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RICORDI e DESIDERI ... " Faccio i conti, con la contabile condominiale "


di Nathan69
30.03.2021    |    423    |    0 8.7
"Le due si guardavano con occhi lucidi e sguardi molto strani..."



Ho quasi sempre vissuto in condominio, tranne un periodo, dove trasferito per lavoro, e poi per convivenza, ho abitato in case singole. Ma la sfortuna, sempre pronta ad entrare ed uscire dalla vita, mi costrinse a trasferirmi ancora in un appartamento con mio padre. Questa volta, al contrario di altre, le spese condominiali si pagavano a parte. A tenere questa contabilità, la signora dell'ultimo piano, sposata con figli, benestante di famiglia sia lei che il suo lui. Lei, commercialista, lui con uno studio medico, ma che lo portava spesso, anche se per breve periodi fuori dal nostro comune. All'ultimo piano, tutto di loro proprietà, con attico e l'ampiezza di due appartamenti uniti e e trasformati in uno unico. Ad essere del tutto sincero, sin dal primo momento in cui, per motivi di informazioni, ebbi un primo veloce contatto e conoscenza, non mi era molto simpatica. Un viso con un'espressione che sembrava quasi darle fastidio la mia nuova presenza, e di donna sempre incazzata. Probabilmente la cosa poteva anche essere reciproca. oppure semplicemente il suo modo di fare. Ma la giudicai forse in maniera sbagliata, anche se il mio intuito sbaglia poco, come una signora del tutto troppo snob. Sinceramente, la incontrai poco, durante il primo anno di convivenza condominiale. Ma per essere del tutto sincero, quel corpo ben fatto, piccolo, giusto alla mia portata, mi attizzava molto. Quando riuscivo a capire che anche a sera tardi era lei che andava in doccia, o semplicemente in bagno, la mia fantasia, correva a mille. Io che dal mio letto sentivo tutto. Specialmente quando, sapevo che il marito a casa non c'era, il figlio più piccolo, probabilmente dai nonni, oppure dalla zia, si perchè una volta lo sentii chiamare zia, una bella signora che era passato a prenderlo, e mentre salutava la mamma, riuscìi a capire anche se non sapevo se fosse una sorella oppure una cognata di lei. Sapevo avere anche una figlia più grande. Non sapevo l'età, che apparentemente mi sembrava sui 18, o 19 anni, ma in ogni caso maggiorenne. L'avevo vista scendere insieme alla madre ed al resto della famiglia, con l'ascensore. una ragazza gentile, come pure il ragazzino. L'unica che salutava poco, e sempre a testa bassa, era solo lei, la signora che di nome, si chiamava, Giorgia. Un pò alla volta, tra un incontro occasionale nell'entrare ed uscire da casa, oppure volutamente da me cercato, quando sapevo l'orario in cui andava nel suo ufficio, a poco a poco, qualche scambio di saluto prima, e qualche parola in più poi, iniziò tra noi ad esserci. Un giorno, mentre stavo controllando la cassetta della mia posta, vidi la famiglia al completo con tanto di valigie, zaino, e borse, uscire dalla porta del condominio, diretti verso la loro auto. Ci salutammo, e mentre mi apprestavo a prendere l'ascensore per risalire, si presentò davanti. Le chiesi se doveva salire anche lei, e mi rispose gentilmente e stranamente con un piccolo sorriso, di si. Quindi com'è normale fare, la feci entrare, per salire insieme. tanto io mi sarei fermato al secondo, e lei proseguito al terzo. Non so come, trovai il coraggio di rivolgerle la parola. L'ascensore si sa, non è molto grande, ma quando scendeva o saliva lei, rimaneva un profumo all'interno dello stesso che mi piaceva da morire. Un profumo penetrante. Mi rivolsi appunto a lei, dicendole:" Non per farmi gli affari suoi, ma pensavo che foste tutti in partenza." Mi rispose, che lei era costretta a rimanere a casa, e che girare tanto, non le era mai piaciuto. arrivato al mio piano, salutai, e uscii. al pomeriggio del giorno dopo, dovetti andare in farmacia, e me la ritrovai lì. Parlava apertamente con una delle farmaciste, che subito pensai