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Lui & Lei

il Rider Indiano


di benves
18.10.2019    |    7.690    |    3 8.8
"Verso le 21, 00 finalmente ecco suonare alla porta Un ragazzo Indiano di circa 20anni mi si presentò per la consegna..."
Mi chiamo Angela, sono una 40enne piacente, almeno così dicono, sono felicemente sposata da 15 anni con Renato ed abbiamo uno splendido figlio di 14 anni

Quel sabato mio marito e mio figlio erano andati via per il fine settimana a Rimini a causa di un quadrangolare della squadra di calcio nella quale gioca mio figlio come portiere.
Io non me l'ero sentita di unirmi a loro, perché devo badare ai miei genitori ormai 80enni e non del tutto autosufficienti.
Così mi trovai ad occuparmi delle faccende domestiche, della spesa e soprattutto dei miei genitori.
Quel sabato sera verso le 19,00 tornai a casa letteralmente sfinita, indossai la mai tutona di cotone e mi misi finalmente sul divano a godermi un po di relax.
Verso le 20,00 mi venne fame, di mettermi ai fornelli proprio non ne avevo voglia
Avevo voglia di pizza ma, fuori c'era un tempo da lupi con lampi e tuoni, il diluvio insomma; di uscire nuovamente rivestendomi proprio non mi andava così, mi venne in mente di usare una app del telefonino che talvolta usavamo con mio figlio per farci portare dei cibi già pronti direttamente a casa.
Ordinai la mia pizza e mi misi alla televisione in attesa della consegna.
Verso le 21,00 finalmente ecco suonare alla porta
Un ragazzo Indiano di circa 20anni mi si presentò per la consegna.
Era completamente zuppo d'acqua, grondava da quanto era bagnato
Mi fece pena, così lo invitai ad entrare per asciugarsi almeno un poco.
Con molta titubanza il ragazzo accettò.
Lo feci accomodare in salotto, e mi recai in bagno a prendere l'accappatoio di mio marito porgendoglielo ed invitandolo almeno a darmi la maglietta per poterla asciugare un poco.
Il ragazzo si liberò del giaccone e della maglietta, mettendo in evidenza dei pettorali ben scolpiti.
Rimasi stupita dalla sua fisicità, non era bello solo di viso, aveva dei denti bianchissimi e dei pettorali da paura.
In quel momento sentii qualcosa nello stomaco, non era la fame, era qualcosa di diverso !
Mi pentii di essermi presentata a lui con quella tutona che era veramente sciatta ma, non mi curai più di tanto della cosa
Gli porsi l'accappatoio invitandolo anche a togliersi le scarpe ed i pantaloni per poterli asciugare.
Raja, così si chiamava, era molto timido ma, evidentemente preso dal freddo, acconsentii.
Presi i suoi indumenti e li portai in bagno dove avevo accesso lo “scaldo bagno” affinché almeno perdessero un po di umido, e lo raggiunsi in salotto
Raja se ne stava compostamente seduto sul divano
“dobbiamo attendere un po prima che si asciughino” gli dissi con modo di fare materno
Lui mi sorrise
Mi sedetti accanto a lui, ed iniziai a fare un poco di conversazione (da quale parte dell'India vieni etc...). L'India mi aveva sempre affascinato per la sua cultura
Raja rispondeva a monosillabi, sempre quasi intimorito
Ormai non pensavo più alla pizza, non so cosa stesse succedendo in me ma, l'odore della pelle di quel ragazzo mi inebriava.
Sono stata sempre fedele a mio marito ma quella sera, l'idea di quel ragazzo così timido, con quei pettorali scolpiti mi mandò in tilt.
Vedendolo infreddolito provai ad offrirgli del tè che però rifiutò, così provai con qualcosa di più forte, del cognac ma rifiutò anche quello.
Provai con la grappa, ne avevo una che aveva distillato mio suocero e sapevo essere forte, l'avrebbe riscaldato.
Quest'ultima offerta parve essere gradita così, mi recai al mobile bar e presi la bottiglia con 2 bicchierini (si sa che non si deve bere mai sa soli).
