere si impadronì nuovamente dei suoi sensi e del suo corpo, aumentai la frequenza dei colpi e il loro vigore; vidi le sue tette sussultare e scontrarsi tra di loro come due pendoli newtonianie i suoi occhi andavano alla deriva nel mare agitato della libidine.

Afferrando Anto per le tette, riuscii a continuare ancora per qualche minuto e, alle prime avvisaglie dell'immanente eiaculazione, accelerai ancora di più.
Uno... Due... Tre... Quattro... Cinque colpi...
Poi il mio cazzo eruttò sperma violentemente: al primo schizzo urlai come un dannato, al secondo anche, al terzo venne anche Antonella e al quarto mi lasciai cadere su di lei, senza mai smettere di pomparla.

"Cazzooooooo! Che senssaaaziooneee meeeravigliiiiiosa! Sei diiiviino, ragaaaazzziino!"

Estrassi il pene ancora turgido dalla vagina, vidi un rivolo di sperma colare fuori da lì e cadere prima sul tavolo e poi sul pavimento, quindi avvicinai la cappella ancora impregnata di liquidi alle sue labbra e le sussurrai: "Ora vedi di pulire tutto, prima che torni mia cugina..."
"Con immenso piacere, ragazzino!" e schiuse le labbra.

[Continua]
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