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Un club familiare pt.4


di tongue81
03.02.2023    |    14.495    |    6 10.0
"L'anafora finale è un tributo che dedico ai miei più fedeli lettori, sperando che sia un gradito invito a conoscerci virtualmente..."
Per pulirmi dal suo sperma, zio Giovanni utilizzò il reggiseno che in precedenza aveva riposto nel suo zaino: quando fummo rivestiti e sistemati, ci infilammo nella Mini per riaccompagnarmi in facoltà. Durante il tragitto sia lo zio sia il maestro di sesso si alternarono a condurre la discussione a cui partecipai emettendo solo monosillabi, ancora estasiata dalla raffica di ormoni che non accennava a diminuire.

Giunti a destinazione, dopo essere stata salutata con un bacio sulla guancia, mi disse: "Iniziamo a definire alcune regole: se hai qualche fantasia particolare, me la scrivi immediatamente, senza badare a orari. Se scopi con qualcuno, lo voglio sapere. Infine, mandami gli orari delle tue lezioni e ogni sera mi aspetto una foto ma non devi mai essere totalmente nuda. Intesi?" Annuii frettolosamente, gli schioccai un ultimo bacio e scappai via, dritta verso il bagno per approfittare dei 15 minuti residui prima che iniziasse la lezione: mi masturbai ferocemente appagando finalmente le mie voglie e ritrovando la concentrazione necessaria per seguire il corso di matematica finanziaria.

Rividi lo zio la domenica seguente, a pranzo dai nonni: quell'atmosfera familiare, la presenza di tutti i nostri affetti e quella di zia Sara, bellissima nel suo abito tartan, innescarono in me un forte desiderio di sesso che sarebbe rimasto insoddisfatto.
A fine pasto, tra un dolcetto e un limoncello, la discussione si spostò prima sull'andamento della carriera universitaria di mio cugino Antonio e successivamente sulla mia.
"Vittoria è andata come un treno, peccato solo per matematica finanziaria..." sospirò mio padre
"Davvero?" lo interruppe zia Sara, dopo aver mangiato un dolcino con la solita sensuale grazia.
"Si, figurati che lo sta seguendo nuovamente, perchè l'anno scorso non ci ha capito nulla. " rispose papà
"Embè, ora te lo fai uscire di bocca? Giovanni, tu sei stato un mago della matematica finanziaria!" esclamò convinta zia Sara guardando il marito.
"Sono stato... Vent'anni fa..." bonfochiò sbadigliando il mio zietto.
"Vic, quando sta il prossimo appello?" domandò la zia con la sua proverbiale dolcezza.
"Tra un mese ma non ci provo neppure, andrei a perdere tempo!" replicai con fermezza
"Cristiano, tuo fratello per due volte a settimana fa lezione a Vittoria e voi il venerdì sera ci tenete i bimbi. Affare fatto?" esclamò zia Sara cercando un cenno d'intesa dal marito
Si strinsero le mani ed io esultai in silenzio: certo, avrei dovuto farmi in quattro con lo studio ma ne sarebbe sicuramente falsa la pena.


Martedì mattina arrivò il messaggio dello zio, chiedendomi di presentarmi alle 18 nel suo ufficio. Spaccai il secondo e lo trovai elegantissimo nel suo abito grigio intento a dialogare con una sua collaboratrice, Maria Rosaria, una ragazza alta e formosa, dal sorriso contagioso e due occhi nocciola grandi ed espressivi. Me la presentò e poi con tono affettuoso la liquidò dicendo che avevamo da studiare.

Non appena chiuse la porta a chiave, mi attirò a sè, baciandomi la bocca e il collo, tastandomi il culo prima sopra il jeans, poi infilando una mano dentro.
"Prima il dovere..." sibilò con gli occhi traboccanti di lussuria.
Stemmo per un'ora con la testa sui libri, iniziai a capire i concetti grazie agli esempi reali descritti da quell'uomo affascinante che riusciva a tenere impegnata la mia mente e, al contempo, a far bagnare la mia fica.

