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La Professionista


di benves
28.02.2018    |    38.466    |    8 9.7
"Mi chiamo Sara, ho 34 anni, sono una Consulente del Lavoro da poco abilitata, lavoro presso uno studio già avviato cercando di prendermi i miei spazi e..."
Mi chiamo Sara, ho 34 anni, sono una Consulente del Lavoro da poco abilitata, lavoro presso uno studio già avviato cercando di prendermi i miei spazi e competendo con colleghi maschi.

Sono sempre molto professionale, non mi sono mai approfittata del mio bell'aspetto ( a detta degli altri) per prendere un cliente in più e non ho mai sfruttato nessuna situazione di cui sono venuta a conoscenza per ritorni personali.

Sono di carnagione molto chiara, bionda, occhi verdi, 1,75 di altezza ed una seconda di seno che in adolescenza mi ha creato molti complessi.

Quel giorno in studio si presenta una persona anziana, chiedendo se potevo mettergli in regola il badante. Voleva che lo seguissi in tutto l'iter e lo prendessi in gestione.
Mi consegnò la documentazione necessaria e lo invitai a tornare dopo qualche giorno per la firma del contratto e degli altri documenti.
Il ragazzo che dovevo inquadrare era un Indiano di 22 anni, Vikas, dalla carta d'identità pareva anche di gradevole aspetto. Rimasi colpita stranamente da quella foto.
Amo molto l'Asia, ho viaggiato abbastanza ed apprezzo soprattutto i lineamenti dolci di tutti gli asiatici.
Di Delhi non mi scorderò mai gli odori ed i sapori inconfondibili di quella terra ricca di cultura e della loro sacralità abbinata al quotidiano.

Qualche giorno dopo l'anziano si presenta all'ora concordata con Vikas appunto, un Indianino timido ma molto educato e gentile, molto premuroso ed amorevole verso l'anziano che stava accudendo.
E' stato un colpo di fulmine forse, pur essendo fidanzatissima ormai da 9 anni, quel ragazzo dal fisico asciutto e tonico, dai capelli lisci e nerissimi, dalla pelle ambrata mi ha sconvolto.

Sentivo i miei ormoni andare in ebollizione, cercai di mantenere la mia professionalità ma, al momento in cui si arrivò alla necessità di accompagnare Vikas per il rinnovo del permesso di soggiorno, vidi quell'occasione che volevo e, mi proposi di farlo personalmente.
Dovevo rivedere Vikas, sapere tutto di lui e soprattutto cercare di instaurare un rapporto almeno di amicizia iniziale.

Il cliente fu ben contento di non doversi affaticare per accompagnare Vikas nella burocrazia necessaria.

Fissammo il giorno, ero ansiosa come una ragazzina al primo appuntamento; anche il mio fidanzato con cui convivevo si rese conto che qualcosa stava cambiando ma, io giustificai il tutto con “problemi di lavoro” ed in effetti dissi una mezza verità.

Quella mattina ci recammo in questura, per non creare problemi indossai un tailleur pantalone molto professionale.
Unico vezzo, tenni i capelli sciolti che mi arrivavano all'altezza del poco seno che avevo.
Lui parlava poco Italiano, giusto quel necessario per assistere l'anziano quindi fui io a fare da tramite grazie all'Inglese.
La sua timidezza era affascinante, mi stimolava a fare di tutto per conquistarlo.
Purtroppo o per fortuna quella volta, la burocrazia fece sì che la pratica non si risolvesse in una sola mattinata, dovevamo ritornare presentando alcuni documenti ulteriori da chiedere in Ambasciata.
Questo fece sì che ci frequentammo ancora, vuoi per i documenti vuoi perché l'anziano era molto ansioso quindi spesso me lo trovavo in studio anche senza appuntamento.
Cercavo sempre di essere discreta e professionale ma al tempo stesso era evidente che Vikas mi piacesse ed arrivai a capire che lui l'aveva intuito.
Riuscii a creare un rapporto molto amichevole con Vikas e quando, finalmente il rinnovo del permesso di soggiorno arrivò sorprendentemente mi invitò a cena un giovedì (giornata che aveva libera).
Accettai entusiasta come un'adolescente al suo primo appuntamento; inventai la scusa di una cena di lavoro con un nuovo cliente al mio fidanzato, ed i giorni prima mi preparai con molta cura.
Non volevo trascurare nessun aspetto, essere sexi ma non volgare.
Sono sempre stata fedele in passato ma, sapevo dall'inizio che, se le circostanze l'avessero permesso, mi sarei tolta quel capriccio adolescenziale.

Il giorno tanto atteso arrivò, trascorsi la mattinata a lavorare ma la mente era altrove.
Verso le 15,00 uscii dallo studio ed iniziai a prepararmi.
Non trascurai nulla.
Mi feci la manicure e la pedicure; mi depilai accuratamente, anche all'inguine, lasciando solo la strisciolina centrale ma, essendo io bionda, l'effetto era quello che invece fossi tutta glabra.
Mi vestii in modo sobrio, un tailleur canna di fucile, camicetta bianca senza reggiseno, gonna lunga fino al ginocchio, senza calze (era giugno quindi non occorrevano) e ballerine ai piedi (più comode e meno sexi).
Lasciai i capelli sciolti, mi piacevo di più.
La mia pelle chiarissima risaltava con lo scuro del tailleur.
Dovevo dare l'impressione al mio fidanzato d'andare ad una cena di lavoro con i clienti quindi non potevo esagerare.

