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Lui & Lei

Villaggio turistico 2


di geniodirazza
16.09.2022    |    8.237    |    3 10.0
"L‘improntitudine di Imma raggiunge l’apice quando alla fine della cena, preparandosi ad andare a gozzovigliare coi suoi amanti, mi propone ancora il..."
Dopo la prima, intensa notte di scopate che mi ha impegnato con Tina in una nuova e diversa fase della mia vita amorosa, cambio completamente le prospettive del mio soggiorno; la mia nuova amata si affretta a comunicare alle amiche che è stata nominata ‘sul campo’ assistente personale dell’ingegnere, capo e padrone dell’azienda; questo comporterà che lavoreremo anche in vacanza; racconta la bella esperienza fatta in hotel con l’architetto ed esalta i risultati conseguenti.
Interpellato da mia moglie, confermo la scelta e vedo disegnarsi sui volti delle quattro donne il disappunto, lei perché teme di essere sostituita nel letto, le altre perché vedono l’amica crescere di colpo e troppo; le reazioni dei maschi sono di segno anche peggiore, soprattutto quelle di Riccardo che si trova ad essere subalterno a sua moglie ed inferiore nello stipendio; li lasciamo a smaltire la rabbia e ci inventiamo una nuova visita per uscire dal villaggio e passare una mezza giornata in giro.
Non sentiamo nessun bisogno di scopare; sappiamo per certo che, dopo cena, avremo la notte tutta per noi, grazie allo squallido sotterfugio di Imma che rifilerà al ‘marito cornuto’ il solito bicchiere di prosecco arricchito da un potente sonnifero; corriamo, quasi, mano nella mano, lieti come ragazzi in libera uscita; la visita alle bellezze del territorio ci trova quasi più innamorati che se avessimo scopato in ogni modo; concordiamo nella certezza che una buona relazione sia anche condivisione.
Ci baciamo spesso, appassionatamente, in mezzo alla strada, davanti a tutti e godiamo dei sorrisi dolci della gente che guarda ammirata l’amore che i nostri corpi esprimono; nel tardo pomeriggio facciamo ritorno al villaggio e li troviamo tutti raccolti sotto gli ombrelloni; mia moglie, in particolare, porta nelle borse sotto gli occhi i segni evidenti di grandi scopate che deve aver consumato per tutta la mattinata e il pomeriggio; crede di provocare con l’ironia.
“Allora, funziona questa nuova accoppiata?”
“Se fossi meno superficiale, ti basterebbe sapere che che si è aperto un nuovo capitolo di vita; ma non dispero che, prima o poi, tu debba inevitabilmente fare i conti con quello che la nostra intesa comporta per te e per le tue colpe.”
Non so se davvero non riesce a capire o se abbozza per non appesantire le accuse e le colpe che le sto sbattendo in faccia; gli altri colgono il senso del mio riferimento e cominciano a fibrillare nel timore che un terremoto si prepari per loro; Riccardo che, in quanto marito di Tina, è il più direttamente colpito, mi chiede se, nel clima di rinnovamento dopo gli ‘eventi marini’, saranno in discussione anche le loro posizioni lavorative.
“Incontrare una Tina che non conoscevo ha dato una severa svolta al mio giudizio; per ora, lei sarà la mia assistente e vice Direttrice; ho trovato una persona degna di fiducia e di stima; da bravo imprenditore, non spreco i talenti delle persone; se dovessi scoprire che ce ne sono altri, in azienda, più opportuni di quelli attuali, non esistono intoccabili, specialmente se godono a darmi del cornuto, e i cambiamenti sono sempre a mia discrezione, nel rispetto della mobilità.”
“Sei sicuro che non sia anche amore quello che ti lega a Tina? Il tuo mi pare un discorso da innamorato!”
“Carissima Imma, io non sono né una ‘gola profonda’ né ‘una che la da a tutti’; questi titoli sai bene che vanno a chi li ha meritati negli anni; Riccardo sa che sono innamorata di Carlo e forse la sintonia con lui nasce anche da questo mio amore; non intendo divorziare da mio marito; maiale come è, lo tengo buono con il guinzaglio lungo, a disposizione di chi ha bisogno delle sue prestazioni che a me non interessano da tempo ormai.
