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Monica 2 - La trasformazione ma Francesco mi scopre


di MoniqueBlanc
15.10.2020    |    519    |    0 9.2
"Sei te ? ormai mi ero fatta scorprire - Eh si! ahahahah - Francesco scoppiò in una risata, cui seguì anche la mia -Questa poi! Non ci ero proprio arrivato!..."
Giunta in camera, mi sedetti sulla poltrona Ero ancora in agitazione per essere stata scoperta così.
Dopo un po’, mi tolsi gli abiti maschili e rimasi con quello che avevo indossato. La mia figura femminile apparse davanti ai miei occhi riflessa nello specchio.
Andai in bagno, mi sciacquai il viso, lo insaponai e presi il rasoio per essere sicura di avere il viso liscio. Terminata questa operazione iniziai a truccarmi. Era un lavoro che mi portava via sempre un po’ di tempo e mi piaceva mentre lo facevo mi faceva stare bene.
A poco a poco il volto veniva ingentilito dal trucco che ne faceva risaltare la femminilità.
Terminato: mi truccai le labbra. Per completare indossai la parrucca che mi ero portata, bionda mossa e lunga. Mi guardai, ritoccai ancora un po’ il trucco con un po’ di mascara e lucidalabbra.
Indossai un abitino nero, un paio di decolette nere con tacco 10 e iniziai a camminare per la stanza, muovendomi come una modella. Si, non ero niente male. Mi sedetti specchiandomi, presi una collana e me la misi, assieme ad orecchini e anelli e alcuni braccialetti.
Mancava ancora qualcosa … presi la boccetta di profumo e me lo spruzzai. Quella fraganza femminile aggiungeva quel tocco in più al mio lavoro.
Mi piaceva rimanere così, guardarmi, specchiarmi, provare i miei movimenti.
Mi rialzai e passeggiai per la stanza. Aprii la finestra del balcone e uscii fuori. Guardai attorno l’albergo e sotto le strade e i passanti e le auto passare. Mi accesi una sigaretta che fumai piano piano dolcemente e sensualmente guardando i passanti e sorridendo qua e là.
Tornata in stanza ritoccai il lucidalabbra e il rossetto.
Raccolsi nella mia borsetta l’occorrente per il trucco, il profumo e altre cose che si portano con sè.
Mi sedetti e provai a parlare cercando di trovare un tono il più femminile possibile.
Poi accesi la tv, facendo zapping, il tempo passò. Guardai l’ora: erano già mezzanotte. Sentivo tutto tranquillo e nessun rumore provenire da stanze e corridoio e fu così che mi venne la tentazione di uscire fuori dalla mia stanza per camminare un po’ nel corridoio. Attesi ancora un po’ per essere sicura di non incontrare nessuno.
Misi un paio di occhialoni da sole che mi coprivano gli occhi e parte del volto. Mi infilai un cardigan lungo che slanciava la mia figura
Presi la borsetta, come se dovessi uscire e imboccai la porta, guardando che tutto fosse tranquillo, la chiusi dietro di me.
Non sapevo nemmeno io cosa stavo facendo, ma la mia idea era quella di percorrere un po’ il corridoio e prendere fiducia in me stessa.
Era tutto deserto per fortuna e andai avanti e indietro per il corridoio diverse volte.
Arrivata davanti la porta dell’ascensore sciacciai il pulsante e senza nemmeno rendermene conto stavo scendendo verso il garage. Uscita mi misi a passeggiare un po’ per l’autorimessa deserta visto che nessuno mi vedeva e potevo sbizzarirmi un po’. Poi ripresi la porta dell’ascensore e risalii. Uscita ripercorsi un pezzo di corridoio quando all’improvviso si apri la porta davanti a me. Cercai di far finta di nulla.
-Buona sera bella signora - era la voce di Francesco.
imbarazzata, abbozzai con un filo di voce una risposta - Buonasera
E’ davvero elegante lo sa? - continuo
ed io - Grazie
-Senta, io sto uscendo per andare a prendere una boccata d’aria le va di far quattro passi insieme?
Stavo già per rifiutarmi, quando Francesco mi prese a braccetto dicendo - Non accetto un rifiuto, averla incontrata è un segno del destino.
Ero imbarazzata e ormai non sapevo che dire così farfugliai qualcosa e cedetti all’invito. Salimmo in ascensore e lì Francesco mi fissava sorridendo e dicendomi - Sei davvero splendida lo sai? ed era passato al tu.
Arrivati al piano uscimmo, Francesco mi teneva stretta a braccetto e io, se pur in preda a mille pensieri, assecondavo quel gesto di quel cavaliere improvvisato.
Camminammo lungo la strada. Dopo un po’ ci avevo preso gusto. Camminare sui tacchi all’aperto senza timore e anzi con un cavaliere che mi stava accanto era qualcosa di improbabile e inatteso che mai avrei pensato di fare.
