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23. UN GRADITO OSPITE


di Janus
24.06.2023    |    112    |    0 9.0
"Ancora qualche battutina di circostanza, poi lui appoggiò il bicchiere sul vicino tavolino e mi tirò a sé stringendomi in un focoso abbraccio… mi fece sedere..."
Qualche tempo dopo l’avventura in macchina, ebbi di nuovo voglia di Frank e lo chiamai; lui rispose che avrebbe senz’altro gradito molto, come diceva lui, “trombarmi” di nuovo sia in bocca che nel culo, se possibile in un posticino più comodo. Ci pensai su un attimo poi, pur con una certa riluttanza, gli dissi che avremmo potuto vederci di sera a casa mia, un paio di giorni dopo… lui accettò con gioia, e prese nota delle mie istruzioni per arrivare al parcheggio di un vicino supermercato. Chiusa la conversazione, fui presa dal timore… “Non sarà rischioso far venire un conoscente occasionale in casa? …Che potrebbe succedere dopo che avrà scoperto dove abito?” pensai e ripensai; ma poi la mia voglia del suo cazzo prese il sopravvento ed i dubbi svanirono. Giunto il giorno concordato, appena tornata dal lavoro mi dedicai per prima cosa alla presentabilità del mio appartamento: era già passato diverso tempo da quando avevo ospitato l’ultima temporanea fidanzata, e da quel momento non avevo avuto visite. Come sempre prima di un incontro, mi praticai diversi clisteri per essere ben pulita “dentro”, ritoccai la depilazione specie sul didietro ed infine mi docciai a lungo per avere la pelle bella morbida e profumata. Quella volta, però, non ricorsi alla penetrazione preventiva col vibratore per farmi trovare già aperta: Frank aveva sì un cazzo bello grosso, ma ormai l’avevo preso più volte e pensai di non averne bisogno… però, un po’ di lubrificante me lo infilai lo stesso nel culo. Infine, sempre memore della preferenza di Frank per i passivi al naturale, tralasciai rossetto ed intimo femminile limitandomi ad indossare la parrucca corta unisex: quella era già sufficiente a farmi sentire “femmina” e puttanella! Avevo appena terminati i preparativi, quando Frank mi chiamò annunciandomi che dopo 10 minuti esatti sarebbe stato al parcheggio dove avevamo stabilito di incontrarci; allora indossai al volo una tuta da ginnastica ed un giaccone, infilai degli stivaletti ed uscii dall’ingresso posteriore del condominio. Attraversai a piedi una zona alberata ed in pochi minuti giunsi nei pressi del vicino supermercato; mi fermai in vista del parcheggio e, facendo finta di dare un’occhiata alle vetrine, attesi l’arrivo di Frank. Qualche minuto dopo, puntuale, il mio amico baffuto arrivò sull’ormai nota Panda e parcheggiò; gli feci un cenno e lui mi raggiunse presso le vetrine dove scambiammo qualche battuta di saluto. Poi gli feci strada verso il mio condominio, riprendendo la stradina pedonale che avevo percorso poco prima per incontrarlo; cammin facendo, Frank mi fece vari complimenti, accennando a quanto gli fosse piaciuto incularmi, la volta precedente, alla luce degli anabbaglianti sotto l’ombrello (episodio 22). Io lo ringraziai con voce sommessa e, continuando a camminare, abbassai i pantaloni della tuta da ginnastica quanto bastava per scoprirmi il culo… tanto era buio; glielo mostrai ancheggiando e feci “Guarda, è pronto per te…”. Lui emise un mugolio compiaciuto e, continuando il cammino, mi mise la mano tra le chiappe; avvertendo l’umido del lubrificante mi fece “Uuuhhh… sei già bello unto!!”, e mi infilò nello sfintere il medio spingendolo avanti ed indietro. Coprimmo la restante distanza fino al mio condominio al quel modo, io con il culo scoperto e lui che me lo titillava con il dito, quindi entrammo e raggiungemmo il mio appartamento. Una volta all’interno, invitai Frank a mettersi comodo sul divano poi mi sbarazzai dei miei vestiti, rimanendo completamente nuda come a me piaceva… per fortuna il mio appartamento era ben riscaldato, per cui non c’erano problemi a stare svestiti. Preparai quindi qualcosa da bere, sculettando alla troietta maniera tra la cucina e l’angolo salotto, con Frank che non mi toglieva lo sguardo di dosso, ammiccante ed evidentemente bramoso… “Prego” gli feci porgendogli il suo