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Divertimento con i trans


di maktero
25.04.2023    |    2.573    |    3 6.7
"Giovanna mi fece entrare nelle cucce e si allontanò per andare a dormire comodamente..."
I trans mi agguantano brutalmente; hanno ben capito che mi piace essere maltrattata, a spintoni ed a calci in culo mi spingono verso un area appartata.
Mi buttano a terra; mi dicono in ginocchio troia:
Deliziata da quel prologo che preannunciava una autentca serata di divertimento, mi inginocchio pronta a subire ogni piacevole oltraggio.
Una volta in ginocchio ricecevo un calcio nel fianco che mi fà piegare da una parte, gemente per il colpo una mano mi afferra per i capelli e mi tira sù a forza.
In quel momento nella semioscurità mi accorgo di un cazzo puntato verso la mia bocca; l'ho ingoio affatamente, sento quella carne semimorbida nella bocca e mi dò subito da fare con la lingua ruotandola attorno alla cappella; succhiando, i miei sforzi diedero dei risultati e quel cazzo cominciò a divenire sempre più duro nella mia bocca.
Intanto avvertivo delle dita che mi stavano frugando nel culo; due, forse tre dita mi erano entrate dentro e si muovevano stimolandomi lo sfintere.
Mi sentivo veramente bene, per quelle piacevoli attenzioni.
Ad un tratto due mani mi sollevarono con forza; in quel momento mollai il cazzo in bocca con un lungo gemito di delusione, ma subito dopo sentii una cappella calda che strusciaa sulle mie chiappe cercando il mio buco.
L'ho trovò; sentii la dura cappella appogiata sul mio sfintere, era una sensazione piacevolissima, la trans avvertendo il mio piacere pigiò appena, sentivo quella cappella che allargava appena il mio sfintere, poi cominciò a forzare per entrare, l'asta entrò scivolando agevolmente nel mio culo largo.
Era un cazzo molto grosso e mi sentii riempita; avevo la sensazione di un altro corpo dentro di me che mi invadeva senza che io potessi liberarmene.
Era fantastico!
La trans cominciò ad andare sù e giù, facendomi entrare ed uscire quell'enorme pezzo di carne dura; svotandomi e riempiendomi ripetutamente, come una punizione ed una liberazione che si alternaano rapidamente.
Non sò dire quale fosse la punizione e quale la liberazione; la mia mente stava già piacevolmente vagando stimolata da quella brutale sollecitazione.
Mi riportò alla realtà la trans che avevo davanti che mi afferrò per i capezzolli, ho meglio per gli aghi che aveo ancora infilati dentro.
Mentre quella dietro mi mandava sù e giù i miei poveri capezzoli venivano straziati, tirati avanti ed indietro da quelle astine di acciaio.
Era molto doloroso, mi sembrava che i capezzoli mi si strappassero, ma alla lunga quel dolore divenne piacere che si aggiunse a quello che provavo dal cazzo nel culo.
Incitai i trans a chiavarmi più forte a farmi più male; volevo provare sensazioni più forti.
La trans davanti mi tirò gli aghi al massimo, credo che i miei capezzoli si siano allungati fin quasi a strapparsi, intanto quella dietro mi venne dentro e sentii il suo liquido caldo invadermi il culo.
Passò un istante e mi sentii infilare un altro cazzo nel culo; era un pò più piccolo e sembrava avere fretta perchè mi pompava freneticamente.
Intanto quella davanti continuava a tirarmi i capezzoli; riuscii ad infilarmi il suo cazzo durissimo in bocca.
Presa da quella situazione non riuscii a spompinarlo bene, lo tenevo in bocca, caldo e duro, mentre mi concentravo ad avvertire il piacere di quella che mi pompava il culo.
Avevo il cazzo arrapattissimo; ma a quattro zampe com'ero non potevo toccarmi.
Quella dietro mi arrivò presto nel culo riempiendomi di sborra.
A quel punto quella davanti, mi sfilò il cazzo di bocca e mi spinse un poco all'iindietro costringendomi a mettermi in ginocchio, mi disse di aprire la bocca e mi ci infilò nuovamente il suo cazzo.
