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14. LA PINETA DI NOTTE


di Janus
29.04.2023    |    176    |    2 9.0
"I due mi vennero accanto uno per lato e cominciarono a palparmi capezzoli e culo, prima quasi con delicatezza poi sempre più energicamente, mentre tiravano..."
Altro tempo trascorse e mi ritrovai a lavorare in una nuova città. Anche nell’ambito privato subentrarono cambiamenti: in breve, passai dalla consorte ad una prima e poi ad una seconda compagna, quest’ultima convivente con me per un lungo periodo. La mia bisessualità, sempre in forma esclusivamente passiva con gli uomini, permase imperturbata ed insopprimibile per cui, pur scopando e sodomizzando con entusiasmo la donna del momento, allo stesso tempo soddisfacevo le mie voglie nascoste con vibratori ed oggetti vari e, quando possibile, incontrando occasionali maschi attivi. Nei pressi della nuova città c’erano naturalmente diversi luoghi di incontri gay/bisex; ne visitai nel tempo diversi, fino ad orientarmi per un certo periodo su un tratto di pineta non lontano dal mare, attraversata da una strada asfaltata che ad un certo punto svoltava in corrispondenza di una piccola radura, e solcata all’interno da stradine secondarie percorribili in genere a piedi o in bicicletta. Era una zona piuttosto nota, per cui soprattutto di giorno ed in minor misura di sera, era facile trovarvi auto in sosta sia nella radura che lungo la strada principale, con uomini soli ed evidentemente in attesa di compagnia. Dati gli impegni lavorativi, settimana durante mi capitava di recarmici per un’oretta o due di sera, mentre di fine settimana ci andavo di giorno anche se, specie in estate, potevano esserci gruppetti familiari a fare picnic che ovviamente rendevano la zona inutilizzabile. Quando ci andavo di sera, mi fermavo con l’auto appena fuori strada in zona sicura, ad una certa distanza dalla pineta; mi spogliavo completamente ed indossavo le mie amate sovraccalze autoreggenti nere, infilandomi poi un caldo giaccone di piumino ed una parrucca in testa, tenendo a portata di mano il fedele marsupio con profilattici e lubrificante. Raggiungevo quindi la piccola radura, mi addentravo tra gli alberi e parcheggiavo al riparo della vegetazione oppure appena dentro una delle stradine secondarie, in modo da non essere visibile dalla strada principale perché era frequentemente percorsa dalle forze dell’ordine. A quel punto scendevo dall’auto e passeggiavo nei pressi, per mostrarmi pur restando tra i cespugli alle auto che ogni tanto parcheggiavano nella radura; se vedevo che si fermavano per illuminarmi, aprivo il giaccone per mostrarmi nuda e mi giravo per far ammirare il mio culetto… in genere, se si trattava di attivi, spegnevano i fari e scendevano per avvicinarsi; io mi facevo seguire sculettando vicino alla mia auto o comunque in punti più nascosti dalla vegetazione, poi succedeva ciò che ognuno voleva. In genere l’occasionale compagno di giochi mi palpava libidinoso il culo (ma spesso non disdegnavano di accarezzarmi anche cazzetto e testicoli), mentre io gli prendevo l’uccello in mano e glielo segavo lentamente per farlo indurire; se mi sembrava abbastanza pulito, passavo allora a prenderglielo in bocca e glielo succhiavo e leccavo a dovere finché non lo sentivo quasi scoppiare tra le labbra. Allora, accompagnando il tutto con sommessi complimenti alla sua dotazione, prendevo un preservativo dal marsupio e glielo porgevo; mentre lui si incappucciava, io mi passavo abbondante gel sul buchino, spingendone dentro un po’ e dilatandomi lo sfintere con le dita finché non lo sentivo ben aperto e pronto. Infine davo le spalle al fortunato di turno e lo aiutavo ad ficcarmi nel culo il cazzo con la mano… poi la monta, la desiderata voluttuosa monta, che poteva durare poco o tanto secondo la voglia e l’autocontrollo del maschione del momento… ed infine mi godevo gli ultimi affondi, in genere più forti e frequenti, che preludevano alla sua sborrata! Lui si staccava, si disfaceva del profilattico usato che raccoglievo in un sacchetto per rifiuti insieme a fazzolettini usati, ecc. (detesto lasciare rifiuti in giro); e si allontanava di solito con un “…Ciao!” sottovoce; io mi asciugavo via il gel in eccesso che mi colava tra le chiappe e via, verso la radura in attesa di un nuovo cazzo! In quell’angolo di pineta vissi davvero tanti