Prime Esperienze

Marina


di benves
27.04.2021    |    9.658    |    2 9.7
"Si avvicinò quasi esitante, con la mano le spinsi delicatamente la testa verso il cazzo..."
Sono sempre stato un ragazzo molto timido, avevo difficoltà ad approcciarmi con le ragazze.
Nonostante tutto a 24 anni avevo una discreta lista di ragazze che mi ero fatto, ma per questa mia timidezza preferivo conoscerle in chat.
Alcune erano carine e ho concluso l’“affare”, altre invece sono stati dei veri “bidoni”.
Sono però i rischi di quando si organizzano incontri al buio.
Un pomeriggio chattai con una ragazza, Gabriella, che abitava in un quartiere molto vicino al mio, e sembrava anche abbastanza simpatica.
Conservai il suo contatto, chattammo diverse volte, quindi le chiesi il numero di cellulare e lei me lo diede.
Iniziammo a sentirci diverse volte al telefono, fino a quando decidemmo di incontrarci. L’appuntamento era in una piazza del suo quartiere, aspettai quasi mezz’ora, stavo quasi per andarmene pensando che mi avesse dato buca quando, la vidi da lontano correre verso di me tutta trafelata scusandosi per il ritardo.
Aveva 18 anni, un viso molto carino, capelli castani a caschetto sulle spalle, occhi marroni ed un bel fisico slanciato formato e delineato dalla pallavolo che praticava a livello agonistico.
Tuttavia indossava pantaloni e maglietta larga, stile rap, quindi non potei scrutare il suo fisico nei dettagli.
Andammo su un belvedere dove c’era un bel panorama ed iniziammo a parlare per conoscerci.
Io ero timido ma lei era ancora più timida di me
Restammo lì per un paio d’ore e poi ad un certo orario l’accompagnai a casa.
Come detto era carina, ma non mi colpì particolarmente, mi sembrava piuttosto insipida come ragazza, e quell’abbigliamento da rapper non rendeva omaggio al suo fisico che avrei poi scoperto.
Pensai che in fondo neanche io dovevo esserle piaciuto molto, dal momento che disse pochissime parole.
Invece mi arrivò sul telefonino un messaggio la sera stessa, era lei che mi diceva che era stata bene con me e mi chiese perché non avevo provato a baciarla.
Fui sorpreso ma allo stesso tempo contento, in fondo non mi dispiaceva rivederla e provare a conoscerla meglio.
Le risposi che non avevo provato a baciarla perché non pensavo di piacerle, ma lei a sua volta mi scrisse che magari potevamo rifarci al prossimo appuntamento.
Tutto sommato non era così insipida, dovevo solo toccare le corde giuste per farla sciogliere, e magari anche io dovevo essere un po’ più intraprendente.
Decidemmo quindi di vederci qualche giorno dopo
Si presentò con un abbigliamento casual ma frizzante.
Aveva un jeans strappato ed una magliettina rosa, da cui si intuivano due tettine piccoline ancora acerbe, ma abbastanza sode.
Andammo al solito belvedere, dove le coppiette solitamente si appartano.
Eravamo ancora entrambi molto impacciati, ma finalmente mi decisi e la baciai.
Aveva labbra sottili ma carnose, e mentre la baciavo iniziò a piacermi sempre di più. Muoveva la lingua nella mia bocca in modo piuttosto inesperto, mentre io con la mia lingua esploravo in lungo ed in largo la sua bocca.
Pensai che non era il caso di andare oltre, già il primo bacio era stato un grande passo.
Dopo quella sera ci sentivamo spesso per messaggi, e lei nella sua ingenuità, mi faceva tante domande sul tema della sessualità.
Non capivo perché me le facesse
Mi raccontò che prima di me era stata fidanzata solo con un ragazzo per un annetto e mi confessò (evidentemente le ispiravo fiducia) di non essere andata oltre il petting.
In quel momento mai avrei lontanamente immaginato che fosse vergine !!! (lo scoprii più tardi)
Nel nostro terzo incontro mi spinsi un po’ di più, mentre ci baciavamo iniziai a toccare le tettine, non erano ma erano davvero belle sode e aveva due capezzoli che, appena sfiorati, diventarono gonfi e turgidi.
Ad ogni incontro mi spingevo sempre di più, arrivando a levarle la maglietta ed a succhiarle quei capezzolini che diventarono immediatamente duri come spilli.
Mentre lo facevo lei teneva gli occhi chiusi, quasi a non vedere ma, godeva, e lo si capiva dal suo respiro e dai baci voluttuosi che mi regalava dopo.
