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Lui & Lei

gabriella (2)


di amolafi
01.12.2013    |    7.915    |    0 9.6
""C'è uno che non mi dispiacerebbe, niente di impegnativo, solo così come amico, per stare un po' insieme, però ho paura, ho paura che sia uno di..."
(...) Gabriella e Giuseppe si sposarono poche settimane dopo di noi e, caso vuole, presero casa proprio sul pianerottolo di rimpetto a noi. Tra le nostre coppie ci fu da subito un grande accordo. Ci ospitavamo a vicenda, andavamo a ballare, al cinema e a sciare insieme e qualche volta andammo anche in vacanza e in crociera insieme. Il tutto senza che io e Gabriella, anche solo per un momento, tentassimo di riallacciare la nostra relazione di gioventù. Tutto solo come amici, come se tra noi non ci fosse stato mai niente. Anche i nostri figli erano amici e ora che sono sposati continuano a frequentarsi.
Purtroppo circa tre anni fa Giuseppe è venuto a mancare e Gabriella si è attaccata ancora di più a me e mia moglie. Dopo cena viene da noi per non stare in casa da sola, viene con noi a fare la spesa, al cinema e tutto quello che facevamo prima.
Circa un mese fa, dopo cena, venne da noi come al solito e mentre le due donne stavano in cucina a raccontarsi i fatti loro io mi godevo le partite di Champion's sulla poltrona del soggiorno. Nell'intervallo tra il primo e il secondo tempo mi venne voglia di un caffè e mi alzai per andare in cucina a prepararmelo. Arrivato in anticamera sentii che Gabriella stava parlando, il tono della voce mi sembrava accorato e mi fermai prima della porta ad ascoltare.
"Mi capisci? Tu hai la fortuna di avere ancora tuo marito che ti dorme vicino e, certamente, ogni tanto qualche carezza ve la scambiate, io, invece, sono sola e sai quante volte avrei voluto avere un uomo vicino che mi carezzasse e mi facesse qualche coccola? A volte passo nottate intere senza dormire per quello che ho dentro e non posso sfogare."
Non usava termini espliciti ma era chiaro che intendesse dire che le tirava ma non aveva chi le faceva passare le voglie.
"C'è uno che non mi dispiacerebbe, niente di impegnativo, solo così come amico, per stare un po' insieme, però ho paura, ho paura che sia uno di quelli che va in giro a raccontare e io faccio la parte della vedova che la da via. Sapessi che è una brava persona come tuo marito non avrei dubbi ma così non mi fido."
Avevo sentito abbastanza e me ne tornai in salotto dove, a voce alta, chiesi a mia moglie di prepararmi un caffè e continuai a guardare le partite.
Sabato mattina, come al solito, mia moglie, dopo la doccia, si vestì e uscì per andare al supermercato per la spesa settimanale. Spiandola dallo spioncino la vidi bussare alla porta di Gabriella per chiamarla, Gabriella uscì con l'accappatoio e i capelli bagnati e le disse che si era svegliata tardi e, purtroppo, aveva la testa bagnata e non poteva uscire. Disse che avrebbe fatto un salto più tardi al negozio vicino per le poche cose che doveva prendere.
Dalla finestra vidi mia moglie salire in macchina e sparire dietro l'angolo in fondo alla via. Mi infilai la tuta senza mettere la mutande sotto, una veloce lavata di denti e bussai alla porta di Gabriella che mi fece entrare chiedendomi il motivo della visita imprevista. Le dissi che volevo prendere un caffè ma non da solo e avevo pensato a lei che me lo preparò e me lo servì al tavolo della cucina. Bevuto il caffè mi alzai e andai dietro di lei che era ancora seduta e la abbracciai. Sorpresa sobbalzò sulla sedia e mi prese le mani che avevo messo direttamente sulle sue tette.
"Cosa fai?"
"Immagino che anche tu ogni tanto abbia voglia di qualcuno che ti abbraccia e ti faccia un po' di carezze. Sbaglio? Io non sono uno che va in giro a raccontare i fatti miei, puoi fidarti."