Se Carlo accennasse anche solo vagamente che può liberarsi dalla schiavitù dell’amore verso chi lo offende, stai certa che non esiterei a farmi monaca di clausura per scopare solo con lui; non gli proporrei il divorzio perché rispetto i sacramenti; gli chiederei solo lo stesso guinzaglio lungo a chi lo tradisce e la lealtà a me che lo amo con tutta me stessa.”
“Mi pare di capire che mi accusi di tradire mio marito; perché avanzi questi sospetti?”
Gli amici si allontanano spaventati; potrebbe esserci una brutta resa dei conti e lo sanno.
“Dolcissima casta creatura, io ho occhi e vedo, ho orecchie e ascolto, ho memoria e ricordo; se tu riesci a dimenticare, a non vedere e a non sentire, beata te!”
Per fortuna è l’ora di andare a cena e ci muoviamo verso il ristorante; Tina si siede tra me e suo marito; ogni tanto approfitta di piccoli movimenti per toccarmi o accarezzarmi; mia moglie si dedica al suo solito corteggiatore e finisce per perdersi nei fumi delle sue fantasie erotiche; il disagio tra i commensali è forte, ma alla fine ciascuno pensa a se e i lazzi, le frecciatine, le barzellette al limite della decenza riescono a sollevare l’atmosfera.
L‘improntitudine di Imma raggiunge l’apice quando alla fine della cena, preparandosi ad andare a gozzovigliare coi suoi amanti, mi propone ancora il bicchiere di prosecco e l’invito ad andare a letto perché lavorare anche in vacanza mi stanca molto; la reazione preoccupata degli amici è evidente anche ad un cieco, ma la protervia di lei non ha limiti; prendo il bicchiere, fingo di avere visto ad un tavolo una persona da salutare e, passando, scarico il liquido in un vaso con una palma.
Quando torno nel gruppo, lei gioisce del bicchiere vuoto, io passo lussuriosamente una mano sul culo di Tina che già pregusto e una sua amica, che ha notato tutto, le commenta sottovoce ‘certo, come sonnifero meglio il tuo culo; non sai quanto ti invidio’; lei le lancia un’occhiataccia a suggerirle di stare zitta e viene ad appoggiare il culo sul mio ventre cercando il cazzo che le si rizza tra le natiche; le bacio la nuca sensualmente e le sussurro ‘ti aspetto’.
Saluto la brigata e mi ritiro nel bungalow; preparo sul tavolo di cucina una bottiglia di vino bianco, leggero, frizzante e freddo, ideale per il caldo di quelle ore; sistemo a fianco due calici e attendo l’arrivo di Tina; si presenta con un vasetto di Nutella e lo appoggia sul tavolo; la guardo con aria interrogativa; quasi stupita per l‘ovvietà dell’indicazione, mi suggerisce che il cannolo, quella sera, lo vuole guarnito di crema di nocciole.
Sapevo della pratica, ma non l’avevo mai messa in atto; mi riprendo in fretta e le rispondo che anche la brioche la gradisco farcita con la stessa crema; vuol dire che quella sera leccheremo Nutella dovunque sia possibile; ‘a patto che lo facciamo con tanto amore, non solo con lussuria’ è il commento di lei che, evidentemente, sta costruendo tra noi anche quell’intimità vagamente trasgressiva che rende più vivace l’amore con scopate particolari; l’abbraccio felice per la sorpresa.
La spingo verso la tavola e la faccio appoggiare col seno sul piano, sfilo lo slip del bikini e mi abbasso a leccarle la figa; so che è è una pratica particolarmente gradita e insisto molto tra perineo, figa e culo, inondandola di saliva; prelevo col dito un grosso grumo di cioccolata dal barattolo e lo infilo in figa; spalmo la crema su tutto il canale vaginale; tiro fuori il dito e lussuriosamente lo succhio; sente il movimento e mi chiede di leccare; le ficco il dito in bocca e me lo pulisce accuratamente.
Mi chino dietro di lei e vado a raccogliere la crema da tutto il canale, fino all’ultima briciola; nel farlo, la lecco intensamente in vagina finché la sento squirtare; raccolgo ancora Nutella e la infilo nel culo per andare poi a recuperarla con la lingua; mi blocca i movimenti, si alza e mi costringe ad appoggiarmi di schiena alla tavola; si abbassa, mi cosparge il cazzo di crema alla nocciola; inizia a leccare con straordinaria passione tutta l’asta, infila il cazzo in bocca e succhia.