Alle 20,00 passai io sotto casa a prenderlo con la mia smart.

Uscendo dal portone notai che si era messo un tipico abito da cerimonia indiano, la giacca, la camicia senza colletto e dei ricami molto originali.

Mi salutò stranamente dandomi un bacino poi mi disse che direzione prendere; aveva fissato lui dove andare, era un ristorante Indiano appena fuori città.

Da sempre adoro la cucina etnica, quella indiana in particolare con tutte le spezie ed aromi unici, inimitabili.

Arrivammo al locale, un signore vestito da Sic ci accolse con molte riverenze, loro si salutarono in modo particolare (seppi successivamente che erano amici) e ci fecero accomodare in un angolo del salone.

Ci fu subito portato del mango lassi (una bevanda a base di yogurt che usano come aperitivo) e successivamente, senza ordinare (evidentemente avevano già concordato tutto) arrivarono del vino, acqua ed una moltitudine di pietanze molto originali e buonissime.
La cena scorse piacevolmente, riuscii ad approfondire la conoscenza di Vikas, a sapere di più sulle sue origini etc-... .
Come dicevo amo l'Asia e la sua cultura, ero persa nei suoi occhi scuri, la sua pelle ambrata mi mandava in ebollizione.
Parlavamo prevalentemente in Inglese, il che lo rendeva ancor più affasciante.
Capii che gli piacevo quando timidamente e quasi involontariamente mi sfiorò la mano che avevo sul tavolo e cominciò ad accarezzarmela. Sorrisi quasi ad incoraggiarlo d'andare avanti e così fu.
A metà pasto mi prese la mano baciandomela, era timidissimo e la cosa mi eccitava.
Bevvi parecchio coscientemente, volevo abbassare i miei freni inibitori e quell'ultimo baluardo di coscienza che mi restava, per avere una scusa verso me stessa per quello che da li a poco sarei andata a fare.
Finita la serata ero su di giri ed anche lui ma non sapevamo dove andare; restare in macchina era scomodo e rischioso.
Decisi così di infrangere una regola fondamentale, mai sul luogo di lavoro !
Lo portai in studio da me, almeno saremmo stati tranquilli se non comodi.
Vikas non capì le mie intenzioni, mentre aprivo la porta dello studio sicuramente avrà pensato “che cavolo, vuole lavorare a quest'ora questa ?”
Lo capì quando, chiusa la porta d'entrata dello studio, mi tolsi la giacca del tailleur e gli gettai le braccia al collo abbracciandolo.
Cercai la sua bocca, baciai le sue labbra gelide, con la lingua mi feci spazio e trovai la sua.
Le lingue si interscambiarono, aveva un sapore insolito ma inebriante.
La sua pelle sapeva di maschio ed io ero lì pronta, la sua femmina !
Scesi con una mano a toccargli il pacco, era consistente e già pronto all'uso.
Sempre lì, nel corridoio del mio studio mi inginocchiai davanti a lui, volevo vederlo, volevo toccarlo.
Sganciai la cintura dei pantaloni, rimossi il bottone, calai contemporaneamente pantaloni e slip e vidi finalmente il suo sesso.
Bello, ambrato, duro e soprattutto lungo. Saranno stati circa 22 centimetri senza esagerare.
Lo guardai in segno di compiacimento e subito iniziai a gustarlo.
Da prima con colpetti di lingua sulla cappella, poi lo imboccai cercando di accoglierlo tutto.
Sono da sempre stata una gran brava pompinara ma, quella volta fui duramente messa alla prova.
Riuscii ad ingoiarlo finalmente tutto, con molto sforzo, ed iniziai a prendere il ritmo.
Le sue mani, appoggiate delicatamente sulla mia testa, assecondavano il ritmo, senza spingere.
Mi guardava incredulo di quanto stesse accadendo, ma io volevo di più.
Mi alzai e lo presi per mano.
La mia eccitazione era evidente, da sotto la camicetta i miei capezzoli spuntavano prepotenti.
Mi avvicinai ad una scrivania, liberandola velocemente delle scartoffie poi, mi sedetti su di essa invitandolo ad avvicinarsi.
Sorprendentemente prese il mio piede sinistro iniziando a baciarlo, tolse la ballerina e mi baciò la punta delle dita; poi passo al piede destro facendo altrettanto.
Con le mai poi, salendo dai polpacci, arrivò alle mie ginocchia. Ero tutta un brivido di piacere.
Salì ancora, si infilò sotto la gonna, arrivò alle cosce e finalmente alle mutandine.
Ero già un lago di piacere, e se ne accorse !
Estrasse la mano, si leccò le dita e tornò sul mio sesso.
Spostando lentamente il lembo delle mutandine si introdusse nella mia intimità
Ero in paradiso, e quello era solo l'inizio.
Era davanti a me con quel cazzo favoloso ed aveva le dita nella mia figa, era meglio di un film porno !
Mi tolsi la camicetta mostrandogli i miei capezzoli irti di desiderio ma temendo che le mie scarse forme lo demoralizzassero invece...