bicchiere; “Alla nostra salute e al tuo fantastico culo!” fece lui alzando il bicchiere in un accenno di brindisi, facendomi sorridere compiaciuta ed eccitata. Ancora qualche battutina di circostanza, poi lui appoggiò il bicchiere sul vicino tavolino e mi tirò a sé stringendomi in un focoso abbraccio… mi fece sedere tra le sue gambe aperte di spalle e, come aveva già mostrato di prediligere, mi afferrò i seni passando le sue braccia sotto le mie ascelle. Per qualche minuto andò avanti a strizzarmi delicatamente i capezzoli, portando a più riprese una mano sul mio inguine per palparmi cazzetto e palle; inutile dirlo, le sue carezze mi fecero inturgidire sia i capezzoli che l’uccellino… mi sentivo proprio una puttanella col suo maschione, e respirai a fondo per il piacere più volte. Poi Frank mi fece sollevare appena, riunì le sue ginocchia e mi fece sedere di nuovo sulle sue cosce con le gambe unite di lato, col mio culetto esposto; in quella posizione, lui poté agevolmente prendere i miei capezzoli in bocca per leccarmeli e succhiarmeli, mentre con una mano riprese a sditalinarmi delicatamente l’ano strappandomi altri gemiti di piacere. Desiderando di più, il mio amico mi prese poi per le spalle e mi indusse ad inginocchiarmi tra le sue gambe, ora aperte… capii al volo cosa si aspettava da me, e naturalmente ne fui entusiasta! Data la situazione molto più comoda e tranquilla di un incontro occasionale all’aperto, Frank si slacciò la cintura e si sfilò i pantaloni; poi, mettendosi in piedi davanti alla mia faccia, abbassò di scatto le mutande: il suo uccellone, non più trattenuto, balzò in avanti battendomi sul viso per poi penzolare avanti ed indietro tra le sue cosce. Lui si rimise quindi seduto sul divano, ed io ne approfittai per sfilargli le mutande dai piedi perché non fossero più di intralcio. Allargò le gambe per farmi spazio tra di esse, ed io mi accostai in ginocchio fino ad appoggiare la mia faccia sui suoi genitali: che buon profumo, quel cazzone e quei grossi testicoli… probabilmente Frank si era anch’egli docciato appena prima di venire all’appuntamento con me! Restando inginocchiata, odorai a fondo il suo sesso, roteando appena la testa e mugolando di piacere… poi portai la mia bocca sul suo scroto e, a piena lingua, presi a leccargli quei voluminosi testicoli, suggendoli di tanto in tanto con le labbra e non trascurando di prenderne in bocca uno alla volta per fargli sentire quanto mi piacevano. Fatto a dovere il servizietto alle palle e visto che il suo magnifico attrezzo cominciava a svegliarsi, glielo presi con una mano e cominciai ad usare lingua e labbra alla base dell’asta, per salire lentamente fino alla base del glande… scendendo poi di nuovo alla base e di nuovo su. Dopo diverse discese e risalite, cedetti alla tentazione e, giunta alla base del glande salii ancora, leccando e suggendo avidamente ogni singolo centimetro quadrato della sua lucida cappella… che delizia, che goduria, che sapore quella carne turgida: ancor oggi, ripensandoci, mi sembra di averla tra le labbra!! Leccata e leccata ancora a dovere quella adorabile cappella, la volli fare mia: come ormai abituata, aprii le fauci a dismisura e la accolsi delicatamente tutta in bocca, sentendomi di femmina come non mai. Trattenendola tra le guance, cercai pur con fatica di lavorargliela con la lingua ma, ancor di più, sapendo quanto Frank amasse quella pratica, cercai di farmi scivolare in gola il più possibile il suo lungo e grosso cazzo, senza dar di stomaco, con un lento avanti ed indietro della testa… siii!