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Il mio amico Michele


di cuckold211
09.12.2012    |    32.079    |    19 9.6
"Mi piace il gioco del sesso e questo è il solo motivo per il quale ti ho respinto, visto che sono certa che mio marito non avrebbe avuto nulla in contrario..."
Lo avevo conosciuto all'università e, da subito, tra me e Michele era scattata la molla dell'amicizia sincera e leale, per i comuni interessi che nutrivamo fuori dagli impegni di lavoro: la musica e le donne. Ricordo che a volte, a proposito di quest'ultimo argomento, si fantasticava o ci si raccontava le rispettive avventure con ragazze, e, più di una volta, goliardicamente, ci siamo masturbati autonomamente sull'onda dell'eccitazione del momento. Fu in quelle occasioni che ebbi modo di notare che Michele era dotato di un membro di tutto rispetto, tanto che una volta gli dissi: "Però! Colei che ti sposerà potrà ritenersi soddisfatta da tanta abbondanza. Bada a farglielo provare prima del matrimonio, altrimenti potrebbe spaventarsi e negartela!" e giù a ridere. Dopo la laurea ci perdemmo di vista. Io sposai Loredana, da cui ho avuto due figli: ne ero, e ne sono tuttora, innamorato pazzo, al punto da metterla al centro dei miei pensieri, sia di quelli leciti che di quelli non. Dopo il secondo figlio, si scopava ancora come ricci e, per evitare gravidanze indesiderate, Loredana cominciò a prendere la pillola. L'evoluzione della nostra passione era sempre più condita di fantasie erotiche che ci scambiavamo l'un l'altra e, tra quelle più ricorrenti, mi intrigava la possibilità di vederla far l'amore con un estraneo. La cosa, evidentemente, eccitava anche lei, tanto che le nostre battaglie amorose cominciavano a raggiungere livelli da infarto, come quella volta che mi disse: "ma che porco che sei!" ed io "non è per questo che mi hai sposato?" e lei mi rispose con un'unica parola, che era tutto un programma: "anche". Quando rividi Michele fu, per entrambi, una gioia; subito prendemmo a raccontarci di noi e così seppi che non si era ancora sposato e come hobby scriveva arrangiamenti musicali. Ci lasciammo scambiandoci i nostri recapiti e con la promessa di rivederci. Ma, come spesso capita, passò del tempo...non ci rivedemmo, nè io informai Loredana dell'incontro. Un giorno, tornato a casa dal lavoro, mia moglie mi chiese chi fosse questo Michele che aveva cercato di me. Naturalmente le raccontai tutto della nostra amicizia, ivi compreso il fatto che era tanto ben dotato. Da quella sera in poi, quando si scopava, la fantasia costante era quella di vedere coinvolto Michele nei nostri giochi d'amore. Una sera di metà settembre, dopo una giornata trascorsa al mare, i bambini, stremati, dormivano profondamente, eravamo davanti al televisore. Faceva caldo e Loredana, dopo la doccia, aveva indossato una mia camicia sulla pelle, abbottonandola solo in fondo e tirando su le maniche. Il suo seno aguzzo era nudo come le gambe, fino all'inguine appena protetto dai bordi della camicia. Mi piaceva vederla così, più nuda possibile, più provocante possibile, perchè, al contrario, nella vita quotidiana, mia moglie non amava attirare l'attenzione su di sè. Per il suo innato senso del pudore, il mostrarsi era riservato a me solo, ma io, non so perchè, sentivo l'impulso di rendere partecipi altre persone del privilegio di avere una donna simile, una simile bellezza. In fondo gli amici l'avevano vista sempre con gonna ad un palmo dal ginocchio, in pantaloni, più o meno coperta, ma non avevano mai avuto modo di rendersi conto di quelle sensuali rotondità che ritenevo, invece, dovessero essere mostrate. Si, come un quadro; un bel quadro viene appeso ad una parete nuda, affinchè tutti possano ammirarlo, ed il proprietario, fiero, è orgoglioso di mostrarlo, e si compiace dei complimenti che altri gli rivolgono..."Sei stupenda, Loredana" le mormorai, mentre quei pensieri affollavano la mia mente. Lei si voltò a guardarmi e, con un sorriso malizioso, rispose: "Tesoro, dici questo perchè ti sto eccitando, ma, in realtà, non sono diversa da