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Sottomessa alla lussuria del mio capo.


di cuckold211
16.03.2021    |    31.295    |    13 9.8
"Mi spiega un po' quello che dovrei fare e parliamo per un bel po'; alla fine mi dice: "Se per te va bene, potresti iniziare lunedì; si era a giovedì ed..."
Ancora un racconto trasmessomi dalla lei di coppia nick "Lamoglieporno".
E' il seguito cronologico dei racconti già pubblicati con il titolo "Inaspettata iniziazione".

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Dopo il nostro inizio di trasgressione, avvenuto in quel weekend al mare, io ormai avevo perso ogni forma di inibizione, di reticenza; con il mio fidanzato avevo solo in testa quelle scene di trasgressione e volevo proseguire a fare nuove esperienze con sconosciuti.
Infatti cambiai il mio modo di vestire: quando uscivamo insieme, ero sempre più osé e sexy tra mini gonne, scollature, trasparenze, trucco un po' più marcato, tacchi sempre più alti.
Mi sentivo molto esibizionista e al mio fidanzato questa cosa eccitava tantissimo, soprattutto quando si andava per locali, lo eccitava molto che i maschi mi guardavano.
Inutile dire che in quel periodo scopavamo tantissimo e lui osava sempre più nel modo di trattarmi; durante l'amplesso, insisteva nel dirmi che voleva vedermi con altri maschi.
Io intanto vado alla ricerca di un lavoro; dopo aver finito la scuola per segretaria d'azienda, volevo rendermi indipendente dai miei genitori.
In questo ero anche aiutata dal mio fidanzato che chiedeva in giro, fra le sue conoscenze, se vi fosse qualcuno che avesse bisogno di una segretaria.
Dopo un certo tempo di ricerche infruttuose, un giorno mi chiama al telefono avvertendomi che uno studio cercava una ragazza.
Prendo subito contatti con questo studio e mi viene fissato un colloquio.
Arriva il giorno del colloquio ed io non stavo nella pelle, ero molto emozionata.
Allora mi preparo e cerco di vestire in modo molto professionale: pantaloni neri, camicia bianca e giacchettina, tacco normale, un filo di trucco, borsa e via !!!! Giunta allo studio, mi riceve direttamente lui, il titolare, un uomo sui 45 anni, molto curato, in completo elegante, abbronzato, insomma un bel tipo.
Mi spiega un po' quello che dovrei fare e parliamo per un bel po'; alla fine mi dice: "Se per te va bene, potresti iniziare lunedì; si era a giovedì ed io ero più che contenta per questo lavoro. Quindi la sera racconto tutto al mio fidanzato, mentre eravamo a cena, per poi, a seguire, appartarci in auto e scopare, come ormai facevamo sempre.

Inizio il mio lavoro ed i giorni passano.
Tra noi si crea un po’ di confidenza e capita che beviamo il caffè insieme, si fa qualche battuta e mi accorgo che mi piace lavorare in questa atmosfera.
Dopo circa un paio di mesi, un pomeriggio il mio capo mi chiama nel suo ufficio e mi dice che il venerdì sera, ha un appuntamento con dei clienti importanti a cena; vuole che lo accompagni, per prendere appunti in base a quello che si decide sul lavoro a farsi !!!
La cosa mi lascia un po’ sorpresa !!!
Non mi aspettavo di certo che dovessi andare a cena per lavoro. Così le uniche parole che mi escono dalla bocca sono:
"Ne parlo con il mio fidanzato; non vorrei avesse organizzato di andare via per il weekend".
Quella sera, sono a cena con il mio ragazzo e gli racconto tutto.
Lui mi dice: "Voglio sperare non sia una scusa per provarci !!"
Io rispondo: "No, è solo una cena di lavoro e, poi, non consentirei di andare oltre; non mi va di compromettere il lavoro e, poi, se non ci sei tu. io non guardo nessuno".

Arriva la fatidica serata; sono molto agitata, cambio diverse mise e, finalmente, trovo l'abitino che mi piace, quello adatto per la serata: calze nere, trucco, rossetto, tacchi non troppo alti, cappotto, borsa e il cicalino del citofono mi avverte che è già arrivato a prendermi.
Scendo giù e salgo nella sua auto; mi fa subito tanti complimenti per come sono elegante e mi dice:
"Dovresti venire così in ufficio: sei stupenda".
Intanto procediamo per il ristorante a circa mezz’ora di strada.