… Riuscii a farmelo entrare quasi tutto, sino alla radice! …Che libidine, essere scopata in bocca!! Frank gradì molto il servizietto e cercò di coadiuvare il mio ritmico avanti ed indietro afferrandomi la testa con le mani; poi, forse per evitare l’orgasmo, mi fermò e mi allontanò dal suo inguine tirando fuori dalla mia bocca tutto il suo biscione di carne rosea. Lui restò per qualche istante adagiato sul divano, poi mi chiese di dargli il culo… “E’ tutto tuo, come e quando vuoi, mio caro!” feci io per tutta risposta, dalla gran troietta che ero… d’altra parte, essere inculata era ciò che più mi piaceva, per cui non potei che gioire della sua richiesta! Mi alzai in piedi e mi posi di spalle davanti a lui, piegandomi in avanti ed aprendomi con le mani i glutei per mostrargli il buchetto… lui, a quella vista, mi afferrò le cosce e mi tirò verso di sé, piazzandomi la bocca dritta sull’ano. Prese a leccarmi, ora il buco ora il perineo sino al mio scroto, sbavando saliva copiosamente; andò avanti così per un paio di minuti, alternando le leccate a brevi contemplazioni durante le quali mi infilò le dita e mi sculacciò appena le chiappe. Pago di avermi “assaporata” nel vero senso della parola, si alzò e mi spinse gentilmente ad inginocchiarmi sul divano, col culo a sua disposizione; io mi unsi di nuovo lo sfintere, dilatandomi con le dita e spingendo dentro un po’ di lubrificante. Sentendomi pronta, mi ripulii le dita ed appoggiai il petto sullo schienale del divano, disponendomi in una perfetta pecorina faccia al muro. Lui mi si accostò dietro, con il cazzo prepotentemente eretto; mi divaricò le chiappe per ammirare ancora l’oggetto del suo desiderio, poi si prese l’uccello con una mano mi puntò la cappella dritta sul buco. Mi mise l’altra mano sulla schiena per mantenermi in posizione e dominarmi, poi cominciò a spingere dentro di me il suo grosso attrezzo… io sentii la cappella farsi strada senza troppo sforzo né dolore per me, trascinandosi dietro l’asta; Frank me lo mise dentro gradualmente, alternando le spinte a piccoli arretramenti, seguiti a loro volta da nuove spinte via via sempre più in profondità, finché potei sentire il suo cazzone tutto dentro sino alle palle. Il mio torello prese allora ad incularmi, prima con calma poi aumentando pian piano il ritmo degli affondi… ed io mi sentivo tutta spaccata da quel lungo “coso”, letteralmente una vacca alla monta! Dopo alcuni minuti di penetrazione sul divano, Frank tirò fuori l’uccello dal mio culetto e mi disse di mettermi a pecorina sul tappeto, con la testa a terra; io obbedii prontamente e lui mi infilzò di nuovo col suo randello. Alternò potenti affondi ad estrazioni; il mio sfintere, ormai apertissimo, non opponeva la minima resistenza per cui Frank si divertì più volte a tirare il cazzo completamente fuori dal mio culo per poi rimettermelo dentro tutto di colpo, guidandolo con la mano. Dopo un po’ si fermò, probabilmente per evitare di sborrare; io gli proposi di farlo davanti allo specchio a parete all’ingresso del mio appartamento, e presi una coperta e dei cuscini su cui farlo distendere. Lui si stese a terra con i piedi verso lo specchio ed il cazzo duro all’aria; io andai sopra di lui a gambe larghe, faccia allo specchio e schiena a lui… mi accosciai in uno squat e presi di nuovo dentro di me il suo uccellone, poi mi piegai all’indietro fino ad appoggiare le mani a terra. Presi allora ad andare su e giù col bacino … che gioia per gli occhi, vedere me stessa impalata sul suo cazzone, col mio cazzetto moscio che ballonzolava… come mi sentivo porca! Anche Frank sbirciò a più riprese lo specchio, godendosi ora le immagini riflesse ora lo spettacolo del mio culetto che si impalava ritmicamente sul suo lungo cazzo. Andammo avanti per diversi minuti, finché lui mi fermò… d’altra parte anche io ero quasi esausta dallo sforzo compiuto per scoparmi quel cazzone in quella posizione. Allora ci rialzammo ed io mi stesi sul divano, col culo all’aria ormai dolorante e traboccante gel; Frank si distese sopra di me, col cazzo tra le mie chiappe… mi piaceva molto sentire il peso del suo corpo sul mio ed il suo uccello umido adagiato nel mio solco di pesca; restammo a rilassarci in quella posizione per qualche minuto. Lui infine si tirò su e mi chiese di usare il bagno per un rapido bidet; dopo che si fu lavato ed asciugato, tornò in salotto e si rimise mutande e pantaloni… con un sorriso mi ringraziò per la particolare “ospitalità” che gli avevo offerto e si avviò verso la porta; io lo accompagnai ancora nuda e lui, prima di uscire, mi strinse a sé mettendomi le mani sul culo e mi passò la lingua umida sul collo: “Alla prossima”, ci dicemmo reciprocamente salutandoci...
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