Le mie parole le fecero capire che avevo ascoltato ciò che aveva detto a mia moglie. Tentò un'inutile difesa tirando in ballo mia moglie che non meritava una cosa del genere nel tentativo di divincolarsi finimmo tutti e due a terra e, approfittando del suo momentaneo spavento, mi misi sopra di lei tra le sue gambe. Cominciai a baciarla sul collo e sul viso mentre lei cercava di non farmi baciare la bocca dimenandosi. Riuscii a prendere la sua bocca ma non mi dava la lingua. Riuscii a infilare il mio braccio destro sotto la sua ascella sinistra e a prendere il polso dell'altra mano, in quel modo non riusciva più a respingermi, con la mano sinistra abbassai i pantaloni della tuta e scostai il suo accappatoio. Mi bastava puntarlo in posizione e spingere e, a questo punto, anche Gabriella smise di lottare.
"Bastardo, sei stato buono per quarant'anni ma alla prima occasione ti sei buttato."
Le dissi che se non avessi sentito le sue parole quella sera sarei rimasto ancora calmo ma così...
Mi tolsi anche la parte sopra della tuta e rimanemmo pelle a pelle sdraiati sopra il suo accappatoio sul pavimento della cucina. La toccai tutta e le bacia le tette ancora belle nonostante gli anni e poi andai giù per leccargliela e giocare con il suo clitoride. Mi girai mettendole il cazzo davanti alla bocca e me lo prese subito avidamente. Non avevamo troppo tempo e facemmo l'amore scomodamente lì dove eravamo.
La scorsa settimana l'ho accompagnata per una visita specialistica, mia moglie era rimasta a casa, Usciti dall'ospedale prima del previsto le ho proposto di farle visitare un posto che, certamente, le avrebbe ricordato qualcosa di bello. Arrivati davanti al Motel della nostra prima giornata insieme entrai senza neanche chiederglielo e arrivati nella cameretta, sono tutte uguali, avemmo tutti e due l'impressione di essere tornati indietro nel tempo. Le ricordai che avevamo fatto la doccia e cominciai a spogliarla mentre lei spogliava me. Sotto l'acqua mi divenne subito duro (a venticinque anni era certamente più granitico) e cominciai ad accarezzarla mentre la insaponavo. Avevo ancora negli occhi la sua figura mentre sporgeva il sedere per offrirmelo con le mani alte come se fosse aggrappata al muro e volli rivederla, la feci girare e lei sporse fuori il suo sedere e si chinò per scendere alla mia altezza affinché glie lo potessi mettere dentro. La sua posizione era praticamente la stessa di allora. Questa volta non lo volle nel culo ma non cambiò niente. Non era più magra come una volta ma aveva pur sempre una bella schiena e un bel culo da palpare. La presi per i fianchi per dare più forza alle mie spinte e cominciai a pomparglielo dentro. Non so se fosse la suggestione ma mi sembrava che il suo ansimare fosse lo stesso di quarant'anni fa. Mi accucciai dietro di lei e le leccai l'ano per poi scendere a leccarle la figona lavata dall'acqua della doccia. Poi fu lei a scendere e a prendermelo in bocca ciucciandolo a lungo. Vedere ancora la sua testa davanti al mio cazzo mi eccitava da matti e dovetti fermarla per non venire. Si rigirò e glie lo misi ancora dentro cominciando a spingere forte ma con un ritmo lento tirandolo fuori quasi del tutto ogni volta che mi ritraevo. Mi disse che stava venendo e mi lasciai andare venendo con lei sotto la doccia che faceva brillare la sua pelle come quella volta. Ci baciammo a lungo e poi uscimmo dalla doccia, ci rivestimmo e tornammo a casa. Mia moglie, ignara di tutto, ci aveva preparato un buon risotto che accompagnammo, per noi due era un festeggiamento, con una buona bottiglia di vino.
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