Giunti al ristorante, un posto abbastanza elegante, parcheggiamo e viene ad aprirmi la portiera.
Sono colpita da tanta gentilezza, scendo e ci incamminiamo verso l'entrata, dove ci attende un cameriere, ci fa togliere i soprabiti e poi ci accompagna al tavolo. Con sorpresa noto che è un tavolo per due persone e la cosa mi sorprende ulteriormente.
Per il momento, visto che c’era ancora il cameriere, non dico nulla, ma appena si allontana dico a Giorgio:
"Scusa, e i tuoi clienti?"
E' lui che, a quel punto mi dice:
"Sei bellissima. Sono ormai settimane che sei da me, volevo invitarti a cena e così ho pensato di inscenare questa farsa dei clienti a cena".
Io resto un po’ frastornata, ma, sotto sotto, questa cosa mi ha lusingato e inizio a capire che, evidentemente, il mio capo, furbetto, vuole provarci.
Non sono pochi i casi in cui un capo cerca di provarci con la sua impiegata giovane, come nel mio caso !!!
Quindi una risata sottolinea il senso della serata e intanto arriva il cameriere per servirci del vino da antipasto; facciamo degli assaggi e poi iniziamo a sbirciare il menu.
La serata scorre tranquilla tra risate, battutine è così via. Anche la bottiglia finisce, io sono un pochino 🥵🥵🥵accaldata e vado in bagno per riprendermi. Faccio pipì, mi sistemo il trucco e torno al tavolo, dove ordiniamo il dolce; conclusa la cena, ci alziamo e, dopo aver recuperato i soprabiti, lui mi dice:
"Sono appena le 23.30, cosa facciamo?"
Pochi giorni prima si era parlato di latino/americano, che avevamo questa passione in comune; allora lui dice:
"Potremmo andare a ballare in quel locale; dista circa 25 minuti da qui, che ne dici?"
"OK, per me va bene" e così usciamo e ci dirigiamo verso la macchina, dove sono costretta ad appoggiarmi a lui per evitare di cadere, visto il buio, i tacchi e poi, diciamolo, mi sentivo parecchio su di giri.
In auto tutto procede tranquillamente e, parlando del più e del meno, arriviamo al locale; era strapieno e dobbiamo farci largo quasi a gomitate; lasciamo le giacche al guardaroba e cominciamo a fare un giro per il locale, mano nella mano, come fidanzati. Poi ci lanciamo in pista e noto subito che lui è piuttosto bravo.
Infatti dice: "Sono anni che ballo, ormai !!!"

Balliamo talmente avvinghiati che ormai non resisto più; sento il suo cazzo premere, le mani che ormai mi toccano un po' ovunque; si crea un trasporto molto intenso tra noi, fin quando smettiamo e ci sediamo su un divanetto a bere qualcosa.
Eravamo molto vicini ed è giocoforza che si passi al bacio in bocca.
Era un po' che limonavamo e intanto in noi cresce il desiderio; a quel punto lui dice: "E' meglio che andiamo in un posto più tranquillo".
Ci alziamo e, usciti dal locale, in auto subito ci avvinghiamo, di nuovo a baciarci e quasi mi spoglia; mi tira fuori le tette, mi lecca i capezzoli, ormai inturgiditi, con le mani mi tocca la figa, io sono in completo delirio; quindi mi dice:
"Andiamo in motel, voglio scoparti".

Andiamo in un motel di sua conoscenza, di quelli dove arrivi con l'auto fin davanti alla camera. Entriamo e subito iniziamo a limonare come dei pazzi, lui che inizia a spogliarmi ed in un attimo mi ritrovo con solo il perizoma ed i collant abbassati. Ormai ero eccitatissima; gli tocco il cazzo e lo tiro fuori dai pantaloni; posso dire che sono rimasta basita alla vista di quel cazzo molto grosso; mi fa inginocchiare e mi dice:
"Leccalo, prendilo in bocca, fammi vedere quanto ti piace".
Prendo a ciucciarlo con fatica; era davvero grosso, mentre lui continua a toccarmi la figa e inizia a infilare le dita; poi mi spinge il cazzo sempre più in bocca.
Io, ormai, sono in balia delle sue manovre; mi lascio fare, sono eccitatissima, mi spinge sul letto e inizia a leccarmi la figa, fino ad arrivare al buchino del culetto.
Ormai non capisco più nulla; ansimo, mi contorco per il piacere che provo, fin quando mi gira a pecora e si mette il preservativo. Me lo infila nella figa ed io emetto un gridolino; lui, pian piano, prende a scoparmi e baciarmi sul collo, le orecchie, mentre accelera il ritmo della chiavata.
Io sono letteralmente in orbita; comincia a dirmi:
"Vedo che ti piace il mio cazzo, zoccoletta. Erano settimane che volevo scoparti!" Io non rispondo, intanto va alla ricerca del mio buchino. Mi dimeno e lui dice:
"Ma il tuo fidanzato non te lo mette nel culo? Una bella zoccoletta come te, va soddisfatta per bene in tutti i buchi" e questo suo modo di fare mi eccita ancor più.

Esce dalla figa e punta il cazzo sul mio buchino; tento di rifiutarlo, ma poi mi lascio prendere: non riesco a dire di no, in quanto ero illibidinita al massimo.
Ero abbastanza stretta, perché non praticavo molto il sesso anale, ma quando ci si trova nelle condizioni di totale sovvertimento dei sensi, come in quel momento, ci si lascia andare ad ogni esperienza.
Pian piano e dopo vari tentativi, me lo mette dentro; in un primo momento il dolore era tantissimo, ma poi, pian piano, mi sono rilassata e trovata a pensare a ciò che stavo facendo con il mio capo: ero finita in un motel e mi stavo facendo inculare come una troia; egli mi scopava con sempre più foga, dicendo che ero una troietta, una zoccola, e così va avanti, fin quando esce, si toglie il preservativo e mi dice:
"Dai... ciuccialo... ti sborro in gola, zoccola" e devo dire fui invasa da una quantità esagerata di sborra.
Finito l'amplesso, mi ritrovo distrutta; il mio trucco era colato da sembrare di aver fatto una battaglia; cercai di rimettermi in ordine , senza riuscivare a guardarlo in faccia.
Recuperati i vestiti mi sono sistemata un po’ in bagno e mi ha accompagnato a casa.
Mi sentivo uno schifo nei confronti del mio fidanzato,per come mi ero fatta scopare da quell'uomo, perciò decido di non dirgli nulla, almeno per il momento; temevo di perderlo.

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