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Lui & Lei

Arroganza 1


di geniodirazza
30.01.2023    |    6.269    |    0 9.4
"Si irrigidisce sulla sedia; si è lasciata scopare da chiunque, da quando aveva sedici anni; non è in grado di dire quanti cazzi abbia preso, in quegli anni;..."
Luisa sta scopando alla grande con uno studente di una sua classe, un ragazzo poco più che diciottenne, assai scarso nel rendimento scolastico ma decisamente valido a letto; titolare della cattedra di italiano nell’Istituto Superiore della sua città, a ventotto anni, è una donna decisamente calda; per la verità, lo è stata sempre, favorita anche dalla debolezza di carattere di Marco, l’uomo che sposò a diciotto anni già pieno di corna.
Lui conosce la sua passione per i cazzi giovani e forti; ormai non le dice più niente e sopporta pazientemente; da sempre è stato troppo innamorato per protestare e sembra godere del piacere che lei prova quando si lascia sbattere da uno degli amanti fissi, da un amico, da un collega o, appunto come in quel momento, da un ragazzo della scuola abbastanza prestante e fidato da scoparsela nel letto coniugale, nella loro casa; il marito lavora fino a tardi e lei ha il pomeriggio libero.
Quando il giovane torello le ha fatto assaggiare, in classe, la mazza dura contro le natiche, lei ha avvertito il solito brivido correre lungo la spina dorsale, ha deciso immediatamente che voleva quel cazzo molto promettente e gli ha suggerito di raggiungerla a casa subito dopo pranzo; appena entrato, lo ha avvolto in un dei baci sensuali che sono la sua specialità e lo ha sentito immediatamente fremere di piacere infinito.
Sente che le mani si muovono nervose ad afferrare le natiche, le palpano, le stringono ed esaltano la sua voglia; muove la mano ad afferrare il cazzo da sopra i vestiti ed ha la certezza che lo spessore e la lunghezza sono quelli che in genere la soddisfano ampiamente; lo guida verso la camera, sempre allacciati nel bacio vorace che divora la lingua di lui e la succhia come un piccolo cazzo; ai piedi del letto, si siede e slaccia la cintura del pantalone.
Lo manda giù abilmente trascinando insieme il boxer; mentre lei afferra il cazzo finalmente nudo davanti ai suoi occhi, lui si libera, scalciandoli, degli indumenti e delle scarpe, le prende le tempie tra le mani e comincia a scoparla in bocca; non è delicato, il torello, e rischia di soffocarla; afferra l’asta e regola la penetrazione in bocca mentre la lingua fa il suo dovere deliziando la cappella e la mazza tutto intorno.
Il pompino è da manuale; Luisa è troppo esperta perché un ragazzo di diciotto anni possa reggerle; con linguate e risucchi, affondi in gola e manipolazioni varie, lo porta all’orgasmo più rapidamente di quanto immaginasse; sente lo spruzzo della sborra esplodere e viene anche lei, urlando come un animale scannato; continua a succhiare il cazzo che scema e si fa barzotto; le sue leccate, come sperava, fanno risorgere rapidamente la mazza.
Lo spoglia completamente e gli succhia a lungo i capezzoli, eccitandolo oltre ogni dire; lo rimprovera sensualmente che non ha neppure accennato a spogliarla, eppure è già in intimo con sopra una vestaglia; si spoglia rapidamente, si stende sul letto e porta la testa di lui fra le cosce; deve guidarlo a succhiare, leccare e mordicchiare la figa, perché è completamente a digiuno di cunnilinguo; contrariamente che a scuola, apprende in fretta.
In pochi minuti è in grado di succhiarle l’anima; sente che sempre più abilmente lecca le grandi labbra, stimola quelle piccole ed afferra con la bocca il clitoride, provocandole sferzate irresistibili di piacere ed orgasmi; si abbandona languida al giovane amante e si fa succhiare avidamente tutto il sesso; si gira carponi e lo invita e riprendere a leccare, ma da dietro, stavolta, e a stuzzicare soprattutto il buco del culo che freme dalla voglia di una forte inculata.
