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Gay & Bisex

MenAtPlay: la meritata ricompensa!!


di honeybear
31.12.2014    |    4.891    |    1 9.2
"Mentre i nostri corpi riprendono a vibrare all’unisono, bacio sulla bocca il concierge e sussurro all’altro: “Sì, bravo, vieni dentro di me..."
Mentre i cinque mi guardano così a cosce aperte, dalle mie parti si decide di cambiare scena!
Simone smonta dalla mia faccia (regalandomi boccate d’aria fresca) e si siede accanto a me. Vedo la sua verga impennarsi: “Puttanella! Vieni a sederti qua sopra, adesso!”
Non posso che accettare l’invito. Mi alzo, lo scavalco e lascio che accolgo la sua spada nel mio fodero. Tuttavia, appena mi accovaccio e allargo le chiappe, dal mio buchetto cago il mix di sperma lasciatomi da Antonio e Roberto; il cazzo di Simone viene così lordato dal succo bianco dei due predecessori. Lo spettacolo mi fa andare su di giri e rapidamente. Scendo dal divano e mi inginocchio a ripulire la verga del lift. Il mio gesto lo fa sussultare: “Ma sei affamata! Dai, monta qui adesso che poi ti sazio io!”
“Non prima… Slap… Slap… Di aver terminato il lavoro come si deve!!”
Simone sorride; mentre Ruggero, avvicinandosi non può che indulgere in complimenti: “Darti dell’ingorda puttana succhiacazzi è decisamente riduttivo…”
“Amen!!” rispondo mentre porto a compimento la lucidatura di quel palo enorme che tra poco mi elargirà infinito piacere.
Risalgo su di lui e mi lascio infilzare nuovamente. La cappella prima ed il resto della mazza poi, invadono, tirandole, le pieghe rosa dello sfintere. Mi godo la calata centimetro per centimetro, lasciandomi scorrere dentro lentamente quel lungo bastone. Salgo e scendo piano, seguitando a sporcarlo con i residui degli umori che i due monellacci mi hanno sputato nelle viscere. Il mio amante tiene gli occhi chiusi; il capo reclinato e appoggiato sulla testiera del divano: “Come sei caldo e morbido!” gli sussurro mentre gli accarezzo il petto. Sorride.
Intanto, Federico si porta alle mie spalle (deve averlo per vizio…). S’inginocchia tra le chiappe di Simone di modo che, quando io risalgo lungo la sua asta, lui gliela ripulisce dei resti dello sperma che mi esce dal culo, mentre quando ridiscendo va a succhiare la sbroda colata sulle palle. La sua lingua ingorda, titilla anche il mio anellino spalancato che, contraendosi senza soluzione di continuità, sputa altra sborra.
Fino al colpo di scena: all’ennesima risalita mi sfila definitivamente. Mi volto giusto in tempo per vedere che agguanta la verga del lift e se la ingoia, assaporando il cocktail di umori.
Si alza, me la ripianta in culo con un colpo secco e preciso: “AAAAHHHHH!!!! – urlo per il dolore. Ma è niente in confronto a ciò che provo mentre sento le pareti anali squarciate anche dal suo cazzone - GODOOOOOOO!!!!!!”
“Mmmm… Brava!! Godi… Godi… Puttana!!”
A qualcun altro intanto dev’essere venuta voglia di verificare l’elasticità dei miei tessuti anali perché sento interporre un dito tra i due cazzi che già accolgo. E al primo dito se ne aggiunge un secondo: è Luigi che, guardandomi sogghignando, ha deciso di farsi carico dell’esperimento.
Mi volto verso di lui e Federico. Il mio sguardo lussurioso li esalta; per rincarare la dose, mi umetto le labbra e sbavando sospiro: “Oh, sì.. – e voltandomi ora da Simone concludo - Scopatemi così!! Così…” mormorii di approvazione ed incitamento giungono dal gruppo in poltrona.
Qualcuno si ricorda anche di dedicarmi una parolina dolce: “Sei proprio una vacca! - mi apostrofa Ettore che si avvicina per controllare il lavoro dei tre porcellini. E stupefatto aggiunge - Non finisci mai di allargarti. Potremmo metterci tutta una mano!”.