essere amiche. Infatti, vidi che la confidenza era tanta, e lo capii pure, quando rivolta alla farmacista le disse: " Bene Fabiola, ti aspetto quando chiudi, così scendo e ci prendiamo una pizza e restiamo in compagnia, tanto sono a casa sola per un pò di giorni." La farmacista, una bella ragazza, sulla trentina, alta e bionda, le confermò la presenza, e si rivolse a me chiedendomi cosa mi serviva. sinceramente mi vergognavo un pò, anche perchè la signora Giorgia, era ancora li ferma, vicino a me, mentre guardava dei prodotti di cura per la pelle, nell'espositore che avevo al mio fianco. anche se sinceramente, tutto mi sembrava un perdere tempo per vedere il mio acquisto e magari uscire nello stesso mio momento. dovetti dire alla farmacista Fabiola, la quale ora conoscevo il nome, grazie a quell'istante prima chiamata da Giorgia, che avrei avuto bisogno di una peretta, un clistere già preparato, che subito prese da sotto il bancone, per incartarlo e darmelo. Vidi che la marca era una di quelle che già una volta fui costretto a prendere, ma che a differenza di un altra, presa ancor prima, dovuto alle mie tante visite di controllo dopo un intervento subito, era molto più dura da premere,per potermelo fare da solo. Non avevo la possibilità di avere nessuno essendo solo a casa, con mio padre anziano. " Mi dispiace, ma quella marca l'abbiamo terminata. In effetti ha ragione, questa è più dura da premere rispetto all'altra. Ma non ha nessuno che la possa aiutare?" Rispose la farmacista a me. Feci cenno di no, e presi quella per forza. Pagai il dovuto, e salutando uscii dalla farmacia, che era a pochissimi passi da casa. Così pure sotto casa, avevo la pizzeria. Mentre uscivo, Giorgia uscì anche lei, e rientrando a casa, si rivolse a me: " Scusa, non ho potuto fare a meno di non sentire quello di cui stavi parlando con la mia amica Fabiola, ma se hai bisogno di qualcosa, se posso rendermi utile, lo faccio volentieri." In quel momento un pò di vergogna mi prese facendomi arrossire in viso. " Perdonami, nemmeno ti ho chiesto se posso darti del Tu. Comunque, dico sul serio. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, quel che posso molto volentieri. So che sei da solo con tuo padre anziano, ed immagino che chiedere certe cose ad un padre non sia del tutto il massimo. Ma visto anche che sono sola in casa, in questi giorni, se posso rendermi utile, ben volentieri." Ringraziai, non sapendo cosa doverle rispondere, e per sviare il discorso, le risposi, che non era un problema a darmi del Tu, anzi, essendo pure sicuramente più grande di lei, mi faceva sentire meno vecchio. quelle mie parole, le strapparono una risata.... " Scusa, ma perchè quanti anni hai? " 58 risposi. " Non ci credo, sembri almeno un mio coetaneo." Lo so risposi." Nessuno mi da gli anni che veramente ho." E ci fermammo sotto il porticato di casa, a fare quelle due parole. " Sai, non ho nulla da nascondere a mio marito, ma dove evitare essere da lui capita male, meglio ......" E con un sorriso un pò malizioso da me interpretato, senza concludere la frase, capii al volo che cosa volesse dire. " Vedi, ho invitato la mia amica Fabiola, questa sera, perchè quando lui è a casa, non vorrebbe nessuno tra i piedi. E quindi la vita è sempre un pò monotona. Niente amicizie, vita di coppia, senza più desideri particolari. I figli, che a volte dopo una giornata di lavoro in ufficio, diventano pesanti. E meno male che la più grande a casa c'è poco, oppure è molto autoritaria ed indipendente." Stranamente si stava sbottonando con me, sulla sua vita privata. E poi continuò.... " Ma quando devi farlo quel clistere che ti sei dovuto comperare?" Gli risposi, " domani sera, perchè dopodomani mattina ho un controllo di un intervento fatto mesi mesi fa " Con molta descrizione non mi chiese che tipo di visita dovevo fare, ne tantomeno che tipo di intervento ero stato sottoposto. E mentre ci apprestiamo a salire, nuovamente rivolta