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Prime Esperienze

A 15 anni fu la mia prima volta. (3' parte)


di Stalio
09.03.2015    |    17.904    |    5 9.4
"" E lui la aprii e cominciò a spompinarmi e a segarmi..."

Quando tornò Elio, Roby era seduto ancora su quella sedia, col fiato grosso.

"Haaaaa.....vedo che vi siete divertiti, adesso tocca a me."
Roby: "Mi faccio una doccia, poi vi aspetto fuori. Avete mezz'ora."
Elio: "Tra un'ora devo rientrare in paese per rimettere a posto la chiave della casa, prima che tornino i miei. Non voglio che si accorgano di niente."
Si vede che aveva preso le chiavi di nascosto.
Poi rivolto a me: "Allora troietta, sei pronta a sbocchinarmi?"
Io: "Elio, te lo dico subito: quello che tu vuoi fare a me, io per primo lo devo fare a te. Se vuoi è così, altrimenti ciccia..."
"Ma che cazzo dici? Roby..."
Roby: "Arrangiatevi tra di voi, a me non frega un cazzo."
Elio: "Ma come..."
Intanto mi ero avvicinato a lui e, con una sola mano sulla spalla, senza forzarlo, 'l'invitai' ad inginocchiarsi ai miei piedi, e lui incredibilmente in un attimo crollò come un sacco di patate.
Con l'uccello in mano, non ancora duro del tutto, cominciai a strofinare la cappella sulle sue labbra, poi categorico: "Apri la bocca, sottospecie di amico."
E lui la aprii e cominciò a spompinarmi e a segarmi.
Il coglione non aveva fatto molta resista, anzi per niente.
Roby mentre usciva dalla stanza mi fece l'occhiolino, ed io sorrisi.
Li tenevo la testa e li spingevo il cazzo dentro, fino in gola. Dopo qualche minuto mi sedetti su una sedia per stare più comodo, mentre lui continuava a succhiare.
Devo dire che aveva un risucchio notevole e segava velocemente, ogni tanto andava sulle palle e se le infilava in bocca.
Forse aveva intenzione di farmi venire così per poi passare lui all'azione, ma io avevo altri programmi.
Glielo tirai fuori dalla bocca a forza, e: "Adesso infilatelo nel culo, da solo."
Lui mi guardò smarrito, senza l'appoggio di Roby era una nullità, poi si girò di spalle e prendendo l'uccello con una mano diresse la cappella sul buco, mentre si calava sopra di me.
Entrò subito, senza alcuna resistenza: "Hai il culo che sembra una galleria, zoccola."
Si posizionò per bene e cominciò a cavalcare, sapeva come fare, si vede che Roby gli aveva fatto fare molta pratica.
Avevo notato che era eccitato, il suo cazzo era dritto e duro. Li presi una mano, mentre mi cavalcava, e feci in modo che agguantasse il suo uccello, quindi accompagnai le sue mani in modo che si segasse mentre lo stavo inculando.
Volevo farlo sfogare così, in modo che dopo non mi rompesse i coglioni.
La zoccola venne ben due volte, prima che io gli sborrassi nel culo.
Passato il mio orgasmo, lo feci tirare su e, dopo averlo fatto nuovamente inginocchiare, puntai la cappella sulla bocca.
Lui: "No, no, è sporco."
Effettivamente c'era qualche 'escremento' anale sul manico, ed anche per questo lo costrinsi a prenderlo in bocca. Lo stronzo doveva pagarla per quello che mi aveva fatto, ed era irrilevante il fatto che mi piacesse andare con Roby.
"Usa la lingua, zoccola, è tutta roba tua." Qualche attimo ancora di esitazione, poi si decise a pulire tutto, mentre l'uccello mi si stava ammosciando.

Finito il lavoro, si tirò su. Non accennò neanche alla pretesa di fare qualcosa a me. Facendolo segare l'avevo fatto svuotare.

Ci rivestimmo tutti e tre, ed io per evitare che la sborra di Roby mi colasse lungo le gambe, posizionai della carta igienica arrotolata tra le mutande ed il buco, a mo' di pannolino.
Usciti fuori, Elio chiuse tutto, poi, salutandoci: "Ragazzi io vado avanti, è tardissimo."

Anche io e Roby partimmo con i nostri motorini, ma con più calma.
Sulla strada statale, ci sorpassavamo a vicenda, e lo guardavo quando ce l'avevo di fianco, e lui spesso si girava verso di me e sorrideva.
Aveva un bel sorriso, dolce, ed era bello con i capelli al vento.

