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Lui & Lei

Casa Mastroianni pt. 4


di tongue81
23.06.2022    |    7.518    |    1 9.8
"Finalmente decisi di abbandonare l'atteggiamento passivo e di iniziare a darmi da fare: iniziai a stantuffarla a velocità crescente, sempre coordinando il..."
Si accasciò sul letto, compiaciuta, eccitata e con il fiato ancora corto; osservavo le curve dei fianchi, il seno con le areole arrossate, le labbra ancora arricciate in una smorfia di piacere. Antonella si girò su fianco, sul culo ancora abbronzato erano ancora evidenti i segni che le avevo lasciato stringendolo. Girai attorno al letto fino ad arrivare alle sue spalle, presi il preservativo che avevo messo sotto l'elastico del boxer e lo adagiai sul comodino. Infine, liberai il cazzo e la abbracciai da dietro: palpeggiandole le tette, strofinai mie le labbra dalla spalla al collo, le stuzzicai i capezzoli con le dita e, alla fine, cercai la sua bocca con la mia.
Iniziammo un lento bacio durante il quale le lingue si rincorsero e si intrecciarono freneticamente, i suoi denti talvolta affondarono dolcemente il mio labbro inferiore mentre gemiti e sospiri scandivano il passare del tempo.
Avvertivo con il cazzo il calore emanato dalla sua figa ancora calda e grondante, gli umori impiastricciavano la mia cappella che, a momenti alterni, sfiorava prima la rosetta anale, poi le grandi labbra e viceversa.

"Scopami... Ragazzino!"
La sculacciai e dissi: "I ragazzini certe cose non le fanno e le sanno nemmeno fare... Ti scopo da uomo, chiapparella!" e la sculacciai nuovamente.

La misi supina, feci cadere della saliva sulle tette e infilai il mio pene nel solco per una nuova spagnola a cui impartii un ritmo sostenuto, giusto per portare al massimo l'erezione. Ovviamente, ogni volta che la cappella si liberava dalla morsa delle mammelle, trovava le labbra e la bocca famelica di Antonella pronta ad accoglierla di buon grado.

Quando mi ritenni soddisfatto, con un rapido movimento, balzai più avanti, in posizione perfetta per scoparle la bocca e per raggiungere il preservativo sul comodino senza interrompere il piacere.

Ancora con la bocca piena di cazzo, Anto mi chiese di non prendere il cappuccetto e, liberatasi le fauci, mi confidò di essere allergica al latex.
Dopo essermi steso a suo fianco, continuando a segarmi, mi sussurrò dolcemente: "Ho dei preservativi senza lattice ma sono sicura che non siano della tua misura, quindi staresti molto scomodo. Inoltre, prendo la pillola per regolare il ciclo, saresti la prima persona con cui scopo senza protezioni e non ti mentirei mai e non certo per la paura di essere cacciata da questa casa."

"Mmmmmhhhh.... Anche per me sarebbe la prima volta senza preservativo. Va bene, monta su. Tanto ho deciso che ti sborro sulle tettone..."
“Come sei gentile, ragazzino… Ti confesso che sarebbe stato un peccato non godere al naturale di un cazzo con queste vene belle gonfie…”
“Parli troppo e agisci poco!”

Con un balzo felino, Anto si impalò senza alcuna esitazione ed iniziò a cavalcarmi lentamente, gustandosi il mio cazzo dal primo all'ultimo centimetro: "Mmmmmhhhh.... Quanto è largo.... Devo andarci piano altrimenti mi faccio male!"

Decisi di aiutarla nell'impresa afferrandole le natiche e dilatandole leggermente, cosicché venisse facilitata la penetrazione e lei potesse aumentare il ritmo quando lo avesse voluto: "Così va meglio?" le sussurrai ansimando.
Come risposta, Antonella inarcò in avanti la schiena, mi mise le tette in faccia e velocizzò l'andatura mentre io, non ancora sazio, continuai a leccare e mordicchiare voracemente le sue bocce, senza mai allentare la presa delle mani sulle sue chiappe, anzi aumentai la forza impressa.