Freno l’orgasmo e la trascino quasi di peso sul letto; la stendo supina, le divarico le gambe e la penetro di colpo;sono molto eccitato e mi gusto un’intensa scopata; freno l’orgasmo e le faccio cambiare posizione; da dietro la scopo con ancora più gusto; uso ancora la crema di nocciole per leccare intensamente figa e culo; la uso come lubrificante per infilarle il cazzo nel culo, fino ai coglioni; la monto con entusiasmo meraviglioso.
Andiamo avanti così per gran parte della notte; la fase più intensa la dedico al culo; lo penetro stando sdraiato sulla schiena e montandola con tutto il corpo; infilo il cazzo da dietro, sdraiati su un fianco tenendo sollevata la gamba inerte; la sfondo nella classica pecorina, in ginocchio dietro di lei; la sposto sul bordo del letto per incularla viso a viso, guardandoci negli e palpandoci tutto il palpabile; faccio lo stesso con lei sdraiata supina e il ventre sollevato dai cuscini.
La scopo anche in figa, alla missionaria o da dietro, di lato tenendo alta una gamba e, contemporaneamente, manipolando il clitoride finché esplode dei saporosi squirt nelle mie mani; la scopo a pecorina; ci perdiamo nei pompini e nei cunnilinguo; stesi a sessantanove, ci deliziamo del sesso altrui e mi godo lo spettacolo del culo meraviglioso aperto ai miei occhi e alla mia lingua; senza che quasi ce ne accorgiamo, vediamo albeggiare e finalmente ci abbandoniamo al sonno ristoratore.
Per tutta la settimana del mio soggiorno, diventa quasi uno standard, con la stupida scusa di colloqui di lavoro che risolviamo più semplicemente con delle telefonate, passare le giornate bighellonando per i dintorni alla ricerca dei belvedere paesaggistici più affascinanti, delle calette più nascoste dove fermarci a fare qualche bracciata, dei monumenti più caratteristici, dei locali tipici dove consumare prodotti indigeni; gli altri ci guardano con compassione perché credono che passiamo le vacanze a ‘lavorare’.
L’altro standard immancabile diventa il gioco del ‘vino nel vaso’ perché mia moglie, convinta di garantirsi un notte di libertà, puntualmente dopo cena tenta di farmi ingurgitare del sonnifero col bicchiere della staffa; ho maturato un’abilità diabolica a versare il vino nel vaso più vicino e rido dentro di me quando fa la faccia soddisfatta di chi ha raggiunto uno scopo, assicurarsi la mia impotenza mentre va a scopare con gli amanti soliti o inventati al momento.
In realtà, siamo io e Tina a scatenarci nel sesso più creativo che avrei mai potuto fantasticare; lei cerca cazzi sempre nuovi per fare le stesse cose; io e la mia donna riusciamo a scopare con lo stesso cazzo e con la stessa figa inventandoci ogni volta situazioni nuove ed impeti maggiori per scaricare una passione sempre più accesa e viva; ormai amarci e scopare sono una realtà inscindibile che rende appassionato ogni movimento; riusciamo a sborrare senza penetrazione.
Il momento della partenza si avvicina che quasi non ce ne rendiamo conto; mi avverte Tina quando, mentre passeggiamo lungo la riva per il gusto di fare i ragazzi innamorati, mi chiede se, quando partiremo per tornare alla concretezza della realtà quotidiana, le fantasie che abbiamo costruito, sul suo ruolo in azienda e nel mio cuore, resteranno ancora coltivabili e autentiche o se invece saranno solo il ricordo di un’estate meravigliosa.
“Cara la mia Vice, io sono un uomo pratico, di azione; ho fatto delle scelte e devono valere ad ogni latitudine e longitudine; solo io e te possiamo annullarle, se veniamo meno al patto di lealtà che ci siamo scambiati come una dichiarazione di matrimonio; ti ho voluto assistente e vice, ti ho verificato nel concreto e so che non ho sbagliato; anzi, ci saranno atri dolorosi cambiamenti e spero che la mai vice non polemizzerà sulle mie decisioni che potrebbero dispiacerle.