Infoiato come un animale, il ragazzo si scatena a succhiare, mordere, tormentare tutto, figa culo e circondario, finché ha lo sprazzo giusto; si stende sotto di lei, a sessantanove, e spinge in basso la testa perché si prenda in bocca il cazzo; più esperta, lei si organizza a fermarlo con le cosce quando vuole succhiarlo e a liberarlo quando vuole essere succhiata; per molto tempo si alternano nella doppia fellazione e si fermano solo quando le mandibole dolgono ad entrambi.
Adesso vogliono ambedue scopare come dio comanda; si stende supina sul letto, divarica le gambe e tira su le ginocchia, invitandolo a salirle addosso a montarla; non ci pensa due volte e con irruenza le sbatte i venti centimetri del cazzo dentro la figa; sente un urto violento e dolcemente lo invita a muoversi cautamente su e giù; ad ogni colpo, i suoi orgasmi si scaricano; quando sente la voglia di avvertirlo dentro tutto intero, gli cinge i fianchi con le gambe e, con i piedi intrecciati dietro la schiena da il ritmo della scopata.
Sente l’orgasmo montare con grande lussuria nel ventre a mano a mano che il ragazzo la scopa al ritmo imposto ed a cui si adegua rapidamente; quando esplode, le sembra che il ventre si apra per accogliere tutto il corpo del giovane amante occasionale; contemporaneamente il calore degli spruzzi che sente scaricarsi nell’utero la avverte che anche lui ha sborrato, con grande lussuria e abbondantemente.
Si fermano ansanti; lentamente lei si divincola dalla presa che aveva realizzato sul corpo di lui; aspetta che il cazzo, per naturale riduzione dopo la sborrata, si sgonfi e scivoli dolcemente dalla figa rilassata e slabbrata dalla monta violenta; sposta dal suo il corpo del ragazzo e si stendono supini sul letto a riprendere fiato; non serve molto tempo al partner del momento; la giovane età gli consente di recuperare rapidamente e facilmente il massimo della possanza.
Non vuole che tutto si riduca ad una scopata veloce e unica; si è ormai abituata a consumare in una sola seduta certi rapporti problematici, se non pericolosi; sa che, dopo di allora, quel ragazzo non avrà più occasione per godersi la sua figa, la sua voglia, il suo corpo; intende però offrirgli anche il massimo che la voluttà le suggerisce e consiglia; prima di liquidarlo, un passaggio nel culo se lo vuole concedere; se restano tempo e energie, si farà scopare alla spagnola; per ora, si prepara all’inculata.
Mentre lui quasi si appisola godendosi il languore conseguente alla grande monta e a due sborrate consecutive, lei va in bagno, in parte per lavare dalla figa la sborra e le scorie della scopata, ma soprattutto per prelevare dal cassetto dei medicinali il tubo del gel lubrificante che ha felicemente sperimentato per tante inculate, anche con cazzi di taglia decisamente maggiore di quello che si sta spupazzando al momento.
Rientrata in camera, si dispone di nuovo gattoni sul letto e indica al ragazzo di andarle dietro e leccare; esegue prontamente e per un lungo tempo si dedica a titillare con dita e lingua tutto il perineo, dal pube all’osso sacro soffermandosi, su indicazioni della donna, sul buco del culo e sulla figa, nei quali infila la punta della lingua per una sollecitazione anale molto efficace; sempre guidato da lei, infila nel culo le dita, prima una e poi due tre e quatto, chiuse a cuneo, per allargare l’accesso.
Il ragazzo intuisce che lei si sta facendo preparare ad una grossa inculata e si eccita ancora più bestialmente, se è possibile; prende il gel che lei gli ha passato e, intanto, lo spalma sulle dita che infila nel canale rettale trovandolo aperto e disponibile; quando lei lo incita, unge per bene col lubrificante culo e cazzo, appoggia la cappella al buco e spinge; la mazza scivola dentro come un coltello caldo in un pane di burro; tira a se le natiche, prendendola per le anche.
Comincia per lui un viaggio imprevedibile, insperato e travolgente nel culo della profia zoccola e arrapata; si lascia guidare alla nuova esperienza con la voglia di godere alla morte e di imparare tutto quello che è possibile conoscere sull’inculare; lei lo avverte che, se, da quella posizione spinge il culo contro il ventre, il rumore dei corpi che si scontrano è eccitante; se poi si afferra alle tette che, in quella posizione, pendono inutilizzate, può aggiungere altro piacere stimolando i capezzoli.
