Racconti Erotici > Prime Esperienze > Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (Parte quinta)
Prime Esperienze

Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (Parte quinta)


di Stalio
01.07.2016    |    14.900    |    1 9.9
"Glielo presi con tutte e due le mani, e con le labbra avvolsi la cappella e cominciai a succhiare con forza..."



I miei, che conoscevano Gianni ed i suoi genitori, fecero un po' di resistenza perché dovevo ancora finire i compiti estivi, ma dopo la promessa che avrei studiato tutti i giorni per almeno un paio d'ore, mi diedero l'autorizzazione.

Il giorno della partenza mi vennero a prendere da casa con la macchina di Stefano, davanti c'era seduto Sergio e dietro io e Gianni.
Ancora prima di uscire dal paese Gianni mi prese per il collo e mi spinse giù sulle sue gambe, e nel contempo tirò fuori l'uccello e me l'infilò in bocca. Mi vergognavo un po' perché c'erano gli altri due, ma ben presto anche Stefano fece la stessa cosa con Sergio.
Per arrivare al mare c'era circa un quarto d'ora di strada, e mentre lui mi massaggiava il buco con le dita, io modulai la pompa per farlo sborrare poco prima di arrivare a destinazione, ero diventato bravo in questo. Quei due davanti, invece, non si trattennero, e a metà strada Stefano si fermò qualche minuto sul ciglio della strada e venne in bocca alla sua puttanella, che non si lasciò scappare neanche una goccia di sborra. Le premesse della nostra vacanza al mare sembravano di fuoco, ma io non immaginavo ancora cosa mi stesse aspettando.

Arrivati a destinazione io insistetti per fare un bagno in mare prima di pranzare, mentre Gianni voleva che sistemassimo le nostre cose nelle camere e che in spiaggia ci saremmo andati nel pomeriggio, e anche Sergio voleva fare così, mentre Stefano si offrì di accompagnarmi, tanto, disse, saremmo stati di ritorno entro un'oretta.
Così io e Stefano ci infilammo i costumi da bagno e ci avviammo a piedi, il mare era distante un centinaio di metri dalla casa. 
Stefano, che aveva vent'anni, era un po' più alto di Gianni, più robusto, insomma un uomo già fatto. E devo ammettere che, inizialmente, avevo un po' soggezione di lui. 
Mentre camminavamo lungo la strada 'casualmente' mi cadde l'occhio sul suo pacco, e mi sembrò incredibilmente esagerato, ed aumentava sempre più man mano che ci avvicinavamo al mare. Tant'è che ad un certo punto lui si mise a correre per entrare in acqua e poter nascondere le 'sue vergogne' perché c'era un sacco di gente in giro.
Io non sapevo se ridere o cosa, comunque arrivai anch'io in acqua e, dopo aver fatto qualche tuffo per bagnarmi per bene, mi avvicinai a lui.
Feci un po' l'oca: "Ma cosa ti è preso? Perché ti sei messo a correre?"
Non aprì bocca, ma mi prese una mano e mi fece agguantare il suo cazzone che nel frattempo, sott'acqua, era sgusciato fuori dagli slip, poi: "Colpa tua, visto cosa hai combinato?"
Provai a ritrarre la mano, ma lui me la teneva stretta, e cominciò a farmelo segare.
"Ma cosa fai? Non mi va', io sto con Gianni."
"E che problema c'è? Basta non dirglielo." Intanto mi aveva messo anche l'altra mano sul manico, e continuava a farmelo segare, avanti ed indietro, avanti ed indietro.
"Non voglio, non mi va' di fare questo a Gianni."
"Dai Marco, continua così, non lo diremo a nessuno, e ti prometto che non ti scoccerò più."
Questa 'promessa' mi tranquillizzò e, finalmente, decisi di abbassare lo sguardo per osservare quell'arnese enorme che stavo segando. Rimasi sbalordito, a bocca aperta: era senza dubbio lungo sui venticinque cm, e grosso tanto che, nell'agguantarlo, riuscivo a malapena a toccarmi il pollice ed il mignolo. La cappella era un fungo spropositato, rosso fuoco, ed anche il buco centrale era proporzionato al resto.
"Chiudi quella bocca da porcellina, altrimenti te lo sbatto dentro."
La sua voce mi riportò nella realtà, e mi accorsi che mi aveva mollato le mani ed io, ormai, lo stavo segando in autonomia. Accelerai il ritmo e ben presto Stefano mi sborrò in una mano mentre gli accarezzavo la cappella. Ne fece un quintale, proprio come suo cugino, se non di più. 
Passato l'orgasmo Stefano prese con le dita un po' di sperma che galleggiava sull'acqua e me l'infilò in bocca: "È buona?"
"È sborra, salata." E scoppiai a ridere.
Poi: "Stefano, per favore non dire niente a Gianni."
"No, stai tranquillo. Però ho visto come ti contorcevi in macchina, mentre lui ti palpava il culo."
Così dicendo mi agguantò il culo, quindi infilò una mano sotto gli slip e, trovato il buco, ci cacciò uno dei suoi ditoni dentro e cominciò a fare avanti ed indietro. Naturalmente questo non mi lasciò indifferente, ben presto avvampai e venni quasi subito, mentre lui sorrideva soddisfatto.