tante altre donne. Tu, invece, sei l'uomo migliore del mondo e, cosa che assolutamente non guasta, UN GRAN PORCO". Si, ci amavamo, ma sentivo che mancava qualcosa; qualcosa che desse quel tocco in più alla nostra felicità. In quel momento suonarono alla porta. Loredana mi guardò smarrita e, stringendosi nella camicia, esclamò: "Mio Dio, come faccio ad aprire? Devo nascondermi? Mi chiudo in camera?" "Calma, apro io" risposi "se sono amici, resta come sei, altrimenti li mando via". Aprii. Era Michele. "Ciao, - esclamai, felice di vederlo - che sorpresa! Entra. Come mai da queste parti?" "Vorrei un tuo parere su questo arrangiamento. Sai per me è molto importante e potrebbe essere l'inizio di una proficua collaborazione con un'importante casa discografica: voglio festeggiare con te!" rise e mise in mostra una bottiglia di Glen Grant 12anni. "Sei benvenuto, amico mio - esclamai - specie, poi, con una bottiglia del genere in mano!" Lo condussi in salotto. Loredana era rimasta con solo la mia camicia sulla pelle, come le avevo suggerito, ma aveva cercato di abbottonarla riuscendoci solo in parte, perchè a malapena i suoi seni, aguzzi e tesi in avanti, vi trovavano posto. Michele, vedendola, rimase a bocca aperta e chiaramente imbarazzato. Non conosceva mia moglie e certo non s'aspettava di conoscerla con quell'abbigliamento. "Loredana - dissi - ti presento Michele, l'amico di cui ti ho parlato; Michele, mia moglie Loredana" "Mio Dio - si scosse Michele - ma tua moglie sembra Venere appena emersa dal mare". "Grazie per il complimento, Michele - sorrise Loredana - e scusa se mi presento così vestita, ma...non attendevamo visite". "Loredana, puoi rimanere così, non ti preoccupare. Del resto fa un caldo boia e Michele è un amico fidato", intervenni io indicando una poltrona all'amico. Loredana spense il televisore ed io preparai il ghiaccio per il whisky. Mi resi conto che Michele non riusciva a distogliere lo sguardo da mia moglie e, guardandola, mi accorsi che la sua mammella destra stava facendo capolino dalla camicia. Evidentemente qualche bottone, prima chiuso, o era stato intenzionalmente slacciato, o vi aveva provveduto la spinta del seno, ancora più turgido per l'eccitazione che aleggiava nell'aria. Sorrisi a me stesso: finalmente qualcuno poteva ammirare ed apprezzare la bellezza di mia moglie! "Hai cenato?" chiede premurosa Loredana, leggermente china in avanti, le gambe accavallate in modo tale da coprire il triangolo scuro che altrimenti sarebbe apparso dalla parte inferiore della camicia. Ma tutto il resto era scoperto, comprese le due meravigliose mammelle, che ormai avevano avuto ragione di altri due bottoni. "Come? Oh, si...ho preso qualcosa prima di venire..." rispose Michele, ormai perso. Era chiaro che si sentiva a disagio, non sapendo se gli era permesso guardare direttamente in direzione delle mammelle nude di mia moglie, o del suo sesso, che era apparso un attimo mentre lei cambiava posizione delle gambe, oppure no. A rompere il ghiaccio ci pensò Loredana, dopo avere scambiato una rapida occhiata con me. Si alzò e prese Michele per mano: "Vieni con me in cucina - disse - mi aiuterai a portare gli snacks, mentre mio marito pensa ai drink". Decisamente rosso in viso, Michele si alzò e mi resi conto che i suoi pantaloni non riuscivano a nascondere l'eccitazione che provava. Li seguii con lo sguardo: camminando, Loredana manteneva nella sua destra la sinistra dell'amico. Non aveva fatto alcun tentativo per chiudere la camicia che, del resto, era quasi trasparente. Ritornarono dopo qualche minuto con gli snacks e quant'altro. Michele sembrava un automa: la camicia di Loredana non copriva più nulla: i due seni erano scoperti, così come il pube, provocante. Chinandosi a poggiare le cose sul tavolino, offrì alla vista di noi due il suo magnifico lato B, dopodichè, con il suo drink, venne a sedere accanto a me, appoggiando una spalla contro la mia. Michele sedeva davanti a noi e sembrava, finalmente, più a suo agio, perchè i suoi occhi erano costantemente fissi sul corpo di mia moglie. "Michele, perchè