Prima di entrare in paese, lui che mi era davanti, mi fece segno con una mano invitandomi a seguirlo, e ci imbucammo su una stradina secondaria, in mezzo ai filari di alberi di ulivo.
Si fermò vicino ad una di quelle casine di campagna in pietra, mezza diroccata.
Mi disse: "Tu hai fretta di tornare a casa? Stiamo un altro po' insieme?"
Come dirgli no?

In giro non c'era anima viva, ci sdraiammo a terra in mezzo all'erba, sotto un albero, lui appoggiato con la schiena contro l'albero ed io disteso in lungo con la testa appoggiata sulle sue cosce, e parlammo.

Cominciai io: "Roby ti posso chiedere una cosa?"
"Dimmi....." Mentre mi accarezzava i capelli.
"Ma tu sei stato mai..... Sei mai stato con un uomo? Nel senso...sei stato preso quando eri più piccolo?"
Silenzio, poi: "Non ho mai raccontato a nessuno questa storia. Comunque si, è successo, ed erano in tre, tutti dell'età di mio padre e suoi amici."
"Suoi amici? Uomini adulti?"
"Si. Uno, in particolare lo conoscevo bene. E mi piombò in casa un giorno che lui sapeva che i miei erano fuori, e non sarebbero tornati prima di sera. Lo feci entrare, lo conoscevo. Dopo pochi minuti arrivano gli altri due, lui gli aprii la porta, ed in brevissimo mi devastarono. Mi presero per ore ed ore, a turno, comunque sempre due alla volta. Tu non immagini cosa dovetti sopportare...a dodici anni."
"E dopo, non dicesti niente ai tuoi?"
"No. Per lo stesso motivo che tu non vuoi che si sappia in giro quello che è successo oggi. Per vergogna, perché comunque passavo per uno che aveva il culo rotto, no...avevo troppo da perdere. Lasciai andare."
"Ci fu solo quell'episodio?"
"Si, ma ti assicuro che mi bastò."
"E ti piacque?"
"No...troppa violenza ed umiliazione...piangevo e basta. È stata l'ultima volta che ho pianto."
Si zittii per qualche attimo.
Poi: "Ma quando sono cresciuto li ho beccati uno ad uno, e li ho massacrati di botte."
"E poi? Anche tu sei diventato un po' come loro."
"Sapevo che saresti andato a parare lì... Forse si, forse no...in questi ultimi due anni mi sono divertito parecchio, ma quasi sempre senza violenza."
"E di me.....cosa vuoi farne?"
"Tenerti, e ti prenderò spesso, questo è sicuro."
"Roby io non sono gay. Si, tu mi piaci, è vero. Ma mi piacciono anche le donne, voglio sposarmi, avere una vita normale."
"Anch'io mi voglio sposare....avere dei figli, ecc. ecc., cosa credi? Però intanto possiamo divertirci, no?"
"Mi fai un piacere Roby?"
"Cioè? Cosa vuoi?"
"Voglio che mi togli da in mezzo ai piedi Elio. Mi sta proprio sul cazzo."
"Perché non lo tieni come 'svuotapalle'? Lo fa molto bene, sai?"
"No. Mi basti tu. Hai detto che ti faccio sangue. È vero?"
"Ti dico solo questo: non ho mai scopato nessun altro con la stessa intensità di come ho fatto con te. Nessuno mi ha mai preso così tanto."
"Neanche i ragazzini più giovani?"
"Neanche. Come ti muovi tu quando ce l'hai nel culo non lo fa nessuno. Di solito, quando io ed Elio ci portiamo qualcuno al mare, dopo essermi sfogato vado via. Lo lascio nelle sue mani. Con te sono rimasto, e siamo ancora qui, insieme."
"Ed adesso ti sto facendo sangue?" E con una mano li palpai il suo uccello da sopra i pantaloni, e lo scoprii duro.
"Mirko...non posso starti vicino. Facciamo un altro round...battiamo questo record. Ti avviso che potrei metterci parecchio a venire."
"Dici?" Sfrontato, mentre gli slacciavo i pantaloni e tiravo giù la lampo.
Eccolo lì, l'uccello dei miei desideri era tra le mie mani, e svettava in alto in tutto il suo vigore. Mi girai a pancia in giù, sollevai la testa e mi avvicinai con la bocca.....hammmmm....tutto dentro. Non aveva il sapore dell'acqua di mare...mi gustai solo la gocciolina che usciva dal buco.
Quando iniziai a spompinarlo ero ancora indeciso se fargliene fare una o due. Volevo farmi sborrare in bocca, ma anche lo volevo sentire dietro. Due è meglio....ma se poi non voleva fare la seconda? Era un rischio...c'era la possibilità di rimane parzialmente deluso, d'altronde ne aveva già fatte cinque quel giorno, e con quella in atto sei.
Mentre pensavo a questo, con l'uccello in bocca, lui allungò una mano e mi palpò il culo, si accorse che c'era qualcosa: "Ma cosa ti sei messo?"
Senza mollargli il cazzo, mi tirai giù pantaloni e mutande e....pannolino. Lui capii, rise e mi infilò un dito nel culo. Mentre io continuavo a succhiare, segare e leccare.
Decisi di rischiare...di provare a fargliene fare altre due. Sapevo che non mi avrebbe deluso.
La tirai lunga per un quarto d'ora buona, mentre lui mi chiavava il culo con il dito, quindi decisi di chiuderla. Mi piaceva la storia che chi fa il pompino decide quando far godere l'altro.
Dopo una decina di risucchi potenti, sentii gli schizzi in bocca....uhmmm che buona, poi subito, senza toccarmi, venni anch'io....hooooooo....
Non mi era ancora capitato di godere facendogli un pompino. Bellissimo.

