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La conoscenza di Irene


di maktero
21.07.2023    |    975    |    4 9.0
"Dopo essersi rivestita la trans si rivestì, uscì dalla stanza da letto e si fermò un momento in salotto a chiacchierare con le ragazze..."
Dopo la mia ultima prestazione che aveva soddisfatto le ragazze e la nuova amica Irene; Luisa e Giovanna mi fecero un regalo.
Chiamarono una trans a casa la pagarono e mi permisero di appartarmi con lei nella stanza da letto, e loro non si sarebbero intromesse; mi concedevano un momento di piacere tutto per me.
Per un momento potevo usufruire della comodità di un letto e potei dedicarmi a quella trans amorevolmente e comodamente.
Non aveva un cazzo molto grosso, ma potei gustare nella mia bocca il suo pene; un pene umano una volta tanto!
Mi piacque sentirmelo in bocca dapprima moscio per poi farlo indurire gradualmente con sapienti colpi di lingua e succhiate in attesa che quella fosse abbastanza dura per violare il mio culo.
Cosa che avvenne subitamente, il cazzo della trans fu pronto molto presto, si sfilò dalla mia bocca; con violenza mi rigirò mettendomi in ginocchio.
Un istante dopo sentii la punta del suo cazzo appoggiarsi sul buco del mio culo ed un secondo dopo avvertii quel pezzo di carne duro farsi avanti nel mio culo.
Sentii l'asta avanzare facendosi spazio nel mio culo forzando l mio sfintere anale; che piacere sentire quel cazzo che mi entrava dentro.
Poi cominciò a pomparmi bruscamente, molto velocemente; forse aveva fretta; io mi masturbavo freneticamente.
La trans mi arrivò dentro ed io arrivai poco dopo.
Dopo essersi rivestita la trans si rivestì, uscì dalla stanza da letto e si fermò un momento in salotto a chiacchierare con le ragazze.
Sentii la voce di una di loro un pò sorpresa chiedere avete già finito?; la trans disse freddamente di sì e poi se ne andò salutando.
Io uscii dalla stanza entrando in salotto sotto gli occhi enigmatici delle ragazze; Giovanna mi chiese ti sei divertita?
Io risposi che mi era piaciuto e che avevo avuto una sborrata gigantesca; mi ero proprio svotata le palle.
Le ragazze ridacchiarono, poi mi dissero di stendermi davanti a loro a pancia in sù.
Mi stesi al piede del divano e le ragazze posarono i loro piedi sul mio corpo, come se fossi un semplice poggiapiedi.
Non mi infilarono i loro piedi in bocca; capii che non avevano voglia di sesso e che volevano solo chiacchierare usandomi per la loro comodità.
Cominciarono a parlare di cose futili, niente che avesse a che fare con il sesso; bevevano delle bibite, fumavano e chiacchieravano indifferenti del fatto che io le facessi da puffo poggiapiedi.
Io nel frattempo mi ero ripresa e quei loro stupendi piedi che accarezzavano il mio corpo nudo cominciarono ad eccitarmi; il mio cazzo comincio ad indurirsi diventando una asta prominente che spuntava come un grosso ramo dalla parte bassa del mio corpo.
Le ragazze si resero conto della mia eccitazione e schernendomi mi dissero che ero veramente una depravata ad eccitarmi così tanto solo per essere strusciata dai loro piedi.
Poi mi dissero che da lì a poco sarebbe arrivata Irene.
A quanto pare lei era rimasta impressionata da me e voleva approfondire la mia conoscenza.
Risposi che ero contenta di rivederla, mi era piaciuta e volevo davvero conoscerla a fondo; oddio, ripensandoci forse quella frase avrebbe dovuta essere invertita.
Probabilmente era lei che voleva conoscermi a fondo, nel mio profondo.
Provai a toccarmi ma le ragazze me lo proibirono, volevano vedere quanto sarebbe durata la mia erezione; io mi adeguai accontentandomi di guardare il mio cazzo eretto.
Dopo un poco squillò il campanello Luisa si alzò per andare ad aprire; era Irene, sentii le parole di benvenuto ed l'invito ad entrare.
Irene arrivò in salotto osservando incuriosita l'oscena situazione in cui mi trovavo, non aveva uno sguardo schifato, ma anzi, manifestando un ampio sorriso, sembrava apprezzare lo stato in cui mi trovavo.
Io ero contenta di mostrarmi così oscena ad una quasi estranea, il mio cazzo si fece ancora più duro, orgogliosa di quella vergognosa manifestazione.
Lo sguardo di Irene era fisso sul mio membro; Giovanna consapevole di quell'imbarazzo la invitò a togliersi le scarpe ed ad accomodarsi sul divano.
Irene si riprese, si tolse le scarpe e si accomodò sul divano appoggiando anche lei i suoi piedi sul mio corpo.
Il suo sguardo però rimase fisso sul mio pene eretto; poi cominciò a parlare, scuotendo la testa come per liberarsi dall'infatuazione che la aveva colta, ed esordì:
scusate ragazze ma non sono abituata a vedere i cazzi mi fa effetto vedere quel coso enorme e duro.
Le ragazze le risposero dicendo che potevano mandarmi via; ma Irene bruscamente le zittii, dicendo che voleva continuare a vedere quella manifestazione che per lei era qualcosa di nuovo e che voleva comprendere.
Io ero contenta di aver provocato una simile sensazione su Irene; avrei voluto masturbarmi per manifestare ancora di più la mia oscenità e degradarmi nei confronti di Irene, ma compresi che non era il momento.
Irene riprendendo la sua razionalità raffreddò quel momento di intense emozioni dicendo: ieri ho apprezzato quanto è successo; questa cosa ai miei piedi (si riferiva a me), si è dimostrata abile a soddisfare i miei desideri.
Mi chiamava "cosa" ma avvertivo qualcosa di diverso da come mi considerava Sonia.
Per Sonia ero veramente un oggetto inanimato; ma avvertivo che per Irene ero un oggetto vivo.
Questa fù la mia prima impressione.
Le ragazze dissero che ero talmente depravata che potevo accontentare qualunque desiderio.
Irene disse che voleva provarmi a fondo; le ragazze risposero che poteva fare con me ciò che desiderava.
Bastava che non mi storpiasse o che mi procurasse danni permanenti, poi bastava mettersi d'accordo sui giorni sugli orari.
Io avvertii in Irene una anima veramente pervertita, ero sicura che mi sarei veramente divertita con lei.
Volevo provare quanto quella ragazza aveva in serbo per me.

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