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Fellina mi permette di preparare Francy


di maktero
25.04.2024    |    111    |    6 8.0
"Mentre l'inserviente mi portava via, sentivo gli strilli e i gemiti di Marta che cominciava ad essere violentata dai due bruti..."
Dopo lo spasso che aveva interrotto la nostra tediosa routine Fellina ci fece rientrare nelle gabbie, posizionandoci come al solito nella nostra scomoda posizione.
Fellina chiamò un inserviente ordinandogli di raccogliere Francy, di portarlo di sotto di darli qualcosa da mangiare e da bere e di richiuderlo nello sgabuzzino che io ben conoscevo.
L'inserviente portò via Francy quasi di peso, trascinandolo via.
Io e Marta commentammo il fatto che prima di arrivare allo sgabuzzino avrebbe subito altre violenze da parte degli inservienti.
Io descrissi a Marta come mi avevano trattato gli inservienti prima di gettarmi nello sgabuzzino.
Lei si eccito moltissimo ascoltando la mia esperienza e ricominciò a tentare di stimolarsi strusciando, in maniera umiliante, il suo corpo e la sua vagina sulle sbarre.
Fellina si fece sentire ordinandoci di fare silenzio perché stava lavorando; io sfrontantemente le chiesi se avrei potuto ancora abusare del culo di Francy; lei mi rispose che se proprio mi piaceva così tanto me lo avrebbe messo a disposizione nei momenti di libertà.
Io ringraziai Fellina per la generosità, ma poi lei insistette per fare silenzio perché doveva concentrarsi sul lavoro.
Concretizzato l'avvertimento cominciai a cinguettare sottovoce con Marta che sempre oscenamente cercava di provare piacere strusciandosi sulle sbarre.
Avrei voluto farla godere, ma avevo paura di chiedere il permesso a Fellina che sembrava profondamente concentrata sul suo lavoro.
Poi finalmente lei terminò la sua attività, stampò alcuni fogli e poi disse abbiamo un pò di tempo libero volete divertirvi?
Io annaspando dissi di sì.
Fellina spiegò che aveva preparato un copione per utilizzare Francy l'indomani, quindi avevamo la serata libera.
E che se proprio mi piaceva avrei potuto passare la nottata insieme a Francy nello sgabuzzino.
Io mi dimostrai entusiasta dalla proposta e lei acconsentì con mio grande piacere.
Poi guardando la figlia che cercava di provare piacere strusciandosi con le sbarre, le disse che avrebbe chiamato degli inservienti per farla chiavare.
Infatti chiamò tre inservienti a cui ordinò di liberarci, ad uno chiese di buttarmi nello sgabuzzino insieme a Francy mentre agli altri chiese il piacere di farsi la figlia.
Mentre l'inserviente mi portava via, sentivo gli strilli e i gemiti di Marta che cominciava ad essere violentata dai due bruti.
Ero contenta per lei senz'altro si sarebbe divertita, moltissimo.
L'inserviente, seguito da Fellina, mi portò di sotto fino allo sgabuzzino; Fellina aprì la porticina e mi disse di entrare augurandomi buon divertimento.
La porta fu richiusa dietro di me, e quello sgabuzzino già stretto e soffocante per una persona divenne una strettoia per il mio corpo e per quello di Francy legato con le mani al soffitto davanti a me.
Ero schiacciata sul suo corpo e cominciavo ad eccitarmi, il mio cazzo si faceva sempre più duro ed alla fine non cela feci più e cominciai ad inculare quel corpo sottomesso.
Lo spazio era così ristretto che a malapena potevo muovere il mio bacino; ma comunque spinsi il mio cazzo nel suo culo fino a a godere dentro di lui.
Sodisfatta mi resi conto di quanto stavamo stretti anzi schiacciati.
L'aria era poca e consumata dai nostri respiri.
Comunque sia, dopo essermi ripresa dal godimento ed abituata a quell'ambiente ostile, cominciai a dialogare con quel pezzo di carne sottomesso.
Lui mi rispondeva a monosillabi, mi sembrava intontito; cominciai a masturbarlo per vedere se reagiva allo stimolo al suo cazzo.
Carnalmente la sua asta si induriva manifestando una certa vitalità; ma le sue parole non si arricchivano ancora molto.
Compresi che era stato massacrato sia fisicamente che mentalmente così tanto da toglierli le solite sensazioni umane.
All'improvviso mi sentii in dovere di recuperarlo ad una condizione umana e mentre lo masturbavo dolcemente insistetti a parlare con lui.
Dopo i primi monosillabi con cui si esprimeva cominciò a fare dei discorsi più ampi che descrivevano la sua vita sottomessa e le tremende umiliazioni che aveva subito.
Le sue parole mi fecero eccitare di nuovo e me lo inculai nuovamente, urlandoli i punti salienti della sofferenza sessuale e morale che lui mi aveva confidato di aver subito.
Speravo che la mia violenza fisica e quella psicologica gli avrebbero fatto molto male facendolo godere.
Infatti continuando ad agguantare il suo cazzo mi accorsi che cominciò a sborrare copiosamente, ero riuscita nel mio volere di farlo godere.
Poi pensai al mio godimento e continuai ad incularlo finchèé non arrivai.
Lui finalmente espresse un discorso di più di dieci parole, ringraziandomi per averlo fatto godere.
Mi sentii sodisfatta.
Passammo il resto della nottata stretti come delle sardine i una scatola, in attesa del nostro prossimo destino.








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