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29. TRIO CON MARCO E SCHIAVA TRAV


di Janus
02.09.2023    |    193    |    0 9.2
"Lui si fermò un istante per farla abituare al suo cazzo, io ne approfittai per andare a mia volta oltre la staccionata per mettere in bocca alla trav il mio..."
Dopo il secondo incontro con Marco passò del tempo senza rivederci: ora non ricordo il perché, probabilmente vicissitudini personali mi impegnarono in altre cose e non ebbi tempo per soddisfare il mio alter ego femminile. Poi un giorno, forse tramite lo stesso sito che mi aveva permesso di conoscere Marco, entrai in contatto con un travestito che, tempo addietro, avevo anche notato in un giornale di sexy annunci. Questa persona abitava piuttosto lontano, ma si diceva disponibile a spostarsi in macchina anche su distanze considerevoli. Nelle sue foto appariva con lunghi capelli biondi ed appena riccioluti, che diceva essere suoi naturali; il suo desiderio conclamato era di essere “usata”, anche brutalmente, da diversi vecchi porci tutti insieme, per esempio mentre giocavano a carte in una sorta di taverna… in pratica, in un contesto che mi sembrava avvinarsi al BDSM. La cosa mi incuriosì molto e diede spunto, nella mia testa, all’idea di un incontro a tre con Marco al quale io avrei potuto partecipare in ruolo maschile. Nei giorni successivi, quindi, provai a parlare sia con quella trav aspirante schiava (il femminile ora mi sembra più consono) che con Marco, per vedere se la mia idea avesse margine sufficiente per concretizzarsi. Con mia gioia, sia la schiavetta che il mio amante di quel periodo si dissero molto interessati ad un trio per cui, senza girarci oltre attorno, ci accordammo per ritrovarci tutti il sabato successivo al posticino dove ero stata montata da Marco! Arrivata la sera del giorno concordato, fremente dall’eccitazione, mi diedi all’usuale opera di trasformazione in puttanella da monta… eh sì, perché nel piano generale, dato che l’altra travesta sarebbe arrivata molto tardi nella zona dell’incontro, avevo intenzione di ingannare l’attesa gustandomi il cazzone di Marco ancora una volta! Preparai come al solito la borsa degli accessori, ma quella volta ci misi dentro anche oggetti da gioco sadomaso come corde, manette, frustini, guinzaglio ed un dildo non troppo grosso da usare con la schiavetta travestita. Appena pronta, via lungo l’autostrada sino alla località di Marco e, appena cambiata en-femme sotto il solito ponte, alla piazzola dei nostri incontri di sesso. Trovai Marco già sul posto, che mi aspettava; dopo qualche scambio di saluti ed i suoi apprezzamenti sulla mia femminilità, gli descrissi come avevo in mente di accogliere ed usare (o meglio, abusare) l’aspirante schiavetta che ci avrebbe raggiunto un paio d’ore dopo. Marco si dimostrò entusiasta e, guardandomi il culo, sottolineò che tanto lui poteva tranquillamente venire due volte di seguito… la sua precisazione, naturalmente, era rivolta a me: voleva farmi di nuovo sua in attesa che arrivasse l’altra! Naturalmente non potevo chiedere di meglio… come detto, quello era anche il mio desiderio per la serata! Colma di eccitazione, mi abbassai davanti a lui, gli sbottonai i pantaloni e delicatamente tirai fuori il suo cazzone dalla patta. Avevo troppa voglia di prenderglielo in bocca così, nel giro di pochissimo, dopo una avida leccata all’asta ed allo scroto, imboccai la sua gustosa e lucida cappella ed iniziai a succhiargliela. Andai avanti a spompinarlo per alcuni minuti, reggendomi con le mani alle sue cosce mentre lui, di tanto in tanto, mi prendeva per la nuca per infilarmi il suo randello caldo più a fondo in gola… Appena il suo bell’arnese fu duro a sufficienza mi tirai su e, tornata alla macchina, aprii la borsa degli accessori per passare a lui un preservativo; lui lo prese, ma non lo impiegò subito: mi fece girare ed appoggiare alla fiancata dell’auto e, come ormai avevo capito che adorava fare, si accucciò dietro di me e mi tuffò il viso tra le chiappe, prendendo a slinguarmi il buchino. Andò avanti per un po’, poi si tirò su e finalmente strappò la confezione del profilattico per indossarlo; visto il suo gesto, io presi il lubrificante e preparai