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La quadratura del cerchio


di benves
20.09.2019    |    15.067    |    1 9.4
"Lui non volle spostarsi e gli inondai la sua bocca, la mia patatina grondava umori come una fontana..."
Mi chiamo Serena ed ho 25 anni
Non mi sono mai reputata una ragazza bellissima, nonostante riceva tantissimi complimenti.
Sono alta 1.80, ho capelli lunghi ondulati castano chiaro, un bel fisico per via della mia attività sportiva (gioco a pallavolo da tantissimi anni ed a buoni livelli) e di seno purtroppo ho una seconda scarsa.
Di carattere sono molto gelosa e testarda, ci sono momenti in cui voglio la calma assoluta intorno a me e momenti in cui non voglio stare un attimo ferma
Il mio ex a sua volta era un po troppo pigro, la solita vita monotona, casa, tv, sabato pizzeria o ristorante
Odiava andare a ballare (cosa che io invece amo) e fare cose che uscissero dai suoi soliti schemi di pigrizia e, per finire, era un tipo molto geloso, che si arrabbiava e non poco anche se mi vedeva parlare con un amico!
Frequentando l’università ovviamente fai nuove amicizie, sia maschili che femminili
A lui raccontavo solo delle mie amiche e non dei miei amici, per evitare inutili screzi.
Di lui ero molto ma molto innamorata, tanto che vedevo il mio futuro da sposata con lui
Ero seriamente innamorata di lui ma il suo carattere estremamente geloso e pigro mi stava allontanando pian piano.
Col passare degli anni all’università le amicizie diventarono sempre più forti e più consolidate al punto che, quando avevamo lezioni il pomeriggio, rimanevo a pranzare con i miei amici in facoltà. C’era un ragazzo, Gabriele, con il quale avevo instaurato un bellissimo rapporto d’amicizia. Ridevamo, scherzavamo, seguivamo le lezioni, sempre insieme….insomma eravamo diventati dei veri amici, tanti abbracci, tante risate e tanti baci (sulla guancia).
Un giorno alla solita pausa pranzo, fra le mille chiacchierate e risate, capitò che rimanemmo abbracciati, ma nessuno dei due diede peso poiché c’era un sano rapporto d’amicizia fra noi Continuammo a parlare abbracciati ed i nostri visi erano molto vicini, respiravamo a vicenda i nostri respiri, al punto che poi lui, si avvicinò ulteriormente ed inevitabilmente finimmo col baciarci
All’inizio con un bacio a stampo poi... con tanta passione, stringendoci sempre di più.
Dopo non so quanto tempo siamo stati a baciarci (sicuramente non meno di 10 minuti) ci staccammo l’una dall’altro e lui istintivamente mi chiese scusa per quello che era successo
Mi disse che sperava che l'accaduto non cambiasse nulla al nostro rapporto
Io rimasi in silenzio, arrossii ed il mio imbarazzo era palpabile.
Mi sentivo confusa, quei baci mi erano piaciuti ma, al tempo stesso ero pervasa dei sensi di colpa.
Quel pomeriggio seguimmo la lezione universitaria da banchi opposti e finita la lezione lasciai l’università senza salutarlo.
Tornata a casa pensai e ripensai all’accaduto, mi sentivo molto ma molto turbata, era la prima volta che tradivo il mio ragazzo, mi facevo schifo ed ero molto nervosa.
La sera mi vidi col mio ragazzo e rimanemmo a casa mia a vedere un film seduti sul divano
Ero stranamente silenziosa, non dissi una parola, non vedevo l’ora che il film finisse per andare a letto a dormire
Lui se ne accorse, mi chiese come mai fossi così silenziosa, se c’era qualcosa che non andasse, che mi turbasse.
Risposi in modo evasivo che ero molto stanca, che andava tutto bene, e lui fece finta di credermi.
Questo mio comportamento nei suoi confronti durò almeno una settimana, al punto che litigavamo spesso.
Anche col mio amico Gabriele ci fu una flessione nel nostro rapporto, salvo poi ristabilirsi pian piano.
Quando tutto tornò come prima, fra i mille scherzi risate e chiacchierate, Gabriele mi disse che lui era un ottimo cuoco
Pensai che mi stesse prendendo in giro e non lo credetti al punto che, dopo tanti tira e molla, mi chiese se volessi constatare di persona.
Dopo un paio di settimane di titubanza e sua insistenza, decisi di accettare quell'invito
Ci demmo appuntamento a casa mia per la sera seguente, inventando una scusa col mio ragazzo.
Quando puntualissimo si presentò, ci salutammo con il solito bacio sulla guancia e lui si mise ai fornelli a preparare la cena.