Raja ne bevve subito un bicchiere ed io con lui ma, al secondo bicchiere io stavo già perdendo la pur poca lucidità iniziale.
Raja riscaldatosi slacciò l'accappatoio, mettendo in evidenza dei boxer con all'interno un pacco veramente importante.
Le gambe muscolose, il petto scolpito e l'idea di scoprire quel pacco mi fecero perdere ogni freno inibitore.
Con la scusa di sentire se era asciutto misi una mano sui suoi pettorali, poi scesi verso l'ombelico ed infine, in modo del tutto sfacciato poggiai la mano sui boxer
“anche questi sono fradici, perché non li togli”?
Raja sgranò gli occhi
“dai potresti essere mio figlio, così ti ammali e poi, non lavori” riuscii a dirgli
Ero riuscita a convincerlo, si ricoprì con l'accappatoio e se li sfilò porgendomeli
Io li presi e li portai in bagno, pensando alla prossima mossa da fare una volta tornata in salotto
Mi venne in mente la pizza
La portai in salotto offrendomi di dividerla con lui
Raja accettò
Mangiammo mezza pizza ciascuno poi, sbadatamente (si fa per dire) feci cadere del pomodoro sull'accappatoio e, con la scusa di pulirlo, ricominciai a toccarlo.
Non ho idea se il ragazzo capì l'antifona ma, tant'è che mi lasciò fare
Pian piano riuscii a toccargli il ginocchio poi, con la scusa di saggiare se si stava asciugando feci salire la mia mano sulla coscia e pian piano...arrivai al suo uccello
Raja a quel punto sgranò gli occhi ma io, con aria molto materna lo rassicurai.
Saggiai il suo cazzo con estrema cura
Aveva proprio un bell'arnese da moscio, figuriamoci da ritto pensai
Pian piano, stuzzicandolo, accarezzandogli le palle, presi in mano quell'asta che, sotto le mie sapienti carezze stava sempre più prendendo consistenza
Mi ritrovai così a masturbarlo, con lui che appoggiata la schiena al divano, aveva gli occhi chiusi beandosi di quel massaggio inaspettato
Ormai eravamo in confidenza così, Raja si slacciò del tutto l'accappatoio, mostrandomi uno stupendo randello color cioccolata
Notai subito che il ragazzo aveva ancora il frenulo attaccato al glande
“caspita questo è ancora vergine” pensai eccitandomi ancor di più
Mi chinai su di esso
Dapprima detti dei lievi colpetti con la lingua sulla cappella paunazza e poi finalmente, lo accolsi in bocca, continuando a massaggiargli le palle
Iniziai così uno stupendo pompino mentre sentivo le mie mutandine zuppe di umori
Non so quanto durammo ma, so solo che ad un certo punto Raja si irrigidii, mi mise le mani sulla testa tenendole prepotentemente sulla sua asta e...scaricò il suo piacere nella mia bocca.
Uno, due, tre fiotti di caldo nettare.
