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La sveltina di Capodanno


di honeybear
03.01.2017    |    18.752    |    5 9.0
"“Dai… Adesso inizia a ballare sui miei coglioni come una brava puttana… Non abbiamo più tempooohhh… …Pochi minuti e poi sarà il nuovo annooohhh… Datti da fare,..."
N.d.A.: quello che state per leggere è il racconto di un incesto a sfondo gay dove fatti narrati, eventi e persone sono tutte frutto di fantasia oltre che maggiorenni (virtualmente maggiorenni dato che sono frutto di fantasia). Se l'argomento in qualche modo Vi turba, Vi ringrazio per il tempo dedicatomi arrivando a leggere sino a questo punto. Diversamente, Vi auguro una (spero) piacevole, eccitante e divertente lettura.
Grazie a tutti,
HB
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“Non vorrai davvero brindare all’arrivo dell’anno nuovo conciato a quel modo? - mamma è davvero incazzata. A nulla valgono i timidi tentativi della mia ragazza di giustificare il mio abbigliamento – Ah davvero!? Beh, quell’outfit, adesso lo chiamate così giusto?! Quell’outfit poteva andare bene per la discoteca dove vi trovavate fino a cinque minuti fa… Adesso è decisamente inopportuno! Fila subito a cambiarti! Hai un po’ di tempo a disposizione, perciò prendi l’auto e…”
“Sono senza patente! L’ho lasciata in albergo. Sai, pensavo di non…”
“Ti accompagno io! Muoviamoci però!” e con una pacca sulla spalla mio padre mi invita a seguirlo.
I locali che ci lasciamo alle spalle sul viale illuminato rispecchiano l’atmosfera tipica di una serata di capodanno: brulicano di rumori, suoni e luci.
“Dì, hai visto mentre uscivamo? Il pianista non chi ha staccato gli occhi di dosso un attimo! Deve avere una fame… Detto tra noi, una bottarella gliela si potrebbe pure dare, che ne dici?” (N.d.A. - V. racconto 'Vacanze di Natale 2017)
“Dico che non abbiamo molto tempo, hai sentito tua madre… – guida tenendo gli occhi fissi sulla strada buia. La sua mano invece no, non impugna il volante: è già scivolata tra le mie gambe – Ehi, ma cosa c’è qui in mezzo: una tenda canadese?” ride divertito. In effetti il mio randello è già sollevato per l’eccitazione.
Le dita di papà arrivano rapidamente all’elastico e liberano l’erezione prigioniera.
“Hai fatto bene a mettere questa specie di pantaloni della tuta! E non porti gli slip… Previdente!” sogghigna iniziando a scappellarmi.
“Tutto calcolato! - rispondo serrafico strizzandogli l’occhio mentre lascia scivolare le dita sulla pelle morbida dell’asta iniziando a smanettarla. Allungo la mano a mia volta palpando il suo pacco caldo – Meno male che hai già slacciato la cintura…” gli dico aprendo a fatica la patta per estrarre il suo uccellone in tiro. Accarezzo il folto cespuglio da cui nasce e, partendo dalla radice, risalgo fino al glande. La sega incrociata che ne segue ci procura i primi gemiti. Le dita si stringono intorno alle rispettive cappelle quasi a volerne strappare il sottile filetto del prepuzio, le maneggiano come si trattasse della leva del cambio oppure scorrono lungo le aste che cominciano ad infradiciarsi con il liquido prespermatico.
Imbocchiamo uno sterrato buio quando mi chino sulla sua nerchia facendola sparire nella bocca: “Mmmm… La cinturaaahhh non dovresti sganciarlaaahhh – parla a fatica da quanto è eccitato - Menooohhh… Mmmmenommale che sto guidandoooohhh pianooohhh…” sbuffa mentre lappo come farebbe un cane con la sua ciotola di cibo. La sua cappella mi titilla l’ugola e le tonsille mentre la mia lingua insaliva per bene il resto del manico. Con la coda dell’occhio percepisco i suoi movimenti pelvici che vogliono imprimere il ritmo della pompa. Dopo alcuni tentativi preferisce desistere, così le sue dita cercano di arrivare al mio culetto esposto per iniziare a profanarlo infilandosi una alla volta tra i petali della mia rosellina turgida.
Finalmente si ferma lasciando il motore acceso. Non guardo nemmeno dove siamo, tanto sono concentrato a succhiarglielo. Velocemente si libera del superfluo rimanendo a torso nudo.
“Dai, spogliati…” non aggiunge altro regalandomi lo stesso trattamento che gli ho riservato fino a poc’anzi. Mi sollevo leggermente dal sedile lasciando che mi liberi dei pantaloni. Con una lunga carezza percorre ogni pelo delle mie gambe: “Mmmm… Come sono soffici…” commenta prima di appoggiare le labbra bagnate alla prugna succosa che gli si pianta in viso. La ingoia tutta e inizia a giocarci. Il piacere mi travolge, ma non mi basta Puntandomi al sedile e spingendo con il bacino, sono io a dirigere il gioco di lingua di mio padre.
“Te lo stai godendo per benino il lavoretto di papà, eh troia!?”
“Mmmsììì… È davvero bravo il mio papinooohhh - mi rimetto seduto per denudarmi completamente mentre sento la punta della sua lingua perdersi tra i peli delle mie palle per poi risalire rapida lungo il fusto carnoso e terminare nuovamente sulla ghianda rossastra che prosciuga degli umori che sta producendo copiosa. Rimane fermo immobile aspettando che sia ancora una volta io a muovermi.