il mio ano all’uso… avevo molta voglia, per cui mi infilai dentro le dita con una certa energia così da rendere lo sfintere aperto e cedevole il più presto possibile. Appena pronti entrambi, lui col cazzo svettante ed incappucciato, io col culo aperto ed unto a dovere, Marco mi fece spostare di lato verso il muso della mia auto per poi farmi piegare e stendere sul cofano all’altezza del parafango; mi misi giù, e lo sentii aprirmi i glutei con le mani per poi appoggiarmi la verga sul solco di pesca, ed andare avanti ed indietro strusciandomelo per qualche momento. Che delizia, quella mazza dura e scivolosa che mi scorreva tra le chiappe… poi, non reggendo più alla voglia di incularmi, lo sentii appoggiare la cappella sul mio buco. Qualche leggera spinta di pochi centimetri, qualche avanti ed indietro affondando sempre di più dentro di me, e finalmente sentii la sua grossa cappella sprofondarmi dentro di colpo, seguita dal resto fino alle palle, senza farmi avvertire il minimo dolore! Me ne restai distesa di traverso sul cofano, mettendo soltanto le mani sotto il mento per godermi beatamente quella profonda sodomizzazione… Marco mi montava con lunghi e lenti affondi come era solito fare, e così andò avanti per parecchi minuti tenendomi ferma saldamente per i fianchi. Poi, quasi d’improvviso, lo sentii accelerare il ritmo dell’inculata, sbattendomi con forza crescente il bacino sulle chiappe… ancora diversi affondi, poi quasi si fermò assestandomi alcuni ultimi gran colpi di bacino, intervallati di qualche secondo… capii che doveva essere venuto: ansimava e mugolava! Dopo qualche istante estrasse il cazzo dal mio retto ed io, girandomi verso di lui, potei vedere che aveva riempito a dovere il profilattico!! Presi il necessario ed entrambi ci ripulimmo… lui si disfò del cappuccio usato ed io mi asciugai il buco, ormai slabbrato ed un pochino dolorante, dal lubrificante che colava, cercando entrambi di non lasciare spazzatura in giro. La prima parte del programma era stata realizzata, certo con mia e sua grande soddisfazione! Era trascorsa così circa un’oretta dal mio arrivo in zona; la schiavetta trav sarebbe arrivata, secondo le stime, dopo un’altra ora circa. Suggerii allora a Marco di dare un’occhiata intorno, per vedere come “giocare” una volta arrivata la nostra ospite. Scoprimmo così che, proseguendo subito dopo la piazzola degli incontri, la stradina scendeva repentinamente e sulla sinistra, vicino agli alberi che costeggiavano il fiumicello, c’era una sorta di parapetto di legno intervallato qua e là da qualche traversa mancante: grazie a quella scoperta, completai nella mia mente la sequenza dei giochi da praticare con la nostra “ospite”. A quel punto, tornammo alle auto ed io mi spogliai delle sembianze femminili per rimettermi al maschile, più adeguato al ruolo che avrei giocato successivamente. La schiavetta trav non era mai venuta in quella località, per cui le avevo dato come luogo di incontro una nota struttura ospedaliera della zona, che Marco ed io raggiungemmo con la mia auto. Purtroppo, la distanza che doveva coprire non era poca ed il percorso attraversava una ampia fascia collinare, così la trav arrivò all’appuntamento con una buona ora di ritardo. Una volta riconosciuta la sua auto, dialogando per sms Marco ed io le facemmo strada; giunti sotto le stesso ponte dove io mi ero cambiata ogni volta, invitammo la schiavetta a completare il suo travestimento, al che ci rispose che le restavano da indossare solo le scarpe! Appena ci confermò di essere pronta, le ordinammo di scendere dall’auto. Lei obbedì, e noi la illuminammo brevemente con i fari della mia auto per vedere come fosse… non male davvero: aveva i lunghi capelli che avevo visto in foto, calze a rete con reggicalze, mutandine di pizzo e reggiseno, tutto di un rosso vivo, scarpette femminili con tacchi alti e null’altro… il suo fisico non era male, vista così poteva tranquillamente passare per una donna biologica. Come primo gioco, d’accordo con Marco volli farla esibire all’aperto; quindi lasciammo la mia auto ed ordinammo alla trav di risalire la stradina fino all’asfalto, per mostrarsi alle rare auto che transitavano. Lei eseguì obbediente, mettendosi