Fino a ché, dopo l’ennesimo appuntamento, riuscii ad esplorarle anche la sua fighetta, che lei fu ben lieta di offrirmi.
Quella volta aveva indossato una minigonna, fu facile quindi per me, intrufolare la mia mano, che lei agevolò allargando le cosce quanto bastasse ad arrivare al suo fiore
Con le dita iniziai ad accarezzargliela, e lei si scioglieva sempre di più.
Era strettina e con qualche pelo pubico a fare da contorno
Usai solo un dito perché temevo di farle male.
Quella volta le provocai il primo orgasmo solo con l’indice, che annusai e leccai per sentire il profumo della sua fighetta dopo averla riaccompagnata a casa.
I nostri incontri continuarono
Lei non si sciolse mai fino al punto da toccarmi il cazzo.
Solo una volta, in uno slancio di eccitazione mentre la masturbavo, mi strinse il cazzo da sopra i pantaloni ma, dopo essere venuta, si ritirò quasi impaurita.
La nostra storia andò avanti per qualche mese, tra toccatine, palpatine, masturbazione della sua fighetta e poco più.
Un giorno poi, mi mandò un messaggio, rivelandomi che in realtà era vergine e che voleva farlo la prima volta con me.
Quella richiesta mi turbò abbastanza, anche se masturbandola notavo che aveva la figa strettina non pensavo che fosse vergine, inoltre a 18 anni era normale che non fosse molto larga.
Mi diede una grande responsabilità, vado pazzo per la figa, ma sverginare una ragazza era una cosa che non avevo mai fatto.
Le dissi che in un certo senso ero onorato di quella sua richiesta, ma le chiesi se era veramente convinta, perché era un passo molto importante.
In fondo non eravamo neanche fidanzati, ci frequentavamo senza particolari impegni.
Lei mi rispose che era convinta, che ero un bravo ragazzo e che era sicura che, a differenza di altri ragazzi, sarei stato dolce e gentile, dovevamo solo organizzarci e lei si sarebbe completamente donata a me.
L’occasione si presentò quasi subito poiché i miei genitori erano pronti a partire per un weekend al mare e mia sorella sarebbe andata ad una festa per poi dormire da un’amica. Il che, tradotto, significava che avevo casa libera.
Glielo dissi e lei fu subito ne fu entusiasta.
La andai a prendere con un groppo in gola, in fondo era spaventato all’idea di scopare per la prima volta con una ragazza vergine, era una grossa responsabilità, il ricordo le sarebbe rimasto per sempre e non volevo deluderla.
Ci fermammo a prendere qualcosa da mangiare al Mcdrive e dopo, subito a casa.
Mangiammo in salotto quindi ci accomodammo sul divano
Per l’occasione avevo comprato al supermercato una bottiglia di vino bianco, per allentare la tensione.
Lei lo gradì molto e, seppur astemia, ne bevve 3 bicchieri, il che allentò i suoi timori
Poi iniziammo a baciarci, le mie mani esploravano tutto il suo corpo e, stavolta, non mi pose limiti, si lasciò esplorare ovunque, incitandomi anche con urletti di piacere
Quando la ritenni abbastanza eccitata mi alzai, la presi per mano mezza nuda com’era e la portai nella mia stanza, dove avevo già aperto il mio divano-letto ad una piazza e mezzo. Ricominciammo a baciarci
Le tolsi i jeans che avevo già sganciato prima per toccarle la fighetta e la liberai della magliettina nera che aveva.
Rimase solo con slip
Finalmente potevo ammirare per intero il suo corpo, ed era davvero un corpo notevole, delineato, scolpito nei punti giusti, un culo bello sodo, due gambe lunghe e affusolate e quei due meloncini succosi ed appetitosi.
In pochissimo mi spogliai completamente anch’io mostrando il mio cazzo già in tiro.
Eravamo completamente nudi l’uno davanti all’altra
Lei fece apprezzamenti sul mio fisico, facevo palestra e mi eccitava ricevere complimenti dalle ragazze.
La mia eccitazione saliva sempre di più, così la feci distendere sul letto, le aprii le gambe e provai subito a penetrarla, dimenticando che per lei era la prima volta.
Cacciò un urlo di dolore, le chiesi subito scusa.
Era totalmente rigida, quindi le dissi che se non se la sentiva potevamo rimandare.
Lei mi confermò che voleva farlo ma con dolcezza
Io da idiota avevo tralasciato di fare qualche preliminare per scaldarla un po’.