Lo accontento perché non posso privarlo del piacere di darmi piacere.
“Andiamo dietro… – mi ordina togliendosi il ciuccio di bocca e sfregandoselo contro i peli della sua barba ispida mentre seguita a masturbarmi - ...Voglio scoparti a dovere prima di tornare al locale! Quanto manca a mezzanotte…”
Sposto lo sguardo sul cruscotto: “Una ventina di minuti…”
“Mmm… Mi piacerebbe sborrarti in culo allo scoccare del nuovo anno… - mi sussurra mordicchiandomi il lobo dell’orecchio - …Ma prima mi è venuta un’idea!” sorride.
Mi invita prendere posto sul sedile posteriore e poi si siede sopra di me. Ci abbracciamo e carezziamo furiosamente baciandoci. Le lingue sferrano un nuovo attacco: si aggrovigliano nelle rispettive gole lasciando spazio anche alle sue dita che, solerti scendono questa volta a ravanare il suo buchetto. In men che non si dica mio padre si è impalato sul mio cazzo per cavalcarlo come un animale da monta.
Tra un sospiro e l’altro, ho solo il tempo di sostenergli le chiappe mentre si lascia sfondare dal mio palo che accoglie per tutta la sua lunghezza... E anche oltre se potesse!!
Si dimena come un ossesso latrando e ringhiando finché, stanco ma non ancora appagato, si ferma puntellandosi ai finestrini appannati, lasciando a me il compito di finire il lavoro: “Forza troia, fai godere il tuo paparino… – mi esorta ansimando- …Fammi vedere quanto sei brava…”
Non me lo faccio ripetere due volte. Mantenendo la presa sui due meloni sodi, inizio a spingere il bacino verso l’alto. Dapprima lentamente e poi ad una velocità sempre maggiore. La scopata riprende furiosa, con le mani di mio padre che stringono saldamente i miei capezzoli di marmo.
“Aaahhh…” mi strappa un lamento. Tuttavia il dolore che provo per la morsa stringente non è nulla rispetto al piacere che sta per esplodermi nelle palle: “Ci sono pa’… Arrivo… Sto venendo… Sto venendooohhh…” e sento i primi schizzi perdersi nel suo ventre, seguiti dal fiume caldo che gli farcisce il culo spanato.
“Mmmsììì… Bravo! Riempimi per bene… Così! Così! - e, accasciandosi su di me, aspetta che il mio uccello torni a riposo per sfilarselo. Mi bacia dolcemente – Non voglio perderne nemmeno una goccia! E adesso tocca a te tesoro!”
“Ma papà…” protesto timidamente. L’orologio sul cruscotto dice che è quasi mezzanotte… Non vuole sentire ragioni. Scivola sotto di me mettendosi al mio posto schiaffeggiandomi le chiappe per invitarmi a darmi una mossa. Non mi resta da fare altro che voltargli le spalle e iniziare a calarmi lentamente dentro il suo cazzone.
Avvicino la cappella alle labbra della mia coroncina facendo entrare la parte più stretta. Sollevo le braccia verso il tetto per prepararmi alla penetrazione. Le sue mani scorrono sinuose lungo tutto il mio corpo. Accarezzano il pelo pubico risalendo lungo quello dell’addome per allargarsi sui fianchi. Con un colpo secco mi lascio infilzare.
“Aaahhh…” stringo i denti, non so se per il piacere o per il dolore.
Non ho il tempo di abituarmi alla sua presenza dentro di me.
“Dai… Adesso inizia a ballare sui miei coglioni come una brava puttana… Non abbiamo più tempooohhh… …Pochi minuti e poi sarà il nuovo annooohhh… Datti da fare, troia!” piegandomi sulle braccia, inizio la danza frenetica dall’alto verso il basso. Ogni flessione mi permette di godere di ogni centimetro di quel cazzo enorme che mi sta splafonando e che, raschiando contro la mia prostata, mi sta dilaniando il culo come un siluro sparato da una contraerei.
I colpi si susseguono violenti, veloci, serrati.
“Fermati!”
Mi gira.
Non so come mi ritrovo a pecora sempre infilzato da quel lungo bastone: “Eccomi… Ci sono… Sto per venireeehhh…” in lontananza sentiamo l’eco dei primi spari. Alziamo gli occhi e vediamo i primi fuochi…
Mi sembra incredibile: sta scoccando la mezzanotte, siamo da poco entrati nel nuovo anno e mio padre mi sta imbottendo il culo con il suo seme caldo come promesso!
Urla tutto il suo piacere quando si riversa nei miei intestini. Non riesco a trattenerlo tutto. Lo sento colare lungo le gambe. Arriva la sua lingua a raccoglierlo prontamente: “Dammelo tutto! Tutto... Così, bravo…”
E sono le sue labbra a farmelo bere nel primo, benaugurante brindisi di inizio anno, slinguandomi con un interminabile bacio: “Buon anno figlio mio…”
“Buon Anno papino…”
Ci regaliamo gli ultimi istanti, abbandonati nudi ad assaporare tutto il piacere di quei momenti così intensi: “Adesso dobbiamo andare sul serio, sennò chi la sente tua madre! I vestiti che voleva indossassi sono nel baule!” e, ancora mi strizza l’occhio divertito.
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