Mi guardò, sorrise, poi: "Fantastico. Sei una forza della natura."
"Non esagerare.....fino a poche ore fa non avevo mai preso un uccello in bocca."
"Meno male...altrimenti cosa saresti? Non ho ancora capito se sei naturalmente portato a fare pompini o se sono io che ti faccio un effetto particolare."
"Tu mi fai effetto...questo è sicuro."
"Bene, sono contento. Ed ho fatto bene a sceglierti."
"Sei stato tu? Non Elio?"
"Macché...te l'ho detto, era già da tanto che mi facevi sangue. Se non sarebbe stato oggi, ti sarebbe toccato un'altro giorno."
"Uhmmmm...allora ti piaccio veramente...che bello."
Osservai il suo cazzo moscio, ma che lentamente si stava rinvigorendo...allungai una mano, lo scappellai, accarezzai il buchino, ottenendo per reazione un'impennata immediata, e cominciai a segarlo.
"Troietta che non sei altro...scommetto che lo vuoi nel culo."
Me lo strofinai sulla faccia, lo baciai sulla cappella, poi: "Secondo te?"
"Spogliati dai, ti voglio nudo."
In un attimo tolsi tutto, ed in automatico mi misi alla pecorina pronto a riceverlo.
"Aspetta, prendilo ancora in bocca."
Mi ero scordato che lui, prima di mettermelo nel culo, voleva sempre che glielo prendessi per qualche minuto in bocca. Cercai di farmi perdonare, a modo mio.
Fu lui, dopo un pochino, a tirarmelo fuori dalla bocca : "Fermo, fermo...mi stai facendo morire."
Avrei voluto succhiarlo ancora, ma mi consolò il pensiero che mi stava nuovamente per trapanare.
Mi misi alla pecora, lui si posizionò dietro di me, e mentre con le due mani tenevo le chiappe aperte, puntò il buco ed entrò subito. Sentii ancora quella fitta di dolore, ma immediatamente attenuata dal calore che mi invase in ogni cm del mio corpo, quando lui cominciò a pompare.
Col senno di poi, credo che poche altre volte, nella mia vita, abbia sentito quelle sensazioni che provai con quell'amplesso.
Lui mi scopava, io gemevo, mi contorcevo dal piacere, urlavo, gemevo, le dita ficcate nel terreno.
Veramente... non saprei dire quanto durò, certamente più di mezz'ora, in cui io ebbi tre orgasmi, e lui, mi confessò dopo, ne respinse almeno due.
Capitolò quando io mi inventai di stringere i muscoli anali intorno al suo cazzo, come quando si trattengono le feci. In pratica stringevo l'uccello in una morsa, e lui non seppe resistere e mi inondò le visceri. Sentii chiaramente la sborra calda invadermi dentro. Una sensazione unica.

Ci ritrovammo sdraiati in mezzo all'erba, sudati, col fiatone, ma felici.

Io e Roby, nei giorni, nei mesi e negli anni a venire, continuammo a frequentarci. Anche quando entrambi ci fidanzammo con le ragazze che poi sarebbero diventate le nostre mogli.
La magia c'era sempre...ma non fu mai più come quel primo giorno.



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