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Firmiamo il contratto con Fellina


di maktero
16.03.2024    |    131    |    2 8.0
"Anche io mi sentivo esausta e mi addormentai accasciata al corpo di Marta..."
Il mattino dopo il divertimento divenne una giornata di affari.
Mia sorella e Fellina contrattarono gli ultimi dettagli sulla mia utilizzazione come attrice masochista e depravata.
Discussero e riempirono fogli e fogli su ciò che mi poteva essere inflitto su ciò che mi doveva essere evitato.
Nel frattempo mentre assistevo alla contrattazione arrivò lo schiavo con del cibo e delle bevande.
Io e Marta affamate ci gettammo su quella poltiglia indefinibile che ci era era stata gettata davanti contenuta in delle ciotole per cani.
La fame ci fece ingoiare tutto avidamente, annaffiammo quel cibo con dell'acqua dal sapore e dalla provenienza altrettanto indefinibile.
Nel frattempo con la coda dell'orecchio ascoltavo i discorsi delle ragazze sul mio destino e sul mio utilizzo.
Le frasi rubate che ascoltavo mi eccitavano, mi entusiasmavano, non aspettavo altro che mia sorella firmasse il contratto per la mia attività di attrice.
Marta vide la mia eccitazione e con occhi luminosi cominciò a masturbarmi, contenta di darmi del piacere.
Io sazia e nel pieno delle forze arrivai nelle sue mani; lei servilmente contenta di avermi soddisfatta ingoiò lo sperma rimasto sulle sue mani.
Fù in quel momento che entrò un personaggio vestito di tutto punto in giacca e cravatta.
Salutò Fellina amichevolmente, si fece presentare mia sorella e si presentò come il notaio che avrebbe uficializzato il contratto per la mia attività.
Mi rivolse uno sguardo pietoso constatando il mio corpo nudo pieno di piaghe e segni di sevizie.
Poi disse "Dunque quella è la frocia schiava per cui sono stato chiamato?".
Fellina disse di sì aggiungendo che si trattava di un buon acquisto per la sua attività cinematrografica.
I tre si misero a mettere a punto un documento notarile per il mio utilizzo come attrice.
Poi quando le innumerevoli discussioni arrivarono ad una conclusione, e venne prodotto il contratto definitivo, il notaio richiese le firme di mia sorella e di me.
Firmammo immediatamente.
Poi il notaio abbandonando la sua funzione formale chiese il permesso di provare la "nuova attrice", Fellina gli disse accomodati, lui senza esitazioni si sbottono la patta dei pantaloni tirando fuori un uccello semiarrapato e mi fece un cenno di avvicinarmi.
Io attratta da quel cazzo mi avvicinai gattoni, ed esitando, tanto per far trepidare il notaio, presi in bocca quell'organo che mi entrò in bocca non ancora completamente duro.
Lavorando abilmente di bocca e di lingua glielo feci indurire velocemente ed in poco tempo sentii nella mia bocca il suo cazzo ingrossarsi allo spasimo fino a farlo arrivare all'orgasmo.
Cercai di gustarmi Istante per istante il suo godimento; le sensazioni sulla lingua mi facevano sentire quel flusso di delizioso liquido che dalla base del cazzo correva velocemente verso la cappella, ingrossando spasmodicamente la sua asta.
Poi il prezioso liquido eruttò nella mia bocca invadendola, accolsi quel sapore con piacere; era dalla sera prima che non facevo un pompino e che non gustavo un pò di buon sperma.
Succhiai il notaio fino a farli uscire anche l'anima.
Lui infine contento si gettò a terra affermando che quello di oggi era un buon acquisto.
Mia sorella e Fellina che avevano assistito toccandosi, confermarono tra i mugolii che era la verità.
Poi Fellina sempre con le mani sulla figa disse al notaio di spogliarsi e di mettersi a quattro zampe; lui ubbidii subito e nudo si mise quattro zampe.
Fellina continuando a toccarsi prese un dildo da chissà dove e dopo averlo leccato e succhiato per lubrificarlo un pò lo infilò nel culo del notaio che lo accolse completamente gemendo per quella intrusione.
Poi le ragazze terminarono di masturbarsi godendo quasi assieme davanti allo spettacolo di noi depravate oscenamente esibite ai loro occhi.
Una volta calmate dalla loro eccitazione le ragazze si misero al lavoro.
A quanto pare nel contratto mia sorella aveva preteso di partecipare alla stesura della sceneggiatura dei film.
E quindi si erano messe a lavorare a scrivere la "trama" dei prossimi film.
Io e Marta che ci annoiavamo cominciammo a giochicchiare con il notaio, che come dagli ordini Fellina si era bloccato a quattro zampe.
Gli toccavamo il cazzo, glielo pizzicavamo, glielo leccavamo, gli prendevamo il dildo che aveva nel culo e glielo facevamo uscire per poi farglielo entrare subito dopo.
Ridacchiavamo stupidamente mentre tormentavamo quel povero notaio, ma in fin dei conti eravamo delle ragazzine, e volevamo giocare e divertirci.
Mia sorella e Fellina ci ripresero più volte come se fossimo delle bambine monelle che facevano i dispetti.
Scoprì che mi intendevo appieno con Marta, ci sentivamo in sintonia, come due bambini che scoprono assieme un gioco che gli piace.
Quanto ci sentivamo affini e cominciammo a baciarci attratte dalla nostra intima affinità.
Mi accorsi che le ragazze si erano accorte della nostra situazione sentimentale.
E Fellina, con degli occhi luminosi, disse "Ragazze vedo che ve la intendete profondamente tra voi, mi fà piacere e voglio favorirvi".
Noi la guardammo speranzose sperando che ci avrebbe concesso di chiavarci.
Invece inventò un nuovo modo di amarci; ci portò in uno stretto sgabuzzino dove legò me inginocchiata con le braccia in alto poi fece entrare a fatica Marta, data la ristrettezza del luogo, legando anche con le braccia in alto.
Poi chiuse la porta di quello strettissimo sgabuzzino.
Io e Marta eravamo schiacciate l'una con l'altra in quello strettissimo luogo.
I nostri corpi si strusciavano, sentendo le nostre pelli unirsi intimamente, avvertivamo una sensazione di intimità straordinaria; l'aria ci mancava in quel luogo così ristretto e ci faceva sentire più unite in quella agonia.
Il caldo era terribile, il sudore che grondava su di noi faceva scivolare i nostri corpi con cui ci strusciavamo eccitandoci.
Ci baciavamo delicatamente e profondamente,
Il mio cazzo era duro e cercava la vagina prolassata di Marta, lei gemeva per il godimento ogni volta che la mia cappella dura toccava le pareti del suo delicato organo.
Poi finalmente il mio cazzo trovò l'apertura, spinsi a fondo l'organo e lei sconvolta si estroflesse all'indietro picchiando come impazzita il suo corpo a destra ed a sinistra.
Stava incominciando a godere come una pazza e continuai a pomparla pur nella ristrettezza del luogo per farla godere il più possibile.
Mi faceva impazzire darle del piacere.
Lei urlò come una pazza mentre la pompavo; godeva ed io ero contenta di farla godere, mi piaceva enormemente; sentivo un sentimento di amore.
Trattenevo il mio godimento il più possibile volendo far godere lei per quanto possibile.
Poi esausta arrivai anch'io riempiendo la sa figa prolassata del mio sperma.
Lei mezza intontita mi baciò per un attimo per poi abbandonarsi esausta e semiincoscente.
Anche io mi sentivo esausta e mi addormentai accasciata al corpo di Marta.







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