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18. UN NUOVO AMICO


di Janus
19.05.2023    |    107    |    0 9.0
"Mi fece un gran sorriso, quasi aspettasse il mio arrivo, e mi invitò nello spiazzetto tra i cespugli che già aveva visto i nostri giochi a tre, seguiti..."
Qualche giorno dopo il gustoso trio ebbi modo di andare nuovamente alla famosa spiaggia, nella speranza di vivere nuovamente le emozioni in gruppo tra i cespugli. Anche quella volta andai di pomeriggio, quando era più facile trovarvi uomini in cerca di sesso; come ormai consueto, parcheggiai poi mi avviai verso il mare per svoltare, dopo una cinquantina di metri, a destra in direzione della zona parzialmente vegetata teatro di incontri di sesso. Tra i primi cespugli, come ormai abituata, mi spogliai mettendo gli indumenti nello zainetto poi proseguii tutta nuda verso gli alberelli cespugliosi in cui normalmente mi fermavo. Arrivata nei pressi intravidi, anch’egli nudo e con l’uccellone in mano, il calvo che mi aveva inculata la volta precedente mentre spompinavo il suo amico brizzolato. Mi fece un gran sorriso, quasi aspettasse il mio arrivo, e mi invitò nello spiazzetto tra i cespugli che già aveva visto i nostri giochi a tre, seguiti dagli sguardi di altri uomini. Senza tanti preamboli, misi a terra lo zainetto, mi inginocchiai davanti a lui e presi il suo cazzone dall’enorme cappella in mano, segandolo lentamente; quindi presi a strusciarmelo sulle labbra mezze aperte poi, già sapendo che era troppo grosso per mettermelo in bocca, mi diedi come qualche giorno prima a leccarglielo passandoci lingua e labbra tutto attorno, succhiandogli di tanto in tanto la punta del glande. Naturalmente, oltre alla cappella, servii a dovere di lingua e labbra anche la lunga asta finché non la sentii durissima. Il calvo, dopo essersi gustato per qualche minuto il mio pompino socchiudendo gli occhi e sospirando, mi fece segno di fermarmi: capii che desiderava incularmi: cosa potevo chiedere di più? Gli passai un profilattico e, per non rischiare che lui si sbagliasse col popper come la volta precedente, presi il mio lubrificante dallo zaino e me ne infilai nell’ano due dita piene, dilatandolo il più possibile per fargli accogliere la sua larga cappella senza troppo dolore. Appena mi sentii abbastanza aperta, mi misi giù sul suo telo da mare a quattro zampe poggiando gli avambracci; il calvo si mise dietro di me in piedi, abbassando poi il bacino per portare il suo cazzone all’altezza del mio buchetto. Come facevo di solito, presi con una mano quel gran manganello e me lo appoggiai sullo sfintere per facilitare l’opera; lui spinse senza fretta, cercando di far superare al suo glande il mio sfintere, finché ogni resistenza cessò ed il mio ano permise al gradito intruso l’ingresso. Come la volta precedente, la cappella fu seguita da tutta l’asta fino alle palle, dandomi una indescrivibile sensazione di piacere misto a dolore per quanto mi aveva aperta. Il calvo prese allora a sodomizzarmi lentamente, e la monta andò avanti a lungo; io me ne restai per tutto il tempo buona a pecorina, sempre avambracci a terra, e da quella posizione potei vedere con piacere un paio di altri uomini nudi che, penetrati ai limiti dello spiazzetto dai cespugli circostanti, osservavano la scena masturbandosi lentamente. Dopo diversi minuti il mio toro da monta cominciò ad accelerare il ritmo dei suoi colpi, facendomi intuire che si stava approssimando alla sborrata; così fu, dopo altri quindici o venti affondi: si fermò a contatto del mio didietro, spingendo forsennatamente quasi a volermi entrare tutto dentro in estasi. Poi si tirò su con calma, estrasse lentamente il cazzo dal mio retto e si girò verso i cespugli per toglierselo e ripulirsi; io allora mi rialzai e mi ripulii il culo dal lubrificante che colava. Presi su lo zaino per mettermelo in spalla, quando uno dei due uomini nudi che ci avevano guardato, un tipo grosso con baffi e barbetta scura, mi fece “Beh?? Te ne vai così???”