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Il trucco - Seconda parte


di Honeymark
18.01.2016    |    12.771    |    0 8.3
"- Wow… il vecchierello! Ha ha! Me lo prese in bocca e me lo lavorò..."
Il trucco.
Seconda parte.

Quando il sabato successivo andammo a fare la spesa, io e mia moglie passammo dalla cassa di Sonia.
- Allora come è andata? – Chiese mia moglie. – Ti sei divertita? Meritava?
- Sì sì, grazie, – rispose Sonia per nulla intimorita. – Era da tempo che non facevo un’uscita così.
- Beh, se vuoi accompagnarlo ancora – aggiunse mia moglie – vai, perché a me pesa proprio uscire la sera per queste feste. Non ho più l’età.
- Ma cosa dici? – Commentò Sonia. – Hai l’età giusta per queste cose!
- Tempi che furono… – Concluse mia moglie.
Sonia ha 35 anni, io e mia moglie siamo sulla sessantina.
In effetti, ci piace di più leggere, guardare la TV, andare a cena con gli amici. Niente sesso da un po’. Per fortuna mi lascia uscire una volta in settimana con un’amica, certa che mi faccia bene e pensando che di fare sesso non passi neppure per la testa neanche a me.
E in effetti il sesso non è nei miei interessi primari. Però, il culo di Sonia l’avevo sognato più volte e quella sera che avevo potuto giocare con lei mi ero eccitato proprio. Alla mia età piace fare molte cose che non c’entrano con la penetrazione vera e propria.
Ora però dovevo pensare cosa fare, Sonia mi aveva promesso di farmi un pompino e io a un pompino non so mai dire di no. Rischiavo di imbastire una relazione, quindi dovevo fare attenzione.
- Non c’è un’altra serata mercoledì? – Disse mia moglie. – Stavolta sarà la birra artigianale a scorrere a fiumi. Perché non uscite ancora?
- Dai… Non voglio approfittare…
- Ma scherzi? L’altra sera è tornato a casa ringiovanito.
Mi parve che Sonia fosse arrossita un attimo, ma poi si riprese.
- Allora passo a prenderti mercoledì alle 20. – Intervenni io. – Alle 8.

Quella sera si era vestita con maggiore attenzione, cioè aveva cercato di apparire più desiderabile. La presentai ad alcuni amici che la studiarono con interesse. Bevemmo le birre del caso, ma molto meno della serata con le bollicine. Quindi quando uscimmo decisi di portarla da qualche altra parte.
- Cosa vorresti bere? – Mi domandò.
- Del porto. – Risposi.
I superalcolici mi infastidiscono lo stomaco e le bollicine le viscere. Ma non glielo dissi. I problemi dell’età non favoriscono gli approcci.
- È l’unica cosa che non ho… – Disse lei. – Hai una domanda di riserva?
Ottimo, pensai. Ha pensato di portarmi a casa.
- In alternativa vorrei te…
- Anch’io, però non vorrei una relazione…
La guardai. Non era male.
- Neanche io, ma in questo momento vorrei rivoltarti come un calzino.
- Cosa pensi di me? – Sparò a bruciapelo, prendo la via di casa.
- Sessualmente il tuo culo.
- L’avevo capito. Poi?
- Poi tu. Sei una brava persona.
- Cosa? È la prima volta che qualcuno mi dice una cosa del genere.
- Beh, è la pura verità. Prima di uscire con te desideravo solo mettertelo nel culo, adesso voglio anche te.
- Cosa intendi dire?
- Che non sei solo un giocattolo, ma una donna interessante.
- Cambia qualcosa?
- Sì, io preferisco chiavare una persona, non un corpo.

Entrammo in casa sua.
- Cosa vuoi fare? – Mi chiese con tono malizioso.
- Vai a prendere una candela.
Corse a prenderla e quando tornò io ero già seduto ad aspettarla.
- Come l’altra volta? – Chiese.
- No, di più.
Mi abbassai pantaloni e mutante e il cazzo balzò su come un carico in un mazzo di briscola.
- Wow…! – Disse guardandolo. – E la candela cosa serve?
- Sfila le mutandine e vieni su che te lo faccio vedere.
Salì mettendo un ginocchio a destra e uno a sinistra come l’altra volta. Io la guidai in modo che si infilasse il pene in tutta comodità. Era da tempo che non lo introducevo così. Le presi le natiche e le palpai di gusto, passando col dito a sfiorare il buco del culo.
- Dammi la candela. – Le dissi infine.
- Vuoi davvero…?
Non risposi. E quando me la mise in mano, la portai piano al suo buco del culo. Lei si adoperò a tenersi dentro il cazzo mentre mi aiutava metterle la candela nel culo.
Quando scivolò dentro mi gustai il passaggio della candela in un canale vicino a quello dell’uccello. Anche lei sospirò alla grande.
Poi, come la volta precedente, iniziai a masturbarla analmente spingendo dentro la candela che il retto provava a espellere. In quella posizione masturbavo anche me.
Cominciammo a godere come facoceri e alla fine lei venne saltando sul cazzo mentre io le tenevo ferma la candela.
E, cosa più stupefacente, venni anch’io copiosamente.
Me ne andai mentre lei ancora aveva il fiatone. E la candela. Ero soddisfatto della mia opera.