Sono sempre stata una abile pompinara ed anche stavolta ne diedi dimostrazione
Ingoiai tutto poi, andai a cercare la sua bocca per baciarlo
Raja inizialmente pareva schifato ma, dopo qualche bacetto innocente sulle labbra, riuscii a far intrecciare le nostre lingue
Era inesperto e lo dimostrava anche nel bacio
Lui era sempre passivo così, presi la sua mano e la portai sul mio seno invitandolo a palparlo
Ho una terza ma comunque non credo di essere da buttare e per un ragazzo alle prime armi l'occasione che gli davo non era male
Raja poco a poco si fece coraggio, capii che quella sera avrebbe perso la verginità con me e che sarei stata la sua musa ispiratrice
Decisi di incoraggiarlo
Alzatami dal divano e postami davanti a lui mi tolsi la tuta, restando in mutandine e reggiseno
Accertatami di avere i suoi occhi puntati su di me, lentamente come in uno striptease, mi tolsi sia reggiseno che mutandine, mostrandogli la mia patatina parzialmente depilata e pronta all'uso
Niente, Raja era come inebetito, inerme
Dovevo fare tutto io
Afferrai la sua mano e la posi sulla mia fica, facendola scorrere per il verso della spaccatura
Afferrai un suo dito e lo condussi all'interno delle grandi labbra, fino a toccare le piccole labbra ed il clitoride ormai ingrossato
Ero un lago d'umori
Finalmente ebbe un'illuminazione, si alzò in piedi iniziando a baciarmi mentre le sue mani esploravano il mio corpo
Ero una corda di violino, tremavo dall'eccitazione, la mia patatina grondava umori a dismisura che colavano lungo le mie cosce
Il suo cazzone ripresosi della sborrata, premeva sulla mia pancia, evidentemente e naturalmente desideroso di esplorare il mio sesso
Lasciai che Raja si togliesse ogni curiosità circa il corpo femminile
Arrivò perfino ad esplorare con una falange il mio culetto
Prendendo la sua mano feci in modo che introducesse un dito nella mia passerina, mostrando come masturbarmi
Dapprima in modo molto goffo poi, pian piano imparò provando anche piacere nel farlo
Quando lo ritenni abbastanza pronto, mi accomodai io sul divano, facendolo inginocchiare in mezzo alle mie gambe
Posi le mani sulla sua chioma corvina indirizzandolo a leccare la mia fica
Questa volta fu pronto a capire cosa volevo da lui e, con abili colpi di lingua in breve riuscii a portarmi finalmente a quell'orgasmo liberatorio tanto agognato.
Aveva il cazzo dritto e durissimo così, afferrandolo per esso, feci in modo da scambiarci di posto.
Ero decisa a sverginarlo montandogli sopra, così da vedere i suoi occhi mentre l'avrei fatto diventare uomo ed a farlo giocare con i miei seni mentre entrava in me
Era seduto sul divano con quel totem che ergeva quasi contro ogni legge della fisica
Mi accomodai allargando le gambe su di lui, tenendo quel cazzone ben fermo fino al momento il cui non l'ebbi puntato sull'ingresso della mia fica poi...invitandolo a suggere i miei capezzoli irti come chiodi, pian piano mi abbassai il bacino
Lentamente lo sentivo entrare, pulsava in me e le mie pareti si contraevano sul suo sesso
Sentivo la sua cappella aderire alle mie pareti uterine, era fantastico
Mi fermai un attimo con quel randello tutto dentro poi, iniziai un lento movimento
Prima su e giù, poi roteando il bacino
Inizialmente avevo pensato di prendere un preservativo di mio marito e metterglielo ma poi, pensai che la prima volta era meglio senza
Del resto prendevo la pillola quindi ero abbastanza protetta
Mi sentivo come una amazzone che cavalca il suo stallone
Le mie tette ballonzolavano davanti al suo viso
Lui alternava leccate a toccate profonde, come se avesse voluto impastarle
Mi strizzava i capezzoli come a volerne fare uscire il latte
Era un po goffo ma godevo come una vacca in calore e l'idea di aver iniziato un ragazzo così bello mi eccitava ancor di più
Venni, venni e venni ancora inzuppando il suo ventre dei miei umori fino a quando, vidi il suo ventre contrarsi
Era evidente che stava per venire
Non volevo che mi venisse dentro, sarebbe stato troppo anche per una vacca in calore come me
Scesi da lui e sedutami accanto iniziai a masturbarlo con veemenza, leccandogli la cappella
Bastarono pochi attimi, quel cazzone si contrasse ed ecco finalmente uno splendido schizzo liberatorio arrivarmi fin sopra ai capelli
Lo baciai con ardore, succhiandogli la lingua poi, tornai sul suo cazzo e lo ripulii sapientemente
Mi alzai ed andai a riprendergli i vestiti
Lui quasi senza guardarmi si rivestii
Uscendo gli lasciai 15€ di mancia
Da allora quando sono sola ed ho voglia di pizza ed altro, lo chiamo
A Raja ho fatto scoprire anche la gioia di possedere analmente una donna ma, quella è un'altra storia
Non l'ho mai detto a mio marito, lui mi scopa quasi per noia io invece, so come sentirmi donna !
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