Finalmente decisi di abbandonare l'atteggiamento passivo e di iniziare a darmi da fare: iniziai a stantuffarla a velocità crescente, sempre coordinando il ritmo al movimento imposto da lei ma assestandole con la stessa regolarità della cavalcata degli schiaffetti sulle natiche.
“Ti stai facendo scopare passivamente, ragazzino!”
“E non mi pare che ti stia dispiacendo! Anzi…. “

Com'era ampiamente prevedibile, le contrazioni della sua vagina aumentarono progressivamente, così come i suoi umori: "Porca puttaaana, ragaaaazzziino, ssstoo veeeeneeendo".
"Stai godendo, maialina?"
"Sssssiiiiiii…. Ssssssiiiiiiiiiii…"

L'orgasmo le disegnò un ghigno quasi grottesco sul volto, dove le labbra si schiusero in modo osceno, come se dovesse iniziare un pompino ad un cazzo invisibile, mentre gli occhi rotearono leggermente all'indietro. La attrassi verso di me, le sue dita iniziarono a disegnare cerchi e linee sul mio petto e la disarcionai: Anto rimase prona sul letto, ancora intontita di piacere ed io ne approfittai per posizionarmi dietro di lei, le allargai le gambe e, dopo averle palpeggiato il culo, mi decisi a sollevarle il bacino.

Con colpo secco e deciso, infilzai la sua figa gonfia e rossa, ridestandola dallo stato di trance in cui era caduta: "Ora ti faccio divertire di nuovo" le dissi a denti stretti e, dopo averle afferrato i capelli senza violenza ma con fermezza, iniziai ad affondare il mio cazzo nella sua caverna calda ed accogliente.
Ad ogni colpo, lo schiocco prodotto dall'impatto delle mie palle su suo culetto rimbombava nella stanza; il ritmo dei colpi sembrava scandito da un metronomo tanto era regolare e preciso, cosicché in breve penetrò nel mio cervello rilasciando una scarica intensa di adrenalina.
"Cazzooooo! Scopami per beeeeneee a pecoriiiiina! Oggi, dooomani e quando vuuuoiii!"
Ero in uno stato di semi incoscienza e riuscii solo a sbiascicare un freddo ok mentre mentalmente cercavo di convincere il mio cazzo a resistere ancora un po', giusto il tempo di un ultimo affondo.
Riuscii a resistere per diversi minuti ma il nuovo orgasmo di Antonella mi mise alle corde, assestando un colpo durissimo alle mie speranze di resistere ancora.

"Ragazziiiiinooooo, sto veeeeneeendo di nuuuuuovooooo! Sei un diaaaavoloooo!"
Sfilai il cazzo dalla sua fica permettendole di far colare i propri umori lungo le coscie mentre con un filo di voce le dissi: "Girati così finalmente ti sborro sulle tette!".
Anto riuscì a girarsi giusto in tempo dato che lanciai prima un gemito grave e prolungato, poi si lanciò a pelle di leopardo verso il mio cazzo, pronto ad eruttare.

Le bastò sfiorare con le dita la cappella arrossata per venire colpita dai primi due fiotti di sborra sul seno, come desideravo, e da un terzo conclusivo in pieno viso quando, supponendo che si fosse già scaricato completamente, si avventò sul mio cazzo ancora svettante.

Raccolse con la lingua un rivolo di sperma che colava da labbro superiore e, guardandomi fissa, con voce affannosa, asserì: "Ragazzino, ragazzino... Sei un bravo porcellino! Non mi aspettavo tanto qualità!"
Ormai sfinito ma beato le risposi sbiascicando: "Neppure io..." e girai lo sguardo verso la finestra.

[Continua]
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