Il giovane amante rivela ancora una volta prontezza e capacità di adeguamento; anche di fronte ad un’indicazione nuova e per lui inedita, immediatamente coglie il senso delle indicazioni e si dedica all’inculata con l’abilità di un amante maturo e smaliziato; Luisa attiva tutte tutte le sue abilità, maturate in molte esperienze, per serrare il cazzo nello sfintere e ‘obbligarlo’, in qualche modo, a scopare senza lasciarsi andare alla sborrata finale.
Con l’ormai acquisita prontezza nel mettere in pratica lei indicazioni, lui comincia a scoparla nel culo in maniera travolgente; si gode a lungo la pecorina; quando lei lo spinge di lato e piombano ambedue sul letto, capisce che può continuare a scoparla da dietro, prima sdraiato sul lato destro, poi su quello sinistro; tenendole sollevata la gamba libera, si bea dello schiocco del ventre contro il culo e delle palle contro la figa; infila una mano e tortura il clitoride.
Lei ormai è in paradiso, con la grossa mazza che scivola lussuriosamente nel canale rettale, avanti e indietro, procurandole continui orgasmi di varia intensità; lui impara a montarla velocemente in alcuni momenti e a soffermarsi in altri per godere e farle godere la penetrazione lenta e profonda fino all’intestino, tirando via talvolta il cazzo fino alla cappella; la alterna con scopate veloci che esaltano il piacere di entrambi.
Lo blocca, ad un certo punto, e vuole essere inculata mentre lo guarda negli occhi; si stende supina sul bordo del letto, col culo leggermente in fuori, e lo invita a incularla così; guarda il cazzo che va avanti e indietro e si eccita; legge le sue smorfie di piacere e gode; si sposta al centro del letto, si mette tutti i cuscini sotto le reni e si fa inculare ancora da sopra; dopo una lunga monta, lui la fa girare bocconi sulle lenzuola e la incula disteso sulla sua schiena; muovendosi avanti e indietro, la scopa con tutto il corpo.
Luisa trova molto sensuale quella scopata a schiena intera; gli prende le mani e se le porta sulle tette, una, e sulla figa, l’altra; lui coglie al volo e titilla sapientemente capezzoli e clitoride; Infine, la scopa ancora nel culo, dall’alto, con le spalle appoggiate sul letto e le gambe al collo di lui; la sensazione che lei prova, di esser sventrata come un animale al macello, col cazzo che perfora il ventre dall’alto, è di lussuria infinita.
Tornato ad incularla da dietro, scivolando sulla sua schiena per chiavarla con tutto il corpo dalle spalle alle natiche, raggiunge la terza sborrata della giornata, intensa, lunga, sazia; la scarica nel culo con il massimo piacere possibile e si abbatte sulla schiena di lei ansante e al limite della resistenza; convinta della sua capacità di ripresa, lei lo lascia sdraiato e si manipola la figa per prolungare il piacere infinito che ha provato.
La puttana non ha nessuna voglia di porre fine a quella performance di ottimo sesso con un cazzo giovane e potente; nelle ore successive che passa con lui nel letto matrimoniale, si fa scopare tra le tette, nella più classica spagnola, lo prende in figa per quasi un’ora, impedendogli di sborrare; si fa violentare il culo ancora due volte, con sempre maggiore enfasi e voglia; sa che non accetterà più di scopare con questo ragazzo per non esporsi a rischi; vuole quindi prendersi tutto quello che è in grado di darle.
Se non lo prosciuga completamente, certamente lo usa a lungo e molto volentieri; scoparsi un torello così giovane e voglioso le da quasi la sensazione di aspirare dal suo corpo una nuova giovinezza, che ogni scopata sia per lei una carica che la riempie; è ancora molto giovane, solo 28 anni, ma ha già una lunga esperienza di sesso e il terrore della vecchiaia si è già affacciato, in qualche modo, specialmente quando suo marito, che non ama, le ha proposto di fare un figlio.