Ho scelto di chiudere con mia moglie e di aprire cuore e letto ad una donna che dice di amarmi; finché mi amerà come io la amerò, non esiste possibilità di variazione; rispettiamo i sacramenti, se così siamo educati, ma l’amore è nostro, ben vivo e passibile di modificazioni che non incidono sulla realtà concreta della coppia di amanti ‘nell’armadio’ come hai detto; sarai la mia assistente e accompagnatrice in tutti i luoghi deputati.
Se per te va bene, impareremo a frequentare gli ambienti sociali dove si decidono le sorti dell’economia, dal teatro ai ristoranti, dai concerti alle convention; mia moglie non voleva venire perché si annoiava; io credo che il confronto con le nobildonne cittadine la spaventasse; se la mia vice vuole esaltare la mia presenza con la sua infinita bellezza a fianco, faremo anche quello; se anche tu avrai paura, rispetterò le tue difficoltà come ho fatto con Imma.
Sarai la mia amante segreta, se non si realizzeranno condizioni favorevoli a farci dire al mondo che ci amiamo; ma dubito che riusciremo a nasconderlo quando ci esibiremo bellissimi nei cenacoli e nelle conventicole cittadine; insomma, da domani sarai il mio tutto e te la vedrai con tuo marito; io farò i conti con mia moglie; ma saremo inamovibili e imperturbabili se c’è vero amore tra noi; io ne sono fermamente convinto; e tu?”
“Carlo, posso riassumere tutto in una sola frase? Ti amo e ti seguo anche all’inferno, se me lo chiedi.”
“Perché non ci facciamo passare la curiosità di vedere come Imma saluta i suoi amanti, locali e storici?”
Andiamo a spiare la spiaggetta dove sappiamo che scopano ogni notte dall’inizio delle vacanze; Imma, come al solito, si prende in fila tutti e sei i suoi amanti, poi ci scopa in gruppi e in ammucchiate; quando ha esaurito i partecipanti, si copre con un pareo e si allontana, verso un gruppetto di ragazzi che stazionano a breve distanza; li seguiamo per un tratto, finché scompaiono in un edificio fatiscente; Tina mi spiega che è un vecchio magazzino inibito al pubblico perché pericolante.
Decido che ne ho abbastanza, dei sui stravizi, e trascino quasi per mano la mia donna al bungalow; ci lanciamo forse nella più bella scopata fin lì realizzata e, a notte fonda, crolliamo addormentati tenendoci stretti a cucchiaio; mi strappa al sonno un violento bussare alla porta; indosso un pantaloncino e vado ad aprire; un ufficiale di polizia mi avvisa che mia moglie è ricoverata in ospedale con gravi lesioni alla spina dorsale.
E’ stata trovata per caso nel magazzino dove l’abbiamo vista entrare coi ragazzi sconosciuti; pare che, nonostante i moltissimi avvertimenti di divieto, siano saliti in cinque, lei e quattro balordi già individuati e fermati, su un soppalco traballante e marcio; mentre si sollazzavano appassionatamente pare che il soppalco sia rovinosamente crollato e Imma abbia avuto la peggio; sono riusciti, con una delicata operazione, a strapparla alla morte per i capelli; resterà storpia inchiodata a una carrozzella; il funzionario mi chiede se voglio visitare la degente all’ospedale; gli faccio annotare gli estremi della mia assicurazione valida anche per gli interventi sanitari e avverto che torno al lavoro troppo a lungo trascurato per una troia.
Avverto molto disagio tra gli amici accorsi alla notizia; tutta la vicenda sta emergendo con chiarezza e temono per le conseguenze; il poliziotto va via per comunicare all’ospedale le mie decisioni; Tina compare, coperta solo di un pareo trasparente; la avverto che si parte in giornata per tornare al lavoro; si avvia a preparare la sua valigia lasciando inebetito suo marito che finalmente prende coscienza di essere il vero cornuto; Tina gli dice solo che viene via con me e lui vada al diavolo.
Passa quasi un mese, prima che mia moglie venga trasferita, in ambulanza, a casa, dove ormai Tina vive quasi stabilmente fino a sera tardi, quando quasi sempre torna a dormire a casa sua; è diventata la mia insostituibile vice ed è con me in ogni occasione, dalle trattative alle cerimonie, dalle serate a teatro ai balli di beneficenza; per tutti, ha sostituito Imma nel cuore e nel letto del capo; effettivamente, passiamo gran parte delle giornate e molte serate insieme.