Mi stesi accanto a lei, iniziando a baciarla, e con le mani esploravo il suo corpo
Arrivando alla fighetta incominciai da prima ad accarezzarla e dopo una leggera masturbazione mentre, con le labbra, mi ero spostato sui suoi capezzolini che leccavo e succhiavo alternativamente
Lei teneva le mani sulla mia folta chioma assecondando i movimenti della mia testa
Mi alzai, Le feci distende le gambe
Iniziai e leccarla dalle caviglie in su, verso l’interno cosce fino ad arrivare alla figa.
Si stava sciogliendo ed iniziava ad ansimare
Misi la testa tra le sue cosce, le aprii le labbra con le dita e le feci sentire il mio respiro caldo nella figa.
Godeva sempre di più
La conquistai definitivamente quando, con la mia lingua iniziai a spennellare in lungo e largo la sua fighetta acerba ma sempre più desiderosa.
La mia lingua da dolce pennello si trasformò improvvisamente in un trapano impazzito, lei mi teneva per i capelli spingendomi sempre di più verso di lei.
Le leccai il clitoride arrivando a prenderlo tra le labbra ed a mordicchiarlo
Il movimento del suo bacino mi fece capire che era ora che finalmente assaggiasse il mio cazzo
Così mi stesi accanto a lei e, indicando il mio cazzo le dissi di accarezzarmelo.
Lo fece e lo guardò incuriosita e quasi estasiata, in fondo era la prima volta che ne toccava uno.
La invitai a gustarlo ed assaggiarlo con la bocca.
Si avvicinò quasi esitante, con la mano le spinsi delicatamente la testa verso il cazzo. Timidamente aprì la bocca e l’ assaporò, prima con leccatine sulla cappella e poi facendolo entrare lentamente in bocca sempre più in fondo.
“Ha un sapore strano, ma mi piace”- disse sorridendo con il suo viso dolce
Ad un certo punto tossì ma non si discostò, lo continuò a succhiare, era ormai autonoma e succhiava alternando movimenti veloci e poi lenti da troietta consumata.
La feci mettere nella posizione del 69, così potemmo entrambi godere delle reciproche attenzioni
La sentii contrarsi, aumentare il respiro e finalmente...potei leccare il suo giovane nettare, stava venendo
Era finalmente calda e pronta, così le dissi di stendersi, lei ubbidii
Era lì, nuda, pronta, era bellissima ed eccitatissima
Per l’ennesima volta le chiesi “sei sicura di volerlo fare”?
La mia coscienza mi portava a chiederle se fosse sicura di concedermi un onore così importante
Lei per tutta risposta spalancò le cosce
Salii su di lei, appoggiai il cazzo sulla figa, facendolo scorrere su e giù umidificandolo sei suoi umori poi, lo puntai all’ingresso del suo paradiso
Lei chiuse gli occhi
Lasciai entrare molto delicatamente solo la cappella.
Lei ansimava, così le dissi di allargare per bene le gambe in modo che potesse entrare più facilmente. Chiuse le gambe dietro la mia schiena, quasi a non lasciarmi scappare.
Lentamente feci entrare con estrema delicatezza il cazzo dentro la sua figa stretta che però iniziava a cedere.
Ad ogni centimetro di cazzo che entrava era per me una conquista
Finalmente riuscii a penetrare totalmente dentro di lei.
Emise un leggero urletto, segno che l’imene si era lacerato
Mi fermai un attimo per farla abituare all’intruso, poi, iniziai a muovermi con molta lentezza, facendoglielo gustare tutto.
A tratti le faceva male, quindi mi fermavo e poi continuavo.
Dopo pochi minuti la sua figa era fradicia di umori, e finalmente il mio movimento andò avanti costantemente, scopandola per bene ma senza mai aumentare di intensità.
Le stava piacendo, il suo bacino si muoveva ritmicamente col mio, ed i suoi mugugni ora erano musica per le mie orecchie, eccitandomi ancor di più
Stava per venire, mi chiese di spingere sempre di più, e dopo pochi secondi venne cacciando degli urli di goduria e di piacere.
Mi staccai da lei, le misi il cazzo tra le tette ed iniziai a muovermi avanti e dietro, masturbandomi il cazzo
Non durai molto, le sborrai copiosamente sul suo bel corpicino che era tutto un tremito. Tutto sommato fu una bella scopata, ero stato un bravo maestro per quella che fu la mia prima volta…con una vergine.
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