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Culmine di una vita pervertita


di maktero
05.04.2023    |    1.001    |    3 9.0
"La dogsitter continuando a parlare e a rivolgermi bellissimi e piacevolissimi commenti osceni riprende al guinzaglio i suoi cani..."
Sonia mi squadra; mi piace come cala il suo sguardo esaminatore su di me.
Sò di avere un aspetto indecente, sono sporca e con il corpo coperto da ematomi e striature delle frustrate.
Faccio schifo e sono contenta di farlo; spero che Sonia apprezzi, che comprenda ciò che sono e desidero che aggiunga il suo contributo al mio degrado.
Dopo i lunghi istanti di silenzio in cui la dogsitter mi giudica, finalmente si esprime rivolgendosi a Luisa e Giovanna, dicendo che sembro veramente una merda.
Le ragazze rispondono dicendo che io sono veramente una merda, una merda umana.
Mi esalto a sentire quelle parole, mi provocano un vero piacere e gongolo soddisfatta.
La nuova ragazza dice che le piace; afferma di essere una lesbica sadica, che odia gli uomini e che ama umilarli il più possibile.
Le altre dichiarono che con me può soddisfare ogni suo desiderio di oppressione verso i maschi.
Le dicono che sono un maschio schifoso, anzi nemmeno un maschio; ma una frocia, depravata e pervertita su cui può sfogare tutti i suoi desideri più intimi.
Lei sembra contenta dalla presentazione, mi guarda con disprezzo e sputa per terra, poi mi chiede di leccare lo sputo; io eseguo immediatamente augurandomi di accontentarla.
Sembra felice dalla mia sottomissione, io ne sono entusiasta.
Sonia finalmente afferma che sembro adatta, ma che vuole vedermi umiliata definitamente mentre spompino e mi faccio inculare dai cani.
Le ragazze le assicurano che se lascia liberi i cani potrà ottenere ciò che vuole.
Lei sgancia i collari dei cani che una volta liberi cominciano a scorremi attorno; sembrano perplessi, tuttavia dopo alcuni giri attorno a me uno più intrampendete mi salta addosso e mi infila il suo cazzo nel culo.
Sento il suo organo che entra ed esce freneticamente dal mio ano; mentre quello mi prende da dietro un altro mi è salito su un fianco, Giovanna lo avvicina alla mia faccia fino a che il suo cazzo rosso e puntuto non è davanti alla mia faccia.
Agguanto subito il suo pene con la bocca, quello provando evidentemente piacere, si avvicina di più, ed io posso riempirmi appieno la bocca di quel cazzo.
Lo sento duro nel palato e sulla lingua, lo spompino e bastano pochi istanti affinchè quello mi sborri in gola; ingoio tutto.
Nel frattempo sento dei commenti osceni e laidi provenire dalle ragazze, mi piacciono, mi fanno piacere, sono contenta di dargli un simile orgoglio.
Mi accorgo che Luisa si è abbasata i pantaloni e seduta da una parte ha cominciato a masturbarsi.
Intanto il primo cane che mi inculava si è staccato ed ha lasciato il posto ad un'altro; questo ha un cazzo più piccolo, lo sento appena strusciare sul mio sfintere anale.
E' anche più veloce gli bastano pochissimi colpi per arrivare, però incredibilmente mi riempie l'ano di una abbondante quantità di sborra calda, sento il liquido caldo entrarmi dentro, il mio cazzo è durissimo ma non mi permetto di toccarmi, non credo che le ragazze approverebbero.
Sempre con la coda dell'occhio vedo che Giovanna si è infilata una mano nei pantaloni.
Solo Sonia appare fredda.
L'ultima bestia sembra svogliata, si è accuciata da una parte, lo guardo dimenando il culo per invitarlo.
Poi Sonia mi dice che è una femmina; sono sorpresa! Nella convulsione della situazione non me ne ero accorta.
La dogsitter continuando a parlare e a rivolgermi bellissimi e piacevolissimi commenti osceni riprende al guinzaglio i suoi cani.
Passano alcuni minuti di silenzio imbarazzante; poi è Sonia a rompere il mutismo, affermando, quasi strillando, di aver visto uno spettacolo fantastico.
Udire quelle parole mi fà sentire orgogliosa; avverto un grandissimo piacere, come quello che potrebe avere la prima ballerina alla Scala durante gli applausi entusiasti del pubblico.
Mi sposto dalla mia posizione a quattro zampe e mi siedo; chiedo alle ragazze se posso scaricarmi perchè mi sento il culo pieno di sborra.
Mi dicono che posso farlo ma che dovrò ingoiare tutto ciò che esce; mi piace spingo con il culo tutto il liquido accumulato nel mio intestino; esce in una larga chiazza bianco chiara, vi aggiungo anche dell'urina perche dovevo pisciare.
Mi metto a quattro zampe a leccare i tiepidi liquidi scaricati sul terreno; le ragazze commentano con molte parole oscene, che care, mi fnno intenerire.
Qualcuna sputa sulla chiazza di quel liquido disgustoso, io lecco anche quella preziosa aggiunta, come mi sento bene, mi sento realizzata.
Le parole offensive continuano; la mia mente è come in paradiso, non sò come descrivere il mio piacere.
Mi siedo e le ragazze cominciano a sputarmi in bocca, per me sono caldi doni che accolgo con gratitudine.
Poi Sonia guardando l'orologio dice che si sta facendo tardi e che deve andarsene; tuttavia dichiara che si è trovata molto contenta e che vuole continuare a vederci, ci chiamerà e se ne và sputandomi in faccia e salutando le ragazze.
Giovanna e Luisa mi chiedono come stò, io manifesto loro il mio stato di estrema contentezza per quanto ho subito.
Loro ridacchiano e rimarcano la mia depravazione.
Le prego, solamente per complentare il mio stato di estasi di darmi un pò di dolore, ne sento veramente bisogno.
Loro si guardano sorridendo e poi cominciano a prendermi a calci, mi colpiscono in tutto il corpo, si accaniscono soprattutto sulle palle e sulle piante dei piedi, la mia passione.
Stanche mi dicono se ne ho abbastanza; rispondo di sì e chiedo se posso masturbarmi, acconsentono.
Mi faccio una sega davanti a loro, sono talmente felice ed eccitata che mi basta poco per arrivare in uno schizzo enorme.
Loro commentano laidamente come io possa godere così tanto da stimoli così disgustosi.
Sono contenta della loro osservazione.
Mi chiedono se ho finito, quando rispondo di sì, ruscamente mi avviano a quattro zampe verso la macchina.
Mi caricano nel bagagliaio, dove esausta mi adddormento nonostante gli scossoni.
Poi mi sveglio di colpo quando le ragazze aprono il bagagliaio, mi tirano fuori e mi conducono a casa.



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