a me, aggiunse:" Se questa sera dopo cena ti fa piacere salire a bere un caffè in compagnia, con me e Fabiola, sei il benvenuto. Mi mandi un messaggio oppure uno squillo, e scendo a prenderti." Va bene, le dissi ringraziandola. Il numero logicamente lo avevo ancora dai primi giorni che ero arrivato ad abitare in quel condominio, e che mi era stato fornito dal proprietario del mio appartamento, perchè mi fossi messo in contatto con lei, per vedere le varie utenze che avevo da far aprire tramite contratto. Ed il motivo per cui avrei dovuto messaggiare prima per farmi venire a prendere, semplicemente perché era impossibile senza chiave, salire al terzo piano, visto che l'ascensore le entrava direttamente in casa. Così la stessa sera, dissi a mio padre che giorgia mi aspettava sopra per parlare delle condizioni condominiali, visto che fino a quel giorno, trascorsi ormai mesi e mesi dal nostro arrivo, mai nulla mi era stato chiesto. Aspettai le 21:30, orario perfetto visto che avrebbe cenato con Fabiola dopo la chiusura della farmacia, e non avrei voluto sembrare invadente prima. Le mandai un messaggio, e scese a prendermi. salimmo in casa sua, un bellissimo ed accogliente appartamento, con un grande salotto all'ingresso. mi fece accomodare sul divano, dove seduta c'era anche Fabiola, e si prestò a fare subito il caffè. Mentre fabiola cercava di scambiare due parole con me, io davvero non staccavo i miei occhi da Giorgia quella sera, che in quel momento di libertà casalinga ed in compagnia dell'amica, indossava una vestaglia molto corta, in cui intravedevo il reggiseno rosa, e delle mutandine nere. Molto sexy, mi dicevo. normalmente l'avevo sempre vista in pantaloni, o jeans, o qualche volta in tuta ginnica. Servito il caffè, si venne a sedere anche lei sul divano, lasciando me nel centro, tra loro due. dopo alcune parole di routine, il discorso fine sull'andare al clistere che dovevo fare la sera dopo. strana cosa mi chiedevo da solo. ancora si batte il chiodo su questo. Ok, che mi voleva aiutare in caso di bisogno, ma la cosa mi sembrava davvero strana, oltre che eccitante pure per me, ma pensai che forse era solo frutto della mia fantasia, vista la tanta voglia che avevo di stare con una donna, e quella sera ero lì con due, come se non bastasse. Oppure, aveva qualche gusto nascosto, visto la sua vita monotona, come mi aveva detto il pomeriggio, sotto casa? Bella domanda mi stavo chiedendo. " Allora hai pensato?" Mi disse. " A cosa scusa." Risposi io. " Se vuoi che ti possa aiutare a fare il clistere domani sera?" ... Già, ero talmente confuso che gli risposi: " Scusami, ero un attimo distratto." infatti lo ero distratto. Con lei seduta vicino, con le gambe tirate un pò su sul divano, la vestaglietta corta, che metteva ormai in bella mostra tutte le gambe, quasi ad intravedere le mutandine in mezzo alle cosce, a ricoprire quella che immaginavo avere tra esse, si ero molto distratto. " Ok grazie, visto che ti sei offerta e che sa solo fatico un pò, accetto volentieri il tuo aiuto." Ora l'imbarazzo diventava un altro. Dove l'avrei fatto quel benedetto clistere? A casa mia, oppure su da lei? A casa mia, c'era mio padre. E se salivo da lei, con quale scusa mi portavo il clistere da fare? E se fosse venuta lei, mio padre che cosa avrebbe pensato, visto che altre volte sono sempre stato costretto a gestirmi da solo?..... Quante domande senza risposta che mi stavano passando per la testa. Si Intromise Fabiola, dicendo:" Scusa Giorgia. Lo fai salire qui da Te?" Certamente rispose Giorgia. quindi togliendo già un pensiero dalla mia testa. Ma restava l'altro. Come salire da lei con il clistere in mano? Ma forse qualcuno mi leggeva nella mia mente, e Giorgia aggiunse:" A tal proposito, Nathan. Lascia stare il clistere che ti sei comprato oggi, che anche su suggerimento di Fabiola, preparo io la pera che ho già qui, e quello lo terrai per un'altra eventuale volta che tu possa averne