I quattro amici sono stati privati della mia fiducia e, conseguentemente, del titolo di caporeparto; al loro posto ho nominato, provocatoriamente, le mogli; al posto di Riccardo, promossa Tina mia vice, è stato scelto un giovane ambizioso e rampante; essendo l’incarico fiduciario e affidato al mio arbitrio, nessuno ha proferito verbo; il disagio per lo stravolgimento è stato grave, perché nel mirino sono finiti diversi operai variamente puniti; non ci sono state vittime ma l’atmosfera è pesante.
Ancora più pesante è la situazione a casa, dove Imma pateticamente fa tentativi per affermarsi ‘padrona’; la rimetto all’ordine con poche frasi sprezzanti e la relego nella stanza per gli ospiti, dove convive con la badante assunta per 24 ore al giorno; sono tre, in realtà, e si danno turni di otto ore per assisterla anche di notte; la frenesia di muoversi la spinge a fare fuoco e fiamme per imporre le sue scelte ma la condizione di storpia la obbliga a ingoiare livore e a sopportare.
Io invece mi sono rapidamente abituato ad avere accanto a me la mia donna e cerco di trattenerla quanto posso; quasi ogni giorno le chiedo di fermarsi a casa anche la notte; puntualmente, mi ricorda che ci siamo impegnati a non calpestare la santità del matrimonio, anche se non diamo ormai nessun senso alla fedeltà, che abbiamo promesso invece alla nostra nuova coppia; quasi inevitabilmente, il discorso scivola sulla certificazione della nostra realtà, escludendo il matrimonio.
L’idea di un figlio nostro, essendosi Imma categoricamente rifiutata di affrontare una maternità che sarebbe risultata distruttiva della sua linea e della sua bellezza, si fa sempre più viva e presente nei nostri scambi, sia di opinione che di amore; alla fine, appare come una prospettiva non impossibile; per amore della lealtà, ne parliamo ai coniugi rispettivi, ma solo per avvertire che nel giro di un anno vogliamo essere padre e madre a tutti gli effetti.
Riccardo non la prende malissimo; si è ormai arreso alla realtà di una moglie che non lo è più, che talvolta gli concede di dormire nella stessa casa, mai nello stesso letto; non accetta l’idea del divorzio perché il suo tenore di vita è legato allo stipendio altissimo di sua moglie e, senza, farebbe la fame; cornuto per cornuto, meglio esserlo con un amante fisso e che garantisce il benessere a loro due; un figlio, riconosciuto dal padre fuori dai rapporti familiari, è comunque un legame opportuno con Carlo.
Imma vorrebbe protestare; viene tacitata ricordandole che si è sempre rifiutata, che non ha mai provato amore per me e che deve anche ringraziare la nostra coscienza religiosa che ci impedisce di rompere un legame come il nostro matrimonio, che squallido lo è stato sempre, ed ora è peggiorato e rende difficile anche sopportarsi nello stesso appartamento; le proteste potrebbero solo far scattare un desiderio di vendetta pericoloso e qualunque azione si ritorcerebbe contro.
Le tre ragazze che hanno accettato di mettersi a disposizione di Imma sono diventate ormai parte ineliminabile dello stesso appartamento; in maniere diverse e con intensità specifica per ognuna, partecipano alla tragedia di mia moglie, che si dipana sotto i loro occhi; impudentemente, Imma vanta le sue bravate sessuali raccontandole con dovizia di particolari e soffermandosi sugli aspetti pruriginosi; per ‘salvare la faccia’ nasconde che sono la vittima delle sue scorribande.
Quando Nora, una delle tre, prendendo con me il caffè a cui l’ho invitata mi chiede perché offenda mia moglie portandomi nella nostra camera la mia amante, le suggerisco di chiedere a Imma quale ruolo avessi nelle sue avventure galanti; mi guarda sospettosa e le rivelo che ero il cornuto della situazione; l’incidente che l’ha inchiodata alla carrozzella è avvenuto una notte in cui, dopo avermi drogato col sonnifero, era andata a farsi scopare da più persone nella stessa sera e anche insieme in gang bang.
Sento che, mentre si prepara ad assisterla per la notte, chiede a mia moglie cosa fossi per lei; quando le dichiara senza remore che non ho nessun ruolo nella sua vita, ha un moto di disgusto; torna in cucina, dove abbiamo bevuto il caffè, e mi propone apertamente che, se mi trovassi ad avere bisogno di una spalla per sfogare una qualsiasi fase di depressione o di sfiducia, lei è esperta di assistenza psicologica ed è disposta ad essermi accanto i tutti i modi.
