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Prime Esperienze

Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo (Parte terza)


di Stalio
21.06.2016    |    16.912    |    5 9.9
"Sapevo che da lui c'erano i suoi in casa, e da me mia madre c'era sempre, quindi per forza di cose bisognava aspettare che si liberasse casa sua..."

La sera ci ritrovammo per strada a giocare a nascondino e, naturalmente, io e lui finimmo spesso nascosti insieme. 
La prima volta cominciò a palparmi il culo, e si intrufolò con una mano dentro i pantaloni, e trovato il buco, delicatamente ma decisamente, cominciò a spingere, ed entrò per qualche cm. Mi faceva ancora male ma lo lasciai fare, insistette per qualche minuto poi mi fece inginocchiare e mi cacciò il cazzo in bocca.
La seconda volta il dito me lo infilò tutto dentro, io stringevo i denti e cercavo di resistere al dolore senza fiatare, ed ebbi diversi brividi di piacere quando cominciò a fare avanti ed indietro.
La volta successiva mi fece subito inginocchiare, lo presi in bocca, e lui mi ordinò: "Suchialo."
"Cosa? ...cosa devo fare?"
"Marco fai finta di avere in bocca un ghiacciolo, stringi le labbra intorno al manico e succhia con tutta la forza."
Non capivo il motivo di quella richiesta, ma la misi in pratica succhiando forte ed in modo prolungato, lui si inarcò con la schiena, stringendosi le labbra per non gemere...al secondo risucchio mi inondò la bocca. 

La mattinata del giorno dopo la passai nell'attesa di rivedere Gianni. Ero eccitato all'inverosimile, non stavo più nella pelle, guardavo l'ora in continuazione.
Sapevo che da lui c'erano i suoi in casa, e da me mia madre c'era sempre, quindi per forza di cose bisognava aspettare che si liberasse casa sua. Ma avevo addosso un lavoro......Gianni aveva risvegliato parti di me che non conoscevo, ero agitato, dovevo fare qualcosa, non ce la facevo più.
In camera mia mi distesi sul letto, avevo addosso solo dei pantaloncini leggeri ed una maglietta, in automatico infilai una mano dentro i pantaloni e con un dito cominciai a stuzzicarmi il buchino dietro, prima da fuori, poi pian piano lo infilai dentro. Mi dava brividi, e con gli occhi chiusi, pensando al cazzo di Gianni, mi masturbai così: un dito nel culo mentre con la mano libera mi segavo l'uccello. L'orgasmo fu molto intenso, e mi fece contorcere per il piacere.

A casa di Gianni mi presentai con un anticipo di una mezz'oretta, e lui ne fu molto compiaciuto. Era nudo, con addosso i soli slip, e con l'uccello che divenne duro appena entrai in casa, sotto i miei occhi.
"Spogliati anche te, è caldo oggi."
"Gianni lo sai che non..."
Mi interruppe: "Stai tranquillo...non ti forzerò, te l'ho promesso."
Mi svestii in un attimo, a parte gli slip.
"Ieri poi non ti ho fatto vedere le mie macchinine."
"È vero...ci è passato di mente."
"Vieni." Mi portò in camera sua, dove su due mensole appese al muro c'erano i mezzi tutti in fila. Le mensole erano in alto, e Gianni per farmeli vedere meglio mi fece salire con un piede su una sedia e con l'altro su uno sgabello più basso. Messo così avevo le gambe aperte ed ero sollevato da terra una ventina di cm, proprio all'altezza giusta per.... Subito non capii perché mi aveva fatto mettere in quella strana posizione, ma ci arrivai quando sentii che da dietro mi stava spostava gli slip di lato e si stava avvicinando pericolosamente con l'uccello al mio buchetto ormai indifeso: "No, no, fermo...non voglio."
"Te l'appoggio soltanto, per fartelo sentire..."
"Non fare lo stronzo..."
"Fidati..."
Quando percepii la cappella bollente poggiarsi sul buco ebbi una specie di scossa elettrica, seguita da un gemito di piacere.
Lui: "Vedi che ti piace? ...perché non lo facciamo?"
Io, con gli occhi chiusi: "Continua così...ma non spingere troppo....hooooo...."
Un po' spingeva, ma senza esagerare, sentivo degli spasimi sul mio buchino...e volevo quasi abbandonarmi e farmelo sbattere dentro...era bello....ma la paura era troppa...quel randello mi avrebbe spaccato in due. L'orgasmo mi colse all'improvviso, senza preavviso, violento, forte, e Gianni ne approfitto per puntare e spingere con forza, ma io seppur perso nell'orgasmo, quando arrivò la prima fitta mi ritrassi, però credo che un poco entrò dentro, solo un po'...poi mi ritrovai inginocchiato per terra con il cazzo ficcato in bocca ad accogliere i suoi schizzi di sborra che mi riempirono, e che mandai giù tutti in una volta.