Ma preferisce invece sputare in direzione delle dita che stanno lavorando al centro. E che sono salite a tre…
L’effetto immediato è che i due tori che mi stanno montando, stimolati dai muscoli del mio sfintere e dalle dita di Luciano, stanno per cedere:
“…Così… Uff… Così mi fate venire!!”rantola Simone.
“Cazzo, cazzo… Vengo!!!!” gli fa eco Federico che sento fremere da sopra.
“In bocca, in bocca… Per favore, la voglio in bocca!!” ansimo io.
“Sì, tranquilla. Tra poco potrai bere in abbondanza, troietta!”, sogghigna Luigi mentre Simone, contraendo gli addominali ed appoggiando le mani sui miei fianchi, inizia a percuotermi col bacino toccando i più profondi meandri dei miei intestini.
“Ooohhh… Ooohhh… Sìììì… Non fermatevi, vi prego… Non fermatevi!!”
Alle sue spalle anche Federico non si risparmia: “Puoi giurarci puttana!!”
Grido e mi dimeno come una forsennata tanto è il piacere che sto provando!
D’un tratto sento i loro corpi prima contrarsi e poi vibrare: “OOOOHHHHH Eccomi… Eccomiiiii!!!!!” geme Federico sfilandosi subito dopo Luigi.
“Anch’io! Anch’io… Devo… Devo sborrareeeeeeeeee!!!!!!” urla Simone che, con la forza delle sue braccia mi fa alzare e mi sbatte sul divano. Ora li ho entrambi sopra di me: la mia bocca all’altezza di ambedue le cappelle. Il mio sguardo passa ora dall’uno all’altro nell’attesa spasmodica di godere del meritato premio.
L’instabilità della posizione scelta e la smania con cui se lo menano, mi ricorda due equilibristi sospesi sul filo.
Quasi me lo sentissi, spalanco la bocca tirando fuori la lingua: puntuale arriva il primo, interminabile fiotto che m’inonda il palato. Ingoio voracemente la crema bollente dal sapore acidulo: “Sì…. Oh, sì… - Glugh… Slurp… - Ancora! Datemene ancora… Ancora… Ancora!!”
La verga di Federico sputa una quantità davvero impressionante di succo e quel sapore così particolare, mi manda in visibilio.
Dopo il primo lunghissimo schizzo, è alla mazza di Simone che mi rivolgo: un altro spruzzo esagerato mi riempie la gola!
“Mmmm… Sììì!!!! - Glugh… glugh… slurp… - Mmmm… Com’è buono… Mmmm…”
Sudati fradici incrociamo gli sguardi: i due sopra di me si battono un sonoro cinque, mentre le loro gocce di sudore m’irrorano il petto.
Osservo le gemme cristalline che punteggiano il mio pelo umido; poi lo sguardo si sposta sulle relative mazze. È impressionante: rimangono dritte e con quel che filo di sborra che ti induce quasi pensare che il loro dovere non sia ancora compiuto.
Le avvicino per inghiottirle e con mio grande (e gradito) stupore, un secondo spruzzo, meno potente del primo, scorre caldo nella mia gola da ambo le parti! (non pensavo che i due manzi potessero avere un tale controllo sulle rispettive eiaculazioni… Davvero dei ragazzi eccezionalmente sorprendenti!).
“Eri proprio assetata, eh troia che non sei altro!?” annuisco, guardandolo bramoso.
“Ne abbiamo quanta ne vuoi, puttanella! Bevila tutta, dai!”, mi esorta Simone rantolando mentre mi passo le cappelle sulle labbra come fossero rossetti.
Quando le aste esauriscono la loro mescita, provo ad ingoiarle completamente; ma quelle di nuovo mi riempiono la bocca. Tutto quel ben di Dio mi scatena sensazioni sconvolgenti per tutto il corpo: inizio a tremare e un brivido mi percorre la schiena. Sporgo il culo e la rosellina si dilata. A quel punto ne approfitta Luigi che, senza darmi il tempo di realizzare, mi solleva le gambe sopra le sue spalle e mi trapana il buco con una forza tale da spingermi all’indietro.