La ringrazio per la disponibilità e le faccio presente che per natura sono monogamo e fedele; ho la mia donna, di cui sono profondamente innamorato; finché reggerà la nostra storia, non avrò bisogno di altro; comunque, mi fa piacere sapere che qualcuno con cui parlare c’è ed è molto vicina; probabilmente deve passare parola con le colleghe perché da quel momento il loro atteggiamento nei miei confronti, prima di riserva col maschio che maltratta la moglie, diventa di assoluta condivisione.
La situazione si fa esplosiva quando Tina annuncia di essere rimasta incinta di me; suo marito ingoia con molte difficoltà l’amaro boccone; preavvertito che poteva succedere perché lo volevamo con tutte le nostre forze, finisce per adeguarsi; quando poi chiariamo che il nascituro sarebbe stato indicato come nato, fuori del matrimonio, da me e da Tina, appare anche più sollevato; in ogni caso, sarei stato io a farmi carico degli oneri per la crescita del bambino.
Imma però non riesce a mandarla giù; come godo a spiegarle, a quel punto mia moglie effettiva diventa la mia compagna, per il bimbo che cementa il nostro amore e non per un certificato che, come lei ha dimostrato ampiamente, può essere stracciato da un semplice prurito di figa; anche se la cosa in fondo non la tocca, Tina diventa anche, in prospettiva, la madre del futuro erede del mio patrimonio, che ormai è di non lieve importanza.
Anche se non si è mai occupata dei problemi economici ed amministrativi, Imma vede in questa evidenza un’ulteriore testimonianza della sua incapacità di valutare gli effetti dei suoi capricci e un motivo ulteriore di odio nei miei confronti; minaccia di intraprendere violente azioni legali contro di me, ma l’avvocato a cui chiede un parere deve rilevare che le sue dichiarazioni sparse ai quattro venti, i comportamenti offensivi ormai di dominio pubblico e molti errori di legalità la mettono a rischio.
Se chiedesse ed ottenesse il divorzio, si troverebbe probabilmente col minimo di assistenza garantito dalla legge ma con nessuna delle agevolazioni che la vita in casa mia le garantiscono; le fa osservare che la la mia fede ai principi religiosi è un elemento a favore di lei e che non nasce da decreti ma dalla mia educazione; se lei insiste, il divorzio sarebbe da me accettato per necessità, ma metterei in campo un esercito di avvocati e lei rimarrebbe con un pugno di mosche.
Obtorto collo, deve accettare lo status quo e lasciare che mi coccoli la nuova famiglia anomala e cercare di sopravvivere alla tempesta che lei stessa ha scatenato; per sua disgrazia, non è neppure in grado di continuare a farmi cornuto come si è divertita per tanto tempo approfittando della mia religiosità e della buona fede; il suo stato di storpia rende improponibile la ricerca di amanti in grado di godere le sue grazie, alquanto maltrattate.
La sorpresa finale, quella che comunque ridà a lei il pallino del gioco e mi spiazza, la porta una delle tre ragazze addette alla sua assistenza; Teresa mi chiede di avvisare in agenzia che non sono necessarie tre persone per provvedere alla cura di mia moglie; lei si offre da sola di trascorrere notti e giorni con Imma perché si sono scoperte innamorate, lei è perduta nella passione lesbica per l’inferma e vuole darsi completamente alla cura ed assistenza della donna che ama.
Imma ribadisce che l’affetto è reciproco; per la prima volta, si sente innamorata ed ha scelto di vivere il tempo che le resta con la donna amata; per la prima volta in atteggiamento contrito ed umile, mi chiede di concederle questo margine per sentirsi viva e non più un vegetale che sopravvive per inerzia; non ho motivi per dissentire e avverto che continuerò, praticamente, a mantenerle, con lo stipendio di assistente a Teresa e con i contributi che verso ad Imma.
Saranno libere di utilizzare della casa le parti comuni e quella che ho riservato a loro; per il resto, mi lascino vivere in pace la mia vita e il mio amore; a loro posso solo augurare che non sia una fiammata passeggera ma qualcosa di più concreto e duraturo che valga a sostenerle per il resto del tempo che passeranno insieme..
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