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Lui & Lei

La vacanza a Creta 4: Patrizia.


di cuckold211
17.02.2013    |    12.512    |    5 9.6
"Al momento pensai: questa nei giorni scorsi deve avermi visto con mia moglie, e ora si starà chiedendo: "Cornuto, dov'è quella troia di tua moglie?..."
A mia volta mi preparai per la spiaggia. Passai davanti alla reception, ma lo "stronzo" non c'era; al suo posto, un signore grasso ultrasessantenne, che avrebbe potuto essere suo padre. Feci colazione e via in spiaggia. Poggiai le mie cose sotto l'ombrellone e mi avviai per una lunga passeggiata sul bagnasciuga. Quando tornai, notai una signora ben messa a qualche ombrellone lontano dal mio. Mi fissava con un certo interesse e mi sorrise. Al momento pensai: questa nei giorni scorsi deve avermi visto con mia moglie, e ora si starà chiedendo: "Cornuto, dov'è quella troia di tua moglie? L'hai mandata a scopare?" è incredibile come la mente possa andare a pungolarti là dove sai di essere più indifeso. Feci finta di dedicarmi al cruciverba; volevo vedere se era accompagnata; verificare che non mi ero illuso e che, semmai, guardava qualcun altro. No, era proprio me che guardava e mi sorrideva ammiccante; decisi di avvicinarla e subito fui preso dall'incubo della lingua: parlerà italiano? al limite mi cimenterò in inglese o francese. "Signora, oggi fa un caldo bestiale, posso permettermi di offrirle qualcosa di fresco?" "Oh - rispose lei - è davvero gentile...si gradirei qualcosa di fresco..." Feci cenno al cameriere di prendere l'ordinazione e subito attaccai bottone: era una professoressa di lettere al liceo classico di Catania...al momento era da sola, ma domani sarebbe stata raggiunta dal marito. Continuammo a parlare del più e del meno mentre sorbivamo le bibite ghiacciate, poi suggerii di fare il bagnoed io, sfrontatamente, cominciai a tastarla: prima una coscia, poi una tetta, poi il culo e lei si schermiva con civetteria, fingendo di attribuire scarsa importanza alle mie avances. Intanto mi ero eccitato e, per farla finita, le presi la mano e me la misi sul cazzo in tiro. "Ma cosa mi fai fare?" esclamò guardandosi attorno e senza mollare la presa, ed io: "Possibile che non ti sei accorta quanto mi ecciti? Dai, è oggi solo; domani tuo marito e, per me, mia moglie, non avremo più la libertà di scambiarci momenti di gioia e di follia come questi". Mollò la presa del mio membro e disse: "Camera 410...raggiungimi fra mezz'ora...troverai la porta accostata". Tornai in camera...una doccia veloce...una spruzzata di "summer fragance" di J.P. Gaultier...una maglietta con pantaloni lunghi...sandali ai piedi nudi...e via. Ero davanti alla 410...spinsi l'uscio...si aprì e lo richiusi alle spalle...Patrizia, così si chiamava la prof, era ad attendermi con il solo accappatoio addosso. Mi accostai...l'abbracciai e mi impossessai delle sue labbra...le lingue si scontravano e si avvinghiavano nelle nostre bocche...accarezzavo il suo corpo nudo avvertendone i brividi che lo percorrevano...il suo corpo emanava un penetrante odore di femmina in calore, frammisto a buon profumo...le mie carezze erano ricambiate dalle sue che, in men che non si dica, mi denudò e prese a leccarmi l'asta in lungo e in largo...imboccò la mia turgida fava mugolando e disse: "Che buon sapore che hai"...la sua voglia era tale e tanta che dovetti frenarla, altrimenti mi avrebbe messo fuori combattimento in un batter d'occhio...le sfilai l'accappatoio, la spinsi ad adagiarsi sul letto..."ora mi farai sentire il tuo, di sapore"...le alzai le gambe sulle mie spalle e tuffai il viso nella sua intimità dischiusa...che nettare! era un lago...le sprofondai la lingua dentro, lambendo le pareti della vagina, succhiandone le labbra e mordendo con i denti il bottoncino, che le procuravano fremiti come le ali di una farfalla...le