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5. LE STRANEZZE DEL “PICCOLO”


di Janus
27.01.2023    |    251    |    3 9.3
"A scuola non brillava (credo fosse alla seconda ripetizione) e spesso frequentava anche i suoi compagni di classe, che ovviamente erano più giovani di lui..."
Il “piccolo” era davvero un tipo strano; basso di statura e mingherlino dava l’idea, forse per un leggero ritardo nello sviluppo, di essere più un bambino che un ragazzo, ma in effetti aveva solo un paio d’anni meno di me. A scuola non brillava (credo fosse alla seconda ripetizione) e spesso frequentava anche i suoi compagni di classe, che ovviamente erano più giovani di lui. Aveva la pelle molto chiara come me, a differenza del “grande” che aveva invece una carnagione più scura; come tutti noi di quell’età era ancora privo di peluria, a parte un primo cespuglietto sul pube. Il “piccolo” aveva poi un cazzetto della circonferenza più o meno del mio, ma più corto; in compenso, aveva davvero un bel culetto tondo, in particolare se guardato di profilo; questa sua qualità credo fosse piuttosto nota, e diversi altri ragazzi della zona (il “grande” compreso) si davano da fare per procacciarsi qualche oggetto che suscitasse il suo interesse, da proporgli appunto in cambio del culo: ecco perché in giro si diceva “Quello vende il culo…”. Peraltro lui, con i pochi di cui si fidava, non ne faceva alcun mistero: rammento distintamente una volta in cui io, da vero scapestrato, girando per le rive del fiume limitrofo alla zona in cui vivevamo, mi appropriai di una canna da pesca forse dimenticata o persa da qualche pescatore. Appena gliela mostrai, il “piccolo” mi fece mille complimenti e se ne uscii dicendomi “Senti, se me la dai ti darò trenta minuti di culo!”, intendendo con questa offerta che si sarebbe lasciato inculare più volte, contando ogni volta i minuti e sommandoli sino a raggiungere i trenta pattuiti…. una formula chiaramente collaudata, che applicava spesso e senza troppo ritegno!! Comunque questo amichetto non lo vendeva soltanto, il culo: a volte lo dava anche solo per gioco tra amici. Ricordo un caso in cui ci ritrovammo entrambi, come di frequente, a gironzolare lungo il greto del fiume per passare il tempo: ad un tratto udimmo voci di ragazzine più a valle; ci avvicinammo nella loro direzione tenendoci tra i cespugli e, dopo qualche passo, le intravedemmo in lontananza sulla riva opposta, dove camminavano chiacchierando allegramente. Non saprei dire perché, ma la presenza di quelle ragazzine finì per eccitarci ed entrambi ci ritrovammo con l’uccello in erezione! Allora il “piccolo” propose di soddisfarci inculandoci l’un l’altro a turno, cosa che prontamente facemmo a pantaloni calati, nascosti tra i grossi cespugli nel greto del fiume, distesi a turno uno sotto e l’altro sopra… come detto, lui ce l’aveva piuttosto corto per cui in quella posizione, dato il mio solco di pesca abbastanza profondo, a malapena mi solleticò il buchino con la cappella. Io invece riuscii a penetrare il suo culetto (che, rispetto a quello del “grande”, aveva un aspetto molto più femmineo e quindi non mi dispiaceva) per diversi minuti; tra l’altro, questa fu anche l’occasione in cui mi resi conto che il rapporto anale, occasionalmente, può sporcare un po’ purtroppo (!). In un'altra occasione, non ricordo se ebbe luogo prima o dopo l’episodio su descritto, capitò invece di trovarci entrambi a casa del “grande”; essendo soli egli ci propose, cosa scontata, di fare del sesso. Data la mia segreta voglia di fare la “femmina col cazzo” e la mini dotazione del “piccolo” immaginai che, molto probabilmente, alla fine il “grande” avrebbe inculato a turno sia me che l’altro amichetto, perciò mi prestai molto volentieri per primo al gioco. Mi spogliai completamente, mi unsi bene il buchetto fuori e dentro col burro che ero solito portare con me (benedetto ovetto di plastica gialla della Kinder!) e mi predisposi a quattro zampe sul basso lettino della stanza in cui ci trovavamo. Il “grande”, con il suo grosso cazzo già in erezione, mi passò malandrino una porno rivista da sfogliare, poi si pose alle spalle piegando un po’ le ginocchia dato che il mio culo era più in basso rispetto al suo bacino. Con l’aiuto della mia mano, appoggiò prima la cappella sul mio sfintere per poi spingere lentamente, con brevi intervalli e senza fatica per lui né dolore per me, sino a ficcarmi il cazzo tutto dentro sino ai testicoli. Cominciò così a montarmi, prima lento poi aumentando il ritmo, mentre io fingevo di guardare le immagini della rivista ma in realtà ero tutto concentrato a gustarmi, ingordamente, l’avanti e indietro del suo cazzo nel mio culo. Dopo qualche minuto prese ad sbattermi sempre più velocemente, sino a venirmi dentro; avvertii distintamente le pulsazioni del suo cazzo che stava inondandomi di sperma… lui lo estrasse senza fretta e la sua sborra colò, con mio sommo piacere, prima sui miei testicoli e poi lungo una coscia. Durante la mia sodomizzazione il “piccolo” rimase nella stanza e si godette lo spettacolo, rimanendo però vestito e palpandosi l’uccellino di tanto in tanto. Il “grande” andò in bagno, poi tornò e dopo qualche istante fece “…Ora facciamolo noi, dai…” rivolgendosi al “piccolo”; questi cominciò a frignare facendo il difficile, poi disse che non voleva che qualcuno guardasse, alludendo evidentemente a me! “Che cretinetto”, pensai… che problema aveva mai a lasciarsi guardare? Capii allora un aspetto ulteriore del sesso: non tutti hanno piacere ad esibirsi, anzi, forse la maggior parte delle persone prova vergogna nell’essere viste, o semplicemente teme il giudizio altrui… comunque, non era certo il mio caso: a me piaceva, eccome, esibire completamente nuda la femmina che c’era in me, mentre prendevo un bell’uccellone nel culo!!! Comunque, i miei due amici si ritirarono insieme nella camera da letto del “grande” chiudendosi la porta alle spalle; fu così che potei soltanto immaginare quanto stava accadendo, per tutto il tempo in cui rimasero appartati. Alla fine uscirono entrambi da quella camera ed il “piccolo”, quasi sottovoce, mi disse con una sfacciataggine che proprio non mi aspettavo: “Ahhh…. l’ho inculato proprio di gusto!” …Ma che bugiardo!!! Chi gli avrebbe mai creduto?? Chissà perché non volle ammettere l’evidenza?? Davvero un tipo complicato il “piccolo”, ma forse, in adolescenza, ciascuno a proprio modo siamo tutti un po’ strani...
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