bisogno." Fabiola aggiunse:" Quando mi arrivano gli altri, magari te lo cambio, così se sarai da solo, riuscirai a farlo come le altre volte." Però quando hai bisogno, si precipitò a dire Giorgia, se sono sola, sappi che io ci sono. " Certo e non solo per il clistere, vero?" Aggiunse ancora fabiola sorridendo. Le due si guardavano con occhi lucidi e sguardi molto strani. Intensi e provocatori. Mi stava salendo la pressione. " Ma non hai una donna, un'amica oppure compagna?" mi chiese Fabiola. E lì, risposi raccontando un pò la mia storia. con la faccia dispiaciuta, Giorgia mi prese la mano, in segno di conforto forse. Mano che non so come, andò ad appoggiarsi sulle sue gambe. " Oddio, che mano calda che hai? tu saresti perfetto a fare massaggi" Mi disse Giorgia, tenendo ferma la mia mano sulla sua gamba, e facendola scivolare verso l'alto. Mi venne caldo, e diventai rosso fuoco. Se ne accorse fabiola, che avvicinandosi a me, che ormai ero quasi stretto tra le due, mi disse ancora:" Non ti vergognerai spero di essere in questa situazione,vero? alla fine non siamo leonesse da sbranarti. Al massimo,...." E prima che lei concludesse la frase, intervenne Giorgia:" al massimo ti portiamo nel mio letto con noi stanotte?" Dicendo questo sorrise. La cosa mi lasciò perplesso. Non capivo più se stesse dicendo sul serio, oppure scherzando. era una donna sposata, nonostante tutto. " Scusa, e a me non la fai sentire questa mano, se davvero è calda e adatta a far massaggio come dice Giorgia?" Pronunciando queste parole, si tolse la maglietta che indossava. era senza reggiseno. Due tette da urlo, le uscirono fuori, cosa che se non feci un infarto, poco mancava. Appoggiai le mani sulle spalle di Fabiola, e la sentii sospirare profondamente. " Cazzo, è vero Giorgia. Ha due mani come il fuoco. Sono caldissime." Poi si rivolse a me:" Certo mio caro, se hai un cazzo caldo così come le mani, mandi a fuoco qualsiasi figa che ti si presenti sotto." Stavo per dire sorridendo, che di figa chissà quando, e che da molto non avevo rapporti. Quando invece Giorgia non mi lasciò nemmeno il tempo, perché rispose prima di me. " Beh Fabiola, si fa presto a verificare." E dicendo questo, fece entrare la sua mano dentro i miei pantaloni della tuta, sollevando pure gli slip per raggiungere il mio cazzo. fece presto, perchè era già talmente duro, che quasi usciva da solo. " Uaooooo, che bel cazzo duro che hai? Non me lo sarei aspettato di sentire tra le tue gambe, un cazzo così. Non l'avrei mai detto." Dicendo questo, cercò di denudarmi la parte sotto. Subito Fabiola venne in suo aiuto, sfilandomi dai piedi, pantaloni e slip. Giorgia si stava togliendo la vestaglia, e restando soltanto con il reggiseno e le mutandine, si chinò sul mio cazzo, ed iniziò a farmi un bel pompino. E chi lo avrebbe mai detto, pensavo. quella signora, che all'inizio mi stava antipatica, mi stava succhiando il cazzo sul divano di casa sua. Fabiola si alzò in piedi. Ero incantato da quei capelli lunghi e biondi. Da quel seno, da urlo, con due capezzoli da mangiare tutti. Si Spogliò completamente. Si avvicinò a Giorgia, che continuava nel suo pompino. Sospiravo, aprivo e chiudevo gli occhi dal piacere. Ma non resistevo a non guardare ciò che stava accadendo. troppo eccitante la cosa. Prese a sganciare e togliere il reggiseno a Giorgia. Facendole sollevare quel culetto fantastico che aveva, le sfilò le mutandine. Entrambi avevano due fighe belle, depilate, umide dalla voglia. si chinò su Giorgia e si mise a leccarle la figa. a quella scena incantevole, il mio piacere aumentava sempre di più. Anche Giorgia iniziava a godere della lingua di Fabiola. Che di lì a poco, andò a sedersi al mio fianco appoggiandosi e lasciandosi andare all'indietro verso il bracciolo del divano. Aprendomi le gambe davanti a me ... " Dai leccami. Voglio la tua lingua." Mi disse con voce spezzata dalla voglia. Intanto Giorgia con il mio cazzo sempre in bocca, cercava