"Cominciamo bene." Dissi appena mi ripresi.
"Hai un culo che è una favola."
"Scordatelo....."
"Ma se ti piace da matti..."
"Mi piace sentirmi stuzzicato lì, e se vuoi lo rifacciamo. Ma solo quello."
"Uffa....che palle. Va' a finire che mi dovrò cercare qualcun altro da inculare..."
Quell'affermazione, buttata lì così.....mi ferii, e mi offese. Lui se ne accorse subito e cercò di rimediare: "Dai che stavo scherzando, non fare così."
"Gianni guarda che se non ti vado bene posso andarmene subito.....stronzo."
"Ma che dici? Vieni qua..."
Mi prese per mano e mi fece stendere sul suo letto, era un letto grande credo ad una piazza e mezzo, lui si sedette di fianco a me: "Abbiamo appena cominciato noi due.....e se ho scelto te è perché mi piaci. Saprò aspettare...mi dirai tu quando sarai pronto."
"E se non lo sarò mai?"
"Non credo che tu ti voglia perdere il piacere di sentirlo dentro, solo a poggiartelo sei andato fuori di testa." Nel dire questo si distese anche lui sul letto.
L'uccello stava riprendendo vigore, lo presi in mano, un accenno di sega per farlo indurire per bene, poi in bocca a succhiare come avevo fatto la sera prima. A casa sua si lasciò andare, e ad ogni risucchio gemeva e si contorceva, e mi teneva una mano sulla testa....ma non volevo farlo venire così. Stavolta, dopo essermi sfilato le mutande, gli andai io sopra a cavallo, col culo all'altezza dell'uccello e la cappella in direzione del buco. Lo presi in mano e me lo strusciai su e giù, insistendo sul buco, e quando era poggiato sulla rosetta lui da sotto dava dei colpi per cercare di penetrarmi, ma io mi scansavo tirandomi in su'....era come un gioco che ci procurò ad entrambi un gran piacere. Venne così, sulle mie natiche e sulla schiena, ed anche per me arrivò il secondo orgasmo.

"Pensavo che te lo stessi infilando dentro..."
"E dagli...pensi sempre a quello?"
"Ne ho una voglia matta."
"Ti ho già fatto sborrare due volte.....non ti basta?"
"Certo che no...dopo ti metti alla pecora ed io da dietro te lo faccio sentire sul buco."
In quella posizione, alla pecorina, gli sarebbe bastato veramente poco a deflorarmi, bastava tenermi stretto dal bacino e spingere...no...non era il caso.
"A me è piaciuto molto con te sotto...lo voglio rifare così."
"Fai pure il furbino.....d'accordo, ma prima mi devi spompinare, senza farmi venire, e dopo che hai fatto i tuoi giochini ti voglio sborrare in bocca."
"Affare fatto."

Ma le cose andarono in modo diverso.....io ero girato di fianco e lui si sistemò dietro di me e cominciò con la tortura del buchetto, me lo faceva sentire e spingeva quando era in direzione, io cercai di resistere stando fermo, e lui si sentì incoraggiato dalla mia arrendevolezza e spinse più forte finché non sentii una fitta tremenda e mi scansai di scatto. 
"Porca miseria, ce l'avevi già dentro..."
"Fa' un male cane..."
"Dai... che ci togliamo il pensiero..."
"No.....ti faccio un pompino."
Mi girai verso di lui e glielo presi in bocca, partendo subito con un gran risucchio.
"Hoooooo.....hahaaaaaa...." Mentre con un dito si stava già facendo strada dentro il mio culetto.....poi cominciò a fare avanti ed indietro, facendomi venire nel giro di uno-due minuti, lui invece ci mise di più.....infine, dopo l'ennesimo risucchio, mi allagò la bocca.

"Me lo devi dare Marchino.....lo voglio."
"Ma non possiamo continuare a divertirci così....è bellissimo."
"Vedrai che prenderlo nel culo sarà ancora più bello."


.......continua.
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