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Un club familiare pt.6


di tongue81
01.03.2023    |    6.829    |    1 9.8
"Mi sfilai da dentro di lei, contemplai la sua figura giovane e tonica, osservai le natiche arrossate da qualche sculacciata più robusta e i capezzoli..."
Quell'immagine di mia nipote, sexy ma raffinatissima, ebbe un doppio effetto: il primo, scontato, fu quello di portare la mia eccitazione alle stelle mentre il secondo mi riportò alla mente le Angels di Victoria Secrets, quel manipolo di super modelle che ad inizio anni 2000 infiammavano le passerelle di mezzo mondo.

"Vieni da me, vieni dal tuo Giogiò!" sussurrai con voce pacata ma intrisa di lussuria.
Si avvicinò sulle punte, ad ampie falcate, facendo emergere la sua natura felina e la consapevolezza di essere l'oggetto delle mie pulsioni.
Con le dita sottili non perse tempo e le puntò dritte verso la patta dei calzoni che ormai faceva fatica a contenere l'erezione.

Liberò il mio arnese con movimenti delicati, quasi solenni, come fanno i gioiellieri quando toccano le pietre preziose, lasciando però trasparire la sua eccitazione, la sua bramosia di assaggiare quel pezzo di carne viva e pulsante.

Il risultato fu clamoroso: Vittoria si produsse in un pompino lento e salivoso, alternando con passione leccate e pompate a ritmi sempre variabili, portandomi più volte vicino all'estasi della lussuria. Il mio cazzo spariva e riappariva dalle sue labbra delicate come se fosse la cosa più naturale del mondo, i suoi movimenti vennero trasformati in un'elegante danza al suono di una melodia silenziosa, il calore della sua bocca si trasferì prima al mio pene e poi a tutto il mio corpo, arrivando sin nelle sinapsi.

Vittoria stava gustando il mio bastone con avidità, godendo del controllo e del dominio che aveva sul mio corpo: i suoi gesti venivano talvolta interrotti da piccoli gemiti che evidenziarono anche la sua eccitazione.

Quando fu sazia, con uguale delicatezza e meticolosità, la feci stendere sul letto, rimossi il sottile velo di stoffa che parzialmente nascondeva alla vista il suo inguine e, infine, mi tuffai tra le sue gambe cercando di farmi travolgere dal vorace appetito che quella fichetta giovane mi suscitò.

"Mmmmmmm... Dai Giogiò, sbattimelo dentro!"
"Calma, non avere fretta e fammi gustare per bene la tua patatina!"
"Mmmhhhhh.... La paaatatiiinaaa vuooole laaaa salsiiiicciaaaa!"
"Non essere frettolosa..."
Rimasi in quella scomoda posizione, con la testa schiacciata contro la sua vagina, nonostante i piccoli fastidi alla cervicale fin quando il giovane corpo non iniziò ad essere percorso da spasmi incontrollabili e piacevoli.

"Voglio vederti squirtare, voglio ubriacarmi di te!" affermai eccitato come un satiro e sollevando la testa alla ricerca di sollievo muscolare.
Gli occhi di Vittoria si illuminarono a giorno, segno che il mio desiderio era condiviso: iniziai a penetrarla prima con un dito, poi con due e infine, per condurla verso l'apice del godimento, con il mio bastone, ancora umido della sua saliva.
Iniziai a scoparla con movimenti profondi, decisi, per condurla dolcemente all'apice del piacere.
"Piuuuuuuuù foooorteeeee, piuuuuuuuù foooorteeeee!" ansimò cercando di facilitarmi il compito.

Continuai fin quando non mi allontanò con un gesto secco, segno che ormai era pronta a zampillare come pochi giorni prima nel mio ufficio: mi inginocchiai a bocca spalancata, motivato a non sprecare neppure una goccia della sua dolce rugiada.
Raccolsi gli schizzi dal mio collo con le dita che leccai avidamente, diedi a Vittoria il tempo di riprendersi dallo sforzo baciandole le gambe e accarezzandole i seni, prima di riprendere a fotterla con vigore.