la sua figa con la mano, ed iniziò a massaggiare il clitoride ed a masturbarsi velocemente. Ansimava. I suoi sospiri si confondevano con quelli di fabiola sotto i colpi della mia lingua. " Ahhhhhhh, si, si sto venendo, dai. Sei magnifico. Lecchi la figa che è una meraviglia. Siiiiiiiiii, vengooooooooo." E in quel momento mi venne in bocca. A quel sentire, Giorgia mollo il mio cazzo. Si mise nella stessa posizione, di Fabiola, ma dal lato opposto, mi prese per la testa dicendomi:" Dai, ora tocca a me. leccami tutta, fammi venire che ho tanta voglia di godere. E poi voglio il tuo cazzo nel mio culo. Mio marito non vuole, dice che non è naturale. Ma io lo voglio ad ogni costo." Mi chinai su di lei, e sentendo già la sua figa tutta bagnata, dalla sua masturbazione, presi a leccarla, facendo entrare ed uscire la mia lingua. Passandola con la punta del suo clitoride. certo l'idea di averle sfondato il culo, forse per primo, poi, mi eccitò talmente tanto che la punta del mio cazzo, cominciava a far vedere le sue lacrime. " Ohhhh siiii. Così bravo. Continua, è uno spettacolo come me la stai leccando." Esclamò Giorgia. " Non oso immaginare quando tra un pò me lo pianterai nel culo." Fabiola intanto prese lei il mio cazzo in bocca. Cominciò anche lei il suo pompino. Una goduria pazzesca. Il cazzo racchiuso in una bocca calda che lo ingoiava tutto. La lingua, nella calda figa grondante di buoni umori. Che cosa c'era di meglio? Mi godetti quelli immaginabile al quanto impensabile momento. Ma sentivo che stavo per scoppiare. Dopo tanto tempo che nemmeno mi masturbavo, e quella situazione così intrigante, mi stimolava la libidine a mille. " Vengo, vengo, vengoooooooooo...." gridò Giorgia. Non resistevo più. " Oddio, sto per godere anch'io " cercando di non urlare, forse preso dal pensiero che mio padre sopra potesse sentire. Le due a quelle mie parole, sobbalzarono giù dal divano. Si misero ai miei piedi, in ginocchio nel tappeto che stava a terra. E da quella posizione presero a leccarmi entrambi il mio cazzo, che ormai al culmine, stava esplodendo. " Si Vengo, eccomi, vengo, dai sborro, siiiii sborroooooooooo. " Esplosi sulle loro lingue avide ed assetate della mia sborra. Non sentivo più le gambe. Mi sembrava m'avessero fatto un'anestesia spinale. Mentre mi leccavano il cazzo fino all'ultima goccia. Sospirai soddisfatto. Ma ora come avrei fatto ad inculare Giorgia che tanto voleva il mio cazzo nel suo fantastico culetto? Avevo bisogno di riprendermi un pò. Ma l'ora si fece tarda. Giorgia si rivolse a me, dicendomi: " Mi sa che ora è meglio che tu scenda a casa, altrimenti tuo padre, chissà cosa penserà. Però non pensare di farla franca. Domani sera, si ti faccio il clistere, ma tu poi, mi sfondi il culo." Sorrisi, e mentre le stavo per rispondere, Fabiola aggiunse:" Se ora ci senti, mentre continuiamo i nostri giochi lesbici, in camera, non masturbarti, che domani arriva presto, e chissà che non porti io una sorpresa...." e sorrise. Chissà che voleva dire. Rivolgendosi a Giorgia: " Ti aspetto in camera tua, mentre tu lo fai scendere. Preparo il vibratore, intanto." Si avvicinò a me, mi baciò in bocca, ed io con Giorgia entrammo in ascensore, e mi portò giù. Prima di uscire, mi disse:" Mi sei piaciuto un casino, anche se ancora il meglio deve arrivare." Mi baciò anche lei, e risalì. Intanto entrai in casa, mio padre dormiva con la televisione accesa come sempre. Andai prima in bagno, e poi in camera. sentivo qualche rumore arrivare da sopra. Immaginavo le due, nelle loro posizioni, quel vibratore che magari stava entrando ora in una, ora in un altra delle loro fighe. Pensavo alle parole di Giorgia, dette nell'ascensore, e alla sera dopo che doveva arrivare. Ma soprattutto, che intanto ad arrivare, con il mio cazzo sborrone, quella sera, ero stato io. E quale sorpresa avrebbe riservato Fabiola? Beh, per ora, buonanotte.
Nathan 😇
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