non ti togli almeno la camicia? Dovresti avere caldo. Come vedi, noi non facciamo complimenti". L'invito, naturalmente, fu subito accolto e a chi, in quel momento, fosse entrato in salotto sarebbe apparsa la seguente scena: Michele, a torso nudo, ma con pantaloni e scarpe; io, a torso nudo, in pantaloncini corti e ciabatte; Loredana, praticamente nuda, anche se ancora in camicia, e con zoccoletti con tacco che esaltavano la bellezza di piedini ben curati. "Loredana...posso dire che hai il più bel seno che abbia mai avuto la gioia di vedere?" "Grazie. Mio marito me lo dice sempre, ma è oltremodo gratificante sentirselo dire anche da altri. In fondo, fino ad oggi, solo lui mi ha vista così come sono in questo momento. Quindi potevo finire col pensare che i suoi complimenti fossero esagerati. Grazie di cuore, Michele. Spero non ti sia dispiaciuto il fatto che non mi sono coperta quando sei venuto, ma mio marito ha detto che potevo restare così perchè, o era un amico, e quindi benvenuto, o non era un amico e non sarebbe entrato in casa..." "Che forza che è tuo marito - e rivolto a me - dev'essere meraviglioso andare a letto con una donna simile...Sei molto fortunato". "E' vero - risposi ed aggiunsi - E' molto bello far l'amore con lei perchè non è come quelle donne stupide che sanno aprire le gambe e basta. Loredana ha il sesso nel sangua, nella mente; sa come usarlo, sa trarne il massimo del godimento e dare il massimo del piacere..." Loredana ricambiò il mio sguardo di ammirazione con quello suo d'intesa. Sorrise, si alzò e passò alle spalle di Michele. Gli fece scorrere le mani ben curate sul torace, gli titillò i capezzoli e poi scese giù sul ventre del maschio per saggiare la consistenza del piacere che gli trasmetteva. In questa operazione i seni di mia moglie circondarono il collo dell'amico, cui "non vorresti...carezzarmi un pò?" chiese lei con un filo di voce tale da eccitare un eunuco. "Io...se posso...molto volentieri..." Michele era scattato dalla poltrona. Lei gli era di fronte. L'uomo le fece scivolare la camicia dalle spalle. Completamente nuda, stupenda, Loredana lo fissava, il busto teso contro di lui. Il suo pube parve sporgere fino a raggiungere la protuberanza ben in vista sui pantaloni del maschio, ove eseguì una profonda rotazione. Michele, abbandonata ogni remora, le posò una mano su un seno, mentre con la bocca afferrò e succhiò il capezzolo dell'altro. Le mani di Loredana armeggiarono con la chiusura lampo dei pantaloni, fino a che questi non caddero a terra, cui seguirono gli slip. Michele, senza lasciare la presa con la bocca e tastando, ora l'altro seno, ora la vagina di mia moglie, si liberò delle scarpe usando solo i piedi. Il suo membro era mostruoso (non lo ricordavo così grosso) e teso contro Loredana, come un'arma micidiale. Lei lo afferrò e, sempre stando in piedi, fece in modo da farlo scivolare fra le gambe, rese, sicuramente, scivolose dagli umori vaginali. Michele tentò di possederla subito, ma lei non glielo permise. La costrinse con le spalle a terra, cercando di montarla come una belva eccitata. Ma Loredana sapeva come comportarsi e, con lievi movimenti del bacino, evitò sempre l'intrusione di quel fantastico membro. Cominciavo a chiedermi se mia moglie non voleva essere posseduta da lui, solo per non darmi un possibile dispiacere, o si comportava così solo per eccitarlo di più, al punto di fargli perdere completamente la testa. Ad ogni modo, certo stava perfettamente riuscendo nella seconda parte. Michele ansava, continuava a succhiare una mammella, a stringere l'altra come a volerla portare via, cercando con la mano libera di dirigersi nel ventre di lei. "Ho detto carezzare, Michele" mormorò ad un tratto Loredana. Per il giovane fu come una mazzata. Si bloccò e disse: "Perdonami, ho perso la testa" "Non ce l'hai con me, vero?" chiese mia moglie con voce ingenua, quasi a farsi perdonare. "No...