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Prime Esperienze

Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (Parte sesta)


di Stalio
04.07.2016    |    13.426    |    3 9.6
"Ma poi, come era successo la prima volta con Gianni, mi avvolse quel senso di calore che ormai conoscevo bene, ed ebbi un orgasmo immediato..."

Con Sergio ci fu subito feeling, lui era due anni più grande di me, e da come muoveva il culo mentre camminava, e dalla cadenza che usava nel parlare non c'erano dubbi che fosse gay, e non faceva niente per nasconderlo.
Nel nostro primo colloquio, mentre Stefano e Gianni erano fuori, mi chiese: "Marco, scusa, ma tu sei gay?"
"No, a me piacciono le donne. Con Gianni ci divertiamo un po', però non sono gay."
"Ti ha già sfondato il culo?"
"Si." Arrossii.
"E ti è piaciuto?"
"Subito no, ma dopo si. È bellissimo."
"Allora tu cercherai cazzi per tutta la vita, anche se non sei gay."
"Non credo, ma tu come hai fatto? E i tuoi lo sanno?"
"Come ho fatto? È stato Stefano a tirare fuori la donna che è in me, tre anni fa. Ai miei non ho ancora detto niente, ma l'immagineranno visto che io sono sempre così, come adesso."
"Allora lo sapranno già con certezza. Ma tu e Stefano state insieme?"
"No, no, lui è stato il primo, è vero, ma non siamo mai stati insieme, anche se ci vediamo spesso."
"Haaaaa, ho capito."
"Ti ha già fatto?"
"Cosa? Chi?"
"Stefano. Ti ha già preso?"
Diventai ancora più rosso e lui ebbe la sua conferma.
"Me l'aspettavo, capirai se il maiale si lasciava scappare un fiorellino come te."
"Non l'abbiamo fatto, solo qualcosina, in acqua."
"Tranquillo, prepara l'ano, presto ti toccherà."
"Ma ha un cazzo enorme, no, no, grazie. Ne faccio a meno."
"Vedrai."

Io e Gianni c'eravamo sistemati nella stessa camera, su due lettini, ma visto che c'era anche un matrimoniale, presto ci trasferimmo su quello. Quella prima sera mi sborrò due volte in bocca ed una nel culo, e ci addormentammo completamente nudi. Mi svegliai in piena notte proprio mentre stavo facendo un sogno erotico, e mi ritrovai col suo cazzo ben piantato nel culo con lui che mi stava pompando. 
"Hoooooo haaaaaa, non mi fai dormire."
"Eri proprio nella giusta posizione, ne ho approfittato."
"Siiiii." 

La mattina dopo Sergio mi informò che sarebbe restato con noi solo una settimana, perché aveva promesso a suo padre di aiutarlo per alcuni lavori da fare in casa. Io invece avevo il permesso per due settimane, quindi presto saremmo rimasti in tre.
"Preparati." Disse Sergio.
Non capii cosa intendesse, ma ci arrivai più avanti.