La settimana dopo tornammo al supermercato di Sonia.
Mia moglie fece cassa e, pagando, le disse che da quando uscivamo a goderci i piaceri della gola io ero migliorato.
- Il merito non è mio, – disse Sonia timidamente.
- Non essere modesta. La tua giovialità lo sta cambiando.
- Non vorrei essere giudicata male…
- Non pensarlo neanche. So che mio marito è fuori discussione.
Non dissi nulla.
- Uscite anche mercoledì prossimo? C’è la super serata con la carne asado al ristorante argentino.
- No, dai, – rispose. – Mi sento un’intrusa. Devi andare tu che sei sua moglie.
- A me la carne non piace, ma a lui sì. Se a te piace la carne, approfittane.
- Sì, mi piace la carne, ma…

Quella sera riuscimmo a parlare di più, perché eravamo comodamente seduti a tavola.
- Ho paura che tua moglie immagini qualcosa. – Mi disse.
- Ma no, – risposi. – A lei il sesso è uscito di testa da tempo.
- Se tu fossi mio marito avrei paura a lasciarti uscire con un’altra.
- E faresti male, perché a te il sesso piace. Quindi non correresti rischi.
- Tua moglie è bellissima, per la sua età.
- Lo so, ma non ci sente. Ha chiuso col sesso.
- Prova.
- Hai voglia di fare un salto a casa tua?
- Perché no? – Sorrise. – Mi sono procurata il porto…
- Sei una sorpresa.
- Sono una persona perbene… No?

Arrivati a casa, si girò verso di me e mi chiese cosa volevo fare.
- Togliti le mutandine e rimani in piedi con le gambe leggermente allargate.
Non disse nulla. Si sfilò le mutandine in un attimo e senza mostrare nulla, come sanno fare solo le donne. Si mise in posa.
Mi avvicinai e mi inginocchiai. Le accarezzai le gambe e le cosce fino ad arrivare al culo. Lo palpai in modo plateale, poi mi alzai in piedi e le presi la vulva in mano. Era bagnata. Bene, piaceva a entrambi.
- Ti rivolto come un calzino.
- Son qua.
- Te lo metto dappertutto.
- Riesci a venire tre volte in una stessa serata? – Mi domandò, come per farmi un complimento.
- No, – sorrisi. – Non più.
- Allora scegli dove vuoi venire, – aggiunse. – Così ci organizziamo.
- Nel culo, – risposi senza esitazioni.
- Ne ero certa. Allora fatti guidare. Prima te lo prendo in bocca, poi mi chiavi e infine mi inculi.
Si inginocchiò, mi slacciò la cintura e mi abbassò pantaloni e mutande. L’uccello balzò in su come se avesse avuto la molla dei 30 anni.
- Wow… il vecchierello! Ha ha!
Me lo prese in bocca e me lo lavorò. – Poi mi accompagnò in camera da letto.
La chiavai a lungo, poi la girai pancia in giù. Le misi un cuscino sotto il ventre e mi portai al culo. Il suo culo era superbo, esattamente come te lo aspettavi dopo averla vista in jeans. Da sdraiata e con cuscino, le natiche stavano distanziate e mostravano il buco del culo qualche centimetro sopra la figa, che era doverosamente bagnata.
Intrisi la mano nelle secrezioni vaginali, poi le infilai un dito nel culo per lubrificare l’ano. La cosa le piaceva esattamente come quando le avevo infilato la candela, quindi indugiai un po’ col medio infilato. Volendo potevo farla venire così.
Ma poi mi decisi e mi misi sopra. Glielo infilai in figa e la sbattei per fare riscaldamento. Poi, quando avevamo preso il ritmo, lo sfilai piano e lo portai al buco del culo. Lei mi aiutò spostandolo fino a mettersi in posizione. La cappella impiegò poco a guadagnare i primi centimetri e, quando lo sentii allargato a puntino, lo spinsi dentro gustandomi centimetro per centimetro. Quando arrivai in fondo, entrambi saremmo rimasti immobili così, ma pian piano ci mettemmo al lavoro, finché lo la sbattei come se la stessi chiavando. Sbatteva le gambe, mugolava, si lamentava, godeva…
Mi sembrava di essere un ragazzino, tanto erano forti i miei colpi di reni.
Quando mi accorsi che stavo per venire, le misi le mani dietro la schiena, mi tenni per il copino e venni tenendola ferma in modo che potesse sbattere solo il culo.
Sborrai copiosamente come un giovane, ma capita anche alla mia età quando è un pezzo che non chiavi. Le riempii il culo di sperma, che lei accolse con sommo piacere.

(Continua)
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