è stata colpa mia...mi avevi detto di carezzarti solamente, è vero, ma ho perso la testa. Chiedo scusa ad entrambi..." balbettò confuso Michele. "Non hai motivo per chiedere scusa. Credo che io non mi sarei comportato diversamente, al tuo posto. O non mi sarei nemmeno ritirato, una volta disteso su di lei..." gli risposi convinto. E Loredana "Michele, vuoi ancora fare l'amore con me?" "Me lo chiedi? Credo di averti provato tutto il mio desiderio..." "Si me l'hai provato, non c'è dubbio. Ma non voglio essere posseduta come una vacca dal toro. Mi piace il gioco del sesso e questo è il solo motivo per il quale ti ho respinto, visto che sono certa che mio marito non avrebbe avuto nulla in contrario. Magari vorrà partecipare anche lui al nostro amplesso...Ti va, allora?" Loredana, con queste poche parole, aveva stigmatizzato l'amore ed il rispetto che mi portava, aveva esternato l'intesa che c'era tra noi, fatta anche solo di sguardi ed ammiccamenti; aveva dichiarato la propria disponibilità ad offrire il suo corpo al piacere di persone estranee, purchè degne e desiderose di goderne. Spinto dal desiderio che ormai pervadeva anche me, mi alzai e presi mia moglie tra le braccia. Come potevo non venerarla? Mi offrii a mia volta nudo e, abbassandomi lentamente, feci scorrere la lingua su tutto il suo corpo. A sua volta, Loredana mi fece stendere sul tappeto e fece lo stesso sul mio corpo, finchè si posizionò con il sesso sulla mia bocca. "Lecca, tesoro mio, il desiderio che ho di te e del tuo amico" la vagina, infatti, era pregna di umori. "Michele... vieni qui... voglio assaporare il tuo bell'uccello, alternativamente a quello del mio uomo".
Ecco, finalmente era cominciato l'amplesso a tre, tante volte sognato, fantasticato, agognato. La vagina di mia moglie pulsava e non smetteva di far colare umori, da me prontamente nettati, che dimostravano l'intensità delle sensazioni che l'assalivano. Sentivo sul pene la sua mano che mi masturbava dolcemente e la bocca che, di tanto in tanto, quando cioè era libera dal membro di Michele, baciava la mia turgida fava. "Michele, dai...prendimi" disse Loredana con trasporto e da quel momento la sua bocca restò a rendere omaggio al solo pene maritale. Vidi Michele, sopra la mia faccia, che indirizzava il suo poderoso strumento fra le labbra della vulva di mia moglie. Non trovò resistenza: il sesso di Loredana era aperto al suo ma, ciononostante, gemette alla penetrazione. Poi, come invasata, ci esternava tutte le sensazioni che la scuotevano: "Amore mio, guarda...è per te. Lo vedi come mi penetra il tuo amico? Quanto hai desiderato tutto questo, vero? Eccoti accontentato, ma sappi che anch'io ho desiderato tanto questo momento. Se sapessi che bello che è! Mi sento piena di lui...o meglio, è la fica, che avrebbe dovuto essere riservata a te solo, che ora è piena del cazzo del nostro amico Michele...si, perchè da ora Michele è anche amico mio e mio amante. Si tesoro, ti sto dimostrando di aver fatto tesoro dei tuoi insegnamenti, delle tue esortazioni ad abbandonare ogni ritegno, e ci sei riuscito solo perchè intimamente sono una TROIA! la tua TROIA! lo sapevi di aver sposato una TROIA che ti farà CORNUTO tutte le volte che lo vorrò? Godi, amore mio, come sto godendo io del cazzo di Michele. Sono in Paradiso". Raggiunsi il massimo del piacere molto rapidamente, mentre avevo l'impressione che Loredana fosse violentata da una specie di mostro. Vedevo Michele che si dimenava su di lei...vedevo il suo sesso enorme che fuorusciva in parte, per poi sparire tutto in lei...L'orgasmo mio e di Loredana avvenne contemporaneamente e l'amico ci seguì qualche istante dopo, con una serie di scossoni che parvero dilaniare il corpo di mia moglie. Michele estrasse il suo membro dal ventre di Loredana e si lasciò cadere di lato, sul tappeno. Mia moglie si abbandonò come stava sul mio corpo e, subito, vidi la sua vagina imperlarsi della crema dell'amico. Potevo perdermi anche una sola goccia di quel nettare? [email protected]
P.S. Tutti i miei racconti sono frutto di esperienze effettivamente vissute e che hanno piacevolmente costellato ogni momento della mia vita di coppia.















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