bei momenti di sesso; quando le sere si facevano più calde, andando verso l’estate, passeggiavo tra i cespugli facendo a meno anche del giaccone e la carica erotica che il mio esibirmi mi dava era davvero indescrivibile. Certe sere capitava che più auto si fermassero insieme; ne scendevano uomini che evidentemente si conoscevano, e che si mettevano tranquillamente a chiacchierare del più e del meno appoggiati alle macchine; allora io mi facevo coraggio e con fare quasi indifferente uscivo dai cespugli e camminavo nei loro pressi… di solito mi facevano qualche battuta ammirata, poi uno di loro mi seguiva tra i cespugli e aggiungeva il proprio cazzo all’ormai copiosa collezione del mio culetto! Ma capitò anche, occasionalmente, che mi seguissero tra i cespugli in due, ed allora la mia libido si innalzava all’ennesima potenza perché mi soddisfacevano contemporaneamente la bocca ed il culo, alternandosi fino alla sborrata finale. Quando ci andavo nelle stagioni fredde era troppo umido per stare fuori dell’auto, per cui pur nuda sotto il mio giaccone, attendevo compagnia dentro la macchina; ogni tanto accendevo il motore per avviare il riscaldamento dell’abitacolo, così da essere pronta a stare fuori i minuti necessari per consumare senza rischiare un malanno. Quando intravedevo qualche auto che si fermava nella radura qualche metro più in là, accendevo i miei fari per far notare la mia presenza ed attendevo l’eventuale interessato. Una fortunatissima volta si avvicinarono alla mia auto due uomini insieme, dei tipi alti e grossi entrambi con i baffi; allora scesi, appena illuminata dalla lucina interna, mi tolsi il giaccone e lo appesi allo specchietto laterale. I due mi vennero accanto uno per lato e cominciarono a palparmi capezzoli e culo, prima quasi con delicatezza poi sempre più energicamente, mentre tiravano fuori gli uccelli dalle patte dei pantaloni. C’era la luna e potevo vedere bene i loro bei cazzi, per cui ne presi uno per mano mentre loro continuavano a palparmi…. li segai lentamente per un buon minuto, poi non resistetti più e mi accosciai davanti a loro per prendere quei bei cazzi entrambi in bocca. Andai avanti a spompinarli credo per diversi minuti, gustandomi quei randelli di carne tra le labbra, lavorandoli di lingua e succhiandoli, imboccandone ora l’uno ora l’altro, ed anche provando ad imboccarli insieme: che piacere, quelle due cappelle lisce e gonfie sulla mia faccia e tra le labbra!! Ormai duri a dovere i loro cazzoni, mi tirai su e presi dal mio marsupio, che avevo alla vita, il gel lubrificante ed un profilattico: il primo per preparare il mio culetto, il secondo per quello dei due uomini che avrebbe iniziato a godere di me. I loro cazzi erano di ragguardevoli dimensioni, per cui mi lubrificai ed aprii bene lo sfintere prima di lasciarmi inculare; un po’ di gel lo passai anche sul primo cazzo da prendere, poi mi girai e con la mano lo guidai nel mio buchino… “Wwoww…” pensai, mentre quella grossa cappella si faceva strada dentro di me, seguita da tutta l’asta fino alle palle… “…che bello!!”. Il primo tizio iniziò così a stantuffarmi lentamente, mentre l’altro mi si parò davanti per continuare a darmelo in bocca… che supremo piacere, un cazzo in culo ed uno in bocca!!! Dopo un po’, il primo torello da monta cominciò a darmi affondi sempre più forti, quasi ansimando…. compresi che era prossimo a venire, così mentre continuavo a succhiare il secondo cazzo, sculettai da vera troia finché il primo baffone non si fermò stringendomi forte per i fianchi. Qualche altro istante e si tirò fuori, lasciandomi l’ano tutto aperto e slabbrato e si tolse il preservativo usato; io presi un altro profilattico e lo passai al suo amico, che fino ad allora avevo spompinato. Fu quindi il suo turno: aveva il cazzo più lungo del primo, per cui mentre mi montava dovetti serrare appena i glutei per evitare che mi battesse fastidiosamente in fondo al retto… andò avanti a lungo, fino ad assestarmi dei gran colpi di bacino sul culo per poi fermarsi di colpo, quasi tremante per l’orgasmo. Anche lui infine si staccò e si sfilò il preservativo pieno di sperma per gettarlo nel mio sacchettino; poi entrambi mi ringraziarono (!) e con un cenno di saluto si allontanarono… che dire? Una delle più belle serate di sesso della mia vita!
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