Non ho nemmeno la forza per gridare, talmente sono avulso dalla realtà: i capezzoli si sono inturgiditi all’inverosimile (credo che potrebbero tranquillamente reggere una mensola pesante!), il mio cervello è ubriaco di quel sapore e di quell’odore meravigliosi.
Vado in apnea: smetto di ingoiare e la sborra comincia a colarmi dai lati della bocca. Prima di lasciarmi nelle sole mani di Luigi, i due si chinano per giocare a pasticciare con il liquido rimasto sulle mie labbra e nella mia gola. A suon di lingua felpata e senza il minimo ritegno, m’imbrattano l’intero viso.
“Una maschera di bellezza alla sborra per la più troia delle troie…” è Ettore che s’insinua a giudicare il risultato finale dell’operazione.
Io non sono per nulla soddisfatta, invece! Riprendo in mano la situazione (i due cazzi) e, agguantate le rispettive chiappe all’altezza del perineo, li incito a scoparmi ancora la bocca: ho raggiunto un tale livello di voracità che il mio unico desiderio è di svuotargli le palle. Completamente!!
“Checcazzo! Baaasta… Basta così!!!! - ansima il lift mentre estrae il cazzo dalla mia bocca – Va a finire che ce li prosciughi, ingorda di una troia… O peggio, ce li stacchi a morsi!!”
“Già… Ricorda che ne hai ancora cinque da soddisfare, puttana!”
Ma quello che sto gustando, mi appare come un pasto troppo appetitoso: due cazzi pelosi e lucidi, sudici di sperma e saliva; così allungo la lingua per riprendermeli: “Ma sei davvero senza fondo!” mi redarguisce Ettore mentre me li sfila definitivamente di bocca.
Dopo un scambio di pacche ed ammiccamenti anche loro raggiungono il gruppo in poltrona e finalmente riprendo a respirare.
Non appena allontano dalla mia mente l’immagine di me che sembro un cane a cui hanno tolto un paio di prelibate ossa ed il fiato si regolarizza, agguanto le chiappe muscolose di Luigi e lo incito a scoparmi.
“Anche tu!” e mi rivolgo ad Ettore.
“E tu… Tu… E pure tu…” facendo capolino dal fianco di Luigi, indirizzo la richiesta a Ruggero, Giovanni e Paolo.
“Beh, come si dice in questi casi… - ironizza quest’ultimo - Sotto a chi tocca!” ma nessuno si muove: evidentemente preferiscono vedere come prosegue il film.
“Continua tu, allora!!”, dico rivolgendomi a Luigi che sto ancora trattenendo dentro me.
“Come vuoi, troietta… Mettiti sul tavolino, dai…”
Mentre mi sistemo ecco che Ettore fulmineamente, si posiziona di fronte a me, pronto a farmi manovrare il suo joystick con le papille.
L’altro sento invece che mi apre le cosce con un’abilità ed una delicatezza che non gli avrei mai riconosciuto.
Ma non ho tempo per perdermi in simili inezie: prima di succhiare il cazzo dell’autista, gli sorrido, raccolgo con una mano l’impiastro che mi circonda la bocca e me lo spalmo sul buco spanato: “Dai, scopami! ORA!”, ordino perentoriamente al concierge.
Ed è così che mi riappoggia la grossa cappella del suo cazzo sull’ano già sfondato, riprendendo a spingere. Il mio anello si dilata una volta di più ed accoglie completamente quel frutto: nessun dolore; solo un ininterrotto e crescente senso di godimento, che esaspera l’eccitazione prodotta dalla bevuta di poco prima, portandomi a commentare: “Non ho mai provato un orgasmo di bocca così potente… - ansimo e sbuffo come una locomotiva, ora che il pistone ha iniziato la sua corsa nelle mie viscere - Ne voglio ancora… E ancora… E ancora!! E tu vedi di non farmi rimpiangere i tuoi predecessori – mi lamento agitando il mio bacino per far capire al toro come deve fottermi – Che c’è!? Hai forse paura di farmi male? DEVI SBATTERMI!!! FORTE!!!!”