Menù della serata era: antipastino misto, linguine allo scoglio, e grigliata mista di pesce….effettivamente aveva cucinato delle prelibatezze!
Inizialmente mi sentivo a disagio a cenare sola con lui a casa mia ma poi, pian piano l’imbarazzo andò scemando.
Al mio ragazzo avevo detto che sarei andata a mangiare una pizza con le amiche di facoltà e lui si era organizzato con i suoi amici una partita a calcetto, invece mi trovavo a casa mia con un amico. Finita la cena rimanemmo seduti a parlare, salvo poi andarci a sedere sul divano a bere dell’ottimo prosecco che aveva portato Gabriele.
Ci mettemmo a vedere un film
La visione del film fu però intervallata dalle nostre tante chiacchierate e risate.
Appoggiai il mio capo sulla sua spalla, lui mise il suo braccio sul mio cominciando ad accarezzarlo ed a coccolarmi.
Le sue carezze non mi erano indifferenti, mi facevano molto piacere, ne sentivo il bisogno.
Dopo un po le sue coccole si fecero più audaci, iniziando a sfiorandomi il seno
Sentivo qualcosa in me che mi faceva emozionare, sentivo il mio desiderio di lui ma, sapevo tenere bene a bada il mio piacere
Le carezze si fecero più insistenti, e non trovando opposizione da parte mia, pian piano finì per accarezzarmi solo il seno
La sua mano era ferma sul mio piccolo seno
Era bellissimo, accarezzava al mio seno in un modo mai visto, con tanta dolcezza e passione.
Mi girai verso di lui, lo fissai negli occhi e cominciammo a baciarci avidamente con la lingua. Sentivo la sua saliva abbondante nella mia bocca, era nel pieno dell’eccitazione.
Mentre mi baciava, con una mano mi accarezzava la nuca e con l’altra mi palpeggiava il seno per poi scendere con molta lentezza verso il mio ventre e poi verso il mio pube.
Sentivo la mia patatina pulsare, che voleva scoppiare
La sua mano era fra le mie gambe, ed io lo lasciavo fare
Mi sbottonò lentamente i jeans, li abbassò giusto quel tanto da farsi strada cominciando a sfregarmi da sopra il perizoma
Stavo impazzendo, avevo una voglia tremenda, lo volevo tutto, lo volevo tutto per me.
Socchiusi gli occhi e lo assecondai
Mi sfilò lentamente la magliettina trovandomi senza reggiseno
Ebbe un attimo di esitazione
Lo guardai fisso negli occhi sorridendo, era un chiaro invito ad andare oltre
Così cominciò a leccare i miei capezzolini, a mordicchiarli, finendo poi per leccare tutto il mio seno
Mi disse che impazziva per il mio piccolo seno, ma io non gli ho mai creduto.
Non passò molto che, presi dalla passione, ci ritrovammo totalmente nudi
Quando vidi il suo pene rimasi sbalordita, alzai gli occhi e lo guardai nei suoi di occhi.
“C'è qualcosa che non va?” mi chiese con dolcezza
Risposi che non credevo fosse così dotato
Lui mi sorrise “sono tante le cose che non sai di me”
Un pene così non l’avevo mai visto, non tanto per la lunghezza (che comunque era lungo) quanto per la grossezza
Fui pervasa da un attimo di paura e piacere al tempo stesso
Mi inginocchiai di fronte a quel pene.
Iniziai a baciarlo, poi a leccarlo e poi a succhiarlo
Glielo leccai con cura, con molto scrupolo, affinché non pensasse che non fossi all’altezza.
Gli leccai anche i testicoli, ero molto brava a fare i pompini
Lui spingeva il suo cazzo nella mia bocca, facevo davvero fatica a contenerlo, ne entrava poco più di un quarto
Come spingeva avvertivo sensazione di vomito.
Mi afferrò con le mani la testa e la tenendola ferma prese a scoparmi la bocca
Dapprima con dolcezza e poi sempre più velocemente, mi mancava il respiro, avevo tutto il seno ricoperto della mia saliva.
Quando si ritenne soddisfatto me lo sfilò, mi fece alzare e questa vota fu lui ad inginocchiarsi difronte a me.
Mi fece divaricare leggermente le gambe e si mise a leccarmela tutta
Succhiava il clitoride e mi faceva impazzire, non stetti molto a raggiungere il primo orgasmo, così in piedi.
Lui non volle spostarsi e gli inondai la sua bocca, la mia patatina grondava umori come una fontana.
Era la prima volta che mi eccitavo in quel modo, sì di orgasmi ne avevo avuto prima ma mai nel corso dei preliminari e poi, in quella posizione, era tutto estremamente insolito e nuovo, ma bellissimo.
