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Monique 1 - Mi rese femmina (prima parte)


di MoniqueBlanc
13.08.2018    |    831    |    1 9.8
"Volevo sentirmi femmina e far godere il mio uomo..."
Succhiavo andando su e giù sul suo membro, accarezzandolo tra le labbra.
Su e giù lentamente, lo afferrai tra le mie dita laccate con smalto nero, accarezzandolo, quando staccavo le labbra da lui e per eccitarlo sempre di più.
Era lì, davanti a me che si eccitava alle mie carezze.
Sembrava chiamarmi e dire il mio nome .. vieni piccola Monique .. e così continuavo a succhiarglielo.
Sempre andando su e giù sull'asta e facendolo scorrere tra le mie dita che lo massaggiavano.
La bocca si fermava per dargli piccoli bacini, poi riprendeva, su e giù, su e giù, lungo l’asta, leccandola tutta. La lingua la leccava quell'asta, dura e eccitata. Insaliva quel cazzo, la bocca poi scorreva sulla cappella, ora gonfia, poi scendeva giù, piano piano facendolo inturgidire tutto, leccava prima una pallina, poi l’altra, come fosse un bel gelatone. Com’erano già belle gonfie e piene della sua sborra.
Scorreva quel cazzo tra quelle labbra.
Ero inebriata, in suo potere. Magnetizzata da quello scettro.
Ormai in balia di lui, del suo volere, succhiavo, emettendo mugolii di piacere, cercando di avere un tono, femminile, da gatta in calore.
Fu in quell'istante che lui mi afferrò la testa e iniziò a guidare il mio pompino. Non sapevo che fare.
Mi spingeva la testa contro il suo membro, dando il ritmo del pompino.
Mi sentivo presa tra le sue grandi mani e forti di maschio, e il suo cazzo che, grande e duro, mi riempiva la bocca e che lui spingeva dentro con colpi pieni della sua eccitazione di maschio.
La mia testa era pressata sul suo cazzo. Incredibilmente mi era entrato tutto in bocca.
Ero imprigionata in quella presa e mi sentivo soffocare, gemendo e potei così tornare a respirare perché lui esperto e capendo, uscì dalla mia bocca.
Ero impietrita, presi fiato, e lui era di nuovo lì davanti alle mie labbra.
Mi baciò, e me lo rimise davanti alla bocca, dicendomi .. dai continua porcellina, lo so che ti piace.
Avide del maschio, le mie labbra di femmina ripresero a succhiarglielo.
Lui rise e disse sì così ..sei bravissima sai ... sembra che tu non abbia mai fatto altro, lo vedi che ti piace, sei proprio una porcellina, una troietta, lo sapevo che avrei fatto di te una vera femmina.
Così, eccitata, dal suo fare, continuai, gemendo di piacere, quando lui pulsava, dentro la mia bocca che scorreva.
Si fermava, segandolo, per poi rimetterlo dentro le labbra.
Ero vogliosa di lui, mi sentivo così eccitata, così femmina, mente l'asta scorreva tra le mie dita e la cappella dentro la mia bocca.
Lo sentivo ansimare di piacere ed anche io gemevo, il tono della mia voce miagolante era divenuto quello di una donna vogliosa che mugolava ed emetteva piccoli gemiti che lo eccitavano ancora di più.
Si dai gemi troietta, lo sapevo che lo volevi.
Era superlativo quel suo cazzo, duro, con quel sapore di maschio.
La mia testa ora scorreva, ritmata, dalla sua mano sul suo cazzo, i miei orecchini tintinnavano, nella foga del pompino.
Ero impazzita, mi sentivo così eccitata, provocante, femmina, calda amante e sentivo il suo piacere, la sua passione, staccandomi, prendevo , ora, il comando del suo piacere, per farlo ansimare e supplicare ed attendere che continuassi.
Volevo sentirmi femmina e far godere il mio uomo.
Quel gioco continuò a lungo, ci fermavamo e riprendevamo, eravamo in preda ad una foga inarrestabile. Era bellissimo vedere che si eccitava per me e che mi desiderava e vederlo sorridere e scherzare, nella foga della passione, e mi sentivo, così donna, così femmina, la sua donna, la sua femmina. Stava facendo uscire in me cose che mi sorprendevano e mi piaceva sentire di essere donna e così sensuale e sexy da farlo gemere di piacere e voglie.
Lui pure era in estasi e diceva parole spinte, che lo eccitavano ancor di più mentre le diceva.
Sei la mia troietta e così dicendo mi mise una banconota nel reggiseno. Quel gesto, lì per lì, mi paralizzò, quasi a mortificarmi. Lui mi guardò e sorridente disse Che c’è sono pochi, e così facendo ne aggiunge un’altra. Hai ragione una troietta come te merita di più, e prima che abbiamo finito ne guadagnerai ancora mi sa e rise.
Mi sentii persa, in sua balia, femmina, senza difese, trattata e pagata come una troia. Ma lui non mi diede modo di pensare e replicare e riprese a sbattermi sul volto il suo cazzone eccitato e duro. Sorrideva e me lo accostò alla bocca e mi disse dai ora fammi un vero pompino, da brava, da professionista del sesso quale sei.



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