Tolse la mano dal mio sesso e con pollice ed indice di entrambe le mani strinse i miei capezzoli.
La reazione fu naturale, si ersero ancor di più.
Li stuzzicò leccandoli alternativamente, suggeva come un bimbo che vuole essere allattato.
Non resistevo. Lo scostai da me, tolsi gonna e mutandine e, mi rimisi a sedere sulla scrivania a cosce oscenamente spalancate !
Volevo essere posseduta, lì, subito, all'istante !
Ubbidii
La cappella punto sul mio sesso poi, lentamente, si fece spazio.
Era enorme, il più grosso che avessi mai preso !
Le pareti vaginali si adattarono a fatica a quelle dimensioni, ogni centimetro che entrava era una ondata di piacere.
Colavo come una fontana, i miei umori lubrificavano l'amplesso.
Non parlavamo, ci guardavamo negli occhi mentre lui si impossessava del mio corpo, ed anche della mia anima.
In quei momenti qualsiasi cosa mi avesse chiesto io l'avrei fatta ! E così fu !
Non pensai né al preservativo né ad altro, volevo solo il piacere e lo stavo ottenendo !
Mi pompava da vero amatore, alternava il ritmo ed ogni pompata era una scarica di brividi.
Mi estraniai con la mente, provai come in un mantra ad uscire con la mia anima dal mio corpo e, dall'alto ci vedevo avvolti nella passione.
La differenza cromatica era bellissima, lui scuro io bianchissima, era un quadro degno del Caravaggio.
Ritornai in me giusto in tempo, avevo la fica grondante di umori, mi accorsi che lui stava per venire così lo spostai e velocemente mi inginocchiai davanti a lui accogliendolo in bocca.
Uno due tre fiotti di sperma copiosa mi riempirono, la deglutii un po ma non ce la feci a contenerla tutta ed un rigagnolo mi uscì dal lato sinistro. Una scena degna dei migliori film porno !
Non era ancora appagato, era ancora in tiro.
Mi fece voltare, punto la cappella alla mia figa ormai adattata alle sue dimensioni ed iniziò a pomparmi alla pecorina.
Appoggiava il suo bacino al mio e con le mani mi stuzzicava i capezzoli eccitati a tal punto che credevo mi schizzassero dalle aureole.
Estrasse il suo arnese, con la cappella iniziò ad ungere il mio culetto.
Era chiaro che volesse anche quello e, come dicevo prima, ero talmente in estasi che nulla gli avrei negato.
L'avevo già preso in culo dal mio fidanzato ma, quello di Vikas non era un cazzo normale.
Fu molto delicato e gentile, appoggiò la cappella all'anello e piano piano entrò.
Credevo di essere venuta abbastanza ma, quando mi fu dentro, l'ondata di nuovo piacere mi travolse che quasi svenni.
Se ne accorse e dovette sorreggermi perché stavo andando giù a peso morto!
Mi lasciò il tempo di riprendermi e poi iniziò ad incularmi.
Tanto era grosso il suo arnese che lo sentivo anche nella fica quasi fosse una doppia penetrazione.
Ero in estasi non capivo più nulla, non so quanto passò che sentii del liquido caldo farmi un clistere, mi stava venendo dentro !!!
Ci accovacciammo a terra, ero squassata e felice, avevo brividi per tutto il corpo, mai in passato avevo provato quelle sensazioni facendo sesso.
Lui mi guardava con quegli occhioni neri, aveva ancora voglia?
Mi fece stendere sul freddo marmo del pavimento, ma mia pelle calda a contrasto col marmo mi dava sensazioni uniche.
Tuffò la sua testa in mezzo alle mie cosce iniziando a leccarmi il mio piccolo cespuglio.
La lingua esplorava ogni parte della mia intimità, leccate lunghe si alternavano a colpetti di lingua sul clitoride infine, prese il clito tra le labbra cominciando a suggerlo.
Avevo perso il nesso della ragione, non sapevo né chi ero né dove ero né che ore fossero.
So solo che mi regalò un orgasmo unico in quel modo, solo leccandomi.
Inondai la sua bocca del mio miele, che si apprestò prontamente ad assaporare.
Il nostro idillio fu interrotto da una telefonata inaspettata. Si erano fatte le 2 di notte ed il mio fidanzato, non vedendomi rientrare si stava preoccupando.
Ci rivestimmo in fretta, ripromettendoci di rivedersi molto presto.
Lo riaccompagnai a casa e poi tornai anche io a casa.
“si vede che hai bevuto” mi disse il mio fidanzato al rientro; risposi farfugliando qualcosa.
L'indomani tornai in ufficio e subito pensai a come rivederlo.
La nostra storia clandestina da allora va ancora avanti, ho avuto modo di toccare il piacere più e più volte, coinvolgendo anche amici di Vikas ma...questa è un'altra storia che vi racconterò se questo mio racconto troverà il vostro gradimento.
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