A quel punto potei succhiarlo e deliziarlo a dovere; gli feci un bellissimo pompino e quella si scaricò nella mia bocca riempiendomi di sperma.
Mi lasciarono li per terra con il cazzo duro, io cominciai a masturbarmi, ma una transa mi fermò dicendo che aeva una idea; si allontanò.
Ritorno subito dopo esibendo un preserativo usato pieno dello sperma di uno sconosciuto.
Mi disse di indossarlo, me lo misi al cazzo, sentendo sulla punta del pene il viscido sperma dello sconosciuto.
Mi masturbai emettendo una grossa sborrata che andò ad aggiungersi a quella già contenuta nel preservativo.
Poi le trans mi disserò di sfilarmelo e di ingoiare il contenuto; io eseguii subito godendo sia di quell'atto depravato sia delle parole oscene di scherno che le trans mi rivolgevano.
Finito di svotare il preservativo nella mia gola, una delle trans me lo prese di mano e me l'ho infilò nel culo.
Così mi ritrovavo con l'ano peieno di sborra e di un preservativo usato, mi sentivo veramente una discarica.
Come se non bastasse le trans cominciarono a pisciarmi addosso; apprezzai quel liquido caldo che scorrea sul mio corpo, mi sentivo veramente una merda; una sensazione bellissima ero tutto ciò che volevo.
Terminati i loro bisogni le trans se ne andarono e mi lasciarono li come un verme; così mi sentivo e cominciai a scaricarmi il culo da ciò che avevo dentro.
Mi trovavo nuda, pisciata in una pozzanghera di piscio e di colature di sperma; la cosa mi eccittava e cominciai al leccare quel terreno putrido intriso di tutte quelle schifezze.
Mi masturbai di nuovo poi esausta mi assopii.
Fui svegliata dal mio torpore dalla voce di Giovanna; prima era un flebile suono frammisto ai dolci sogni del mio mezzo sonno, poi divenne un freddo vociare che mi riportò completamente alla realtà.
Oramai bruscamente seglia risposi a Giovanna che nella semioscurità si diresse verso di me.
Mi trovò e banalmente mi disse; sei qui!
Io risposi di sì.
Lei si avvicinò si accuciò verso di me e mi chiese come stavo; io risposi benissimo dicendole che ero stata sbattuta come un tamburo.
Anche lei mi rispose che aveva goduto tantissimo con i suoi trans.
Mi chiese se ne volevo ancora, avremmo potuto impiegare quello che restava della notte per farci sbattere ancora.
Io ero combattuta, avrei avuto ancora voglia di cazzi, però mi sentio stanca; lei mi rispose che anche lei voleva altri cazzi ma che anch'essa era stanca.
Decidemmo dunque di tornare a casa.
Mentre ci avviavamo verso la macchina Giovanna mi fece notare che facevo veramente schifo coperta, comero, da fanghiglia pisciosa e sborra, io toccandomi il cazzo, apprezzai le sue considerazioni sulla mia condizione, raccontandogli brevemente ciò che mi avevano fatto.
Giovanna sembrò entusiasta delle mie parole, commentando che facevo veramente schifo.
Alla macchina venni infilata nel bagagliaio.
Arrivati a casa entrammo e ci accorgemmo che in camera da letto c'erano Sonia con Luisa.
Giovanna mi disse di non disturbarle ma che soprattutto Sonia non mi avrebbe voluto trovare in casa al mattino.
Certo lei poteva dormire sul divano, ma io non dovevo farmi vedere.
Chiesi, ingenuamente come potevamo fare, e lei con uno sguardo scintillante ed inquietante, senza dire una parola mi porto fuori.
Mi disse che l'unico posto in cui potevo stare erano le cucce dove tenevamo i cani.
Capii subito cosa mi aspettava.
Giovanna mi fece entrare nelle cucce e si allontanò per andare a dormire comodamente.
Io rimasi a guardarla mentre alle mie spalle sentivo già il latrare di un cane che si era svegliato; compresi che mi aspettaano ben poche ore di riposo.


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