. Io gli diedi un’occhiata all’uccello e mi resi conto che quel tizio non dovesse essere molto attento alla propria igiene, perciò senza alcun commento feci un cenno di saluto al calvo, uscii da quei cespugli e me ne tornai via. Dopo qualche altro giorno, decisi di chiamare l’amico del calvo, ossia il brizzolato che la volta prima mi aveva gentilmente invitato a giocare con loro e che mi aveva dato il numero di telefono; lui mi rispose e mi propose di incontrarci al parcheggio presso la nostra spiaggia. Non me lo feci ripetere: dopo la consueta preparazione intima (ossia clisteri multipli e penetrazione con vibratore per avere l’ano già aperto) mi misi in macchina e raggiunsi il parcheggio concordato, con in testa la mia parrucca corta unisex; qui trovai il brizzolato che, dopo qualche convenevole, mi invitò a casa sua e mi fece strada in macchina. Lui abitava in un appartamentino nel vicino villaggio; mi fece accomodare, mi offrì qualcosa da bere, poi ci spogliammo entrambi gustando reciprocamente la vista dei nostri corpi nudi. Parlammo per un po’, confidandoci alcune vicissitudini personali e rispettivi gusti in fatto di sesso; tra le altre cose, mi precisò che gradiva solo maschietti passivi non effeminati, per cui capii che anche in eventuali incontri successivi avrei dovuto evitare accessori femminili. A quel punto mi invitò in camera da letto, dove aveva un bel lettone matrimoniale su cui mi sedetti; lui mi si avvicinò in piedi ed io, con trasporto, presi il suo uccellone in bocca. Per fortuna il suo glande non era enorme come quello del calvo, per cui mi entrava in bocca abbastanza agevolmente… leccai e succhiai a lungo quel bel cazzo, soffermandomi ora sulle palle, ora sull’asta ed ora sulla lucida cappella: quest’ultima in particolare aveva un gradevolissimo gusto e gli leccai a lungo, ripetutamente. Dopo parecchi minuti di pompino, il suo magnifico cazzo fu in piena erezione: era svettante, ben fatto, molto lungo e leggermente incurvato a sinistra. Il desiderio di sentirmi posseduta si fece insopprimibile, così chiesi al brizzolato di penetrarmi; lui naturalmente ne fu lieto e mi passò un flacone di gel all’aloe da usare come lubrificante; poi, mentre io procedevo ad ungermi bene il culo, lui indossò un profilattico. Considerata la lunghezza del suo cazzone, gli chiesi di iniziare ad incularmi mentre ero distesa, e lui acconsentì. Mi allungai allora sul letto col culo all’aria, ancheggiando da puttanella sotto i suoi occhi e lui si mise a cavalcioni sulle mie cosce, facendomi sentire il suo cazzone tra le chiappe. Allora mi aprii il culo con le mani, per mostragli il buchetto e facilitargli l’opera; lui si afferrò il cazzo con una mano e puntò la cappella sul mio sfintere, iniziando a spingere piano. Poco a poco il suo cazzone scivolò dentro di me, senza troppa fatica tutto sommato, grazie all’abbondante lubrificante usato; continuò a spingere… sembrava che non finisse più di entrare per quanto era lungo… poi sentii il suo bacino sui miei glutei, segno che me l’aveva messo dentro tutto, finalmente!! “Finora tutto bene…” pensai dentro di me; lui iniziò allora a cavalcarmi restando col busto eretto come un cavaliere sul cavallo, andando avanti ed indietro col bacino a ritmo lento, con affondi decisi… e qui, purtroppo, cominciai ad avvertire un senso di fastidio ogni volta che tornava dentro di me: non in fondo al retto, cosa che mi aspettavo data la lunghezza del suo cazzo, ma sulle pareti interne in fase di affondo! Cercai di resistere, poi gli chiesi di provare altre posizioni; provammo allora a pecorina, a spegni candela, alla missionaria, su una poltrona con lui seduto ed io che mi impalavo… ma niente, purtroppo il fastidio lo provavo in qualsiasi posizione, leggero ma sufficiente ad impedire il piacere: forse era dovuto al suo cazzo curvo a sinistra, forse al fatto che prima di incontrarlo avevo traumatizzato il mio culetto aprendomi con il vibratore… impossibile dirlo. Comunque andammo avanti a provare per un bel po’ di tempo; cercai di resistere il più possibile al fastidio per permettere al nuovo amico di godere di me, sperando che si trattasse di un problema occasionale. Alla fine non ne potei più e gli chiesi di fermarci; lui non era ancora venuto, per cui si tolse il preservativo e si diede una rinfrescata in bagno. Io avevo ancora voglia, per cui appena lui tornò in camera glielo volli prendere ancora in bocca; lui si stese sul letto col cazzo all’aria ed io mi distesi tra le sue gambe, con la bocca sul suo inguine. Lo presi con una mano, poi me lo portai alla bocca e ricominciai a leccarglielo avidamente come avevo fatto prima dell’inculata; lo spompinai di nuovo a lungo, passandogli a ripetizione lingua e labbra con bramosia su testicoli, asta, frenulo e glande, soffermandomi in particolare sull’ultimo… nel frattempo lo masturbai lentamente, per cercare di portarlo all’orgasmo. Tuttavia, nonostante gradisse molto il mio pompino, il brizzolato non riuscì a venire: forse arrivava all’orgasmo solo con la penetrazione, chissà? Dopo diversi altri minuti, rendendoci conto che l’attimo magico era andato, smettemmo di giocare. Facemmo qualche altra chiacchiera, concordando di rivederci presto, poi ci salutammo ed io me ne tornai via.
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