La sola idea di trovarsi a trascinare un pancione deformante, col pericolo che i suoi tessuti possano rilassarsi e lasciare delle tracce di gravidanza che non avrebbe mai più cancellato, la terrorizza e si rifiuta categoricamente di cedere alle sollecitazioni di Marco che vorrebbe, con un figlio, cementare un rapporto d’amore in cui crede solo lui; per lei, il marito è solo uno dei tanti da cui si lascia scopare; gli ha già detto chiaramente che deve arrendersi alle sue convinzioni, se ci tiene tanto a salvare il matrimonio.
Quel pomeriggio si da molto da fare per godere allo spasimo; passano tute le ore disponibili, fino al momento in cui lei prevede che il marito tornerà, a scopare come mandrilli; lei non è mai sazia, lui riesce a spremere dalle palle tutta la sborra che lei gli chiede; in quella sola seduta, il giovane apprende quanto avrebbe imparato in anni di sesso, con un’insegnante della troiaggine della sua prof puttana che lo ha provocato e se l’è portato a scopare.
Ala fine, quasi si deve rassegnare a licenziarlo, perché non vuole arrivare al clamore di una sorpresa troppo grossa per l’anima candida che lei considera Marco; già sarà duro da ingoiare il boccone che gli ha preparato, con il ‘sacro talamo’ ridotto a campo di battaglia di due amanti veramente scatenati; farsi sorprendere a letto sarebbe il colmo; decide di porre fine alla giostra e manda lui a pulirsi con una doccia le scorie della battaglia del sesso che ha combattuto con onore.
Mentre accompagna l’amante alla porta, questa si apre e lascia entrare suo marito che non ha nessuna reazione visibile di fronte allo spettacolo di lei in vestaglia trasparente sull’intimo che accompagna alla porta un ragazzo decisamente cresciuto; quando entra e vede lo stato della camera a letto, si limita ad andare nello studio e a depositare la borsa di documenti che ha con se; sedendosi a tavola, le fa con un tono pacato e sereno.
“Stai attenta perché stai rischiando l’accusa penale per pedofilia; anche se mi pare che possa essere maggiorenne, il fatto che sia uno studente della scuola comporta la convinzione che vi sia stato plagio; comunque, rischi grosso anche col lavoro, se il tuo comportamento viene considerato contrario alle finalità didattiche ed educative.”
“Perché non pensi alle tue corna invece di preoccuparti della mia garanzia sul lavoro?”
“Ognuno deve preoccuparsi delle sue, di corna; se resti senza lavoro, diventi ancora più parassita; questo sì che mi deve preoccupare!”
Chiudono lì; lui, dato un nuovo sguardo alle condizioni del letto, indossa di nuovo la giacca che aveva appoggiato all’attaccapanni ed esce per andare a cena; non lo rivedrà fino alla sera seguente, solo il mattino dopo, svegliandosi, capirà che ha dormito nello studio, sul divano letto; ma non è che un episodio della guerra che si stanno combattendo; il sabato successivo, lei si presenta in casa con un marcantonio raccattato chissà dove e si mette a limonare sul divano davanti a lui.
Marco borbotta qualcosa che lei neppure ascolta, su viaggi di lavoro che lo impegneranno; non si incontrano per due settimane; il sabato pomeriggio lui entra inaspettato e la coglie che si sta preparando a ricevere un ulteriore amante; le chiede se è stato accreditato lo stipendio, ripete qualcosa sui suoi viaggi di lavoro ed esce, forse per andare a cena o per non essere costretto ad assistere alla scopata che lei si farà.
Prima che sia uscito, lo ferma per sbattergli in faccia che non ha nessun sentimento particolare per lui; è uno dei tanti con cui ha scopato e con cui scopa; se vuole, può restare con lei e accontentarsi di quel che gli offre; se no, vada dove gli pare; non riesce a trattenere un urlo di stizza quando lui se ne va senza neppure degnare di uno sguardo lei che lo sta mettendo alla porta; non sa se abbia acqua nelle vene, se sia un cornuto contento e un omosessuale che va a cercarsi cazzi per il suo culo.
Passano addirittura mesi in quella condizione di sospensione della vita; suo marito si è fatto vivo, prima a scadenza quindicinale, il sabato sera per un rapido week end ed è scomparso la domenica sera; poi la scadenza si è fatta mensile, solo per accertarsi che fossero pagate le pendenze della casa; negli ultimissimi mesi, non si è fatto proprio vedere; Luisa è felice, perché il vitto le viene garantito dal carico delle spese sul conto comune; per se stessa, fa aggio sullo stipendio di insegnante.