Avevo promesso ai miei che avrei studiato, quindi quella mattina decisi di rimanere in casa e dissi agli altri tre che li avrei raggiunti dopo un paio d'ore.
Loro si avviarono ed io, controvoglia, presi il mio zaino per fare qualche esercizio. 
Avevo appena cominciato quando mi apparve davanti Stefano: "Ho dimenticato il telo da spiaggia e sono tornato indietro."
Capii subito che era una scusa, dal pacco gonfio che aveva in mezzo alle gambe, ma feci finta di niente ributtandomi sui miei libri. Lui non fece altro che tirarselo fuori e poggiarlo proprio sul libro che stavo leggendo: "Marco, non è più interessante questo dei compiti?"
"Stefano per favore fammi studiare."
"Dopo, adesso sai cosa devi fare." E con una mano mi indirizzò la cappella proprio sulle labbra, facendomi sentire l'odore ed il sapore del liquido seminale che fuoriusciva dal buco.
Capii che, se volevo continuare i miei compiti, mi toccava accontentarlo, quindi tirai fuori la lingua e cominciai a lavorarmi la cappella, raccogliendo in primis il liquido, poi passai a stuzzicare il filetto sotto. Lui si mise seduto comodo sul tavolo, mentre io restai sulla sedia, ed appena partii con i risucchi cominciò subito a gemere.
Stavolta ci mise di più a venire, quasi un quarto d'ora, evidentemente Sergio nella notte l'aveva spremuto per bene.
Passato l'orgasmo, si mise in piedi e mi fece mettere alla pecorina con la pancia sul tavolo, mi tirò giù i pantaloni e mi ficco un dito nel culo. Quando cominciò a fare avanti ed indietro persi il controllo ed aprii ulteriormente le gambe, e gemevo per il piacere. Ebbi un orgasmo devastante nel giro di qualche minuto, poi fui subito richiamato alla realtà da qualcosa che premeva sul mio buco dietro, era Stefano che stava per ficcarmelo dentro. Inutili furono le mie proteste ed il tentativo di togliermi da quella posizione, lui mi teneva fermo attaccato alla tavola con una sua manona sul collo, mentre con l'altra mano dirigeva l'uccello. Ero terrorizzato, e quando la cappella si fece strada entrando in me, lanciai un fortissimo urlo di dolore, che non impietosì Stefano, anzi lui continuò la penetrazione, fermandosi per pochi secondi circa a metà, per poi con un altro definitivo colpo infilarlo dentro del tutto.
Si fermò e mi mollo il collo, così da consentirmi di alzare le spalle. Ero impalato da quell'uccello assurdo, che mai avrei pensato di poter accogliere dentro di me, e avevo il culo in fiamme. Mi consolava solo l'idea che il più era fatto, ma quando cominciò a pompare vidi ogni singola stella del firmamento. Sentire quella cappella fare avanti ed indietro nella mia carne mi procurava dei dolori lancinanti, che proseguirono per un bel po'. Ma poi, come era successo la prima volta con Gianni, mi avvolse quel senso di calore che ormai conoscevo bene, ed ebbi un orgasmo immediato. Stefano pompava sempre più forte, ed io ero totalmente partito, non stavo capendo più niente. Ad un certo punto, tenendomi stretto a se arretrò e si mise a sedere, con me sempre impalato sul suo uccello, e con le mani sotto le chiappe mi alzava e poi mi mollava giù. Era una sensazione incredibile, avevo l'uccello durissimo che passava da un orgasmo all'altro. 
"Fai tu su e giù Marco." Allora impuntai i piedi per terra e cominciai a cavalcarlo, ero io che conducevo il gioco e dettavo i ritmi e fu molto piacevole. 
Continuammo per una mezz'oretta buona, sentivo che dentro stava diventando sempre più grosso, infatti dopo qualche altro colpo mi inondò le visceri, e per me ci fu l'ennesimo orgasmo.
Per farlo godere fino in fondo non mi fermai con il su e giù, poi quando realizzai che non ne aveva più gli crollai addosso, e restammo così per due-tre minuti, con l'uccello che gradualmente si stava sgonfiando e che alla fine uscì da solo seguito da un rivolo di sperma. 

"Sei un bastardo, ti avevo detto che non mi dovevi forzare."
"Si, se aspettavo che tu ti decidessi a darmi il culo facevo in tempo ad invecchiare."
"Non credevo di riuscire a prenderlo." 
"Il buco del culo è molto elastico, c'è chi arriva a farsi infilare dentro anche il braccio di una persona."
"Addirittura."

Quando, dopo un paio di giorni, ebbi occasione di parlare a quattrocchi con Sergio lui mi confidò che l'aveva già capito che Stefano si era preso tutto.
"Quella mattina, quando ci ha raggiunto in spiaggia, non stava sulle gambe. Si vede che l'avevi sfiancato per bene."
"Ho paura che Gianni scopri tutto e mi molli."
"Forse mi sbaglio, ma credo che i due marpioni siano d'accordo su tutto. Stefano è una specie di mito per Gianni, e poi non vedi che lui stesso fa in modo di lasciarvi spesso da soli?"
"Non ci ho fatto caso."
Effettivamente, ogni giorno, Stefano aveva occasione di farmi, e non poteva essere un caso.

Ed ebbi prova di ciò quando Sergio ci lasciò per rientrare in paese. Quella sera stessa, mentre stavo spompinando Gianni sul nostro lettone matrimoniale, mi sentii afferrato per la vita e messo alla pecorina, ed il cazzo di Stefano puntò subito il mio buco e con un paio di colpi ben assestati entro dentro totalmente. Guardai un attimo il viso di Gianni, sorrideva, e mi tranquillizzai.

Quell'ultima settimana feci indigestione di cazzi, litri di sperma nella pancia, e rivoli che scendevano dal culo praticamente ininterrottamente.
Io ci mettevo anche del mio, tipo nel pieno della notte, mentre stavano dormendo, partivo a spompinare quando uno quando l'altro.
Avevo quasi sempre il culo e la bocca pieni, prima e dopo colazione, prima e dopo pranzo, la sera, la notte, e poi riprendeva il giro. Sperimentai anche il pompino in acqua, con la testa sotto, un'esperienza delirante che li mandava entrambi in tilt.

Purtroppo di compiti ne feci ben pochi, e quando rientrai a casa rimasi a letto per due giorni interi, tanto era il sonno da recuperare. E poi in poco tempo finii tutti i compiti, che fu il prezzo da pagare con i miei per consentirmi di passare qualche altro giorno al mare con miei due mandrilli. Che mi aspettavano sempre a braccia aperte, anzi, a cazzo duro.
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