Dopo un po’ incrociammo un Pub, Francesco disse - Ti va se ci sediamo un po’
Annuii, anche perchè camminare sui tacchi per strada non essendoci abituata mi cominciava a fare male ai piedi.
Ci sedemmo ad un tavolino in un angolo. Arrivò il cameriere chiedendo cosa prendevamo.
Francesco ordinò un Havana Cancha
e per la signora ?
e senza che nemmeno potessi rispondere lui disse - lo stesso!
il cameriere si allontanò e Francesco iniziò a parlare - è proprio una bella serata, non fa nemmeno freddo ancora e la città è piacevole non trovi?
farfugliai un - Sì
Che c’è? sei timida? Dai togliti gli occhiali, sono curioso di vedere i tuoi occhi
Ti faccio vedere una cosa … e tirò fuori una foto in cui c’erano lui e due bambini un maschietto e una femminuccia sorridenti. Sono i miei figli. Lo vedi non sono mica Barbablù.
Sorrisi, mi fece ridere e quella foto era davvero bella e così sfilai gli occhiali
Oh bene eccoli! Eccoti! Sai che hai davvero dei bei occhi
Sì, chissà a quante lo dici.
- No no ti giuro sono molto intensi e profondi e simpatici
Grazie
Nel frattempo arrivò il nostro Havana
Sorseggiando Francesco mi guardava e diceva - E’ davvero una bella serata e poi averti incontrata e chiacchierare così, se non ti avessi incontrata avrei passato la sera da solo e invece eccoci qua
Dopo alcuni sorsi, forse sotto effetto dell'alcool precedente e ora di questo mi rilassai
Continuammo a parlare Francesco era lì per lavoro e l’indomani sarebbe tornato a casa. Mi raccontò che aveva preso dei regalini per la sua compagna e i suoi bambini.
Era una persona gioviale e rassicurante. Al tempo stesso raffinato e galante e non perdeva occasione per fare un po’ lo spavaldo.
Mi chiese di me e dissi che trascorrevo unl w.e. di vacanza e che erro arrivata nel pomeriggio.
Raccontai che volevo visitare una mostra di un famoso pittore.
Francesco mi accarezzò la mano e sorrisi, forse un po’ ebbra.
Era bello stare seduta ad un tavolo così normalmente. Finimmo il nostro cockail.
Francesco fece segno al cameriere di portarne altri due.
Io ero brilla e senza volere gli dissi - no dai, è giù la terza volta che beviamo
Francesco - Come la terza? La seconda! …. fu allora che guardandomi collegò gli eventi.
Ma dai …. sei te ?
ormai mi ero fatta scorprire - Eh si!
ahahahah - Francesco scoppiò in una risata, cui seguì anche la mia
-Questa poi! Non ci ero proprio arrivato! E’ la serata delle sorprese!
-Lo sai? Sei fantastica nel farlo mi prese la mano e mi fece il baciamano
Di sicuro dovevo essere arrossita
Arrivò il secondo Havana … bevemmo e ci guardavamo.
Francesco non mi staccava i suoi occhi di dosso, dicendo …- Fantastica! Sei splendida!
Se lo avessi immaginato ti avrei ordinato un dolce alla panna … e scoppiò a ridere e io dietro a lui, se pure imbarazzata.
Finimmo di bere. Francesco, da cavaliere, pagò.
Subito dopo eravamo per strada.
Entrambi brilli e ridevamo.
Francesco mi ridava braccetto.
Percorrevamo un viale alberato e si bloccò … ma fatti vedere un po’ meglio … e mi fece girare su me stessa. - Sei davvero uno spettacolo
E mi strinse tra le sue braccia … senza che nessuno dei due capisse che stessimo facendo mi prese il viso tra le mani e mi bacio. Un bacio da innamorati, anche se sapevamo un po’ di Havana entrambi.
Ci guardammo.
No! dai Francesco non dovevamo!
poco importa ormai è fatto e per questa notte sei la mia fidanzata
Imbarazzata sorrisi
Anzi sai che facciamo ora? Prese il telefonino e mi disse sorridi e scattò un selfie. Poi me la mostrò … guarda che coppia di innamorati che siamo.
Sorrisi
A proposito non mi hai ancora detto il tuo nome
Non mi ero mai pensata con un nome di donna e colta alla sprovvista dissi - Monica
ok Monica - piacere Francesco e mentre mi strinse la mano … mi ristrinse a sè mi ribaciò, questa volta con maggiore intensità e passione, tanto che mi accorsi che nello stringermi ne avevo percepito l’eccitazione
Camminando eravamo arrivati all’albergo.
Prendemmo l’ascensore. Come le porte si chiusero Francesco mi ribaciò e io contraccambiai, ormai lasciandomi andare e perchè entrambi praticamente brilli.

Arrivammo davanti alla sua porta e mi disse vieni, prima di andarcene a dormire parliamo ancora un po’. Entrai ...
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