L’assenza del marito le consente di cambiare i maschi nel letto anche ogni sera; ormai è una troia conosciuta da tutti e non ha difficoltà a trovare stalloni pronti a saltarle addosso e scoparsela con furia animalesca; in giugno, si fa spedire, per gli esami di stato, in una località marittima dove si gode la vita, il sesso e il sole mentre fa la commissaria d’esame senza impegno; in agosto, accetta da un amante provvisorio di andare in vacanza in Puglia; viaggiano sulla spider di lui.
Stanno attraversando un paese della costiera, prendendosi beatamente, sulla macchina scoperta, il sole e il vento tra i capelli, lei e il marcantonio palestrato che le sta a fianco e che passerà con lei una vacanza da sogno; ad un tratto, sulla litoranea cittadina, che lo stronzo ha voluto percorrere a passo d’uomo per esibire l’auto fiammante e la bella donna al suo fianco, vede seduta davanti ad una gelateria sua madre con un bambino di una decina di anni.
Deduce che forse è andata a villeggiare presso amici con un figlio piccolo; vedova da ormai dieci anni, ancora giovanissima, perché aveva avuto lei quando aveva solo diciotto anni, è rimasta sola; non le garantisce niente la figlia troia che pensa solo a cornificare il marito; lei non se ne cura perché il suo amore era il padre; morto lui, si era esaurito anche il rapporto con la madre, della quale ignora il tenore di vita, i mezzi di sostentamento e insomma tutto.
Quello che la fa sobbalzare, è che sull’altra sedia del tavolino è seduto Marco, suo marito, che quasi stenta a riconoscere perché non si vedono da mesi; l’unica spiegazione che sa darsi è che lui, nei viaggi di lavoro imposti dalla ditta, sia capitato proprio lì in contemporanea con la suocera e si siano fermati a prendere un gelato; non ha nessuna voglia di essere riconosciuta; inforca gli occhialoni neri da mare, chiude i capelli in un foulard e passa via ignorata e ignorandoli.
Giunti all’hotel dove hanno prenotato per una settimana, si fermano; l’utile imbecille che ha imbarcato è un pervertito della peggiore specie; lo sapeva bene ed ha voluto affrontare anche quella prova; nel bar dell’albergo incontrano due amici con due puttane della sua stessa risma e capisce che quella settimana sarà di scopate al fulmicotone; si è appena seduta su un sedia libera che già il maiale più vicino allunga una mano, la infila nel pareo di velo che indossa sul bikini e le stimola la figa.
Si irrigidisce sulla sedia; si è lasciata scopare da chiunque, da quando aveva sedici anni; non è in grado di dire quanti cazzi abbia preso, in quegli anni; non le fa certo specie affrontare tre maiali dichiarati; ma vedersi trattare da vacca al foro boario, alla mercé di un rozzo contadino che tasta le mammelle per verificare che l’animale sia da latte, le provoca uno schifo nauseante; non è donna da metter in campo valori morali, ma quel gesto le pare un’autentica aggressione di un maschio arrogante.
In un momento di resipiscenza, si rende conto che è lei a mettersi in quella situazione in cui qualunque dignità viene messa sotto i piedi da individui che non valgono un minima parte del marito, ottusamente e stupidamente innamorato al punto da sopportarne tutte le angherie; sa che la settimana sarà un inferno, dal punto di vista del rispetto umano, perché i maschi del gruppo hanno i tratti classici dei buzzurri arricchiti forse con affari illeciti che tratteranno le donne da schiave.
Sull’altro piatto della bilancia, vi è una settimana di lusso e di scialo incontrollato, perché quegli stessi personaggi sanno essere generosi e larghi di manica; lei ha scelto l’avventura sessuale in una località alla moda ed è giusto che forse si adegui alla realtà cercando di imporre, o almeno proporre, un limite alle esagerazioni; una vocina dentro le suggerisce che è esattamente la stessa privazione di dignità che impone a suo marito da anni; ma viene tacitata arrogantemente e violentemente.
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