titillavo il perineo, fino alla rosetta tra i glutei e, qui, insistevo con la lingua, fino a vederla aprire come il bocciolo di un fiore, e, così, consentire una più approfondita intromissione. Quella donna mi eccitava al parossismo perchè rispondeva con mugolii, fremiti e brividi, ad ogni zona del corpo che lambivo: la bocca, le orecchie, il collo, i seni e zona sottostante, le ascelle, l'inguine, l' interno cosce, le gambe, i piedi, dito per dito; l'avevo ricoperta tutta della mia saliva e dovevo tornare subito alla figa per prosciugargliela degli umorio che, copiosi, le colavano. In vita mia non avevo mai bevuto tanto da una donna: avevo beccato una pluriorgasmica. Finalmente la penetrai dolcemente, facendola sentire riempita per gradi; cominciai il pompaggio, estraendo il membro quasi totalmente, per poi rientrare e sentire le sue mucose interne che me lo stringevano ritmicamente, quasi come una bocca che succhia. La prof era in estasi completa, strabuzzava gli occhi e mi chiese: "Non venirmi dentro, ho voglia di berti, voglio sentire la tua sbroda calda che mi scende nello stomaco...poi, più tardi, mi farai anche il culo?...finora non c'è niente che tu non mi abbia fatto, completa l'opera assecondando questi miei desideri...per oggi sono la tua "zoccola"...non mi importa come mi giudicherai domani...oggi hai davanti una lurida puttana, che mette le corna al marito inconsapevole...chiavami, fottimi..." non riuscì a dire altro perchè uscii da lei e le tappai la bocca, riversandole un mare di sborra che lei ingoiò fino all'ultima goccia. Erano le 15,00...avevamo saltato il pasto di mezzodì e le chiesi se non desiderasse qualcosa da mangiare. "No - rispose - riposiamoci un pò, poi, ricordi? voglio che mi inculi come una bagascia. Mai, come con te oggi, mi sono sentita veramente femmina, desiderata ed usata come una "zoccola"...beata tua moglie". E già, mia moglie. Certamente anche lei, in quel momento, stava scopando come una troia da marciapiede, cornificandomi a ripetizione, cone se quel giorno fosse l'ultimo da vivere. L'immagine che di lei avevo nella mente, abbandonata all'ebbrezza dei sensi, mi fece tornare vigore. Patrizia aveva gli occhi chiusi...forse dormiva, ma il suo corpo nudo era lì ad invocarmi ancora attenzioni. Presi a scorrerla con la punta della lingua, sfiorandola appena, dall'esterno verso i punti erogeni. Cominciò a reagire al contatto...aprì gli occhi che le stavo succhiando le dita dei piedi...poi salii lungo le gambe...la voltai su un fianco...le aprii i glutei e mi dedicai a leccarle la rosetta. Ripresero i mugolii, i fremiti e, nel contempo, spingeva il culo verso la mia bocca; il trattamento le piaceva da morire...la figa aveva ripreso a grondare...gliela slinguai per trasferirne gli umori all'ano...le penetrai in figa per lubrificare il pene e, poi...glielo puntai. La prof era come assatanata "Si...dai...inculami...lo voglio...fammelo sentire tutto dentro...rompimi sto culo che quel cornuto di mio marito non ha mai degnato di attenzioni...oh, eccolo, lo sento...fai piano...fermati...aspetta...dai, spingi piano...ma continua...voglio sentirmi i coglioni sulla fica...che bello, mi sei entrato tutto...fermati, così...lo sai, lo sento pulsare dentro di me...come mi sento piena...dai chiavami e riempimi il culo della tua sborra". Si andò avanti per parecchio tempo e lei, sempre smaniosa e godendo a ripetizione, volle che la baciassi in bocca fino alla fine, cioè quando si sentì inondare il culo dalla bollente sborra. Crollò esausta, ma con il viso che esprimeva gratitudine e felicità. La baciai ancora, raccolsi le mie cose, mi rivestii e tornai in camera per un meritato riposo; erano le 17,00: cosa stava facendo la mia amata troia, moglieamante? Ero stanco , sprofondai in un sonno ristoratore.
(continua)
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