“Stai tranquilla, che avrai ciò che vuoi, puttana!!!!” ed il suo corpo si pressa sul mio; il suo ventre sbatte sulle mie chiappe, la sua mazza mi penetra per intero ed il mio buco acquista una dilatazione mai avuta prima. Con una mano provo ad afferrare il bastone che m’impala per masturbarlo mentre con la bocca servo l’altro. Hanno trovato la perfetta sincronia, la catena di montaggio è al suo apice. Con la coda dell’occhio osservo lo stupore negli occhi di chi ci osserva; le loro mani si muovono allo stesso ritmo della fottuta di cui sono indiscussa protagonista!!
“Adesso sì che ragioniamo! – ansimo sfilandomi per un istante il cazzo di Ettore dalla bocca - Dai, così, ancora, ancoraaaaa!!!! MMMMMMMMMMMM!!!!!!!!!”, e mi scopa con violenza, trapanandomi lo sfintere.
“Porca puttana!! Non ti ricordavo così larga!!” impreca lui.
“Nemmeno di bocca… - sottolinea l’altro ridacchiando – Anzi, fammi provare il culo, visto che l’altra volta non ho avuto il piacere…”
“Sìììììì… - giusto il tempo di scambiarsi i ruoli - sono tutta aperta per te!!”, gli rispondo, con fare da gran troia.
“Non solo per me, visto che te ne sei già fatti passare quattro… E che show!!” e sprofonda nelle mie viscere, provocandomi un principio di orgasmo anale. Infatti, quella dilatazione esagerata del culo mi scatena i primi spasmi alle gambe. Il sussulto del mio corpo sbilancia un po’ Ettore che mi osserva stranito.
“Preparati! Sta arrivando…!” gli sussurro.
“Chi!?… Cosa!?…” mi chiede dubbioso.
“Non fermarti!”, lo incita Paolo, e l’autista accenna a voltarsi verso il gruppo d’ascolto. Non gliene do il tempo: gli afferro la testa e la fisso su di me: “Sta’ tranquillo! Tu continua a fottermi!” gli ordino.
L’uomo non si fa certo pregare e con un altro affondo mi provoca una convulsione che parte dallo sfintere e arriva dritta dritta al cervello. Mi inarco a tal punto che, dopo aver dato un morso all’uccello di Luigi, la mia testa si rovescia pericolosamente all’indietro. La sento sfiorare il mento del primo, mentre le mie unghie si piantano nella schiena del secondo.
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!” grido, ed il mio corpo sussulta come se fosse sul punto di squarciarsi in due. Fortunatamente Ettore non si cura minimamente della mia reazione, troppo coinvolto dal massaggio stringente che il mio sfintere pulsante sta praticando al cazzo.
“Torna qui troia…” e le mani di Luigi mi strattonano violentemente per i capelli imponendo alle mie labbra di tornare a suggerlo.
Mentre i nostri corpi riprendono a vibrare all’unisono, bacio sulla bocca il concierge e sussurro all’altro: “Sì, bravo, vieni dentro di me. Sborra tutto, tutto, tutto!”, e la sua mazza si ingrossa ancora per fiottare sperma nei miei intestini.
“Sì, vengoooooooooooo!!!!!! oooooOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!”, geme Ettore, sempre più forte e continuando a percuotermi finché non si svuota completamente le palle.
Poi, sguscia fuori da me e, riversandosi su un fianco, lascia il posto a Luigi. Il suo respiro è affannato, ma lo sguardo di appagamento lo rende un tenero orsacchiotto ai miei occhi languidi…
Ma non c’è tempo da perdere!
Mentre mi accarezzo il buco con una mano, con le dita raccolgo la sua sborra per spalmarla sul mio uccello e su quello nuovo che mi sta puntando.
Ripeto l’operazione e, questa volta, mentre il nuovo cazzo finisce di traforarmi senza troppi complimenti, me le porto alla bocca e le succhio avidamente assaporandone l’aroma a palpebre socchiuse.
“Allora: chi manca?”, chiedo godendomi i fine corsa sempre più potenti e calibrati di Ettore; e quando sollevo la testa e riapro gli occhi Giovanni e Ruggero sono in piedi davanti a me.
- Continua -
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