"Brava bambina... Sei stata davvero superlativa. Ora ti scopo perbene prima la fica e poi il culetto!" asserii con grande tranquillità, certo che non avrei incontrato la sua resistenza.
Mi guardò con occhi dolci, traboccanti di affetto misto a lussuria, desiderosa che dessi seguito alle parole.
Si girò sul fianco, sollevò una gamba con grande leggiadria e, infine, allungò una mano verso il suo sesso indicandomi di essere pronta alla ripresa delle ostilità.

Furono momenti di grande passione, scanditi da gemiti più o meno sommessi, alternandoci in evoluzioni fisiche sempre più complesse e faticose che la portarono a raggiungere un nuovo violento orgasmo che la fece arrossire e urlare di piacere.
Mi sfilai da dentro di lei, contemplai la sua figura giovane e tonica, osservai le natiche arrossate da qualche sculacciata più robusta e i capezzoli martoriati tanto dalle labbra quanto dalle dita. Infine, compiaciuto e soddisfatto per quanto fatto, la girai a pancia in giù, mi rituffai tra le gambe divaricate e iniziai a dedicarmi al fiorellino anale.

"Mmmhhhhh... Giogioooooooò... "
"Ti piace, porcellina?"
"Ssssssiiiiiiiiii! Faaaaaai piaaaaanooooo!"
"Sarò una piuma!"
"Noooooon ci creeeeedo! Mi haaaaai deeeeevastaaaaataaaa!"
"Stai tranquilla e non opporre resistenza!"

Feci colare un po' di saliva sul buchetto prima di accingermi a violarlo con un dito: "Sei vergine?" domandai con un pizzico di preoccupazione.
"Nooooo. Ma faaaaai piaaaaanooooo!"
"Zucculella, di che ti preoccupi. Non è la prima volta che ti fai sfondare!"
"Noooooo ma tuuuuu non veeeerraaaaai subiiiitoooo!"

Sorrisi: mi eccitò da morire quella confessione e quel complimento, mi eccitò talmente tanto da indurmi ad andarci davvero con i piedi di piombo affinché potessimo godere nuovamente entrambi di quella penetrazione.
Ci vollero diversi minuti prima di riuscire a sconfiggere la resistenza del suo buchetto, fu necessaria tanta pazienza e altrettanta saliva ma, alla fine, prima la cappella poi un po' alla volta tutta l'asta penetrarono in quell'anfratto stretto ed inizialmente ostile.

Vittoria non mostrò alcun segno di fastidio, anzi i suoi mugolii dichiararono il suo gradimento nell'essere inculata, anche quando incominciai ad abbassare il piede sull'acceleratore, affondando il glande con velocità crescente.

"Spaccaaaaami!" urlò in preda alla lussuria più sfrenata.
Benedissi la sua sfacciata gioventù e continuai a muovermi cercando di massimizzare il piacere di entrambi. Sfortunatamente, le sue continue affermazioni, sconce e prive di ogni remora morale, non fecero altro che catalizzare sempre più freneticamente il mio godimento. Eruttai dentro di lei in modo incontrollato, lasciandomi cadere sulla sua schiena privo di forze e baciandole deliacamente la spalla sinistra.

"Sei stato meraviglioso Giogiò!"
"Siamo, siamo stati meravigliosi!" risposi afferrandole il seno destro.
Ci abbandonammo sul letto, sudati, stremati, impregnati dell'odore acre del sesso ma felici e appagati.
"Non avevo mai goduto come oggi. Neppure quando sono stata presa da due uomini..."
"Che troietta! Quindi hai anche sperimentato la doppia!"
"Si ma forse con le persone sbagliate, persone che hanno pensato solo a svuotarsi le palle."
"Non li biasimare, è difficilissimo non perdere il controllo quando sei con una fica come te."
"Però tu mi hai fatto godere, sei riuscito a farmi squirtare. Difficilmente riesco a bagnarmi tanto con altri uomini!"

Elaborai rapidamente le sue affermazioni venendo attanagliato da un sentimento contrastante, un misto di eccitazione e rabbia; la guardai affettuosamente e la invitai a ricomporsi.
"Giogiò, devi tornare a lavoro?"
"No, ma mi sta balenando un'idea ...'

[Continua]
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