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2. LA MIA VERA PRIMA VOLTA


di Janus
20.01.2023    |    610    |    19 9.7
"Ormai non passava quasi giorno senza che deliziassi il mio ano con qualcosa ma, contemporaneamente, la notte mi masturbavo sulle immagini di ragazze inculate..."
Qualche tempo dopo l’essere stato sverginato analmente mi trovai in possesso di una vecchia rivista porno, mancante di copertina, in cui c’era un servizio credo dal titolo “Una donna col cazzo”, che colpì il mio interesse e la mia immaginazione come nulla aveva fatto sino a quel giorno: in pratica, la protagonista era una trans o forse più propriamente un travestito, con lunghi capelli neri, viso femminile molto ben truccato, un corpo esile completamente depilato ma senza tette. Le foto ritraevano quello splendido essere in varie pose, con il bel culo ed il piccolo cazzo moscio bene in vista…. devo ammettere che quelle immagini mi entrarono prepotentemente in mente ed ancora oggi le ricordo vividamente. Cominciò allora per me la scoperta di un nuovo ambito della sessualità, caratterizzato sia dalle immagini del trans/trav che da foto di culi femminili penetrati da bei cazzoni duri, quindi volli scoprire su me stesso se davvero la penetrazione anale potesse essere gradevole. A quel tempo non era certo facile procurarsi dildi o vibratori, per cui mi arrangiai con cetrioli e zucchini di adatte dimensioni quando disponibili, e con paletti di legno di sezione più o meno circolare che arrotondavo ad una estremità… la lubrificazione la attuavo con del burro (me lo aveva suggerito un fumetto per adulti, dove una ragazza si faceva inculare, appunto, col “Burro DALBANI: più lo spalmi e più trapani”) che prendevo dal frigo di casa e conservavo in un ovetto di plastica gialla delle mitiche sorprese Kinder, facile da occultare e tenere in tasca. All’inizio provavo naturalmente un po’ di dolore, ma pian piano il mio buchino cominciò a dilatarsi e poté prendere diametri sempre più grossi, grazie al burro che faceva il suo dovere. L’ultimo paletto-dildo realizzato riuscii a rivestirlo con un pezzo di tubo di gomma, cosa che rese l’autopenetrazione molto più piacevole…. ormai non passava quasi giorno senza che deliziassi il mio ano con qualcosa ma, contemporaneamente, la notte mi masturbavo sulle immagini di ragazze inculate che parimenti mi attiravano. Mentre tutto questo succedeva, naturalmente, continuavo a frequentare i miei amici, il “grande” ed il “piccolo” e, per una brevissima parentesi, un altro ragazzo che mi iniziò molto blandamente ai pompini nella rimessa di casa sua, dove ci chiudevamo…. anche a lui piaceva strusciarmi l’uccello tra le chiappe (cosa che gli permettevo con i pantaloni calati ma con le mutande indossate), ma ancor di più amava mettermelo in bocca… un paio di volte si masturbò quindi sino a venire poi mi chiese di leccarglielo, ma io rifiutai perché avevo ribrezzo. Il “grande” dopo qualche tempo tornò alla carica proponendomi di “fare qualcosa insieme” il che, nel suo gergo, voleva dire incularci reciprocamente a turno. Gli dissi allora che il culo maschile non mi eccitava, ma che se proprio avesse voluto gli avrei permesso di tentare di nuovo, ma con calma, di penetrarmi… sapevo in cuor mio che le cose sarebbero andate molto diversamente quella volta, perché il mio ano era ormai abbastanza dilatato! Fu così che ci trovammo di nuovo a casa sua in un momento di assenza dei suoi familiari; ci mettemmo sul suo letto, io completamente nudo perché così più mi sentivo a mio agio, e lui in maglietta nudo dalla vita in giù. Come preliminare, accennammo un 69, prendendoci reciprocamente l’uccello in bocca per qualche istante, poi io mi misi alla pecorina col culo verso il bordo del letto, e lui in piedi dietro di me. Non avevo con me il burro, ma avevo letto che anche l’olio di oliva poteva aiutare (merito di un altro fumetto per adulti, credo della serie “Il Montatore”), per cui ricorremmo a quello. Io mi passai un po’ d’olio sul buchino e lui sulla cappella, cercando di non farlo colare in giro; poi lui mi appoggiò il cazzo tra le chiappe ed io glielo presi in mano per guidarlo sul punto giusto… che sensazione, la sua cappella liscia a contatto del mio ano… cominciò a spingere, mentre gli ripetevo di far piano e cercavo di rilassarmi per facilitare la penetrazione… entrò la cappella, senza darmi particolare dolore… poi a poco a poco tutta l’asta… e lui cominciò a stantuffare, dapprima lentamente poi più energicamente… posso solo dire che quella primissima, vera inculata me la gustai davvero, finalmente come me la immaginavo, non con dolore ma con piacere. Mentre mi possedeva sfogliavo con noncuranza una rivista porno che mi aveva passato, ma le mie sensazioni erano tutte concentrate sul suo cazzo. L’inculata andò avanti per parecchi minuti, finché lo sentii aumentare il ritmo, segno inequivocabile che stava per venire… alcuni ultimi affondi e si fermò a contatto, strusciando soddisfatto il basso ventre sulle mie chiappe… poi si tirò indietro, estraendo l’uccello dal mio culo e sentii il suo sperma colarmi dall’ano sulle cosce… una sensazione davvero unica! Ci ripulimmo alla meglio con della carta igienica, poi ci stendemmo entrambi sul letto… quel suo bel cazzo mi ipnotizzava, per cui istintivamente glielo afferrai con la mano sinistra, accarezzandolo e palpandolo lentamente, mentre con la destra mi masturbai sino a venire anche io. Soddisfatti, ci ricomponemmo, poi non ricordo se tornai a casa oppure andammo a fare una delle nostre solite scorribande da ragazzacci...
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