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Incontri al "Slave Farm"


di maktero
03.12.2023    |    309    |    5 8.0
"Ma sappiamo che saranno destinati alle schiave e schiavi che presceglieranno per divertirsi..."
Sto lavorando di zappa già da alcune ore, sotto il sole implacabile, sono già stata frustata diverse volte dai guardiani che sorvegliavano la nostra attività.
Sono già stata costretta a spompinarne uno che voglioso mi aveva mostrato il suo cazzo eretto.
Ho continuato a zappare con la bocca piena del sapore di sperma di quel bruto che avevo accontentato, chiesi di poter bere, mi venne concesso, mi avvicinai al secchio pieno a metà di acqua scaldata dal sole e inquinata dal piscio dei sorveglianti che ci avevano pisciato dentro.
Mi dissetai con disgusto e cominciai a masturbarmi per il piacere che mi dava quella condizione in cui mi trovavo.
Mi guardai attorno per guardare se i bruti mi stessero osservando; vidi che erano impegnati e continuai a masturbarmi finchè non arrivai.
Sborrai nell'acqua del secchio, imputridendo ancora di più quel liquido destinato a dissetare noi schiave.
La giornata passo con la sua massacrante e futile fatica.
Al tramonto venimmo condotte, a calci e frustate, verso la stalla dove ci adagiammo sfinite sul lercio pavimento contro la parete apprezzando il riposo ma rimanendo tormentate dalla fame.
Dopo poco arrivarono due delle schiave della casa che rovesciarono nel troguolo il contenuto di due pentoloni.
Le due ci sputarono sopra e poi ci disserò buon appetito; noi affamate ci precipitammo verso il troguolo ingoiando come bestie quel pasto disgustoso.
La quantità non era sufficiente a sfamarci ed una volta leccata ogni singola molecola del contenuto del troguolo, ci adagiammo ai nostri posti ancora affamate.
Ad un certo punto arrivano i sorveglianti di notte; hanno nelle loro mani dei dolciumi che espongono provocariamente,; noi spalanchiamo gli occhi di fronte a quei dolci.
Ma sappiamo che saranno destinati alle schiave e schiavi che presceglieranno per divertirsi.
Infatti i due scelgono un uomo ed una donna e dopo avergli permesso di mangiare i dolciumi se li inculano.
Noi altre escluse siamo invidiose.
Finita la monta, i due ci ordinano di dormire.
Cosa difficile da fare per la fame che ci attanaglia e la fatica che ci fà dolere ogni arto.
Alcune schiave, me compresa, chiedono ai loro vicini se hanno della merda da cagare.
Ho fortuna e la mia vicina mi caga alcuni begli stronzi, che ingoio avidamente finendomi di riempire lo stomaco.
Lei mi dice che le devo un favore, sò cosa vuol dire, dovrò darle qualcosa quando ne disporrò.
Ma in quel momento non penso ad altro che a sfamarmi con quello schifo che mi veniva cos' condizionalmente concesso.
Sazia riesco ad addormentarmi, mentre attorno a me i gemiti ed i pianti delle schiave riempiono le orecchie.
All'alba i bruti ci svegliano con urla, botte e frustate, un'altra giornata di fatica si sta prospettando.
Ma con mia sorpresa uno dei bruti mi dice di rimanere ferma al mio posto.
Io obbedii rimanendo immobilizzata dall'ordine.
Poi i due bruti mi presero di peso e mi portarono verso un lato della stalla dove c'erano delle attrezzature per punire le schiave ribelli.
I due mi misero delle cavigliere ai piedi e mi sollevarono a testa in giù.
Rimasi appesa a mezz'aria con il sangue che mi riempiva la testa.
I due stronzi per passare il tempo si fecero spompinare, ingoiai quei cazzi e li feci venire.
Poi con la bocca piena del sapore del loro sperma rimasi lì appesa a mezz'aria con la testa che si intontiva sempre di più.
Non sò quanto tempo passò ma poi vidi arrivare due persone una era Mandy, e l'altra era Giovanna.
Intontita sentii le parole di Giovanna, compresi appena che Mandy aveva pagato un supplemento per tormentarmi.
Una cifra per lei ed una cifra di compensazione per i padroni del "Slave Farm" che avrebbero perso la mia giornata di lavoro perduta.
Poi Mandy, disse basta con le parole, i patti sono stati fatti, e prese un bastone e cominciò a picchiarmi con quello.
Mi colpì violentemente in tutte le parti del corpo. io mi agitavo ad ogni bastonata ed urlavo come una matta per il dolore.
Mandy mi massacrò letteralmente, continuò a picchiarmi godendo della mia sofferenza, notai il suo cazzo sempre più duro mentre mi stava massacrando.
Era bellissimo mi picchiava dappertutto, il costato, le gambe,, le braccia, la pancia i glutei, le palle.
Ed erano colpi menati con violenza e molta forza, molto dolorosi; Mandy era veramente brava ci sapeva fare, mentre urlavo e mi contorcevo apprezzavo il suo lavoro su di me, ci sapeva fare ed era veramente crudele, mi piaceva
Le botte furono così tante e dolorose che arrivai al punto che non capivo più nulla il dolore era tale che ad un certo punto persi i sensi.
Li ripresi quando sentii un ulteriore dolore atroce al corpo, riaprendo violentamente gli occhi e la conoscenza mi accorsi che Mandy mi stava bruciando i capezzoli con un accendino cominciai a contorcermi per il dolore e Mandy mi agguantò appieno per fami stare ferma e continuò a bruciarmi mentre lei mi stringeva bloccando le mie contorsioni.
Mi bruciò entrambi i capezzoli divertendosi e ridacchiando, urlai come una matta, apprezzando ancora di più il lavoro che Mandy tava facendo.
Poi, improvvisamente, mi infilò in bocca il suo cazzo caldo oramai durissimo per l'eccitazione che gli aveva provocato il divertimento, il suo cazzo era veramente duro, anzi durissimo e lungo, sintomo di una eccitazione notevole.
Mentre soffrivo come una bestia spompinai quel cazzo che mi riempì la bocca con una quantità di sborra eccezionale.
Mi sentivo contenta di averla fatta godere così appieno con la mia sofferenza.
Terminato quell'atto Mandy mi sputò addosso e se ne andò.
Rimase Giovanna che andò a chiamare qualcuno per tirarmi giù dalla mia posizione.
I due bruti chiamati da Giovanna mi slegarono e mi trasportarono all'interno della casa.
Lì qualcuno, non riconobbi chi era perchè oramai non capivo più niente disse qualcosa.
Capii di essere adagiata su un letto e che qualcuno mi stava manipolando il mio corpo, per curare le mie ferite.
Poi persi i sensi e sprofondai nel buio.


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