Mi fece accomodare sul divano, mi invitò a divaricare le gambe e si rituffò sulla mia fighetta, leccandola e ripulendola tutta
Io avevo le mani sulla sua chioma ed assecondavo i suoi movimenti mentre, ad occhi chiusi, assaporavo le sensazioni che mi arrivavano, quei brividi dirompenti di piacere come scosse elettriche mi fulminavano tutta.
Non so quanto passò, si tolse dalla mia fighetta e sentii la sua cappella puntarvi contro
Un brivido questa volta di paura mi pervase, quel mostro stava per entrare in me
Se pur ben lubrificata temevo di non essere in grado di contenerlo ma, al tempo stesso mi immaginavo il piacere che mi avrebbe procurato riempendomi tutta.
Gabriele mi afferrò per il busto avvicinandomi a lui e poi, in un sol colpo e mi penetrò con il suo grosso pene
Lanciai delle urla di dolore e piacere, la mia patatina non aveva mai visto e soprattutto non era mai stata penetrata da un coso simile.
Sentivo quel pene nello stomaco, era troppo grosso ma, quando la mia patatina si abituò e si dilatò, per lui fu un gioco da ragazzi scoparmi e sfondarmi da vera troia.
Stavo godendo come non mai, mai avevo goduto così in vita mia, mi stava aprendo come una porca merita essere aperta.
Mi mise in varie posizioni, facendomi venire per altre ben altre tre volte.
Ad un certo punto voleva il mio sedere ma mi opposi decisamente, perché ero vergine e perché nessuno l’aveva mai posseduto
Lui cercò di convincermi ma non ci fu verso, ero terrorizzata che quel coso enorme entrasse nel mio culetto.
Mi fece inginocchiare dandogli le spalle e mi scopo alla pecorina
Appoggiandosi col busto sul mio andò a cercare le mie tettine e mentre mi scopava mi tintinnava i capezzoli, godevo come una indemoniata.
Ero tutta sudata, ero sfinita, non ce la facevo più, avevo completamente perso il controllo della situazione, e lui mi guardava soddisfatto e godeva nel vedermi persa di lui, nel vedermi bisognosa di lui
Mi chiamò con vari appellativi: puttana, sei la mia troia, porca, ti devo sfondare puttana mia, quel coglione e gay del tuo ragazzo non merita una troia del genere perché una troia così merita questi cazzoni che la scopano giorno e notte, meriti di stare come una puttana sempre a gambe aperte a godere come una maiala….
Io ero estasiata, ogni suo insulto era per me meglio di una suo colpo nella mia vagina, non me lo so spiegare ma mi stava possedendo fisicamente e mentalmente.
Mentre mi scopava mi fece insultare il mio ragazzo e la cosa brutta è che, in quei momenti sentivo veramente odio verso il mio ragazzo.
“Ora ti vengo dentro”, mi disse ad un tratto
Stavamo scopando senza preservativo perché io ormai da tempo prendevo la pillola ma, malgrado ciò, lo pregai di non farlo, la sborra di quel cazzone temevo fosse troppo pericolosa, non volevo restare incinta
Così allora mi chiese nuovamente d' inginocchiarmi davanti a lui, ed io lo feci.
Se lo menò un po mentre io glielo leccavo lungo la sua asta ed infine... arrivarono gli schizzi di sborra calda sul mio viso; sborrò copiosamente, avevo tutto il viso allagato dal suo sperma che mi colava dappertutto
Mi afferrò la testa e me lo infilò in bocca e riprese a scoparmi la bocca e urlava di piacere.
Dopo un po lo tolse dalla mia bocca, mi riposizionò a pecorina e lo rinfilò nella mia figa dandomi ancora una ventina di colpi e facendomi ancora gemere di piacere
Poi. anch’egli sfinito, lo tolse e si buttò sul divano esausto.
Mi sentivo una autentica puttana, il mio viso e seno colavano si sperma e le mie gambe erano ricoperte dei miei umori
Mi sentivo ancora più puttana a pensare a quello che avevo combinato ed i sensi di colpa verso il mio ragazzo mi pervasero.
Di una cosa sono sicura: non ho mai goduto e scopato così, era la priva volta che un maschio riusciva a possedermi in quel modo.
Morale della favola: dopo un paio di mesi mi lasciai col il mio ragazzo dopo sei anni di fidanzamento e, naturalmente mi sono messa con Gabriele
Scopiamo spesso, sono riuscita anche dargli quello che tanto voleva, il mio culetto ma, quella è un'altra storia
Mi fa sentire unica, porca, e ciò che non guasta, abbiamo ancora quel bellissimo rapporto d’amicizia che avevamo prima !
Siamo legati da un doppio filo, sessuale e mentale che crea l'idillio perfetto, la quadratura del cerchio.
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