in mezzo alla strada e scappando nella stradina appena veniva illuminata per qualche secondo dai fari delle auto in arrivo in lontananza. Soddisfatti di quel gioco, dopo un po’ le ordinammo di tornare verso le auto; allora io le misi le manette ai polsi, poi aprii il bagagliaio della mia macchina e ce la feci entrare, con qualche insulto e qualche sculacciata sul suo culo liscio e tondo per frenare le sue finte proteste. Chiusa la schiavetta trav nel portabagli, feci salire Marco e guidai verso la nota piazzola; appena giunti, fermai il motore ed aprii il bagagliaio per far scendere con modi piuttosto rudi la travestita. Lei continuò con le proteste e noi prendemmo a sbeffeggiarla ed insultarla, tirandola per i capelli oltre la piazzola verso il tratto di parapetto in legno che avevamo visto prima; quella staccionata era proprio dell’altezza giusta per far piegare la schiavetta a 90° e legarle collo e mani sul parapetto stesso, tra le sue finte lamentele e le nostre sonore sculacciate! Appena lei fu immobilizzata, Marco si portò al di là della staccionata e, senza tante cerimonie, tirò fuori il cazzo e lo infilò in bocca alla nostra ospite; io invece presi dalla borsa degli accessori che avevo portato con me un frustino e cominciai a frustarle il culo. Quella porcella gemeva e frignava, ma non si lasciò sfuggire il cazzo di Marco dalla bocca e glielo succhiò con evidente bramosia; dopo alcuni colpi di frustino, io presi il dildo che avevo portato da casa, lo unsi col lubrificante ed illuminai con una torcetta il culo della schiavetta per penetrarglielo. Notai così che lei aveva nel solco tra le chiappe della peluria bionda… “Che strana” pensai “Si traveste così bene, poi gira con dei peletti sul culo…”; comunque, incurante delle sue lamentele intervallate dal risucchio del cazzo di Marco nella sua bocca, le appoggiai il dildo sul buco e glielo spinsi dentro senza troppi riguardi… lei strillò di far piano, perché non era abituata a prenderlo… “Certo” ribattei io “Ci crediamo proprio che non lo prendi nel culo!!” e continuai a penetrarla col mio dildo mentre Marco si sollazzava con la sua bocca. Dopo qualche minuto di quel trattamento, il suo ano era ben aperto per cui invitai Marco ad inculare quella puttanella travestita; lui tirò fuori il cazzo dalla sua bocca e tornò dalla mia parte della staccionata, dove indossò un preservativo che gli avevo passato. Io mi misi di fianco alla trav, le aprii il culo con le mani e Marco le puntò il cazzone duro sullo sfintere tra le lagne di lei… prese a spingere con calma, con alcuni avanti ed indietro sempre più profondi, finché tra gli strilli della troietta riuscì a metterlo dentro tutto. Lui si fermò un istante per farla abituare al suo cazzo, io ne approfittai per andare a mia volta oltre la staccionata per mettere in bocca alla trav il mio cazzo… appena fummo entrambi pronti, Marco cominciò ad incularla mentre lei mi spompinava, lamentandosi come se fosse una porcellina fatta allo spiedo! Proseguimmo con quel trattamento per parecchi minuti, finché Marco (come mi aveva lasciato intendere) sborrò nuovamente, stavolta nel culo della nostra ospite; io avevo continuato a farmelo succhiare, ma la mia anima femminile non mi permise di avere un orgasmo a quel modo… In conclusione, potemmo ritenerci tutti soddisfatti: nel giro di qualche ora Marco l’aveva messo in bocca e nel culo a due troiette travestite; la schiavetta trav era stata brutalizzata, aveva preso due cazzi in bocca ed uno grosso nel culo; io infine avevo preso in bocca e nel culo il cazzone di Marco, poi avevo dato il mio cazzetto in bocca alla trav… che potevamo voler di più in una sola serata?? A quel punto Marco ci salutò e se ne andò, io accompagnai la nostra ospite alla sua auto dove la salutai e presi la via di casa, con all’attivo un altro bellissimo incontro da tenere tra i ricordi più vivi. Molto tempo dopo rividi Marco brevemente, ma senza concludere nulla perché mi aveva detto che negli ultimi tempi c’erano stati frequenti controlli sulla nostra piazzola… poi lo persi di vista definitivamente, ma resta ancora oggi tra le persone che ho più apprezzato.
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