Mentre tornavamo verso casa, improvvisamente Stefano mi prese per un braccio e mi trascinò dietro ad un muro di una casa in costruzione.
Non realizzai immediatamente, ma quando, lontano da sguardi indiscreti, me lo mise di nuovo in mano, e mi spinse giù, capii che non aveva intenzione di mantenere la promessa fatta in acqua.
Così mi ritrovai inginocchiato per terra e con quel manico esagerato a pochi cm dalla bocca.
Stefano con una mano mi teneva ferma la testa, e con l'altra si menava il cazzo e mi strusciava la cappella sulle labbra, che tenevo serrate, ma non potevo non sentire il forte odore che emanava, un misto tra sperma e acqua di mare. Ben presto dal buco cominciarono ad uscire gocce di sperma liquido, con cui mi imbrattò le labbra. Non potevo dire niente perché sapevo che appena avrei aperto la bocca me l'avrebbe infilato dentro in un attimo, ed ormai mi stavo rassegnando a ricevere la sborrata in faccia, sui capelli, dappertutto.
E fu questo pensiero che mi convinse a 'collaborare ', perché non potevo tornare da Gianni sommerso dallo sperma di suo cugino.
Così aprii la bocca e, come immaginavo, Stefano con un solo colpo mi impalò, facendo sbattere la cappella in fondo alla gola. Adesso mi teneva ferma la testa con entrambe le mani, e spingeva dentro il cazzo, ma ovviamente non poteva entrare tutto. Mi sentivo soffocare perché non riuscivo a respirare e dalla bocca mi colava la saliva fino a terra. Finalmente, dopo qualche attimo fermo in quella posizione, comincio a pompare avanti ed indietro, facendomi così prendere fiato.
"Marco datti da fare, è tardino, a casa ci stanno aspettando."
Già, era meglio accelerare. Glielo presi con tutte e due le mani, e con le labbra avvolsi la cappella e cominciai a succhiare con forza. Stefano, con le spalle poggiate sul muro gemeva per il piacere. Con la punta della lingua andai sul filetto sotto alla cappella e cominciai a stuzzicarlo, poi ci girai intorno, poi di nuovo sul filetto, mentre segavo. Mi infilai in bocca le palle, una alla volta, e succhiavo forte, e segavo. Sentivo che stava per venire, la cappella si era ingrossata ulteriormente e i gemiti per il piacere ormai erano ininterrotti, allora mentre mi preparavo a ricevere la sborrata in bocca pensai di fare un giochino, una cosa che avevo messo in pratica più volte con Gianni: avvolsi la cappella con le labbra e con la punta della lingua gli tappai il buco, mentre continuavo a segarlo forte. Quando arrivò la sborrata, il primo schizzo non ebbe sfogo, e questo causò a Stefano una specie di scossa elettrica, poi glielo liberai ed un vero torrente di sborra mi inondò la bocca, ne fece tantissima, tanto che non riuscii a mandarla giù tutta, e quindi si formò un rigagnolo che, partendo dalla bocca, scendeva giù sul mento e finiva per terra. Altro colava lungo il manico fino alle palle, ma questo, passato l'orgasmo, lo ripulii per bene con la lingua, fino all'ultima goccia.

"Il miglior pompino della mia vita. Marco sei veramente bravo."
"Grazie, però non voglio che mi obblighi. E Gianni non deve saperlo."
"Non gli dirò niente, però io e te dobbiamo approfondire."
A suo modo mi stava dicendo che ci sarebbero stati altri pompini, tanti altri.

Appena rientrati a casa Stefano fece un sorrisino a Gianni, e lui ricambiò. Subito non ci feci particolarmente caso, ma più avanti collegai tutto.

Continua.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Per un po' di gelosia mi feci rompere il culo. (Parte quinta):

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni