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Lui & Lei

un'avventura da ridere


di amolafi
14.02.2013    |    8.818    |    1 8.3
"Bevvi il caffè in un sorso e aspettai che finisse il suo..."
Nella piccola sala d'attesa dei Carabinieri, dove mi ero recato per una denuncia di smarrimento, eravamo io e due signore. Quella sulla mia destra non saprei descriverla perchè ero troppo concentrato a guardare l'altra, una bella signora sulla cinquantina, lunghi capelli scuri un po' mossi, un viso bellissimo e uno sguardo di quelli che ti trapassano da parte a parte.
Non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Facevo finta di leggere i cartelli che c'erano alle pareti ma lo sguardo tornava sempre su di lei che ogni volta mi sorrideva. Quando fu il turno dell'altra signora rimanemmo soli uno di fronte all'altro e io continuavo a guardarla e lei a sorridermi.
"Penso che forse ci conosciamo?"
"Niente di più facile, direi proprio di si."
"Continuo a guardarla ma non riesco a ricordare ."
"Se ci pensi bene vedrai che te lo ricordi. Pensaci."
Il fatto che mi desse direttamente del tu era un buon segno ma dovevo essere proprio rincoglionito per non ricordare dove avessi conosciuto un pezzo di gnocca così.
"Ci penso ma non mi viene in mente, sarà che mi stò rincoglionendo ma dimenticare una bella donna come te non è un buon segno."
Nel frattempo era arrivato il suo turno per entrare negli uffici e, prima di entrare, si fermò sulla porta la guardai bene e vidi che anche il fisico era uno schianto, un bel culo e un paio di tette che parlavano da sole. Si girò e mi disse ancora:
"Continua a pensarci e se non ricordi dopo prendiamo un caffè e vedrai che ti viene in mente."
Ho sessantacinque anni, sono ancora in possesso, penso, delle mie facoltà mentali e fisiche e non ricordarmi di una così non è normale. Poteva essere che tra noi fosse scoppiata una scintilla o che si fosse riacceso un fuoco spento da tempo che io non ricordavo? Comunque l'idea di approfondire il discorso mi eccitava.
Quando fu il mio turno mi aspettò e uscimmo insieme. Le chiesi se aveva qualche preferenza oppure se andava bene un bar che conoscevo con una saletta riservata e lei mi disse che il caffè lo potevamo prendere a casa sua. Me lo offriva lei.
La mia fantasia si scatenò immaginando chissà quali piaceri. Man mano che andavamo verso casa sua (mi indicava lei la strada) mi chiedeva se neanche la via dove abitava mi ricordasse qualcosa ma io vagavo nell'oblio.
Mentre salivamo le scale guardavo il suo culo che ballava davanti a me e con leggerezza vi appoggiai la mano piena palpandolo bene.
"Stai buono, ci possono vedere. Aspetta che siamo in casa.
Il cazzo era già quasi del tutto in tiro e, se me lo avesse chiesto, l'avrei scopata li sulle scale ma portai pazienza.
Entrati in casa mi fece togliere il cappotto e mi fece accomodare sul divano. Cercai di abbracciarla ma mi disse di avere pazienza.
Mentre il caffè era sul fornello si cambiò e indossò una vestaglia leggera dalla quale si vedevano tutte le sue forme e l'ombra dell'intimo bianco sotto. Non stavo più nella pelle, mi vedevo già tra le sue cosce a leccargliela fino alla disidratazione mentre lei me lo ciucciava ingoiandolo fino alle palle. Poi l'avrei messa a pancia in su e glie lo avrei messo dentro fino in fondo pompandola fino a farla venire e io con lei. Immaginavo di palparle le tette che immaginavo belle sode e di ciucciargliele come un neonato
Portò i caffè e si sedette accanto a me. Bevvi il caffè in un sorso e aspettai che finisse il suo.
"Allora non ti ricordi niente?"
"No ma non importa." Dissi mentre le passavo il braccio dietro la vita. Sentendo la schiena liscia e soda il desiderio andò alle stelle e respirai il suo profumo, per me il più buono del mondo. Stavo già sognando.
"Allora, facciamo cento Euro compreso il caffè e te lo lecco tutto mentre tu, se vuoi, me la lecchi e mi palpi le tette, poi facciamo una bella scopatina e se ti piace ti faccio prendere anche il mio culetto che, ho visto, ti piace. Poi se vuoi dopo ti faccio un altro caffè mentre fai una bella doccia e torni dalla tua mogliettina come se fossi uscito a fare una passeggiata. O:K:?"
Penso che poche volte nella vita ho preso docce fredde del genere sui coglioni. Ero tentato di accettare ma l'idea che fosse una che basta pagare e la da a tutti mi fece passare la poesia della conquista mi fece passare tutta la poesia e rifiutai.
"Ero dai Carabinieri proprio per denunciare che ho perso o mi hanno rubato, il portafoglio. Mi dispiace. Comunque grazie del caffè, sarà per un'altra volta, ora so la strada."
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