"Basta! Non ce la faccio più!" sbottai capricciosa come una lolita impertinente.
Afferrò il foglio con il programma d'esame, lo scrutò attentamente e si posizionò alle mie spalle: iniziò a farmi domande per verificare che avessi metabolizzato gli argomenti trattati, massaggiando con cura le mie spalle e facendo in modo che percepissi la sua erezione.
Tra una domanda e l'altra, aprì delicatamente la zip della felpa iniziando a spostare le sue mani sulle clavicole e scendendo con discrezione e lentamente verso il seno.

Nonostante l'eccitazione, non interrompemmo la ripetizione ma le carezze dello zio si fecero sempre più audaci, le dita affusolate correvano lungo il mio addome, sfionando sempre con maggiore insistenza il bottone del jeans.
"Brava, sei una brava alunna!" disse lo zio infilandomi due dita tra le gambe.
"Sei un bravo maestro tu, Giogiò!" risposi contenta per l'iniziativa presa.
"Mi piace questo nomignolo... "

Mi alzai felina ma facendo in modo che lui alle mie spalle continuasse il lento movimento circolare attorno al clitoride, mi chinai per slacciare gli stivaletti e infine feci scivolare il pantalone a terra.

Zio Giovanni, con lo sguardo imbronciato, mi baciò la bocca con passione spostandomi dolcemente verso la sua scrivania: una volta seduta sulla sua scrivania, mi guardò con disappunto: "Sai cosa mi fa ribrezzo? I collant! Ora fammi vedere come ti masturbi!"
"Giogiò, dai...."
"Dai un cazzo... Spogliati e fammi vedere come godi da sola mentre immagini di venire sfondata da me!"

Ubbidii, mi feci ammirare nuda, totalmente nuda come altre poche volte e arrossii quando comparì sul volto dello zio un espressione di piacere alla vista delle mie tette.

Mi risedetti sulla scrivania, allargai oscenamente le gambe e ripresi i movimenti circolari che poco prima avevano iniziato a farmi sbrodolare. Nonostante avessi avuto più di una esperienza dissoluta, solo con lo zio riuscivo a bagnarmi in quel modo. Le dita iniziarono a salire e scendere lungo il perineo, oscillando tra le grandi e le piccole labbra.
"Infilati il medio nella fica!"
Eseguii l'ordine emettendo un gemito e iniziando a penetrarmi immaginando di avere due copie gemelle dello zio: una mi scopava la fica mentre la seconda mi baciava appassionata.

In breve tempo, affiancai l'anulare al medio e aumentai il ritmo delle penetrazioni, entrando in uno stato d'estasi che diede voce a quella insolita fantasia.
"Sei una porca, una ninfetta che deve essere addestrata per bene!" affermò lo zio con lo sguardo del predatore che si prepara ad assalire la sua vittima.

Fui devastata da un primo orgasmo, urlai come se mi stessero dando bruciando viva con le fiamme della lussuria ma il mio maestro mi incoraggiò a continuare, domare quel fuoco divampante fino a farlo ridurre ad una confortevole brace.

"Continua, continua così! Non rallentare... Il fuoco lo puoi spegnere solo con il fuoco!" affermò annusando le mie mutande.
Nonostante tutto, mi affidai al mio maestro e continuai a penetrarmi nonostante iniziassero a dolermi i muscoli delle braccia, nonostante il piacevole calore che si stava diffondendo per tutto il mio corpo mi fiaccasse il respiro e le forze.

Continuai imperterrita fino a quando un secondo orgasmo, meno rumoroso ma infinitamente più intenso, mi trascinò in un tornado di emozioni che mi fecero zampillare la fica come avevo visto solo nei porno.

Chiusi gli occhi e quando li riaprii, vidi i miei schizzi colare lungo lo schienale della sedia dello zio, disegnando traiettorie tortuose.

"Leccala, leccala tutta e dimmi com'è!" mi intimò iniziando a spogliarsi. "Leccala, leccala.... Leccala!"

[Continua]

P.S. L'anafora finale è un tributo che dedico ai miei più fedeli lettori, sperando che sia un gradito invito a conoscerci virtualmente.
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